Depressione...non ce la faccio, ho paura

Inviata da Anonimus · 7 ott 2016 Depressione

Salve, sono Anonimus. 25 anni. ho sempre sofferto di depressione sin da piccolo (i miei erano separati), non avevo buoni rapporti con mio padre, lui mi diceva apertamente di essersi pentito persino di avermi concepito. Io mi ritengo una persona tranquilla, solitaria, educata e responsabile. Papà voleva che fossi più ribelle. Ho sempre avuto problemi di autostima poi dal 2010 fino al 2013 ho avuto una fila di funerali in famiglia tra cui mio cognato, i nonni paterni e materni e mio padre, che è morto per una malattia al fegato. Nonostante tutto volevo bene a mio padre, ma lui non mi ha mai dato un abbraccio o qualche gesto gentile. Poi ebbi una storia d'amore che durò 2 anni. La amavo pazzamente, le davo attenzioni cercavo di non farla soffrire insieme ai miei problemi psicologici...ma mi ha tradito! Oggi non riesco ad avere altre storie nemmeno per passatempo. Non ho rapporti da 1 anno e 3 mesi. Non ho amici, non parlo con nessuno (intimamente) per giorni, a volte anche settimane o mesi. Faccio casa e lavoro! Il sabato provo a uscire (da solo) facendo un giro in centro con la macchina, ma una volta dopo aver parcheggiato, non riesco a scendere dall'auto, paura terribile! Mi sento osservato...come se gli altri mi prendessero per un pazzo depresso che cammina da solo in centro. Dunque torno a casa. Voi sicuramente mi consigliereste di fare amicizia (facile dirlo) ma non conosco nessuno. cordiali saluti. Anonimus

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Miglior risposta 7 OTT 2016

Carissimo, hai descritto tutta la tristezza che, da come racconti, ha accompagnato la tua vita. Quelli che ritieni essere i fattori predominanti della tua sofferenza (il rapporto con tuo padre, i lutti e il fallimento della tua relazione affettiva) riconducono ad un unico nodo cruciale: la perdita. La perdita scatena emozioni negative di tristezza che, se persistente e ricorrente, si traduce in umore basso, paura dell'abbandono, ritiro sociale e senso di inadeguatezza. Parli anche delle tue difficoltà a instaurare nuove relazioni e della paura di essere giudicato negativamente dagli altri. Nell'insieme tutte queste problematiche ti portano a isolarti maggiormente e ti fanno entrare in un circolo vizioso dove tu ti percepisci inadeguato e gli altri come imprevedibili, incapaci di amarti e di starti vicino. Inoltre, nella solitudine e senza un confronto con l'altro, autoalimenti i tuoi pensieri negativi rispetto a te stesso e agli altri con ripercussioni sempre maggiori sulla tua autostima e sulla tua salute psicologica. Pertanto ti consiglio di rivolgerti ad uno specialista che possa aiutarti a dare un significato nuovo e positivo alla tua vita, ritrovando il valore che fino ad oggi non ti sei riconosciuto. Cordialmente.

Dott.ssa Simona B. Morabito Psicologo a Reggio Calabria

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11 OTT 2016

Da quello che hai scritto, non capisco qual è la tua richiesta. Hai elencato una serie di difficoltà, immagino molto dolorose, hai parlato di funerali, di tradimento, di solitudine...di cose che non hai.
Anche quando parli di fare amicizia, non capisco casa intendi...fare amicizia significa conoscere qualcuno di nuovo, altrimenti è uscire con persone che sono già amici...quindi sì, incontrare gente implica a volte uno sforzo, impegno, mettersi in gioco, rischiare anche di fare figuracce. Puoi piacere e puoi non piacere, questo è il prezzo da pagare. È come una persona che rimane intrappolata in un posto, non vede l'uscita o non ha la chiave per aprire la porta, se non grida aiuto, nessuno andrà a salvarla.

Anonimo-138795 Psicologo a Livorno

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8 OTT 2016

Caro Anonimus,
Leggendo le sue parole traspare una tristezza che caratterizza tutto il racconto, seppur breve, del suo vissuto.
Il fatto che lei scriva qui, mi fa pensare al desiderio di essere aiutato, in qualche modo.
Le consiglieri di valutare la possibilità di un percorso terapeutico con un professionista della sua zona..
gli eventi spiacevoli, i lutti, i tradimenti che riferisce dovrebbero essere elaborati per permetterti una vita più serena e, perché no, regalarti qualche sorriso!
Resto a disposizione per chiarimenti, approfondimenti e/ o consigli.
Un caro saluto.

Dott.ssa Marilù Altavilla Psicologo a Vignola

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8 OTT 2016

Salve Anonimus,
Leggendo il suo messaggio ho come la sensazione che manchino molte informazioni e mi sorgono molte domande. Purtroppo questo contesto è il meno appropriato per approfondire un tema così sacro quale è il suo dolore. Pertanto ciò che sento di poterle dire è che la cosa migliore sarebbe fare un colloquio con una/o psicologa/o in un contesto che la possa far sentire maggiormente a suo agio.
Un caro saluto.

Dott.ssa Eleonora Alvisini Psicologo a Frascati

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7 OTT 2016

Gentile ragazzo,
una serie di lutti certo non aiuta nel caso di una tendenza alla depressione. Ha tuttavia un lavoro che è la cosa più importante e che le può dare le forza di migliorare la sua vita, oltre che darle anche il sostegno economico per cercare un aiuto professionale.
Le consiglierei di carcare uno psicoterapeuta di persona perchè potrebbe aiutarla sia colmare il vuoto del suo passato che a modificare il presente e così superare il disagio connesso.
Se volesse approfondire è necessario un rapporto professionale da attuarsi tramite una consulenza ouna terapia, eventualmente anche on line
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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7 OTT 2016

Buonasera Anonimus, oltre a ciò che i colleghi le hanno già detto, aggiungerei che, probabilmente, proprio per il notevole numero di perdite (reali o emotive) subite, potrebbe avere un senso di "certezza" che in futuro ne subirà
altre. E, per questo tra l'altro, cerca di evitare altri coinvolgimenti affettivi. Da valutare, inoltre, il fatto che può capitare di gestire le nuove relazioni attraverso dei test preliminari, proprio per capire quanto solide possano essere (più si ha il senso che lo siano minore sarà la probabilità di un abbandono). Questi test potrebbero comprendere il presentarsi all'altro sotto una luce negativa (come evidenziare i propri difetti, un passato problematico, etc.), mettere alla prova la relazione con comportamenti pesanti per l'altro, etc. Chiaramente, questo, soprattutto se l'esterno non è solido, ha l'effetto di procurare il distanziamento temuto ma previsto. Non so se questa modalità le appartenga ma, per poter comprendere i suoi temi e cercare di ampliarli e complessificarli, le potrebbe essere utile una terapia con l'obiettivo di valutare le sue strategie relazionali, create nel passato e confermate durante tutto l'arco del suo sviluppo. Potrebbe avere un senso di inaiutabilita', tuttavia un percorso psicoterapico, proprio incentrandosi sulla relazione, le potrebbe far scoprire una immagine di Sé, all'interno di un rapporto significativo, diversa da quella cui è solito riferirsi, elicitando e-mozioni, e dunque, ristrutturazioni affettive significative, stabili e durature. Certo, il passo iniziale, in questo ambito, è quello più difficile ma è anche quello che le permetterebbe di integrare aspetti di Sé (cognitivi ma, soprattutto, emotivi) che non è stato abituato a rilevare.
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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7 OTT 2016

Caro Anonimus,
ho letto attentamente la sua storia e mi sono chiesta se, pian piano, non abbia iniziato ad ipotizzare che stare vicino agli altri non sia poi cosí semplice, in quanto o ti rifiutano, o ti lasciano...
La mia é solo un'ipotesi naturalmente.
Penso tuttavia che probabilmente il suo isolamento abbia un senso e sia l'unica forma possibile e praticabile di esistenza per lei attualmente, per quanto le sia pensosa.
Tuttavia credo che lei possa trovare altre alternative percorribili.
La invito a scegliere un terapeuta della sua città con cui iniziare un percorso alla ricerca del senso di quanto le accade e della possibilità di trovare nuovi modi di stare.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,

Annalisa Anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova

Alternativamente Psicologo a Padova

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7 OTT 2016

Gentile Anonimus,
anche la scelta di mantenere l'anonimato in questa richiesta di aiuto, dimostra la tua diffidenza e paura di entrare in relazione preferendo isolarti.
Un contesto familiare sfavorevole, gli eventi luttuosi vissuti e la pesante delusione amorosa ti hanno bloccato in questo isolamento da cui dovresti uscire quanto prima per non innescare circoli viziosi che possono scatenare attacchi di panico.
Per uscire da questa situazione ed apportare gradualmente tutte le opportune correzioni ai tuoi postulati e al tuo stile di vita acquisendo innanzitutto adeguate competenze sociali è necessario un percorso di psicoterapia che vivamente ti consiglio di intraprendere.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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