Depressione reattiva!
Salve, ho 25 anni e da circa 7 mesi sto svolgendo un percorso di psicoterapia sistemico-relazionale. Sono sempre stato molto ambizioso e brillante negli studi. E' tutto iniziato lo scorso anno quando dal mese di gennaio ho avuto un periodo di circa 10 mesi stressantissimo in cui ho dovuto lavorare e studiare oltre che preparare applications per università estere e esame di ammissione per queste università. Diciamo da metà giugno, in cui si è iniziato a palesare il rischio che non mi laureassi per il carico di lavoro eccessivo, ho iniziato ad avere qualche attacco di panico e ansia. Purtroppo ho sacrificato l'estate per riuscire a laurearmi in tempo. Questo mio problema è stato esacerbato dalla relazione con una ragazza che mi è stata vicina, ma allo stesso tempo scaricava le mie ansie su di lei e non accettava che io non fossi forte e da mio padre che mi ha instillato i primi dubbi sulla mia possibilità di laurearmi. Alla fine sono riuscito a laurearmi in tempo soprattutto grazie al supporto della mia ragazza (supporto fisico, non emotivo). Ad agosto, mi è arrivato l'offerta dalla università di Londra in cui volevo andare che ho dovuto declinare Poi mi sono trasferito a Milano per proseguire l'università in cui stavo, ma non essendo una scelta autentica probabilmente, ma influenzata dai miei genitori ho iniziato a provare continui pensieri sul perché stessi l' provando una forte tristezza e impossibilità a parlare con mio padre. A questo si è aggiunta la dipendenza affettiva (con molti pianti e notti insonni col pensiero ossessivo che avremmo passato altri 3 anni a distanza) nei confronti della mia ragazza che stava a Roma. In pratica, dopo aver passato l'estate insieme a studiare mi ero ritrovato completamente isolato dagli amici e con lei come unica persona su cui contare. Purtroppo ha continuato a buttarmi addosso le sue ansie e le sue pressioni mentre io provavo a studiare con scarsi risultati oltre che la sua gelosia che mi impediva di svolgere attività sociali per evadere da questo senso di tristezza. A metà settembre ho deciso di iniziare una psicoterapia a Milano che purtroppo non è partita prima di metà ottobre. L'ultima settimana di settembre son tornato a Roma e la mia ruminazione e rimuginio avevano raggiunto livelli assurdi (la mia ragazza continuava a stressarmi con i suoi cazzo di problemi e il giorno in cui sono tornato a Milano mi ha detto non mi abbandonare). Ho provato a passare la settimana a Milano con impegno, ma dal giovedì ha iniziato a ricominciare la ruminazione e il venerdì per cercare di svagarmi son uscito e la mia ragazza ha fatto un'ulteriore scenata di gelosia. Il giorno successivo mi sono svegliato con una stanchezza assurda addosso e ho chiamato i miei genitori piangendo. Purtroppo non riuscivo minimamente a dormire la notte con continui risvegli carichi d'ansia e d'angoscia ed ho iniziato ad avere paura di poter far del male a me o a qualcuno altro. E la cosa mi generava un'ulteriore ansia assurda. Per fortuna mia madre è venuta a prendermi a Milano e poi sono andato da uno psichiatra che mi ha diagnosticato un esaurimento nervoso prescrivendo degli ansiolitici a bassi dosaggi. Nel periodo di ottobre, ho cercato di seguire le lezioni online però mi era alquanto difficile per la poca concentrazione. Così ho deciso per un periodo di smettere di fare qualunque cosa fino diciamo a febbraio. Poi ho provato a riseguire le lezioni online ma provavo una forte ansia e poca concentrazione così mi sono concentrato su fare application per università all'estero con buoni risultati. E sono riuscito a svolgere un esame di inglese con successo. Da aprile ho deciso di mettermi in pausa con la mia ragazza per la sua ideologia su psicologi e psichiatri e i suoi comportamenti egocentrici che non riuscivo più a tollerare oltre al fatto che dovevo prendere delle decisioni sul mio futuro in autonomia. Dopo aver deciso di andare nella stessa università in cui andrà lei, le ho fatto la proposta di fare il percorso all'estero insieme (andrei in casa con dei miei amici) e di chiudere la pausa e lei ha accettato. Poi è andata ad una festa e ha di proseguire con la pausa informandomi al telefono la mattina alle 8 nonostante avesse lasciato la mia roba a casa e avesse fatto l'amore con me. Mi ha tenuto così per un'altra settimana, poi le ho scritto per chiudere e lei mi ha detto che non voleva ancora vedermi. Poi sono andato in un viaggio con la mia famiglia e mi ha iniziato a ricontattare in modo molto ammiccante come se volesse ricominciare il rapporto e il mercoledì mi propone di riandare a cena o di vederci dopocena. Il mercoledì pomeriggio cambia idea e mi dice di vederci prima di cena. E di punto in bianco ricambia idea e mi lascia adducendo il fatto che avrei fatto una scelta solo per lei e che meritavo di andare in un'università migliore. Dicendomi che da quando sono malato la nostra relazione è cambiata e che non può avere ulteriori responsabilità (dicendo le seguenti parole " se ci lasciamo a Madrid che devo fare? suicidarmi?"). Poi successivamente mi chiede di proseguire i contatti e di poterci sentire ancora, io ovviamente le ho risposto di no visto il modo in cui mi ha usato. Oltre al fatto che sono passati 10 giorni ed ha già iniziato a mettere foto con altri ragazzi ( il che è esplicativo della sua mancanza di tatto e empatia). Dopodomani dovrei cominciare un tirocinio però mi sento un'ansia assurda e un umore basso oltre che rimuginazione e rimuginio. Da un lato penso che magari non stare a casa a pensare possa essere una buona cosa, dall'altra ho paura di non farcela e di riesplodere (crisi di pianto e attacchi di panico). Cosa mi consigliate di fare per riuscire a gestire questo stress? (prima dell'esaurimento, ero in grado di reggere degli stress assurdi). Inoltre, entro il 31 dovrei immatricolarmi per un'università a Roma che mi ha dato una borsa di studio. Aiutatemi