Depersonalizzazione/derealizzazione...cosa fare?
Buonasera.
Il mio problema attuale è la derealizzazione/depersonalizzazione.
Mi sento come se ciò che mi circonda fosse “strano”: conosco i posti in cui mi trovo, ma allo stesso tempo mi sembra strano trovarmici. E spesso non mi sento connesso in modo normale al tempo, le ore passano in modo strano rispetto a prima, e a volte non riesco a sentirmi connesso all’ora attuale.
Queste sensazioni mi accadono soprattutto quando torno a casa nel pomeriggio dal lavoro: pochi minuti, e pian piano inizio a dissociare, mi sembra di entrare in una versione alternativa della realtà.
Certe volte mi domando se chi mi circonda e conosco sia davvero reale.
Queste sensazioni sono più gravi quando esco di casa: a volte sono tornato a casa, o ho proprio evitato di uscire, per evitare il panico dovuto a queste sensazioni di distacco dalla realtà.
La prima volta che provai queste sensazioni, e il panico successivo, fu quando provai a fumare erba per la prima volta. Mi successe poi altre volte, non sempre, che fumassi erba e provassi queste sensazioni.
Un periodo in cui iniziai a provare queste sensazioni in maniera frequente, indipendentemente dal fumare erba, fu durante il secondo lockdown nel 2020.
Sono stato in terapia, adesso sto andando da tre mesi da un secondo psicologo.
L’approccio che questo psicologo adotta con me credo si chiami psicodinamico. Secondo lui, la depersonalizzazione è dovuta a un passaggio fra due “versioni” di me: una che ho sempre adottato, un po’ passiva, un po’ vittima, e un’altra che tenevo repressa, una versione “bestiale”, espressione di rabbia repressa.
Secondo questo psicologo, verso i 5 anni decisi di reprimere questa rabbia, che nello specifico era rivolta verso i miei genitori. Provai senso di colpa forte (da lui chiamato dolore di colpa) per la rabbia nei confronti dei miei genitori, e da allora decisi di autoinfliggermi punizioni, sotto forma di pensieri intrusivi, ossessioni, cosa di cui ho sofferto fino ad ora.
Adesso che sto lavorando per far uscire questa parte repressa, secondo lo psicologo il passaggio alla versione di me “bestiale” mi crea confusione e depersonalizzazione.
Per risolvere i miei problemi, con lui lavoro per far uscire fuori la parte bestiale, cercando proprio di esprimere la rabbia, e il senso di colpa successivo, di fronte a lui.
Secondo lui siamo ancora alla punta dell’iceberg del nostro lavoro di terapia, e io voglio fidarmi.
Però allo stesso tempo i dubbi ce li ho, e le sensazioni di depersonalizzazione/derealizzazione persistono e mi inquietano tanto.
Avrei bisogno di pareri da voi esperti. E’ giusto l’approccio del mio psicologo? Migliorerò?
Come superare questa terribile derealizzazione?
Grazie a chi risponderà