Da fidanzati a fratelli... è possibile il contrario?
Salve a tutti, vi scrivo per una questione che mi affligge da ormai due anni. Sono una ragazza di 29 anni, due anni fa ho chiuso una relazione molto importante con il mio fidanzato storico.
Io e lui siamo due persone molto empatiche, l'uno per l'altra siamo stati la persona più disponibile e accogliente dal punto di vista emotivo mai conosciuta. Dopo 6 anni di relazione ci cercavamo e ci guardavamo come due innamorati al primo incontro, era tutto naturale e spontaneo. Avevamo tantissimi interessi in comune, riuscivamo a parlare sempre di tutto, ci siamo presi cura l'uno dell'altro in qualsiasi momento e a qualsiasi costo. Lui è sempre stato tutto ciò che desideravo, e desidero.
Il motivo della chiusura della relazione è, purtroppo, la mancanza di attrazione fisica. Questa è stata carente sin dal primo momento. Lo trovo un bellissimo ragazzo, ma non l'ho mai visto come "qualcosa" di sessuale e desiderabile fisicamente. La frequenza dei nostri rapporti era scarsa, circa una volta al mese. Negli ultimi mesi rifiutavo qualsiasi contatto da parte sua perché mi dava fastidio. I pochi rapporti che avevamo erano diventati anche dolorosi.
La questione del sesso è stata spesso al centro di numerose discussioni tra me e lui, ma io non ci ho mai dato peso, non lo ritenevo un aspetto così importante. Crescendo e acquisendo sicurezza in me stessa, mi sono resa conto che questo aspetto non era soddisfatto nella mia relazione. Ma posso assicurare che mai avrei pensato di chiudere per questo motivo. La decisione, o meglio, la crisi, è nata quando ho incontrato un altro ragazzo, che in me ha risvegliato tutto un mondo di passione. Purtroppo, quello è stato il punto di non ritorno per me. Dopo mesi di sofferenza, mi lascio andare con quest'altro ragazzo e scopro un altro mondo, scopro di non avere i problemi che pensavo (arrivai a pensare di essere frigida, oppure omosessuale).
Sono passati due anni da quel momento. Io ho avuto un paio di esperienze con altri ragazzi, ma la mia mente torna sempre al mio ex. Devo specificare un paio di cose. In primis, dai 22 anni circa ho iniziato una terapia (causa attacchi di panico) che si è rivelata infinita (6 anni) e ha alimentato le mie dinamiche di dipendenza. Seconda cosa, io e il mio ex abbiamo fatto una terapia di coppia, anch'essa infinita (3 anni e mezzo, senza avere obiettivi precisi), dove questo problema sessuale che io manifestavo non è stato mai preso abbastanza in considerazione, e questo mi ha fatta sentire inadeguata e frustrata. Con grande difficoltà, ho lasciato entrambe queste terapie, infinite e inconcludenti (e anche su questo avrei molto da dire, ma al momento preferisco sorvolare), e ne ho cominciata da poco un'altra, molto più mirata all'aspetto relazionale che mi crea confusione.
La mia nuova terapeuta sostiene che, per il mio vissuto, il mio ex fidanzato abbia coperto una parte dei miei bisogni relativi a quel momento specifico della mia vita che stavo attraversando. L'eccessiva disponibilità emotiva avrebbe sbilanciato la relazione sul versante dell'intimità emotiva, andando a "sublimare" la parte sessuale. Insomma, siamo diventati come fratelli. Questa condizione, a parer suo, è difficilmente reversibile, la mia mancanza totale di attrazione nei confronti del mio ex non sarebbe possibile risolverla "a tavolino". In effetti, quando ho provato a insistere ad uscire ancora con lui, mi sentivo molto turbata da questo punto di vista, dentro di me rifiutavo la possibilità di costruire un'attrazione che sentivo non esserci.
Secondo voi, questa direzione da fidanzati a fratelli è davvero un biglietto di sola andata? Non riesco proprio a rassegnarmi all'idea di lasciar andare quell'amore, nonostante stia lavorando su me stessa.
Vi ringrazio per aver letto tutto.