Cronofobia e ansia

Inviata da Arianna · 5 ott 2022 Fobie

Salve a tutti, mi chiamo Ilaria e sono una studentessa di 22 anni.
è da un po’ che penso di aver la paura del tempo, sono completamente ossessionata dal tempo ed ho capito di avere una fobia soltanto di recente.
sono finita fuori corso e mi trovo a dover dare degli esami (seppur ormai pochi, 3) che vedo come insormontabili.
tutto questo peggiora con la mia ossessione dello scorrere del tempo, in cui però non riesco a prendere in mano le redini della situazione tragica della mia vita e continuo a contare il tempo che passa.
mi sento costantemente vecchia, guardo sempre gli altri: chi alla mia età si è già realizzato, chi ha già fatto tante cose e poi io.
io, che mi sento ferma e immobile mentre lui scorre senza curarsi di me, il tempo, non mi aspetta.
quando studio, uso un cronometro
e quando vedo che il tempo passa ed io ho studiato poche cose, mi sale uno sconforto fortissimo. e penso: “ho studiato tre cose e sono passate già 4 ore? ma com’è possibile?”
sto sempre a pensare alla mia vita futura, sono una sognatrice nel senso peggiore del termine: mi isolo e pur di non affrontare i problemi e lo studio, non faccio altro che crearmi scenari immaginari in cui tutto va bene e vivo una vita felice.
quando mi rendo conto di aver sprecato ore della mia vita a fantasticare e realizzo quindi di aver buttato del tempo, cado immediatamente nello sconforto e da lì inizia l’angoscia finché non mi addormento.
si può dire che l’unico momento di pausa da questo loop infinito da cui non riesco ad uscire sia solo durante sonno. ormai faccio anche fatica ad addormentarmi ed uso pasticche da 1mg di melatonina, senza non riesco davvero ad addormentarmi a causa del mio continuo pensare.
la fobia del tempo e la mia ossessione nel voler a tutti i costi finire l’università, almeno prendermi questa triennale (in chimica), mi tormenta. perché costantemente dico tra me e me: “ma se anche con tante difficoltà ce l’hai fatta fino ad ora, perché a 3 esami sei così sconfortata?”
e ancora, a me ormai interessa solo del tempo. non faccio altro che rimuginare, sul passato, sulle mie scelte passate. le solite cose che mi dico sono: “eh, se avessi dato prima questo esame e non lo avessi ora! sarebbe tutto più semplice”
oppure: “eh, se avessi studiato meglio prima, se avessi rivisto quel capitolo, non sarei così ora”
e mentre la mi mente crea tutti questi pensieri intrusivi, allo stesso tempo mi ripeto: “non posso piangere sul latte versato” e così un altro loop perenne. vivo le mie giornate rimuginando sul passato, immaginando una vita bella in cui ho realizzato il mio sogno e faccio il lavoro che mi piace, tutto ciò finisce poi con la mia angoscia sul tempo.
sono mesi che vado avanti così.
a dirla tutta, sono sempre stata una persona che si rifugiava nell’immaginazione, ma ora è diventata davvero un’ossessione.
e mi sento perennemente dire: “basta, non rimuginare! non pensare! studia e basta, muoviti! prendi in mano le redini di questa situazione, studia effettivamente per questi tre esami e basta!”
eppure non ci riesco, tra la paura di fallire, le tremila paranoie, il tempo che scorre e tutti i consigli diversi che mi danno le persone, mi trovo ad un punto morto.
sono arrivata addirittura a pensare: “e se l’universo mi stesse semplicemente dicendo di lasciare l’università e questi sono tutti segnali?”
ripenso spesso a quando, in passato, quando ero una matricola o al secondo anno, tutti mi dicevano: “sei così appassionata alla chimica! si vede proprio che ti piace tanto” studiavo proprio con piacere, era quasi come se non avessi paura di niente. materie difficili? pazienza, le passerò.
era questo il mio mood, ero così diversa mi dico.

cosa potrei fare per poter uscire da questa situazione? continuare a rimuginare, l’overthinking non fa che farmi restare in un punto in cui ormai sto male anche fisicamente.
spero che possiate darmi qualche consiglio.

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Miglior risposta 6 OTT 2022

Cara Arianna, quante cose ci hai raccontato, grazie innanzitutto per la fiducia.
Vedi, la paura del tempo che passa e il non riuscire a riempirlo come "ci si aspetterebbe" raccontano di un funzionamento ansioso che in qualche modo ha imparato a controllare le preoccupazioni pensando tanto e a volte pensando male. Ci si ritrova in un circolo vizioso in cui tutto sembra confermarci le nostre paure e lui che fa per proteggerci? Pensa ancora più incessantemente come poter controllare la situazione , tanto allarme= bisogno di tanto controllo= overthinking. Questo incide sul tuo quotidiano , sul come approcci lo studio, le relazioni e il sonno.
Valuta la possibilità di chiedere aiuto ad un* professionista psicoterapeuta per ritrovare un po' di serenità e liberare il pensiero, mi rendo disponibile ad ascoltarti, Dottoressa Marta Lanfranco

Dott.ssa Marta Lanfranco Psicologo a Torino

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7 OTT 2022

Cara ilaria comprendo il disagio che si prova quando ci si sente incastrati nei nostri timori più profondi. Fiume sentano le anse la percezione di perder tempo più rimaniamo fermi nel nostro loop fisico e mentale. Ci blocchiamo e qualsiasi cosa proviamo a fare la viviamo come un fallimento. Successivamente ela mente si mette nella posizione in cui "non si può più permettere di perdere tempo" dunque di conseguenza mettiamo in atto comportamenti che cercano di interrompere il nostro circolo ma che in realtà sono disfunzionali. Quindi ecco perché continuiamo a sentire ansia, preoccupazione e senso di fallimento. Sarebbe utile accogliere questo senso di tempo che scorre, chiedersi cosa ci piacerebbe fare in questo tempo e come poterlo riempire. Bisogna trovare un punto di incontro interiore tra i nostri bisogni e desideri e le nostre paure. Cosa succede se resto fermo e il tempo scorre? Come mai non riesco a permettere questo a me stesso?
Modelli educativi improntati su aspettative e sul senso del dovere talvolta generano questi pensieri fobici. Sarebbe per tanto utile scavare dentro di se e capire da dove provengono tali schemi e cosa significa per noi provare a contrastarli conseguendo schi più funzionali che tengano conto non solo del dovere, ma anche sei nostri bisogni.
Resto disponibile nel caso in cui tu voglia approfondire in una terapia online.
Dott.ssa Merola

Dott.ssa Serafina Merola Psicologo a Arezzo

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6 OTT 2022

Gentile Ilaria,
effettivamente si tratta di un disturbo fobico il cui focus è sulla sensazione che il tempo passi troppo velocemente o troppo lentamente rispetto a quello che si vorrebbe fare e che non si è ancora riusciti a fare. Quindi questa ansia fobica è correlata ad un basso livello di autostima e di autoefficacia.
Tuttavia possono esserci altri fattori scatenanti quali esperienze traumatiche, disturbi dell'umore o storie di patologie fisiche e/o psicologiche.
Anche il D.O.C. (disturbo ossessivo-compulsivo) può incidere in questa fobia generando pensieri intrusivi sulla impossibilità di avere il controllo sullo scorrere inesorabile del tempo.
Pertanto è importante approfondire la tematica del suo disturbo in un appropriato contesto terapeutico ed il suggerimento è di intraprendere un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale che includa tecniche di rilassamento quali Training Autogeno, Meditazione e Mindfulness.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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6 OTT 2022

Salve Arianna, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FD Logiudice

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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