buongiorno mi chiamo Francesca ed in questo momento sto attraversando un triste capitolo di vita.
Mi rendo conto che la mia problematica è analoga ad altre già discusse, ma nella altre risposte trovo similitudini e non aiuti concreti.
Circa due settimane fa il mio compagno è arrivato a casa dal lavoro dicendo che non sa se è ancora innamorato di me e che per tale motivo ritiene opportuno chiudere il nostro rapporto. Sconcertato dal fatto che non fossi dello stesso avviso mi ha promesso che penserà ancora a "cosa vuole fare da grande". Le motivazioni che adduce alla sua crisi sono che da quando è nata la bambina (più di cinque anni fa) le mie energie sono indirizzate esclusivamente alla gestione della bambina, che non ci parliamo più e non abbiamo più nulla da condividere.
Vero è che negli ultimi mesi il nostro rapporto si è un po' raffreddato e sempre insoddisfatto di ogni cosa, ma ho dato colpa agli aspetti lavorativi ed ad un periodo di un po' più stress ; mentre lui mi ha risposto che arriva a casa arrabbiato perché non ha voglia di vedermi e che vuole solo stare da solo.
Gli ho proposto della terapia di coppia, ma lui non ne vuole sentire, nel frattempo ho iniziato un percorso individuale siccome mi sono subito accorta che il "colpo" sta causando qualche ripercussione (astenia e colite principalmente). Ciò che non comprendo sono le motivazioni che portano un uomo a rompere una relazione di 11 anni, senza la possibilità di trovare un rimedio, che possa anche non essere risolutivo ma quantomeno ci si prova e non si lascia nulla di intentato; inoltre, una bambina di cinque anni mi sembra una motivazione più che valida per concedere una seconda chance alla propria famiglia, affrontando i problemi con onestà. è giusto (e utile) lottare per questo rapporto? Grazie mille per la comprensione
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5 LUG 2017
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Gentile Francesca,
come già le è stato detto, ha fatto bene ad iniziare un percorso di psicoterapia individuale sia per avere supporto che per comprendere la dinamica di questa crisi e la sua parte di errori inconsapevolmente commessi.
Tra qualche mese riproponga al suo compagno le osservazioni che ha fatto nella parte finale della sua mail nella speranza che lui accetti parimenti di mettersi in discussione in un percorso di psicoterapia individuale o, meglio ancora, di coppia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
5 LUG 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Francesca,
giustamente lei vorrebbe delle spiegazioni che chiarissero la scelta di suo marito. Con logica e razionalità lei cerca di analizzare l'accaduto ripetendosi che "è giusto dare una seconda opportunità" per vari motivi: 11 anni di matrimonio, una figlia di 5 anni...Francesca, queste possono essere delle motivazioni più che valide per cercare di salvare un matrimonio, ma la verità è che noi non sappiamo quali siano le motivazioni di suo marito che lo spingono a non voler "lottare" per rimanere assieme. In genere, quando una relazione si incrina, c'è un problema di comunicazione tra la coppia. Forse è successo questo tra voi? la nascita della bambina vi ha allontanati? e non ve lo siete mai detto facendo passare il tempo in attesa che tutto tornasse come prima? Ci sono molte cose da chiarire nella vostra coppia e il dialogo aperto e sincero potrebbe aiutarvi.
Cari saluti
Dott.ssa Carla Francesca Carcione
5 LUG 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Francesca,
Mi dispiace tanto per quanto accaduto.
Le relazioni purtroppo possono incrinarsi per tanti motivi come lei ha ben descritto.
Lei ha fatto un ottima scelta in questo momento iniziando un percorso individuale che la supporti.
Concederei del tempo a suo marito senza pressarlo visto che ha intrapreso una psicoterapia.
A distanza di un po' di tempo valuti se vi è la possibilità di iniziare un percorso di coppia, anche per elaborare la situazione e continuare ad essere genitori per la bimba.
Resto a disposizione
Dott.ssa Donatella Costa
4 LUG 2017
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Buongiorno Francesca,
credo sia stato molto importante che lei abbia iniziato un percorso individuale allo scopo di affrontare questo periodo così difficile per lei.
Effettivamente se il suo compagno non è motivato diventa difficile intraprendere un percorso di coppia però le suggerisco queste due possibilità:
parlare con il collega con cui sta facendo il percorso individuale allo scopo di capire se vi possa essere la possibilità di fare qualche seduta (1o2) in presenza anche del suo compagno (allo scopo di fare almeno un quadro più preciso della situazione di crisi e di come affrontarla);
proporre nuovamente la terapia di coppia al suo compagno non con l'obiettivo di darsi una seconda chance ma per capire cosa ha portato a questa situazione e come procedere, poiché comunque vada sarete sempre i genitori di vostra figlia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Testa Barbara
Psicologa e Psicoterapeuta