Crisi con l'università
Salve a tutti, scrivo qui oggi perché ho un problema con lo studio che persiste ormai da troppo tempo.
Vorrei iniziare innanzitutto dicendo che fin da piccola sono sempre stata brava a scuola. Non sono mai stata una secchiona o che, ma me la cavavo sempre ed ero spesso lodata dai professori davanti agli altri studenti.
Al liceo mi iscrissi allo Scientifico, nonostante i miei genitori mi consigliarono il Classico, perché volli seguire le mie migliori amiche. Erano le materie letterarie e umanistiche che prediligevo, e ho sempre avuto un certo odio per la matematica.
Tuttavia, specialmente i primi anni, continuai ad essere una delle migliori della classe. Riuscii a diplomarmi con 85 senza mai prendere nessun debito.
Finita la scuola, le mie idee erano piuttosto chiare: la mia strada sarebbe stata medicina. Era il mio sogno nel cassetto fin da quando ero bambina.
Tuttavia, il mio sogno svanì molto prima di quanto pensassi, perché non riuscii a superare il test.
Seguii un periodo di delusione e frustrazione, ma non durò molto.
Ero conscia che non sarebbe stato facile, che bisognava mettercela tutta per entrare e che forse non avevo dato il massimo.
Mi iscrissi ad una facoltà di ripiego perché ero intenzionata a riprovare il test l’anno successivo, sicura che dopo aver dato gli esami di chimica, biologia e fisica, ce l’avrei sicuramente fatta.
Ma neanche stavolta fu così facile.
L’università non era l’ambiente che mi aspettavo di trovare.
Le materie erano difficili e non mi stimolavano molto, senza contare che non feci molte amicizie.
Feci l’esame di matematica e presi 21, quello di chimica e presi 22.
Ero insoddisfatta perché erano voti che non mi stavano affatto bene, e perché la maggior parte degli altri studenti andavano molto meglio di me.
Mi sentivo scoraggiata e non riuscivo a trovare gli stimoli giusti per dare gli altri esami.
Quando a settembre riprovai il test, non lo passai di nuovo.
Mi sentivo una fallita, delusa da me stessa, ero sconfortata e scoraggiata.
Mi dissi che forse medicina non era la mia strada.
Così iniziai il mio secondo anno alla facoltà precedentemente scelta.
Ma fu ancor peggio del precedente. Le materie non mi piacevano, agli esami rendevo poco, ero infelice e la mia vita sociale era praticamente inesistente.
I miei genitori mi erano vicini. Loro desideravano il meglio per me, e vedendomi infelice mi proposero una cosa: riprovare il test di Medicina per l’ultima volta.
Io acconsentii, perché dentro di me sapevo che quel sogno non era ancora svanito.
Feci un corso preparatorio, che fu stressante e stimolante allo stesso tempo.
Mi svegliavo ogni mattina alle sei e mezza per studiare, ma ero forte e consapevole che quella era la mia ultima chance e che dovevo dare il massimo.
E finalmente ce la feci.
Passai il test ed entrai nella facoltà dei miei sogni.
Finalmente mi sentivo soddisfatta di me dopo tanti insuccessi e insoddisfazioni.
L’inizio del primo anno andò bene.
Feci amicizia con gli altri ragazzi, mi piaceva l’ambiente che si respirava e mi sentivo bene. Sentivo che quello era il mio posto. Al primo semestre rifeci l’esame di chimica e presi 28. Ed io ero felice e pensavo che c’erano tutti i presupposti per una brillante carriera universitaria.
Ma il secondo semestre iniziò la crisi.
Dovetti fare i conti con materie come Anatomia, Istologia e Biologia.
I libri erano mattoni, e a volte risultavano noiosi.
A me le lezioni piacevano, eppure quando tornavo a casa per studiare leggevo qualche pagina e subito mi mancava la concentrazione.
La sessione estiva fu un disastro.
Non passai gli esami, a parte Biologia, dove presi 18, ma rifiutai categoricamente.
Guardavo i miei compagni che facevano esami brillanti ed io mi chiedevo dove avevo sbagliato, perché non ce l’avevo fatta.
Ma anche quella volta, non mi persi d’animo.
Mi dissi che era una sconfitta che mi sarebbe servita per imparare e che il prossimo appello sarebbe sicuramente andato meglio.
Non fu così. E non solo, feci anche un grande errore, forse il più grande errore della mia vita. Dissi ai miei genitori che l’esame l’avevo passato.
Loro non mi facevano pressioni, anzi, mi sono sempre stati vicini in tutto il mio percorso. Ma sapevo che ci tenevano alla mia preparazione e non volli deluderli.
Per me fu doloroso mentire, ma in quel momento pensai che sarebbe stato solo per quella volta e che era a fin di bene.
E invece no. Entrai in un vicolo cieco dal quale non riesco più ad uscire.
Ogni volta che devo fare un esame all’inizio sono sempre positiva e speranzosa. Faccio progetti, faccio gli schemi, faccio il programma studio.
Ma quando guardo il libro sento solo ansia e oppressione.
Non riesco a trovare la concentrazione, lo stimolo per andare avanti.
Fisso il vuoto, penso ad altro, sogno ad occhi aperti.
Penso che forse ho un metodo di studio sbagliato.
E allora provo in altri modi ma non funziona lo stesso, la mente è altrove.
E comincio a rimandare.
Rimando al giorno dopo. E a quello dopo ancora.
Quando manca una settimana all’esame mi rendo conto che non ce la farò mai a passarlo. E non lo faccio. Non mi presento proprio.
E poi dico ai miei di averlo fatto.
E sta andando avanti così da troppo tempo e non so più che fare.
Mi sento uno schifo.
Corrosa dai sensi di colpa, dal dover mentire, non solo a loro ma anche a me stessa.
Mi guardo allo specchio e non mi riconosco più.
Chi sono io? Dov’è finita quella brava ragazza che era così brava a scuola e che ci teneva ai voti?
A volte sono stata tentata dal lasciare tutto.
Ma poi penso al mio futuro e non riesco a vedermi a fare nient’altro.
Io ho sempre voluto fare il medico, ho fatto tanti sacrifici per entrare, ed ora che sono entrata perché non riesco a fare gli esami?
Non so più cosa devo fare.