Questa voglia incessante di fare del bene al mio partner, di curarlo e anche di cambiarlo, talvolta mi fa dimenticare che ci sono anche io nella coppia! Ho sempre scelto come partners persone problematiche, con passati travagliati o situazioni famigliari difficili alle spalle. Persone che si sfogavano in vizi potenzialmente pericolosi per offuscare la loro realtà conflittuale. Io stando con loro non pensavo solo di aiutarli, bensì di cambiarli e farli diventare persone migliori. Ahimè fino ad ora si sono rivelati tutti dei fallimenti: una persona che non ha voglia di cambiare, non cambia per qualcun'altro. Nella mia prossima relazione cerco un uomo "normale", cosa posso fare? Come mai tendo ad avvicinarmi a personalità fragili, deboli e bisognose di aiuto? Come ne posso uscire nella prossima relazione affettiva?
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17 OTT 2014
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Sandra,
potrebbe (il condizionale è d'obbligo in assenza di diagnosi certa) essere un pattern comportamentale associato a problematiche di personalità che vanno analizzate individuate e ovviamente risolte tramite percorso terapeutico mirato e personalizzato
dr paolo zucconi sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale in Friuli Venezia Giulia
2 NOV 2015
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile lettrice,
la sana relazione di coppia è quella in cui c'è un discreto equilibrio tra il dare e l'avere cioè una discreta reciprocità, sebbene sia molto difficile, se non impossibile, che si realizzi un equilibrio perfetto.
Laddove invece c'è uno squilibrio forte, come è accaduto con una certa ripetitività nel suo caso, la relazione è destinata a logorarsi perchè la crocerossina non è una santa e si muove sull'onda di bisogni affettivi insoddisfatti che spera inconsciamente di poter soddisfare come risarcimento per il suo prodigarsi.
Il più delle volte però, questo non accade e subentra la crisi.
Lei quindi dovrebbe prendere consapevolezza di questi bisogni attraverso un percorso di psicoterapia in modo da potersi indirizzare verso una relazione che sia più paritaria e pertanto anche più stabile e gratificante.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
20 OTT 2014
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Sandra,
il suo definirsi crocerossina potrebbe essere ricondotto ad una modalità di Salvatrice che lei adotta nelle relazioni e che ha imparato ad utilizzare fin dalla sua infanzia, che potrebbe essere ricondotto ad un funzionamento problematico di personalità.
Quello che le consiglio è di intraprendere un percorso psicoterapeutico in cui potrà sostenersi ed approfondire tale tematiche, dando senso e valore al suo comportamento. Poichè anche se tale comportamento può essere comune a diverse persone, i motivi sono unici e personali.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Simona Gencarelli
20 OTT 2014
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Mi sembra che alcuni quesiti le sue storie affettive glieli stanno ponendo. Sindrome della crocerossina, dipendenza affettiva, sono modalità di relazioni che sottendono giochi psicologici distruttivi per entrambi i partner. Le consiglio di interrompere tale circolo vizioso con l'aiuto di una psicoterapia, o individuale o di gruppo. Buone cose Dottssa Rosanna Tartarelli
17 OTT 2014
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno Sandra
eccoci qua al tuo richiamo per poterti essere di qualche aiuto.
Prima cosa ti dico che mi sembra tu abbia inquadrato bene il problema col renderti conto che queste persone (con cui ti sei legata sentimentalmente) non sono cambiate.
Infatti le persone cambiano solo quando loro stesse lo decidono e ne sentono fortemente il bisogno.
Ahinoi, l'amore in queste relazioni qui, non cura e non risolve anzi offre appoggio a mantenere lo stato di cose quindi risulta poi irrisolvente e anche distruttivo per entrambe i partner.
Il perché una persona sia così propensa in amore a relazioni difficili e distruttive è causato da una bassa autostima per cui si da amore nel tentativo spesso inconscio di riceverlo e di essere accettata.
Il tuo lavoro Sandra deve essere su te stessa nell'accettarti, piacerti e considerarti degna di un uomo sano che ti ami.
Non devi salvare nessuno, solo crescere tu!
E' una bella notizia vero?
Un forte abbraccio
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna
17 OTT 2014
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Sandra,
per risponderti adeguatamente, mi servirebbe sapere cosa intendi per un 'uomo normale' e poi mi viene da pensare che comunque, la tua tendenza ad assumere il ruolo della crocerossina ti porta a fare all'altro qualcosa che probabilmente non hai ricevuto tu.
In ogni caso, una sana relazione di coppia, richiede che ognuno metta in discussione se stesso per soddisfare le richieste dell'altro in modo equilibrato. Nessuno può pretendere di cambiare l'altro, ma al contrario dare inizio ad un processo di cambiamento in prima persona, pena il fallimento del rapporto.
Credo che qualche proficua 'chiaccherata ' con un/a Collega della tua zona, potrebbe esserti utile per un tuo cambiamento di prospettiva. Un cordiale saluto
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta
17 OTT 2014
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Sandra,
sono certa che potresti rispondere alla tua domanda "come mai tendo ad avvicinarmi a personalità fragili etc" proprio attraverso un percorso di autoesplorazione. Le risposte, sono dentro di noi e solo noi, appunto, possiamo rintracciarle e dircele. Questo è possibile attraverso un'approfondimento delle dinamiche relazionali che tendiamo ad instaurare con l'altro da sé che potresti affrontare nella situazione e nel contesto giusto, con un professionista.
Non c'è niente di male, di per sé, nel sentirsi ben predisposti verso gli altri e a ricoprire certi ruoli nella coppia finché ciò non arriva a creare disagio alla persona, come sembra succedere nel tuo caso.
Ti auguro di trovare il percorso migliore da seguire,
cordiali saluti
Dott.ssa Panerai
16 OTT 2014
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Sandra,
penso che consultare di persona un terapeuta sia la strada più idonea per comprendere meglio i suoi vissuti all’interno dei rapporti affettivi e le potenziali cause (solitamente ravvisabili nei primi rapporti con altri significativi, cioè la famiglia di origine o i primi contatti sociali) e così anche per poterne uscire.
Quello che riporta sembra essere uno schema ripetitivo che tende a presentarsi con una certa costanza nelle sue relazioni. La stessa cosa succede anche con le altre persone a cui tiene (amici, parenti, colleghi..)? Ognuno di noi nella vita può cadere “vittima” di qualche schema, e in terapia cognitivo comportamentale è stata sviluppata recentemente una nuova modalità di trattamento, la Schema Therapy, mirata a comprendere e superare quelle che vengono definite trappole di vita, tra cui rientra anche quella dell’autosacrificio/sottomissione.. molto simile al comportamento da “crocerossina” che riporta nelle sue parole.
A disposizione per ulteriori informazioni,
Dott.ssa Chiara Francesconi