Costruire l'ego
Salve cari psicologi, vi riscrivo per aggiornarvi, a causa dei troppi soldi fatti spendere ai miei in tasse universitarie senza sostenere esami quest anno, e a quasi 800 euro per aggiustare la macchina, ho deciso di non partire con i miei amici in vacanza (sto al verde)
Mi sarebbe piaciuto staccare la spina e illudermi per una settimana che tutto andasse bene e che non sono un fallito ma poi comunque al mio ritorno avrei ritrovato tutti i miei problemi di nuovo.
Ho cercato di massimizzare quel poco che questo periodo mi ha offerto , qualche giornata di mare, falò, uscite in amicizia, ma il mio senso di insoddisfazione non va via.
Mi sono reso conto che così sono fatto anche l'anno scorso, nonostante stessi in vacanza con la mia ex in buona compagnia stavo bene.
Ho ammesso a me stesso, che oggi sto in crisi non per la rottura sentimentale ma quest ultima è stata causata dal mio senso di insoddisfazione perenne; frequentando altre ragazze non sono riuscito ad apprezzarle nel modo giusto, ho ricommesso gli stessi errori, arrivando alla conclusione che nessuna neppure la mia ex; era ciò che in quel momento volessi davvero, volevo solo ritrovare me stesso e sentirmi appagato, scaricavo il problema su di loro, in verità ero io vuoto e la metà di niente, bisogna essere prima completi da solo, riuscendo a portar a compimento i miei obiettivi e i miei hobby e solo dopo essere pronto per una vita di coppia, cercare una persona oggi prima di ritrovare se stessi mi porta a fare scelte sbagliate, a non essere sicuro della scelta fatta e non essere in grado di impegnarmi seriamente. Se penso di valere poco, perché una ragazza che vale dovrebbe star con me? Per la mia bellezza? Per una futura eredità dei miei genitori? Per il sesso? Per la mia discutibile serietà? Adesso aspetto, ma so che nessuno è mai davvero completo, a tutti manca qualcosa, e io devo accettare i miei limiti e solo allora prendermi chi voglio davvero. Non posso oggi accettare qualcuna che stia con me nonostante i miei cambi di umore, nonostante i giorni di assenza e demotivazione.
Bene ho detto tanta belle parole, ma nei fatti cosa faccio? Niente, continuo ad appoggiarmi agli altri, continuo a essere succube di mio padre, per evitare i problemi mi rifugio in me stesso, scrivo o obbligo parenti o amici ad ascoltarmi e tutti i miei buoni propositi vengono meno, dovrei smetterla di studiarmi e psicoanalizzarmi, nel riflettere spendo forze, ho provato a fare palestra o piscina ma anche in quei momenti finisco per ripetermi tra me e me, che cosa fai, non sarà il fisico o l'allenamento a renderti migliore, e finisco con interrompere ogni attività, perdo di concentrazione.
Ma la cosa peggiore che almeno una volta al giorno da un anno mi chiedo se la mia ex, finalmente sta bene senza di me, se ha ritrovato la voglia di ridere, che io le avevo fatto perdere, le ho rovinato di proposito, natali compleanni e le vittorie personali, volevo egoisticamente che aiutasse me, e quindi solo adesso dai miei errori, capisco finalmente cosa ha passato e giustifico anche i suoi errori, vorrei tanto rivederla e chiederle scusa e saperla felice, se lo merita, qualsiasi uomo lei si troverà sarà migliore di me, chiunque saprà capace di apprezzarla per quel che vale, riuscirà dove io ho fallito.
Ovviamente non perdonerò mai l'avermi omesso le tante cose che mi hanno fatto soffrire, perché lei era l'unica che poteva non farmi cadere nel baratro che da solo mi sono scavato, ma questa è un'altra storia.
Scusate per essere stato molto lungo, vorrei un parere da voi psicologi sul mio stato attuale, penso che vi siete fatti un idea su di me, leggendomi, e un consiglio su come chiudere un capitolo della mia vita che non riesco a chiudere, in questi casi bisogna trovare le risposte in noi stessi? Senza girarsi a riguardare indietro? O imporsi un incontro con ex per affrontare le proprie paure? Volevo rimettere in piedi la mia vita ma per ora sto nelle sabbie mobili.
Ricostruire se stessi, non fa rischiare l'isolamento sociale?