Costante paura della morte

Inviata da Ines · 12 ago 2015 Fobie

Da quando una mia carissima amica è morta di tumore ho dei pensieri strani. Quest'avvenimento, com'è normale, mi ha lasciato tanta tristezza (che viene fuori più in certi momenti piuttosto che in altri) e un vuoto incolmabile. Pensavo di aver reagito abbastanza bene, considerato tutto, ma forse non è così. Non è il primo lutto che mi trovo a dover affrontare, nella mia vita ce ne sono stati altri, e importanti. Ma stavolta credo sia rimasto qualche strascico in più, o diverso forse. È successo solo qualche mese fa, forse devo solo darmi più tempo senza pretendere troppo da me stessa?
In più temo di essere diventata ipocondriaca. Un formicolio si trasforma nella paura di stare avendo un ictus, un dolore al petto nella paura di avere un tumore ai polmoni, un mal di testa nella paura di avere non so cos'altro.
Che la morte, così "presente" nella mia vita, stia iniziando a farmi paura? Quando lei scoprii di essere malata ebbi un attacco di panico. L'unico, finora, in tutta la mia vita. Ora ho un po' d'ansia, ma in realtà sono sempre stata un po' ansiosa diciamo. E con l'ansia, quando non riesco a gestirla, i pensieri negativi aumentano...
Avrei bisogno di qualche consiglio concreto. So già che molti mi diranno di intraprendere un percorso per cercare il benessere...ma oltre a questo, cosa posso fare per stare meglio? Grazie.

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Miglior risposta 17 AGO 2015

Gentile sig.ra Ines,
comprendo il suo dolore e il suo "stupore" per questo triste evento. La morte di un amico/a ci colpisce in modo particolare per diversi motivi ,tra cui l'età che spesso è in prossimità della nostra (portandoci a pensare che la stessa cosa poteva accadere anche a noi!) e l'aver condiviso momenti piacevoli e importanti per cui questa perdita equivale in qualche modo a perdere una parte del nostro Sè.
L'esperienza della psicoterapia che lei stenta a prendere in considerazione le insegnerebbe ad accettare i limiti della natura umana con la tranquillità che lei non ha e da ciò derivano le ansie ipocondriache che riferisce.
È poi anche vero che qualche mese è un periodo di tempo insufficiente per elaborare un lutto importante.
Il "consiglio concreto" che lei chiede, ma che non può mai sostituire una psicoterapia, e che mi sento di darle è di non tenere questo dolore chiuso e muto nel suo cuore ma di mettervi parole condividendolo con le altre persone che hanno voluto bene alla sua amica.
Credo che questa sia una cosa fondamentale perché da un lato aiuta lei ad elaborare meglio questo lutto e dall'altro contribuisce a mantenere ancora in vita chi non c'è più nel ricordo di quelli che restano per il tempo che a loro è concesso nel perenne avvicendarsi delle generazioni.

Un caro saluto.
Dr. Gennaro Fiore
Medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio Campagna (SA)

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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13 AGO 2015

Gentile Ines,
la psicoterapia o un percorso di sostegno psicologico sono senza dubbio le scelte migliori per risolvere problematiche di tipo ansioso ed emotivo, come quella che ci descrive.
Quanto ai consigli pratici, questi, come le ha già detto un collega, sono presenti su vari siti. Di solito per l'ipocondria si suggerisce di tenere un diario dei sintomi, con una descrizione dettagliata degli stessi, Similmente per i pensieri negativi si consiglia di metterli per iscritto e valutare quanto siano razionali o coerenti con la realtà delle cose.
In bocca al lupo
dott.ssa Cristina Mencacci

Dott.ssa Cristina Mencacci - Psicologa - formata in Terapie Brevi Psicologo a Perugia

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13 AGO 2015

Carissima Ines,
come lei stessa ha constato la via che può seguire è quella di un percorso terapeutico.
Dal suo racconto spiega infatti che non solo l'ultimo evento l'ha particolarmente colpita ma che è sempre stata piuttosto ansiosa.
La perdita della sua amica l'ha colpita da vicino, era forse una sua coetanea? Inoltre afferma che l'ansia emerge in particolari momenti, quali?
Queste sono informazioni importanti che possono far procedere una terapia anche più velocemente, fermo restando che per risolvere una questione alla radice ci vuole un po' di tempo.
Le consiglio di prendere contatto con uno psicologo della sua zona e nel frattempo può comunque praticare esercizi di rilassamento o training autogeno.

Un caro saluto.
Dott.ssa Daniela Fornari

Dott.ssa Daniela Fornari Psicologo a Iseo

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13 AGO 2015

La paura di morire e delle malattie viene per destabilizzarci, per renderci fragili, cioè per ricordarci che tutti i nostri attaccamenti, le certezze e le sicurezze non sono così importanti e possono svanire da un momento all’altro. È come se la voce interna che dice “guarda che puoi morire” stesse in realtà dicendo “guarda che non sei abbastanza vivo, guarda che ti stai attaccando troppo alle cose, guarda che ti stai dimenticando di te!”
Quando viene la paura della morte dobbiamo avere il coraggio di dare seguito a queste fantasie, cioè non fermarci all’ansia che provoca la paura che stiamo provando. Dobbiamo dirci “qualcosa dentro di me mi manda questi brutti pensieri perché vuol farmi provare la sensazione del morire”. Allora prova a immaginare la tua morte. Immagina che la tua vita si spenga fino a provare un senso di annientamento che ti farà sentire completamente vuota, lontana, come in un deserto. Evoca questa immagine ogni giorno, più volte al giorno. In questi brutti pensieri si nasconde un controllo razionale troppo rigido, qualcosa dentro di te vuole rompere gli schemi, non vuol vivere la vita che sta facendo, far rompere legami di cui probabilmente non sei soddisfatta, di qualunque tipo essi siano. Infatti chi vive in preda a pensieri di morte è una persona che vuole controllare tutto, sé e gli altri. Ma la vita non si può controllare: la paura della morte è dunque una reazione naturale a questo impossibile tentativo di controllo. Non serve cercare di sfuggirle, occorre incontrare la dimensione dell’abbandono totale (e cos’è la morte se non totale abbandono di sé??). solo abbandonandosi alla vita si è vivi per davvero

Dott.ssa Chiara Pica Psicologo a Grosseto

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12 AGO 2015

Gentile Ines,
Einstein diceva che non c'è nulla di più pratico di una buona teoria. Allo stesso modo non c'è nulla di più pratico e concreto per far fronte all'ansia di una buona psicoterapia.
La terapia Strategica Breve, tra l'altro, è particolarmente "concreta" nei suoi strumenti. Nel suo caso si dovrà anche facilitare l'elaborazione del lutto.

Tuttavia se vuole dei rimedi estemporanei che possano darle un po' di sollievo nell'immediato può fare degli esercizi di rilassamento, che solitamente utilizzano in primis il respiro. Su internet ne potrà trovare diversi. Uno psicologo psicoterapeuta potrà senz'altro insegnarglieli o insegnare un vero e proprio rilassamento.
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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