Salve a tutti.
Mi chiamo Marika e ho 25 anni.
Ho iniziato a soffrire di derealizzazione e depersonalizzazione all'età di 18-19 anni e ne soffro ancora, ogni giorno. Il tutto è avvenuto dopo degli episodi che, secondo me, sono stati un po' traumatici per me, dove ho temuto per la mia vita. Da lì è iniziato il mio calvario. È come se esistessero due me: la prima è quella prima di questi sintomi, la seconda è ciò che sono adesso, con la quale non mi riconosco per niente. Ogni aspetto della mia vita è in standby. Non riesco più a vivere, ad impegnarmi. Le mie emozioni sono congelate, sento solo un grande peso sul petto e angoscia. La mia memoria è inesistente. Di quegli eventi traumatici ne ricordo solo dei frammenti, come non fossero mai esistiti davvero. È da un paio di giorni che non penso a nient'altro che il suicidio come fosse l'unica via possibile per mettere fine a tutto questo, che dura ormai da anni. Non ce la faccio più. Non capisco cosa sia. Lo scorso anno, sono stata seguita da una psichiatra che in maniera molto superficiale mi ha detto che i sintomi riconducono ad un disturbo da stress post traumatico. Ho preso per quasi due anni degli antipsicotici che però non hanno aiutato molto. Avevo intrapreso anche un percorso psicoterapeutico che però è stato inutile. Mi interessa sapere cosa posso fare di concreto per stare meglio e uscirmene da questa situazione perché non credo di riuscire a tenere ancora la presa. Grazie.
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5 AGO 2024
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Gentile Marika,
bisognerebbe lavorare in psicoterapia sulla natura del trauma che lei ha vissuto. Tra l'altro lei dice che soffre del disturbo post-traumatico DP-DR (depersonalizzazione-derealizzazione) da quando aveva 18 - 19 anni ma non dice a quando risale il trauma e che tipo di trauma è stato.
Quanto all'efficacia su questo disturbo dei farmaci antipsicotici, vi sono delle riserve perchè non esistono farmaci specifici. Più utile può essere la psicoterapia cognitivo-comportamentale con annesse tecniche di EMDR e Mindfulness.
Il suggerimento è di non fare la lotta col sintomo ma trovare con esso un compromesso ed elaborare il trauma con un nuovo percorso di psicoterapia affrontato con più convinzione, fiducia e continuità.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
5 AGO 2024
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Ciao Marika, sento una grande forza e voglia di riscatto, usala per trovare il coraggio per avviare un percorso terapeutico. Sono a disposizione, un grande abbraccio
5 AGO 2024
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Cara Marika,
mi tocca sempre molto leggere di persone così giovani che pensano al suicidio. Un'altra strada è sicuramente possibile. In questi casi si rivela molto utile associare agli psicofarmaci un percorso di psicoterapia con lo strumento dell'EMDR, metodologia elettiva nell'elaborazione del trauma e nell'integrazione delle parti scisse e dissociate. Non arrenderti e tenta ancora! Sono sicura che con la giusta psicoterapia potrei stare meglio.
Sono a disposizione per ogni chiarimento. Un caro saluto con affetto
Dottoressa Simona D'Urso
5 AGO 2024
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Gentile Marika,
ritengo sia importante per te iniziare al più presto un percorso psicologico con un professionista che utilizzi tecniche specifiche di elaborazione del trauma e di lavoro sulle parti del sé.
Ci sono vari fattori per cui il percorso precedente può non aver funzionato.
Questo non significa che tu non possa superare tutto ciò: dal trauma si può guarire.
Al tempo stesso, sarebbe opportuno rivalutare l'opportunità di una terapia farmacologica con un medico psichiatra.
Un caro saluto,
2 AGO 2024
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Cara Marika,
mi dispiace molto per questo vissuto doloroso.
Dalla sintomatologia che riporti potrebbe esserti d'aiuto riprendere la terapia farmacologica, con un altro specialista, e intraprendere un percorso terapeutico specifico per il trattamento dei traumi come l'EMDR.
2 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Marika,
ciò che scrive è molto preoccupante. Mi dispiace molto che questa sensazione la disturbi fino a questo punto. Non possiamo prescrivere un esercizio da fare online senza incontrarla e conoscerla. Mi dispiace che il percorso psicoterapeutico non abbia dato frutti, sarebbe ad indagare anche questo aspetto. La depersonalizzazione è legata a situazioni traumatiche e peggiora con lo stress. Bisognerebbe capire bene attraverso un focus individuale se nel suo caso sia opportuno convocare anche la famiglia insieme a lei. E' pericoloso che lei viva questa situazione da sola. In genere chi porta il sintomo parla di un malessere che spesso corrisponde al sistema familiare e non solo al singolo. Le consiglio vivamente di parlarne in famiglia e di valutare un percorso terapeutico familiare.
Un caro saluto,
dr.ssa Yurena Trujillo Pèrez
2 AGO 2024
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Buongiorno Marika,
Le consiglio di darsi l'opportunità di un nuovo percorso psico terapeutico, che possa aiutarla a trovare strumenti e abilità concrete da implementare nella sua vita di tutti i giorni, per raggiungere la qualità della vita che desidera e merita - quella stessa che ha avuto paura di perdere e che, possibilmente, di perdere ha paura ancora, motivo per cui è qui a chiedere aiuto. Complimenti. È una bellissima azione concreta, questa.
Resto a disposizione,
Un saluto,
Dott.ssa Federica Favro
2 AGO 2024
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La sua situazione non è semplice è per una corretta valutazione necessita di approfondimento.
Per “ Riattivarsi“Nella propria vita Bisogna riattivarsi cioè iniziare a riprendere le cose che facevano oggi ma anche se non abbiamo voglia o ci costa fatica.l
Non possiamo cancellare un evento traumatico e nemmeno negare che questo ci sia stato.
Tuttavia possiamo superarlo riprendendo in mano concretamente la nostra vita. I nostri obiettivi, i nostri progetti, le nostre amicizie, la vita di tutti i giorni
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla in questo.
Forse l’approccio terapeutico usato finora non era il per atto a risolvere la sua problematica.
La terapia cognitiva comportamentale è considerata ottimale per questo tipo di problemi.
2 AGO 2024
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Ciao Marika. Non conosco la tua storia né i tuoi traumi ma credo che ci siano tutto il tempo e il modo per venirne fuori. Come mai la psicoterapia precedente non ha funzionato? Chiediti ciò e sulla base di questo prova ad intraprendere un percorso diverso, basandoti sul senso di empatia e fiducia che puoi provare in seduta. Credo che la chiave per il cambiamento, oltre alla tua motivazione ad uscirne, possa essere tutta lì. Un forte in bocca al lupo!