Buongiorno, sono una ragazza di 25 anni e convivo da pochi mesi. Purtroppo i litigi dall'inizio della convivenza sono all'ordine del giorno, lui molto puntiglioso, tanto da essere pesante su ogni argomento. Il mio problema è che purtroppo alcune volte durante il litigio, arrivo ad un punto in cui la voce mi inizia a tremare.. arriva il nodo in gola, e da quel momento non riesco più a dire neanche "A". E' una condizione che mi fa arrabbiare tantissimo in quanto poi lui infierisce ulteriormente sul fatto che io "pianga" senza motivo e che quindi non si riesca ad avere uno scambio di opinioni, al contrario di quello che vorrei!! Qual'è il principale motivo di questa mia reazione? Sono troppo emotiva, o è una reazione alla rabbia del momento?
Grazie infinite!
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29 NOV 2017
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Gentile Erica,
effettivamente la tua precoce reazione di pianto durante un contrasto potrebbe essere un modo per non volere o sapere argomentare in merito ed ottenere quindi con questa modalità la fine della discussione e la resa del tuo compagno che continuando potrebbe apparire come un persecutore che infierisce sulla vittima.
Ad ogni modo, sia per eccessiva emotività che per eccessiva rabbia, il tuo pianto in queste situazioni non è funzionale al dialogo e dovrebbe lasciare spazio alla calma e all'assertività tramite un percorso di psicoterapia individuale.
Anche una terapia di coppia potrebbe, in questo caso, essere di aiuto.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
30 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Erika,
Diverse possono essere le motivazioni che la fanno piangere durante i litigi con il suo compagno.
Ci sono persone che si vivono i litigi come rottura o perdita, e persone che sentono il litigio come una possibilità di confronto con l'altro. Non so Lei che vissuto le provoca il momento della discussione. Questo può influenzare molto la direzione e le emozioni che possono venire fuori.
Una persona che piange durante un conflitto può viversi questo momento come una situazione molto frustrante, in cui sente di non esserci comprensione da parte dell'altra persona e di non essere Lei stessa molto efficace o rilevante nel far comprendere all'altro la propria posizione. Come se sentisse una forte impotenza nel poter cambiare il rapporto o la relazione con l'altro.
Prendere sicurezza con se stessa e su cosa vuole da una relazione potrebbe aiutare a gestire i conflitti in modo soddisfacente.
Spero di averLe dato uno spunto di riflessione per poter intervenire in qualche modo e provare a fare qualcosa di diverso nella relazione con il suo compagno e in generale per le sue relazioni significative.
29 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Erica,
Lei convive da poco tempo, sono in atto cambiamenti significativi.
Vivere insieme ad un altra persona è arricchente e faticoso allo stesso tempo. Richiede capacità di mediazione notevole, sicuramente la propria sensibilità accentuata la porta a reagire in questo modo difronte alla frustrazione e al limite posto dal proprio ragazzo. Queste emozioni intense andrebbero elaborate in un opportuno sede individuando altresì delle strategie di contenimento e modalità di comunicazione assertiva.
Per questo motivo le consiglierei di iniziare a pensare ad un percorso psicologico individuale o di coppia.
Resto a disposizione
Dott.ssa Donatella Costa
29 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Carissima, penso che l'essere attaccata dal suo compagno la ferisca al punto tale da innescare in lei una rabbia tale che la blocca e il pianto ne è lo sfogo naturale. Forse perché questo tipo di liti toccamo mplto la sua emotività.
Potrebbe durante il litigio, una volta pianto, aspettare e calmarsi, cercando di trovare dopo. la forza giusta per tirare fuori ciò che ha dentro.
Dovrebbe anche riflettere sulla sua modalità in generale di affrontare i litigi. Fa cosi con tutte le persone con cui litiga? Cosa vi è diverso in altre situazioni? Inoltre, sente il timore di dire al suo compagno quel che le deve dire, quindi ha timore di tirar fuori la sua aggressività e rabbia con lui? Resto a disposizione.
Cari saluti.
Dott.ssa Barbara De Luca
29 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Erika,
Diverse possono essere le motivazioni che la fanno piangere durante i litigi con il suo compagno.
Ci sono persone che si vivono i litigi come rottura o perdita, e persone che sentono il litigio come una possibilità di confronto con l'altro. Non so Lei che vissuto le provoca il momento della discussione. Questo può influenzare molto la direzione e le emozioni che possono venire fuori.
Una persona che piange durante un conflitto può viversi questo momento come una situazione molto frustrante, in cui sente di non esserci comprensione da parte dell'altra persona e di non essere Lei stessa molto efficace o rilevante nel far comprendere all'altro la propria posizione. Come se sentisse una forte impotenza nel poter cambiare il rapporto o la relazione con l'altro.
Prendere sicurezza con se stessa e su cosa vuole da una relazione potrebbe aiutare a gestire i conflitti in modo soddisfacente.
Spero di averLe dato uno spunto di riflessione per poter intervenire in qualche modo e provare a fare qualcosa di diverso nella relazione con il suo compagno e in generale per le sue relazioni significative.
29 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Erica,
il pianto è una risposta emotiva a forte valenza comunicativa, tramite esso lasciamo fluire le nostre emozioni, e al contempo comunichiamo a chi abbiamo di fronte cosa stiamo provando.
Possono essere molti i fattori che la portano a reagire così durante un litigio, rabbia, impotenza, paura di non essere compresa o creduta.
Lei afferma che litigate spesso, e su tutto, forse allora è stanca di questa situazione che si ripete continuamente?
Per qualsiasi informazione resto a disposizione,
Cordiali saluti
Dott.ssa Claudia Giusi Giuffrida
29 NOV 2017
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C'era una volta una bambina che piangeva con mamma e papà per attirare l'attenzione, piangeva quando era contrariata, piangeva quando aveva commesso una marachella, per negare la colpa o per passare al ruolo di vittima. Piangeva e si accorgeva sempre di più che il pianto è un mezzo di comunicazione efficace e utile...
Il problema però qui è un altro. Perché continua a stare con un ragazzo puntiglioso e pesante su ogni argomento, che la fa tanto arrabbiare da farla piangere, salvo poi contrariarsi perché non si riesce a discutere!?...