Cosa ho combinato?

Inviata da tegacisanna · 23 apr 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Salve vi racconto un episodio che mi ha lasciato l’amaro in bocca. Contesto: ora di cena, il mio ragazzo ha lasciato le chiavi in casa e dato che io ero uscita a fare la spesa ha aspettato un’ora sotto casa una volta uscito da lavoro (io avevo anche il telefono in carica in casa), al mio ritorno leggo i messaggi e vedo che aveva un tono arrabbiato perché non avevo con me il telefono.
Dovendomi aspettare lui decidere di cenare al ristorante mentre mi aspettava. Io non concepisco il suo essere arrabbiato una volta rientrati insieme in casa, anzi l’ho un po’ collegato ad una specie di possesso che fossi uscita da sola o senza telefono (memore del mio passato con un ex che faceva così, perché per quanto mi impegni ho paura che anche lui tiri fuori questi lati limitanti e malsani). Lui dice di essere stato solo preoccupato che mi fosse successo qualcosa non vedendomi tornare e non potendo avere una conferma telefonica. In tutto questo non ho apprezzato l’aver cenato fuori, poteva aspettare nell’androne del palazzo, o almeno io avrei fatto così, essendo la cena uno di quei pochi momenti intimi da poter condividere. Che mi abbia voluta “punire” in parte? (Mi è sorta la domanda). Una volta in casa io ceno ormai da sola e lui studia, decido di esporgli la paura avuta nei suoi confronti in quanto il comportamento precedente mi ha ricordato quello di un passato tormentato (molto per inciso, nella ex relazione ho vissuto anche abusi e violenze), lui mi risponde in modo molto superficiale che anche io delle volte gli ricordo la sua ex mentre litighiamo. Penso di essermi sentita estremamente ferita dal paragone in più il suo non aver captato la delicatezza della mia confidenza mi ha fatto uscire di senno. Gli ho detto di uscire da quella stanza perché sentivo di essere fuori di me; arrabbiata e non lucida. (Sono cresciuta con un genitore borderline diagnosticato e penso di aver appreso molto i cambiamenti repentini di umore anche nelle discussioni), sentivo di avere una rabbia incontrollabile come mai fino a quel giorno (vado in terapia e ho parecchi strumenti per placarmi di solito). Lui dice “cos’è questa? Una minaccia per farmi andare via?” Io dico “no ti sto proprio avvisando del fatto che sento di poterti ferire con delle parole o dei gesti cattivi in questo momento” (sentivo il bisogno di svalutarlo, di fargli del male come lui ne aveva secondo me fatto a me). Lui non va via dicendomi no ora ne parliamo e poi se ne esce con “ma al posto di lamentarti non puoi semplicemente non fare così?” Mi accorgo in quel momento di non essere minimamente capita in quel mio lato non controllabile legato alla svalutazione, la rabbia, la superficialità, allora prendo un bicchiere che avevo in mano e lo rompo a terra. Poi scoppio in lacrime e gli chiedo di lasciarmi davvero da sola. Passa un tot di minuti e torna, parliamo con più calma facciamo pace. Lui ora è turbato da questa mia uscita assai particolare, io non so come orientarmi. Io chiedo, lavorando tanto su me stessa ma partendo da una base alquanto difficile per i vari mini traumi assorbiti nel tempo e le esposizioni a contesti difficili, mi trovo delle volte a NON avere alcuni strumenti in grado di placare questi miei lati (quasi “split” se rendo l’idea (?)). Sono una brutta persona? Continuo a chiedermelo. Forse sono diventata come chi mi trattava male nel tempo. O perlomeno avendo palesato il mio volere di rimanere da sola in quell’istante avrei dovuto essere assecondata? Non mi sento di dire al mio compagno che L’averlo esposto alla rottura del bicchiere sia colpa sua (odio il victim blaming del quale sono stata anche io sempre vittima a mia volta), ma in quel momento quando gli ho detto di andarsene prima che io perdessi le staffe, ho fatto davvero TUTTO quello che era nelle mie capacità nella rimanenza di lucidità. Leggerò volentieri i vostri consigli, i punti di vista, le opinioni mentre aspetto la prossima seduta con la mia terapeuta. Grazie in anticipo a chi vorrà partecipare al confronto.

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Miglior risposta 24 APR 2023

Cara,
Vedo che lei parla con una certa cognizione di causa. Ovviamente, il primo consiglio è quello di continuare a seguire con fiducia il suo percorso terapeutico e di portare in seduta questo episodio. Per quanto riguarda, invece, l'episodio stesso in sé e per sé, le consiglierei di non lasciarsi influenzare troppo dalle precedenti relazioni. Sulla base del resoconto che lei ci ha fornito, probabilmente l'escalation che avete raggiunto è stato il risultato di diversi malintesi e di una scarsa comunicazione. Ho notato che lei ha fatto delle attribuzioni ben precise relativamente ai pensieri e alle intenzioni del suo fidanzato, ma non è detto che corrispondano al vero. Presumibilmente può essere vero che il suo fidanzato, non avendo mezzi per contattarla e non vedendola arrivare, si sia preoccupato. Soprattutto se non è suo solito lasciare il telefono in casa e uscire. Mi soffermerei anche sul significato di questo agito, quello di lasciare appositamente il telefono a casa in carica. Ma questo aprirebbe altre parentesi. Inoltre, il suo ragazzo non sapeva cosa lei stesse facendo, quando sarebbe tornata, non potendola contattare. Dunque, non poteva sapere quanto avrebbe dovuto aspettare e forse ciò lo ha spinto a cercare un modo per trascorrere questo tempo indefinito. Se fosse o meno una punizione agita nei suoi confronti, non abbiamo modo di poterlo ipotizzare sulla base del suo resoconto. Relativamente all'avvenuto litigio, forse il suo fidanzato non ha percepito e compreso l'importanza e il significato che per lei aveva l'affermazione sulla paura che lui fosse come il suo ex. Non sempre le nostre comunicazioni arrivano come vorremmo, non sempre vengono interpretate come noi pensiamo che vengano interpretate, e non sempre suscitano la reazione che noi vorremmo suscitassero. Lei ha fatto questa affermazione facendo riferimento a un vissuto molto intenso e pesante. È sicura che il suo fidanzato abbia inteso la sua affermazione facendo altrettanto riferimento a questo suo vissuto? Inoltre, lui conosce questo vissuto? Lui sa perché lei è in terapia? Il mio consiglio è di analizzare tutti questi aspetti. Inoltre, succede spesso che nei litigi sguinzagliamo attribuzioni sbagliate che influenzano le reazioni dell'uno e dell'altro, o che non comunichiamo, in maniera chiara, le nostre intenzioni, dando luogo ad un circolo vizioso in cui i malintesi si alimentano a vicenda. Da cosa nasce cosa. Spero che questa risposta sia stata per lei esaustiva.
Fabiana

Fabiana Navarro Psicologo a Maddaloni

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25 APR 2023

Buongiorno e grazie per il tuo racconto.
Mi sembra che tu abbia già avviato un lavoro su te stessa e questo è importante ma non è semplice imparare a riconoscere le nostre reazioni emotive ed essere consapevoli delle situazioni in cui per noi diventa difficile gestirle e controllarle. Probabilmente in quel momento eri molto arrivata e lo era anche il tuo compagno per cui non era effettivamente il momento migliore per confrontarsi ma potreste imparare anche da questa esperienza a relazionarvi in modo funzionale cercando un dialogo e un confronto e discutendo di quanto accaduto evitando che questa modalità diventi una costante nella vostra relazione.
Non sei un mostro e capita di perdere il controllo ma l'altro non è nella nostra testa e non sempre comprende esattamente quello che stiamo provando. Leggendo mi sembra di capire che tu abbia fatto in quel momento una serie di inferenze che ti hanno portato ad esplodere in uno scatto di ira. Imparare a riconoscere cosa hai pensato in quel momento che non ti aiutato potrebbe esserti utile in futuro.

Dr.ssa Livia Costa

Dott.ssa Livia Costa Psicologo a Pescara

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25 APR 2023

Carissima,

credo che tra di voi ci siano delle cose da chiarire, molte di più di quelle che appaiono. Infatti se non ci fossero problemi da tempo, difficilmente le reazioni sarebbero così marcate. La sua è una reazione esagerata che non deve essere punita nè essere ritenuta insuperabile. Certamente è il caso che ne parli alla sua psicoterapeuta, ma non ne faccia un dramma, semplicemente cerchi una soluzione che faccia stare bene sia lei che il suo compagno. Come è riuscita a superare altre difficoltà in passato supererà anche questa.
Se lo ritiene opportuno manteniamo il contatto, così mi fa sapere come vanno le cose.
Dott.Gabriele Lenti Psicoterapeuta Genova

Dott. Gabriele Lenti Psicologo a Genova

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24 APR 2023

Gentilissima utente, la persona con la quale abbiamo una relazione sentimentale, non può essere confusa con
il nostro terapeuta. Lei non può pretendere che il suo compagno, poiché lei ha dei vissuti traumatici, la debba sempre
comprendere, appoggiare e giustificare. Sicuramente, anche lui ha sbagliato, ma non credo che il fatto che lei lo abbia avvisato
del fatto che stava per "perdere le staffe" l'abbia legittimata poi a perderle. In buona sostanza che cosa avrebbe dovuto fare lui?
Ritirarsi in buon ordine senza profferire parola? Detto questo, mi chiedo: se non è successo niente di irreversibile, riguardo alla vostra storia, perché non riesce a passare sopra all' accaduto, considerandolo un semplice litigio, di normale amministrazione tra due persone che stanno insieme e che, essendo "umani," possono avere sbagliato entrambi?
Dott.ssa Daniela Noccioli.

Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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24 APR 2023

Buongiorno, grazie mille della condivisione dettagliata che ci hai fornito. Capisco la frustrazione che provi e che emerge in maniera chiara dalla tua lunga descrizione e dalle parole adeguate e dettagliata che usi nel racconto.
Vorrei iniziare dicendo che il tuo modo di esprimerti evidenzia un lavoro che hai portato avanti nel corso della tua psicoterapia e dell'evidente consapevolezza che esprimi in ogni tua parola.
Spesso ognuno di noi cade nella tentazione di svalutarci da soli più di quanto possano fare gli altri perchè conosciamo le nostre debolezze interne meglio di chiunque altro possa conoscerci. Per quanto riguarda l'evento da te raccontato, le prossime sedute di psicoterapia che effettuerai ti saranno di aiuto per analizzare ogni frammento di questo evento che ha fatto scaturire una escalation di rabbia, solo ricentrandoti in quella situazione potrai esperire le emozioni vissute e riflettere sui pensieri che sono comparsi ad ogni frammento.
Ti auguro di ricentrarti su te stessa e ripartire da te, a prescindere da qualunque cosa faccia parte del tuo passato ma concentrandoti sul futuro che vuoi per te e con chi ritieni sia meglio avere accanto.

Rimango a disposizione
Dott.ssa Sabrina Buracchi

Dott.ssa Sabrina Buracchi Psicologo a Firenze

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24 APR 2023

Buongiorno, credo che la questione fondamentale sia quanto il suo ragazzo è consapevole del suo passato, degli abusi che ha subito e delle sue caratteristiche di personalità. Credo dobbiate parlarne se non lo avete fatto e spiegare al suo ragazzo che è una sua caratteristica provare delle emozioni molto forti che che gestisce con difficoltà e che in questi momenti non è opportuno il confronto, ma serve una pausa per far in modo che possa autoregolare le proprie emozioni. Detto più semplicemente, deve sbollire prima di potersi confrontare.
Ciò che le suggerisco, ma immagino che glielo abbia già detto il/la sua terapeuta, è di balzare a conclusioni e di non fare troppe speculazioni. Monitori quando i suoi pensieri hanno un connotazione negativa sulle altre persone e un carattere un po' paranoide. Mi riferisco all'attribuzione di pensieri di controllo e possessività che ha riproposto propri del suo ex che ha proiettato sul suo attuale ragazzo, così come sul fatto che sia andato a mangiare per punirla. A meno che non abbia scritto o detto qualcosa che faccia riferimento esplicitamente a gelosia o al fatto che meritasse una punizione, credo che l'episodio vada considerato come un malinteso di quelli che possono avvenire nella vita quotidiana che ha procurato frustrazione ad entrambi.
E' importante che monitori quel processo che porta il vivere le critiche come accuse e che fa costruire pensieri giudicanti e un po' paranoidei per contrattaccare. Altrimenti si mette in atto un processo di escalation che trasforma piccoli malintesi in episodi molto spiacevoli e potenzialmente pericolosi per la vostra relazione e per la vostra salute.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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24 APR 2023

Grazie per aver condiviso la tua esperienza. È importante che tu abbia già fatto i primi passi verso il benessere psicologico, come ad esempio cercare aiuto attraverso la terapia. In questo momento, la cosa più importante è che tu non ti giudichi troppo duramente. Non sei una brutta persona, ma hai dovuto affrontare situazioni difficili e questo ha lasciato delle cicatrici profonde che possono manifestarsi in modi che non controlli sempre.
Ti suggerisco di continuare il tuo percorso terapeutico e di parlare con il tuo terapeuta di quanto accaduto, in modo da lavorare insieme sulla gestione delle emozioni e dei comportamenti impulsivi. È importante anche comunicare con il tuo ragazzo in modo aperto e onesto, spiegando come ti sei sentita e quali sono le tue paure e le tue insicurezze. Cerca di trovare un momento tranquillo e di esporre i tuoi pensieri in modo chiaro e pacato, in modo che lui possa capirti meglio e darti il supporto di cui hai bisogno. Ricorda che l'ascolto e la comprensione reciproca sono la base di una relazione sana e duratura.

Dott.ssa Nicoleta Senni Pop-Span Psicologo a Asti

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