Cosa fare se la mia ragazza, manipolata dai genitori, mi lascia all'improvviso?
Lei vive in Messico. Siamo stati insieme più di un anno, durante il quale ci vedevamo per periodi di mesi e il restante tempo ci sentivamo a distanza. Il nostro era un amore di tipo fusionale-simbiotico, molto passionale, ma fondato sui valori cristiani.
Lei ha vent'anni, ha una scarsa autostima a causa dell'atteggiamento prepotente dei suoi genitori e scostante nelle manifestazioni d'affetto (insicuro-ambivalente). La manifesta con molta insicurezza, odio verso se stessa, codipendenza affettiva, indecisione, instabilità emotiva, ricerca dell'approvazione degli altri, compiacenza, ecc. È una ragazza innocente e ingenua, senza malizia.
Seconda sorella di tre, le quali prevaricano spessissimo su di lei.
Io sono l'opposto, cioè sicuro di me, indipendente, molto stabile.
I problemi derivano principalmente da sua madre, che è colei che comanda in casa, persino il marito ne è totalmente succube. Tolti i lati buoni, è una persona impulsiva, che cova rancore, vendetta e rabbia. Molto invasiva e controllatrice.
La ragazza in questione è sempre stata piuttosto consapevole di queste dinamiche domestiche e in me ha trovato ampia conferma e sostegno.
Dopo aver vissuto certe spiacevoli esperienze coi suoi siamo stati d'accordo che lei tornasse in Italia per staccarsi un po' da quell'ambiente insano. I suoi non hanno voluto e, nonostante il biglietto fosse comprato (da me), hanno fatto di tutto per impedirglielo: leve psicologiche, ricatti affettivi, suppliche, piagnistei, minacce, sequestro di documenti.... Io dall'altra parte (a distanza) cercavo di combattere le false convinzioni e le paure irrazionali che riuscivano a metterle in testa. È stato un periodo di dieci giorni molto travagliato. Lei cambiava idea più volte al giorno, ascoltando una parte e l'altra.
So che quest'ansia le procurava forti disagi addirittura fisici. Alla fine, hanno vinto i suoi e devono averle fatto il lavaggio del cervello per indurla a sentirsi convinta di restare (quando in realtà lei voleva venire con entusiasmo al principio). So che in quel momento di rinuncia ha avuto uno stress enorme e confuso, accompagnato da un pianto tremendo, che dai sintomi osservati successivamente mi fanno pensare al principio di una nevrastenia.
Dopo questo episodio, lei reagisce decidendo di prendersi una pausa con me e di rompere il fidanzamento considerato da entrambi così importante....
Ovviamente io la prendo male e cerco di sondare il terreno, ma non vuole nemmeno sentirmi e io non insisto.
Si isola in casa, eliminando persino i suoi profili virtuali. Ciò dura alcuni giorni, dopodiché ritorna, ma blocca me per un periodo totale di due settimane. Poi, com'era prevedibile, mi cerca lei. Avverto distintamente che i suoi sentimenti verso di me sono assolutamente vivi, così come la nostalgia dell'Italia. Ma non vuole tornare insieme a me perché, dice, deve prima maturare come persona per poter avere una relazione sana (sicuramente c'è lo zampino dei suoi, ma la cosa ha comunque senso e e ed è positiva perché finalmente mette dei limiti alle altre persone, anche se però lo ha fatto solo con me).
Durante la settimana successiva lei mi cerca sì e no, mettendo dei paletti al tempo che dobbiamo dedicarci. Si capisce che è sempre innamorata, ma non vuole più la responsabilità del fidanzamento (immagino, come conseguenza dello stress, non voglia nulla che la disturbi e le crei responsabilità, infatti tende molto a disfarsi delle sue responsabilità delegandole agli altri o a Dio [sarà quel che Dio vorrà]). Noto infatti, che non appena si accenni ai problemi, inizia a sbadigliare anche ogni soli dieci secondi, sintomo che le costa concentrarsi su qualcosa di scomodo. Dorme tutto il giorno e la notte, manifestando una forte letargia. Non piange, mentre invece piangeva per le ragioni più banali (apatia), ha dolori al corpo e alla testa, è svogliata.... In una parola, nevrastenia.
Poi ecco che comincio a notare come abbia scelto di schierarsi completamente dalla parte dei suoi genitori; improvvisamente sono diventati dei santi, ogni loro azione è stata buona e giusta, e di conseguenza le mie no. Ogni tentativo di ragionamento sfocia immediatamente in uno scontro, in cui manifesta un'intolleranza feroce all'argomento, rabbia che mai aveva manifestato, tesi di sostegno incongruenti e pure aggressione se provo a dimostrare le mie ragioni. Mi ha insultato pesantemente, e non l'aveva mai fatto. Dopo mi ha chiesto scusa, ma ecco che aggiunge che non mi ama più, ecc. Sembra volermi tenere lì comodo come amico.... Mi cerca rare volte, magari per chiedermi un aiuto nel fare qualcosa di domestico.
Be', io ho adottato la strategia di allontanarmi drasticamente, parlando chiaro della mia decisione, e senza volerle prestarle più attenzione, per un tempo indefinito.La sua reazione è stata di accettazione quasi indifferente, ma ho scorto un altro tentativo di difesa attaccandomi per ciò che ho detto.
Riassumendo, i fatti sono: i suo genitori la influenzano negativamente contro di me; lei dopo un amore intensissimo (ma probabilmente non troppo maturo da parte sua), mi lascia all'improvviso di seguito a un forte stress emotivo; cambia drasticamente modo di vedere la cosa, giustificando atti dei suoi che prima vedeva chiaramente colpevoli e trasferendo la colpa su di me; cerca di reprimere le emozioni buone che prova per me convincendosi che se arrivasse a non provare niente, allora si sarà liberata della mia dipendenza (quando invece è della paura di non essere amata che dovrebbe liberarsi).
Cosa mi devo aspettare? Ho fatto bene a non averla assillata, né aver insistito più di poco per farla ragionare, ed essermi infine allontanato io?
Avrà modo di maturare? Sta facendo con me esattamente come fanno quei bambini che si alienano da un genitore, quando l'altro li manipolano per fare guerra, in casi di separazioni violente. Solo che io non sono un genitore e, anzi, mi trovo contro due genitori uniti....
Pareri? Opinioni? Come vedete questa dinamica che si è scatenata in lei?
La mia unica conclusione è di avere molta pazienza nell'aspettare che si calmi, tornino i vecchi equilibri scomodi e ragioni rendendosi conto un'altra volta della sua situazione. Solo che mi sembra così alienata....
Grazie per la pazienza.