Sono una ragazza universitaria, da sempre sovrappeso. Da anni mangio più del necessario, soprattutto fuori dai pasti, durante il pomeriggio. Sento la voglia di mangiare, mangiare e mangiare ancora, senza fermarmi. Mangerei quantità infinite di cibo sia dolce che salato, poi dopo una decina di minuti, in cui ho ingerito una considerevole quantità di kcal, smetto, mi prendono i sensi di colpa e mi prometto che non dovrà più succedere e che dovrò resistere a questa tentazione, che devo smettere di far male al mio corpo. Inutile dire che non funziona e puntualmente dopo qualche giorno o poco più ci ricado. Vorrei trovare una soluzione. Cosa posso fare quando la voglia di abbuffarmi e mangiare prende il sopravvento? Grazie
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5 GEN 2023
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Cara Val, i disturbi del comportamento alimentare (in questo caso il bing eating, ovvero il mangiare in modo compulsivo in brevissimo tempo senza assaporare davvero il cibo) possono essere una strategia malsana di contenere una forma d'ansia molto spiccata. Sarebbe utile fare un percorso terapeutico per comprendere cosa nasconda questo comportamento per poterlo superare.
I miei migliori auguri.
Resto a disposizione.
9 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gent.ma, quello che descrive sembrerebbe far parte della fenomenologia dei disturbi alimentari.
Il cibo potrebbe avere una funzione compensativa, un mezzo per colmare un vuoto che, se visto e affrontato, attraverso un percorso psicologico e di migliore di conoscenza di sè, potrebbe altresì far emergere questioni soggettive più profonde e un desiderio che non ha a che fare con la dimensione del nutrimento e dell'oggetto cibo.
Spesso i disturbi alimentari sono disturbi legati all'amore, alla domanda d'amore verso l'altro.
Consideri la possibilità di un percorso psicologico come un'occasione per far luce sulla verità soggettiva che si cela dietro il comportamento sintomatico che descrive.
Rimango a disposizione,
cari saluti.
dr.ssa Maria Maione
9 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Van2,
La disregolazione della funzione alimentare è una problematica piuttosto seria da non sottovalutare.
Dal punto di vista simbolico il cibo rappresenta il nutrimento affettivo, il riempimento, il bisogno di un soddisfacimento primario, il rapporto con la madre. Si manifesta tipicamente in seguito a vissuti traumatici più o meno precoci, per colmare dei vuoti interiori, Impedire l'emergere di emozioni soverchianti per l'io.
Solo attraverso un percorso psicologico approfondito si può affrontare questa problematica, resa doppiamente complessa dal coinvolgimento diretto del corpo. Non è sufficiente la volontà per contenere la compulsione ad alimentarsi, e soprattutto il sintomo è sempre manifestazione di un disagio che merita di essere approfondito e ascoltato per andare incontro ad una crescita personale.
Le auguro un buon percorso di incontro e conoscenza di se stessa.
Un caro saluto
Dottoressa Simona D'Urso
9 GEN 2023
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Cara Van2,
quanto lei descrive corrisponde al meccanismo che caratterizza il disturbo del comportamento alimentare.
Dal punto di vista simbolico il cibo rappresenta il nutrimento affettivo, il riempimento, il bisogno di un soddisfacimento primario, il rapporto con la madre. Si manifesta tipicamente in seguito a vissuti traumatici più o meno precoci, per colmare dei vuoti interiori, Impedire l'emergere di emozioni soverchianti per l'io. Solo attraverso un percorso psicologico approfondito si può affrontare questa problematica, doppiamente complessa dal coinvolgimento diretto del corpo. Non è sufficiente la volontà per contenere la compulsione ad alimentarsi, e soprattutto il sintomo è sempre manifestazione di un disagio che merita di essere approfondito e ascoltato per andare incontro ad una crescita personale. Le auguro un buon percorso di incontro e conoscenza di se stessa.
Un caro saluto
Dottoressa Simona D'Urso
7 GEN 2023
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Buongiorno Val2,
Il cibo ingerito in questo modo diventa un sostituto di altro. Bisogna riappropriarsi delle proprie emozioni e del proprio vissuto per fare in modo che la sua intenzionalita' bloccata dal sintomo possa dirigersi verso nuove esperienze più proficue e piacevoli senza senso di colpa. Da parte mia le offro la mia disponibilità ad ascoltare in modo più approfondita la sua storia
Cordialmente
Dott Giuseppe D'Amico
6 GEN 2023
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Cara,
non di solo pane vive l'uomo, e quel che si manifesta con l'abbuffata è una necessità di amore e ascolto che probabilmente manca, altrimenti perché nutrirsi solo di cibo?
Le consiglio di contattare quanto prima un terapeuta specializzato in disturbi dell'alimentazione, ne trarrà sicuramente giovamento.
Rimango a disposizione, qualora decidesse di contattarmi.
5 GEN 2023
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Se lei mangiasse serenamente senza sentirsi in colpa questo sintomo potrebbe smorzarsi?
Troverà sicuramente il terapeuta giusto per i disturbi alimentari.
5 GEN 2023
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Carissima Val2, grazie per la condivisione. Capisco la situazione che descrivi, e comprendo come sia difficile gestire talvolta il nostro rapporto con il cibo. A volte viene usato "come tappabuchi" quando sentiamo un vuoto dentro di noi che non riusciamo a spiegarci. Credo che parlare con un terapeuta potrebbe aiutarti a comprendere ed esplorare quelle che sono le motivazioni sottostanti il tuo bisogno di mangiare in alcuni momenti
Resto a disposizione
AV
5 GEN 2023
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Il cibo ha una grande componente simbolica e il desiderio di cibo è collegato a stress e stati d'animo emotivi.
Nel disturbo alimentare si cerca il cibo per compensare altre carenze. Sarebbe bene, per lei, intraprendere un percorso psicoterapeutico per capire le cause di questo disagio. Non è con i sensi di colpa che si può risolvere il problema, anzi, i sensi di colpa non fanno che acuirlo.
Le auguro di riuscire a risolvere il problema e di vivere una vita serena
dott. Rodolfo Vittori
5 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Van2,
quanto lei descrive corrisponde al meccanismo che caratterizza il disturbo del comportamento alimentare.
Dal punto di vista simbolico il cibo rappresenta il nutrimento affettivo, il riempimento, il bisogno di un soddisfacimento primario, il rapporto con la madre. Si manifesta tipicamente in seguito a vissuti traumatici più o meno precoci, per colmare dei vuoti interiori, Impedire l'emergere di emozioni soverchianti per l'io. Solo attraverso un percorso psicologico approfondito si può affrontare questa problematica, doppiamente complessa dal coinvolgimento diretto del corpo. Non è sufficiente la volontà per contenere la compulsione ad alimentarsi, e soprattutto il sintomo è sempre manifestazione di un disagio che merita di essere approfondito e ascoltato per andare incontro ad una crescita personale. Le auguro un buon percorso di incontro e conoscenza di se stessa.
Un caro saluto
Dottoressa Simona D'Urso
5 GEN 2023
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Cara Val2,
quello che le descrive è il meccanismo checaratterizza i disturbi del comportamento alimentare. Il cibo dal punto di vista simbolico rappresenta il nutrimento affettivo, il riempimento, il soddisfacimento di un bisogno primario, la relazione con la madre. Nasconde dinamiche e meccanismi profondi, vuoti da riempire, corrisponde alla improrogabile necessità di soffocare emozioni dolorose, sovente legate a traumi, difficili da sostenere per l'io. È pressoché impossibile resistere Al desiderio di rifugiarsi nel cibo, la sola volontà non è sufficiente per affrontare il problema, reso doppiamente complesso dal coinvolgimento del corpo in modo diretto. Le consiglio un percorso da uno psicoterapeuta al fine di poter di svelare che cosa c'è la questo desiderio irrefrenabile di mangiare poter gestire e contenere il meccanismo.
Un grosso in bocca al lupo.
Resto a disposizione anche online.
Caramente
Dottoressa Simona D'Urso
5 GEN 2023
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Buongiorno V.
Grazie per la condivisione.
Rispetto a quanto scrive non è possibile darle una prescrizione sul come comportarsi per evitare tali abbuffate. A livello conscio lei sa cosa dovrebbe fare, accusa il senso di colpa.
Il mio suggerimento è quello di considerare un percorso psicologico, in cui mettere parola e analizzare i significati e le relazioni inconsce che lei ha sviluppato con il cibo.
5 GEN 2023
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Buongiorno e grazie per averci parlato della sua situazione. Credo che la cosa più utile possa essere quella di ritagliarsi uno spazio di ascolto in cui cercare di dare un significato a questa fame che dice di sentire in maniera insistente. Riuscire a dare un senso più profondo al suo sentire potrebbe aiutarla a gestire non solo il desiderio di cibo, ma portarla a sentirsi più libera e serena di fronte a sé stessa ed alle proprie scelte. Se lo desiderasse, resto a sua disposizione. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
5 GEN 2023
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Cara Val, ha mai provato a chiedersi di che cosa realmente ha fame in quei momenti?
Il bisogno di ingurgitare un quantitativo tale di cibo, potrebbe essere espressione di una "fame" più profonda che sta chiedendo di essere saziata.
Le suggerisco un percorso di psicoterapia per indagare quale possa essere il bisogno profondo che muove questo tipo di condotta autolesiva.
Resto disponibile per qualsiasi chiarimento.
Dott.ssa Elena Bertino
5 GEN 2023
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Buongiorno
E' fondamentale capire il perché mangia così tanto. Dietro vi sono dei problemi psicologici e una cattiva gestione della alimentazione.
Il consiglio è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta esperto in disturbi alimentari e andare da un nutrizionista
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
5 GEN 2023
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Cara Val2, resistere alla tentazione di abbuffarsi e mangiare non è facile. Una cosa che può fare è cercare di comprendere questo suo comportamento, per capire a cosa è funzionale questo sfogo sul cibo. Un consulto psicologico può esserle di supporto in questo.
Resto a disposizione, anche online.
Un caro saluto, dott.ssa Sara Manzoni.