Buongiorno,
sono Lorenzo e mi trovo a 26 anni davanti a un bivio autoimposto su cosa fare del mio futuro: studio o lavoro.
Ho totalmente perso la mia proattività, dal diploma preso alla scuola privata nel 2016 non riesco più a mettermi in gioco in alcun modo.
Sto anche abbandonando la vita sociale lentamente.
Mi sento inabile a fare qualsiasi cosa, ho paura di aver perso troppo tempo ma anche di buttarmi in un mondo (del lavoro) che mi fagociterà lasciandomi alla fine della mia esistenza con soli rimpianti e con la certezza di non aver mai fatto nulla che fosse davvero importante per me.
C’è ,però, anche la paura di essere inadatto all’università. Ho sempre avuto problemi a studiare (i sintomi sono quelli degli affetti da ADHD - disattentivo) e questo unito al diploma “comprato” mi ha sempre preoccupato e scoraggiato.
Il problema è che tolti un paio di impieghi saltuari sono a 26 anni dentro casa dei miei genitori, con nessuna prospettiva davanti, inorridendo all’idea di fare un lavoro solo per fare qualcosa e spaventato a morte dalla prospettiva di studiare e fallire, o anche solo presentarmi in facoltà come matricola a 26 anni.
Ho perso la visione de furto già da molto, non sono mai sicuro di aver creduto in un “progetto futuro” possibile.
Però mi piace molto informarmi, imparare le cose e ci riesco soprattutto se non si trovano in dei libri.
Mi sento inadeguato per la mia età, per il mondo in generale e la pressione aumenta ogni giorno facendomi allontanare sempre di più da tutto, rendendomi drogato di distrazioni che non mi facciano pensare alla mia situazione, e che inevitabilmente mi allontanano da qualunque possibilità di miglioramento.
Pur trovando stimolante ogni ambito della conoscenza scientifica tendo comunque a pensare che non sarei in grado o che comunque investire anni in quel progetto mi porterà inevitabilmente alla stessa conclusione della mia carriera scolastica solo che qui il risultato (una vita e un’occupazione gratificanti) non li puoi comprare.
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19 LUG 2020
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Caro Utente, il miglior modo per evitare l'incertezza del futuro è quello di immaginare che sia una replica del passato. Ma quando il passato riflette difficoltà e autoinganni, allora il sistema gira a vuoto in un vortice di nefandezze che si autoconfermano. Non so se lei descrive anche un quadro di dislessia. Resta il fatto che se incontra una "distrazione" che anziché deviarla dal triste presente, la eccita e la porta ad investire energie fisiche e mentali, ci si butti. Se, nel frattempo avrà intrapreso un percorso terapeutico che possa consolidare i suoi punti di forza, allora potrà scoprire i propri assi nella manica. Auguri.
20 LUG 2020
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Buongiorno,
le rispondo molto colpita dalla sua riflessione conclusiva che mi indica che, al di là del problema dell'attenzione, lei ha una buona capacità di insight, di analisi della realtà e di uso della logica.
Capisco tutte le sue perplessità nell'affrontare una facoltà, soprattutto per non esporsi al rischio di entrare in una nuova impasse.
Per aiutarla a comprendere la scelta migliore, si dovrebbero conoscere le cause del disturbo ADHD e di tutto il suo mondo degli affetti e delle relazioni. Direi che, in questo, 26 anni sono un'età ancora molto fertile e suscettibile di cambiamenti. Inoltre questo percorso terapeutico potrebbe aiutarla a conoscersi a fondo per tutte le altre scelte della vita che, come ha ben sottolineato, saranno il frutto del suo lavoro e del suo impegno verso se stesso e verso le persone che le sono vicine.
Dott. Giuliana Gibellini, Specialista in psicologi clinica.
18 LUG 2020
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Buongiorno,
Henry Ford disse che "gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando togli gli occhi dalla meta", il che rappresenta un atteggiamento mentale proattivo di chi si focalizza su quello che può fare, non su ciò che non può fare. Approccio proattivo che lei ha ammesso di avere utilizzato. Infatti, nella frase "ho perso la mia proattività" c'è di positivo il fatto che l'abbia avuta in passato, quindi ne ha maturato esperienza ed è tra le sue risorse, anche se per qualche motivo ora è sopita.
Potrebbe essere utile rivolgersi ad un esperto per un supporto sull'orientamento lavorativo o di studio, approfondire le dinamiche motivazionali e favorire lo sblocco delle sue risorse.
Le faccio tanti auguri.
Dott. Giovanni Iacoviello
