Continuo senso di fallimento, dove sbaglio?

Inviata da Nana · 22 gen 2016 Autostima

Salve, vi racconto un pò di me.. sono una ragazza di 26 anni, sono laureata e ho anche una specialistica, mi sono felicemente sposata da poco dopo una relazione di sette anni con il mio primo e unico ragazzo, mi sono anche trasferita da poco in Inghilterra perché nella mia città non riuscivo a trovare un lavoro stabile, ho una famiglia felice e che mi da sostegno, ho pochissimi amici perché non sono mai stata particolarmente socievole e solare, in fin dei conti comunque non posso certo lamentarmi della mia vita anzi, credo che le cose che hanno davvero importanza le ho tutte, però mi sento una fallita. Non so da dove venga il mio senso di fallimento, ma il problema è proprio questo, il mio continuo senso di fallimento. Mi guardo allo specchio e mi sento una fallita, insomma dopo due lauree sono riuscita a lavorare solo un paio di volte per qualche mese e grazie ad amicizie, e mi vergogno a dirlo. Ora sono qui e.. ok ci sono solo da qualche mese ma ancora non riesco a trovare un lavoro decente perché ci vuole tempo prima che riconoscano e convertano la mia laurea.. quindi comincio a chiedermi perché sono qui se tanto alla fine il risultato è lo stesso. Mio marito invece già lavora.. Mi chiedo se non ho solo perso tempo con i miei studi. Ho 26 anni sono sposata e devo ancora chiedere soldi e fare la mantenuta. O mio padre o mio marito, io non sono capace di mantenermi, ancora! E ho quasi 30 anni Dio mio.. questo senso di fallimento mi perseguita, e non è solo per il lavoro, o meglio la sua mancanza, che comunque contribuisce a farmi sentire inutile.. ma è sempre stato così. Mi sento sempre una fallita, sempre. Mi sento una fallita per aver perso tempo a studiare mentre se facevo la commessa o la parrucchiera almeno a quest'ora avevo un lavoro, mi sento una fallita perché non sono stata capace di fare niente nella mia città, perché sono dovuta venire qui e qui ancora non succede niente! Mi sento una fallita perché il mio sogno nel cassetto non decolla.. perché ogni volta che devo mettermi alla prova ho paura di fallire, e allora quasi rinuncio, ma poi non lo faccio perché voglio dimostrare di farcela e poi fallisco lo stesso.. Dio.. Non mi sento mai abbastanza, mai! Mi sono laureata ma non con il massimo dei voti, mi sono sposata ma criticano la mia scelta perché è "troppo presto e non hai stabilità economica", ho 26 anni e ancora sono a farmi mantenere, ho sempre paura di sbagliare, ho sempre paura di fare figuracce, sono perseguitata dal pensiero che tutto ciò che faccio non va bene.. ma perché deve essere così? Perché non posso essere semplicemente felice di quello che ho, di quello che sono? perché devo avere paura di parlare con gli altri, di aprirmi? Di espormi? Ho sempre questo costante sentore di fallimento che mi aleggia intorno, come una puzza che si attacca ai capelli e non riesco a liberarmene. Come devo fare? E poi mi guardo intorno e vedo ragazze che non aspettano altro che avere quello che ho io, ovvero un marito che le mantiene, e mi chiedo perché non posso essere come loro? E poi, ancora peggio, vedo mie ex colleghe, ex compagne di studi, senza nè arte nè parte che lavorano e sono soddisfatte e già "arrivate" mentre io ancora arranco mentre so che sono veramente migliore di loro! O almeno è quello che credo, ma forse quella senza nè arte nè parte sono io, o almeno questa è l'unica spiegazione che riesco a darmi a questo punto. E quindi eccomi di nuovo a sentirmi fallita. C'è una soluzione a tutto questo?

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Miglior risposta 25 GEN 2016

Gentile Nana,
ogni situazione della tua vita, ogni esperienza che hai, ogni persona che conosci o che conoscerai ed infine anche te stessa può essere percepita in 1000 modi diversi, in ogni settore, esperienza ed aspetto della tua vita interiore ed esteriore c'è un lato negativo ed uno positivo, è possibile che tu osservi spesso solo i lati negativi.
Se solo ti chiedessi di provare a vedere ogni ambito della tua vita in modo diverso te la sentiresti di provarci da domani mattina?
In pratica prova solamente a vedere la tua situazione come la vedrebbe un'altra persona, ad esempio la tua migliore amica o il tuo migliore amico, come la vedrebbe tua mamma e tuo papà, come la percepisce tuo marito, i tuoi parenti ed altri ancora, e dopo prova a cambiare prospettiva dalla quale osservi te stessa ed il mondo dove vivi.
Prova anche a farti questa domanda: cosa c'è di Positivo nella mia vita?
Prima di rispondere prendi un quaderno e scrivi per ogni settore della tua vita cosa c'è di positivo, ad esempio nel rapporto di coppia, nella vita coi tuoi amici, nel luogo dove sei, nei rapporti con gli altri, nei tuoi progetti, a livello economico, familiare, sociale, quali sono le tue attitudini, cosa c'è di positivo nei tuoi atteggiamenti, nelle tue capacità, ed altro, ok?
Dopo aver dato le tue risposte, cerca di vedere la tua situazione in ogni area della tua vita interiore ed esteriore a 360 gradi, e non da una vista unilaterale perchè vedere le situazioni a tutto tondo, ci avvicina alla realtà di ciò che vivi adesso, invece continuare a vedere la vita in modo negativo come appunto un fallimento, può farci distorcere la realtà.
Infine visto che hai dato una metafora del fallimento, cioè come una puzza che si trova nei capelli, chiediti come dovresti modificare questa metafora per far si che i capelli tornino a profumare? Dopo che hai dato la tua risposta, mettila in pratica.
Un cordiale saluto per te
dr. Rolando Tavolieri

Dott. Tavolieri Rolando Psicologo a Roma

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25 GEN 2016

Salve Nana,
da quello che scrive il suo senso di fallimento è continuo: è sempre stato così.
Sembra che qualsiasi cosa faccia non basti mai.
E' consapevole che a 26 anni ha una laurea, una specialistica, è sposata e si è trasferita. E' anche invidiata dalle sue amiche per tutto ciò, ma non si sente soddisfatta ne realizzata ed è sempre così.
mi stavo chiedendo da dove viene questo senso di fallimento a 360°. Forse deve ancora scoprirlo e penso che uno/a psicoterapeuta può darle il supporto di cui ha bisogno per capire.
La saluto

Dottt.ssa Fiammetta Favalli
psicologa e psicoterapeuta rogersiana

Dott.ssa Fiammetta Favalli Psicologo a Roma

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25 GEN 2016

Gentile Nana,
nonostante le tue lauree, emerge un tuo considerevole problema di bassa autostima che ti fa sentire sempre inadeguata e insoddisfatta nonchè pessimista e leggermente invidiosa di chi è meno titolata ma più felice di te.
Inoltre, con i tempi che corrono, lamentarsi di non essere ancora indipendente economicamente a 26 anni, è come lamentarsi di non saper ancora volare e, d'altra parte, se i tuoi hanno criticato la tua decisione del matrimonio perchè era troppo presto e non avevi stabilità economica, forse qualche ragione ce l'avevano.
Occorrerebbe approfondire in un percorso di psicoterapia (che ti consiglio) le ragioni profonde di questo tuo pervasivo senso di insoddisfazione e di fallimento per poter poi far crescere la tua autostima.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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25 GEN 2016

Cara Nana
come è triste sentirla tormentarsi così e soffrire per questa sua insoddisfazione perenne e che non cede nemmeno di fronte all'evidenza dell'essere lei una ragazza tanto in gamba.
Lei non crede affatto di essere "in gamba" ma pensa di non valere nulla, o forse pensa di valere tanto...tanto di più di persone che la criticano.
Mi sembra molto altalenante il suo sentire seppure è costante il pensiero e, soprattutto, l'insoddisfazione della sua attuale situazione.
Allora, cerchiamo di fare un pochino ordine.
Lei ha 26 anni, ha preso due lauree, si è sposata ed ora risiede all'estero...cose meravigliose che, alla sua età poca gente è riuscita a fare.
Certo non ha un lavoro fisso e, per il momento, è nella condizione di doversi far aiutare economicamente; anzi il contributo di suo marito non è un aiuto ma una cosa assai normale, visto che è suo marito; però posso comprendere che la cosa le pesi.
Ci vuole pazienza e mantenere maggior equilibrio emotivo.
Bisogna affrontare le difficoltà del momento con più ottimismo.
La parola "fallimento" è una parola ambigua...cosa significa veramente?
Nella sua lettera lei ripete spesso di "essere una fallita"... ma cosa intende davvero? Mi sembra più che altro un modo di autoflagellarsi inutilmente e tristemente.
Guardi le cose e cerchi un punto di equilibrio. Cerchi di spiegare le sue difficoltà, non le mascheri dietro una parola che non vuol dire nulla.
Se lei, da sola, non riuscirà a spostare minimamente questa visione di se stessa in termini di positività e propositività, allora ci vorrà l'aiuto di uno psicoterapeuta per scardinare questo pesante macigno che la opprime e che lei chiama "fallimento"!
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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25 GEN 2016

Buongiorno Nana,
è un dispiacere sentirla così rattristata e demoralizzata. Mi sembra che sarebbe il caso di consultare uno psicologo con il quale lavorare su questi sentimenti di inadeguatezza che caratterizzano la sua intera vita.
Un caro saluto e nel caso mi contatti se ha altre domande.

dott.ssa Miolì Chiung
Studio di Psicologia Salem
Milano - Agrate - San Donato M.se

Anonimo-125892 Psicologo a Milano

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24 GEN 2016

Buona sera Nana, leggendo la sua storia ho provato un forte senso di frustrazione e di impotenza. Apparentemente non le manca nulla ma dalle sue parole sento che probabilmente le manca la cosa principale, la fiducia in se stessa.
Le riporto le parole che mi hanno colpita di più ".. ogni volta che devo mettermi alla prova ho paura di fallire (in cosa?), e allora quasi rinuncio (come mai?), ma poi non lo faccio perché voglio dimostrare di farcela (a chi?) e poi fallisco lo stesso (in che senso?)..." .. Detto questo è importante prendere coscienza e atto del cosa voglia dire provarci, riuscirci e fallire. Da quello che scrive ha comunque fatto un percorso di studi di un certo tipo, ha raggiunto un importante traguardo relazionale e ha anche avuto il coraggio di cambiare città (con conseguente cambiamento nello stile di vita e nelle abitudini). Sono tutti fattori che generano più o meno stress nel cambiamento. L'indipendenza economica è sicuramente un aspetto importante sull'aspetto identitario ed è normale che desti tutta questa preoccupazione.
Come le accennavo poc'anzi però, al senso di frustrazione noto una forte e costante svalutazione di se (dal non riconoscimento dei successi ("non è mai abbastanza"), dal percorso di studi fatto ("non ho preso il massimo) ai suoi bisogni (non sono felice ma "non posso certo lamentarmi")).
Come le ha già suggerito qualche collega la invito a prendersi cura di questi aspetti e a valutare la possibilità di essere aiutata concretamente da un professionista che, insieme a lei, possa aiutarla a sciogliere i nodi che la fanno sentire in questo senso di trappola o costrizione.
Anche nei fallimenti (reali o vissuti) si nascondono grandi significati.
Con tutte queste consapevolezze che ha, potrà fare un bel percorso.
In bocca al lupo
Dott.ssa Antinoro Anna (Torino)

Dott.ssa Antinoro Anna Psicologo a Torino

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24 GEN 2016

Cara Nana, se guardi inietro a tutto quello che haio fatto, come se osservassi un'altra persona, certo concorderai con quello che ho visto io nella lettera che hai scritto: una donna in gamba, ricca di risorse intellettuali, di capacità e competenze.
Quindi il Tuo senso di fallimento è qualcosa che ha radici profonde e inconsce e non riflette la Tua realtà.
Ti suggerisco di iniziare un percorso psicologico con un bravo terapeuta e vedrai che tutto cambierà. Con simpatia. Dr. Marco Tartari, Asti

Dott. Marco Tartari Psicologo a Roatto

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23 GEN 2016

Carissima Nana,
perché sente di essere una fallita? Non mi sembra che una laurea, un matrimonio e un trasferimento siano nulla, anzi, al contrario sono molte cose che ha realizzato nella Sua vita, il punto è perché non riesca a vederne e percepirne il valore.
Lei stessa afferma che le difficoltà attuali sono dovute a questioni burocratiche. Essere mantenuta le pesa, ma a Suo marito, pesa mantenerLa?
Non si scoraggi.
Un percorso terapeutico potrebbe esserLe d'aiuto. Ci sono anche possibilità online.

A disposizione.
Cordialità
Dott.ssa Fornari Daniela

Dott.ssa Daniela Fornari Psicologo a Iseo

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22 GEN 2016

Cara Nana,
grazie per aver condiviso questi pensieri e queste emozioni. La tua narrazione coinvolge e rende partecipi di un vissuto di fallimento che rappresenti come un fetore, una puzza che si attacca ai capelli.
Mentre leggevo ho pensato: c'è stato un momento, che ricordi, in cui questo fetore di fallimento non c'era?

Resto a disposizione per approfondimenti
Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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22 GEN 2016

Gentile Nana,
è evidente dalle sue righe la sofferenza e l'insoddisfazione che prova, amplificate dai continui confronti che si trova a fare da una parte con altre donne che in qualche modo invidiano la sua situazione, portandola a chiedersi "perché a me non basta quello che ho?", e dall'altra con coetanee che sembrano "già arrivate", mentre lei fa fatica a realizzare i suoi sogni. La soddisfazione personale è diversa per ognuno, come può capire da questi confronti, non c'è un'aspirazione "più giusta" di un'altra. Lei sembra tormentata da questo "senso di fallimento", che persiste anche davanti alla sua constatazione che, a parte la soddisfazione lavorativa e di essere indipendente a livello economico, non le manca nulla. Penso che sarebbe utile per lei cercare la radice di questo senso di fallimento, che come dice la accompagna da molto tempo, per comprendere da cosa sia nato e provare a cambiare punto di vista sulla sua vita, riuscendo ad essere più indulgente verso sé stessa. Per fare questo avrà sicuramente bisogno dell'aiuto di uno psicologo o uno psicoterapeuta: so che diversi colleghi italiani lavorano in Inghilterra, e sono sicura che con una piccola ricerca troverà il professionista a cui rivolgersi.
Spero di esserle stata di aiuto. Cordialmente,
dott.ssa Isabella Di Paoli

Dott.ssa Isabella Di Paoli Psicologo a Gorle

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