Continuare o no questo rapporto col mio ex-professore?
Ciao a tutti, sono Francesco e ho 21 anni. Sono qui per chiedervi un sincero parere riguardo una situazione che si è venuta a creare qualche tempo fa, quando ancora frequentavo il liceo. Parto col dire che non ho mai avuto, fortunatamente, particolari problemi nell'interagire con le persone. Mi sono sempre trovato abbastanza bene con i miei coetanei: all'università ho anche avuto la fortuna di incontrare la mia attuale ragazza, della quale vado orgoglioso e che ritengo un vero punto di riferimento, ho parecchie conoscenze e ho avuto una famiglia comunque parecchio presente nel mio percorso di crescita (questo per dirvi che non ritengo che ciò che sto per raccontarvi sia legato ad eventuali lacune affettive da parte mia o simili) Mi tocca ammettere, però, che davvero con pochissime persone della mia età son riuscito a stringere rapporti profondi anche dal punto di vista intellettuale. Il punto è che adoro studiare e acculturarmi, ma non ho mai ritenuto che lo spessore culturale di una persona potesse essere condizione necessaria e sufficiente per stringere un qualsiasi rapporto (sarebbe un errore grave, dato che credo vada valutata in primis la persona in sè, poi il resto), ma ho sempre sentito la mancanza di quel qualcosa in più, nelle mie relazioni sociali, che andasse oltre il semplice "divertimento serale con gli amici". Di persone di cultura e con una certa sensibilità ne ho conosciute, ma sono pochissime (e fanno parte della mia vita).
Vado ora al punto: due anni fa, durante l'ultimo anno di liceo, ho avuto la fortuna di incontrare quello che sarebbe poi divenuto il mio insegnante preferito di sempre: il mio professore di fisica: persona di mezza età, alto e tozzo, r moscia e una mentalità logico-matematica impressionante (cosa non così scontata come si potrebbe credere). Mi ha fatto apprezzare fortemente la materia (non per niente è ANCHE grazie a lui che ho scelto di proseguire i miei studi universitari in fisica) e, non so come, sono rimasto letteralmente stregato dalla sua personalità. E' stato un uomo estremamente disponibile con tutti i suoi studenti, e lo è stato anche con me aiutandomi, di sua sponte, con il test di ingresso nel mio attuale CDL.
Insomma: finisce che ci entro "in fissa" e quando ,al quinto liceo, ho scoperto che non sarebbe stato membro della mia commissione d'esame, dopo i quadri, decido di farmi avanti.
Ho pensato: "al diavolo: è adulto. Gli sto solo chiedendo di prendersi con me un caffè (da ormai ex-studente; inoltre abita nel mio stesso paese). Se dovesse dargli fastidio come idea mi dirà di no e fine dei giochi: non gli sto di certo chiedendo di sposarmi."
Prendo coraggio e gli mando un'e-mail lunghissima, dove gli esprimo in maniera quasi imbarazzante (di questo mi pento) la mia stima e gratitudine nei suoi confronti. Gli dico che sarebbe stato stupendo incontrarlo di nuovo al di fuori delle mura scolastiche, dato che lì si lavora e non si ha la dovuta calma per scambiare quattro chiacchiere.
Contro ogni previsione si mostra disponibilissimo (a tratti perfino onorato) di questa proposta, e accetta.
Succede quel che più speravo: questo caffè lo prendiamo davvero. L'incontro dura un'oretta, nulla più.
E' stato stupendo: con pochissime persone mi sono sentito così in sintonia.
Senso dell'umorismo sottilissimo, acculturato più del dovuto e gentilezza innata che non so spiegare. E'una persona fantastica con cui conversare; la cosa che poi mi rendeva più felice è che era davvero contento di essere lì... non sembrava una "forzatura", magari data dal suo solo essere disponibile con gli altri.
Si apre perfino con me appena gli racconto delle difficoltà e delle cose che non mi sono mai piaciute di quell'ambiente. Mi parla delle sue difficoltà in un nuovo ambiente che non gli piaceva, ma che ha dovuto scegliere per comodità e per rimanere vicino alla sua famiglia.
Insomma: quando, alla fine di quel caffè, mi disse che quella volta avrebbe pagato lui e che A QUELLA SUCCESSIVA sarebbe toccato a me mi si è sciolto il cuore.
È come se il vostro idolo d'infanzia vi conoscesse personalmente e vi invitasse a casa sua una tantum.
E' comunque una persona impegnata, quindi ho sempre cercato di farmi sentire nei periodi più strategici (Natale e Pasqua per gli auguri virtuali e Agosto per incontrarci), e ci siamo sentiti occasionalmente anche a distanza di due anni.
Gli ho anche chiesto se per lui fosse una scocciatura incontrarci al di fuori della scuola e che ,in caso, mi sarei immediatamente dileguato. Non è mai stato un mio obiettivo quello di dar fastidio. Lui ha mostrato addirittura preferenza per gli incontri in esterna, dicendo che con quella frequenza andava benissimo. Insomma: tutto bene, direte.
Il motivo per il quale mi rivolgo a voi è più legato a mie probabili paranoie, di cui vorrei discutere con qualcuno. È da un po' di tempo a questa parte che, quando incrocio quest'uomo per strada, a malapena mi saluta o fa finta di non vedermi.
Non è che la cosa in sé mi faccia male (nel senso che la mia vita va avanti comunque anche senza il suo saluto "caloroso"), ma è sempre stata una persona APPARENTEMENTE entusiasta anche di incrociarmi a caso: soprattutto dopo l'ultimo mio anno scolastico, quando capitava, ricordo che suonava ripetutamente il clacson della mia auto affinché lo notassi oppure, se ero fermo in un punto a parlare con qualcuno, parcheggiava l'auto e veniva appositamente a salutarmi di persona. Baggianate, insomma... Ma che mi rendevano davvero felice. Più poi è passato il tempo, più l'ho visto "raffreddato". Inoltre c'è anche da dire che, se non lo contatto io, lui non lo fa nemmeno per gli auguri alle feste e, ultimo ma non per importanza, ha avuto lo stesso identico comportamento distaccato quando, un mesetto fa, sono ritornato a liceo per firmare la modulistica per una borsa di studio dedicata agli ex studenti: fa quasi finta di non vedermi; ci incrociamo due volte nei corridoi sempre con lo stesso saluto sì e no accennato. Poi, non so cosa gli sia preso, dopo circa un quarto d'ora, si ripresenta dietro di me salutandomi e parlandomi calorosamente come i vecchi tempi (come se dovesse giustificare dalla figuraccia fatta, visto che era lì senza far niente da quando ero entrato nella scuola).
Mi sembra quasi di essere la ragazzina gelosa di turno, quando vorrei solo sapere che cosa gli passa per la mente, o se HO SBAGLIATO IO A INIZIARE QUESTA COSA. Voglio sapere se le persone ce l'hanno con me per qualche motivo. Non voglio essere per lui un rompiscatole (anche perché non riuscirei, dato che anch'io ho una vita frenetica) e non vorrei che abbia "finto" di stare bene con me quelle poche volte ci siamo visti solo per farmi un favore (la sua disponibilità verso tutti, in tal senso, non aiuta).
Riassumendo, mi sono visto personalmente col mio prof 4 volte in due anni, e per messaggi poca roba. Dubito fortemente di avergli dato così tanto fastidio (dipendesse da me lo vedrei più spesso, ma non voglio disturbare assolutamente).
Mi auguro di non aver fatto una cretinata, e non vorrei davvero che ci sia qualcosa di sbagliato nel continuare questo rapporto.
Vorrei davvero che mi mandi male se è il caso... Odio le ambiguità.
Che ne pensate? Anche consigli come "tornatene dalle ragazze o dai tuoi coetanei" saranno accettati... D'altronde lo faccio già.
È solo che che lo stimo molto e sento di avere un legame speciale con lui e sento proprio di potergli parlare di tutto liberamente. Non voglio interrompere del tutto i contatti.
Scusate il papiro e grazie della lettura.
Buone feste!