Consulto su Ansia
Salve a tutti, ho 25 anni, purtroppo provengo da un ambiente familiare privo di strumenti educativi, non per volontà dei miei genitori, ma ci sono state diverse situazioni che non gli hanno permesso di garantirmi un'educazione adeguata. Mio padre era una persona piena di fragilità, si perdeva continuamente in proiezioni interiori che lo rendevano assente, momenti di depressione per motivi ipocondriaci, adesso lui però è venuto a mancare da qualche anno. Mia madre invece è molto insicura e quando deve sbrigare faccende fuori casa si perde ed entra in panico. Io per essere ancora un ragazzo che si è sforzato di credersi mentalmente sano, nonostante tutti gli handicap che mi hanno attribuito, ho dovuto sudare parecchio, subendo molti insulti, discriminazioni, dalle insegnanti e dai miei compagni semplicemente perchè ero distratto e vagavo spesso tra le nuvole. La fantasia è stata la mia arma di difesa dal mondo, è quella che mi ha salvato da tante situazioni, che mi ha tenuto sotto controllo per tutti questi anni. Il credere in qualcosa, anche di magico, come vivere in un cartone animato, pur sapendo dell'infondatezza di certi pensieri, è stato un atteggiamento che mi ha fatto stare bene, mi ha reso impotente difronte a tante responsabilità per via del senso di estraniazione che comportava ma mi ha aperto ad una realtà mia in cui mi potevo rifugiare quando c'erano dei problemi scolastici, amicali, sentimentali. Ho sfogato molto con la mia fantasia in progetti teatrali e canori. Ero talmente dentro ai miei pensieri che per me la realtà quasi non mi riguardava più, ho trasformato certi valori eroici che vedevo spesso nei cartoni animati o nei film in obiettivi vitali, come quello di laurearmi in una professione di aiuto. Sono ora un Assistente Sociale e lavoro in una struttura psichiatrica. Inizialmente volevo studiare psicologia, ed è una cosa di cui mi sono sempre pentito perché i miei genitori non erano d'accordo a farmi vivere fuori casa perchè pensavano non fossi in grado di vivere autonomamente. Dopotutto non avevano torto, perché io ho sempre permesso a mia madre di sostituirsi a compiti quotidiani che io per pigrizia non volevo affrontare, certe situazioni si verificano ancora in età adulta e a volte mi sento in colpa a godere della comodità che mia madre mi permette di vivere quando ci sono cose a cui dovrei provvedere da solo. Si è creata una routine che non riesco a spezzare e non mi permette di dire a mia madre: " faccio io!" Devo dire che la fantasia è stato un meccanismo di difesa da stati malinconici che grazie a Dio non si sono tramutati in depressione o altro del genere. Ma ha causato tanti danni, del tipo, affrontare la vita con autonomia, prendere decisioni importanti, avere tante passioni e direzioni ma non sapere quale percorso scegliere e ciò mi ha comportato tanta confusione in testa. Sono stato gettato nel mondo senza delle basi sicure e mi sono legato affettivamente a persone che non potevano darmi nulla. Mi sono innamorato più volte di uomini eterosessuali, perché la loro virilità e apparente sicurezza mi dava carica. Ma questi rapporti li ho distrutti perchè è bastato un loro distacco per capire che senza le loro cure io non potevo vivere serenamente. Mi sono identificato nella figura del "malato" che tutti pensavano che fossi e ho sempre cercato attenzioni particolari, ho sviluppato un forte senso di empatia oltre che per ragioni professionali, anche per motivi di autocomprensione: "so cosa vuol dire soffrire, sentirsi soli" e quindi ti aiuterò e ti ascolterò per far capire al mondo come si soffre quando non hai punti di riferimento. Con questo atteggiamento ho avuto la possibilità di legarmi a molti amici che si confidano con me, si fidano, amicizie che hanno problematiche anche di una certa serietà. È come se la mia sofferenza, la mia insicurezza abbiano regalato del fascino al mio modo di pormi e quindi attraggo tutti i deboli come me. Amici per esempio con una componente ansiosa molto aggressiva... insomma se penso a quanto io mi sia sentito brutto fisicamente e caratterialmente a causa delle discriminazioni, a non aver controllo dei miei impulsi aggressivi in famiglia che i miei non hanno mai cercato di tamponare, se penso ai comportamenti ipocondriaci di mio padre mi viene da pensare che lo stato d'ansia che sto vivendo ora sia stato causato da tutto questo. Ho spesso attacchi di panico, e da qualche tempo faccio anche pensieri ossessivi, tipo immagini, motivetti musicali, che mi allontanano dall'attenzione. La mia tanta adorata fantasia si sta voltando contro di me, è diventato un elemento disturbante e non più di salvezza. È come se il mio cervello mi stesse lanciando dei segnali e mi stesse dicendo: "Bip, Bip, mi sto annoiando, fammi lavorare!" Ho perso l'obiettivo della mia vita e talmente penso e ripenso, che ormai anche se immagino una pecora mi disturba, mi fa entrare in ansia. Anche il cervello mi prende in giro!! Tutta l'ipocondria che c'è in me sta saltando fuori, del tipo che ho la paura di avere un DOC, di avere allucinazioni, ho la terza guerra mondiale in testa. È come se il mio Io interiore mi stesse dicendo: " Sei solo, la realtà è cruda, è arrivato il momento di affrontarla, basta a derealizzarti" Spero di ricevere un vostro parere, ringrazio per l'attenzione.