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Inviata da Pierangelo Berardi · 9 nov 2017 Ansia

Salve a tutti, ho 25 anni, purtroppo provengo da un ambiente familiare privo di strumenti educativi, non per volontà dei miei genitori, ma ci sono state diverse situazioni che non gli hanno permesso di garantirmi un'educazione adeguata. Mio padre era una persona piena di fragilità, si perdeva continuamente in proiezioni interiori che lo rendevano assente, momenti di depressione per motivi ipocondriaci, adesso lui però è venuto a mancare da qualche anno. Mia madre invece è molto insicura e quando deve sbrigare faccende fuori casa si perde ed entra in panico. Io per essere ancora un ragazzo che si è sforzato di credersi mentalmente sano, nonostante tutti gli handicap che mi hanno attribuito, ho dovuto sudare parecchio, subendo molti insulti, discriminazioni, dalle insegnanti e dai miei compagni semplicemente perchè ero distratto e vagavo spesso tra le nuvole. La fantasia è stata la mia arma di difesa dal mondo, è quella che mi ha salvato da tante situazioni, che mi ha tenuto sotto controllo per tutti questi anni. Il credere in qualcosa, anche di magico, come vivere in un cartone animato, pur sapendo dell'infondatezza di certi pensieri, è stato un atteggiamento che mi ha fatto stare bene, mi ha reso impotente difronte a tante responsabilità per via del senso di estraniazione che comportava ma mi ha aperto ad una realtà mia in cui mi potevo rifugiare quando c'erano dei problemi scolastici, amicali, sentimentali. Ho sfogato molto con la mia fantasia in progetti teatrali e canori. Ero talmente dentro ai miei pensieri che per me la realtà quasi non mi riguardava più, ho trasformato certi valori eroici che vedevo spesso nei cartoni animati o nei film in obiettivi vitali, come quello di laurearmi in una professione di aiuto. Sono ora un Assistente Sociale e lavoro in una struttura psichiatrica. Inizialmente volevo studiare psicologia, ed è una cosa di cui mi sono sempre pentito perché i miei genitori non erano d'accordo a farmi vivere fuori casa perchè pensavano non fossi in grado di vivere autonomamente. Dopotutto non avevano torto, perché io ho sempre permesso a mia madre di sostituirsi a compiti quotidiani che io per pigrizia non volevo affrontare, certe situazioni si verificano ancora in età adulta e a volte mi sento in colpa a godere della comodità che mia madre mi permette di vivere quando ci sono cose a cui dovrei provvedere da solo. Si è creata una routine che non riesco a spezzare e non mi permette di dire a mia madre: " faccio io!" Devo dire che la fantasia è stato un meccanismo di difesa da stati malinconici che grazie a Dio non si sono tramutati in depressione o altro del genere. Ma ha causato tanti danni, del tipo, affrontare la vita con autonomia, prendere decisioni importanti, avere tante passioni e direzioni ma non sapere quale percorso scegliere e ciò mi ha comportato tanta confusione in testa. Sono stato gettato nel mondo senza delle basi sicure e mi sono legato affettivamente a persone che non potevano darmi nulla. Mi sono innamorato più volte di uomini eterosessuali, perché la loro virilità e apparente sicurezza mi dava carica. Ma questi rapporti li ho distrutti perchè è bastato un loro distacco per capire che senza le loro cure io non potevo vivere serenamente. Mi sono identificato nella figura del "malato" che tutti pensavano che fossi e ho sempre cercato attenzioni particolari, ho sviluppato un forte senso di empatia oltre che per ragioni professionali, anche per motivi di autocomprensione: "so cosa vuol dire soffrire, sentirsi soli" e quindi ti aiuterò e ti ascolterò per far capire al mondo come si soffre quando non hai punti di riferimento. Con questo atteggiamento ho avuto la possibilità di legarmi a molti amici che si confidano con me, si fidano, amicizie che hanno problematiche anche di una certa serietà. È come se la mia sofferenza, la mia insicurezza abbiano regalato del fascino al mio modo di pormi e quindi attraggo tutti i deboli come me. Amici per esempio con una componente ansiosa molto aggressiva... insomma se penso a quanto io mi sia sentito brutto fisicamente e caratterialmente a causa delle discriminazioni, a non aver controllo dei miei impulsi aggressivi in famiglia che i miei non hanno mai cercato di tamponare, se penso ai comportamenti ipocondriaci di mio padre mi viene da pensare che lo stato d'ansia che sto vivendo ora sia stato causato da tutto questo. Ho spesso attacchi di panico, e da qualche tempo faccio anche pensieri ossessivi, tipo immagini, motivetti musicali, che mi allontanano dall'attenzione. La mia tanta adorata fantasia si sta voltando contro di me, è diventato un elemento disturbante e non più di salvezza. È come se il mio cervello mi stesse lanciando dei segnali e mi stesse dicendo: "Bip, Bip, mi sto annoiando, fammi lavorare!" Ho perso l'obiettivo della mia vita e talmente penso e ripenso, che ormai anche se immagino una pecora mi disturba, mi fa entrare in ansia. Anche il cervello mi prende in giro!! Tutta l'ipocondria che c'è in me sta saltando fuori, del tipo che ho la paura di avere un DOC, di avere allucinazioni, ho la terza guerra mondiale in testa. È come se il mio Io interiore mi stesse dicendo: " Sei solo, la realtà è cruda, è arrivato il momento di affrontarla, basta a derealizzarti" Spero di ricevere un vostro parere, ringrazio per l'attenzione.

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Miglior risposta 10 NOV 2017

Caro PIerangelo
Quante cose si agitano dentro di Lei! Sembra inoltre che sia ben consapevole - almeno dal punto di vista cognitivo - delle questioni che la riguardano. Ma quanto solitudine anche...
Non sempre questo conoscersi così bene assicura una dose sufficiente di serenità. È in questi momenti che abbiamo bisogno di un altro, di poterci affidare, di poter avere fiducia, di poter essere ascoltati e -sentendoci meno soli e diversi - di trovare la spinta per rischiare e così migliorarci. Provi a fidarsi, scelga la vita. Un saluto cordiale. Dr.ssa Loredana Muraca

Dr.ssa Loredana Muraca Psicologo a Milano

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20 NOV 2017

Caro Pierangelo,da quello che scrivi sembra che tu abbia una notevole capacità di introspezione. Complimenti !! Purtroppo introiettiamo dai genitori modalità relazionali che trasliamo nei rapporti di coppia. Probabilmente la tua tendenza a cercare partner indisponibili rientra in una modalità inconscia in cui confermi a te stesso di non essere degno di amore, forse perché non ti sei sentito sufficientemente amato e accettato dai tuoi genitori. Finché non prenderai consapevolezza che meriti di essere amato e accettato incondizionatamente da un compagno, non riuscirai a sentirti pienamente appagato e non cercherai il partner adatto a te. Ti auguro il meglio possibile ! Un saluto affettuoso. Dott.ssa Grimaldi

Dott.ssa Francesca Grimaldi Psicologo a Roma

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13 NOV 2017

Caro Pierangelo, quanta sofferenza e solitudine dalle tue parole....una solitudine e sofferenza che fino ad oggi hai tenuto a bada rifugiandoti nella fantasia e nell'immaginazione, strategia che forse adesso non senti piû sufficiente. L'analisi che fai di te stesso ė ricca e denota una buona capacitá introspettiva: questo potrebbe essere un buon punto di partenza per iniziare un percorso di conoscenza di te. Non per capire i perché o trovare dei colpevoli, ma per dare voce a quel grido interiore che cerca forse comprensione, affetto, sostegno, ma anche autonomia e sicurezza....cose che puoi ritrovare tutte giâ dentro di te, se solo sei disposto a crederci e a scommerterci. Un grosso augurio di cuore per la tua vita, forza!

Daniela Cannistrà Psicologo a Seregno

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10 NOV 2017

Buongiorno Pierangelo,
La sua analisi di se stesso è molto empatica e dettagliata.
Come lei afferma credo sia in mezzo ad una fase piuttosto delicata del proprio ciclo di vita.
Da una parte cerca di autorealizzarsi nella professione, con gli amici, con le sue passioni dall'altra vi sono alcune difficoltà che impediscono questo processo di crescita.
Per gestire l'ansia e i pensieri ossessivi sarebbe forse opportuno pensare ad un adeguato percorso terapeutico strutturato in modo continuativo. Mi sembra sia motivato per questo cambiamento!
I miei migliori auguri
Dott.ssa Donatella Costa

Dr.ssa Donatella Costa Psicologo a Rezzato

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10 NOV 2017

Caro Pierangelo,
Ho letto con attenzione le sue considerazioni e mi pare ci siano molti spunti su cui poter iniziare un lavoro terapeutico.
Dalla storia familiare che racconta, è del tutto normale che in questo momento la ricerca di autonomia e l'esplorazione siano per lei difficili da mettere in pratica e motivo di ansia.

Qualche incontro di consulenza potrebbe già aiutarla a mettere a fuoco l'origine dell'ansia e aiutarla a gestirla in modo diverso.

Può contattarmi per avere maggiori informazioni su come funziona un percorso terapeutico e su quali obiettivi eventualmente lavorare.

Buona giornata,
Camilla Marzocchi
Bologna BO

Dott.ssa Camilla Marzocchi Psicologo a Bologna

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10 NOV 2017

Grazie per la tua bella lettera, Pierangelo! Finalmente uno che ci parla anche dei suoi genitori, per aiutarci a capire il suo caso! Solitamente in questa rubrica di "cuori infranti" le persone raccontano solo il "qui e ora" senza metterci a conoscenza del "lì e allora". Alla fine noi psicologi finiamo per dare i soliti consigli che chiamiamo pomposamente "consulenze" Grazie! Per quanto riguarda i tuoi problemi, c'è poco da dire in questa sede.Porta la tua terza guerra mondiale in uno studio di uno psicologo psicoanalista. Una strana guerra dove i nemici a volte sono fuori di te, a volte dentro. A volte sono gli altri, a volte sei tu stesso. Una strana guerra dove gli amici e i nemici sono le stesse persone! Mentre il tuo cervello sinistro razionale esplorerà questi aspetti con il cervello sinistro del terapeuta, il cervello destro emotivo si legherà al cervello destro del terapeuta in una relazione di amore e fiducia. Piano, piano, zitto, zitto, interiorizzerai questa relazione di fiducia e potrai esportarla nel mondo esterno.Questa è la tua cura. Un lavoro lungo, lungo. "Niente sveltine!" diceva un mio maestro. Tanti affettuosi auguri!

Dott. Luciano Malerba Psicologo a Torino

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9 NOV 2017

Buongiorno Pierangelo Berardi,
lei sta attraversando una fase evolutiva molto complessa e delicata. Nella quale è difficile auto comprendersi. Anche se leggendo con attenzione il suo testo, ho potuto appurare una lucidità e capacità introspettiva rara per la sua giovane età. Se gradisce un maggiore approfondimento sulla tematica, mi contatti tranquillamente.
Cordiali saluti,
Studio Gramaglia

Gramaglia Dr. Giancarlo Psicologo a Torino

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9 NOV 2017

Ciao Pierangelo,
la storia che racconti è davvero ricca ed attenta: si vede che ti interessi della tua persona e che hai cura d'indagare il tuo "modo di funzionare". Probabilmente hai colto bene anche un aspetto importante del tuo malessere: perdere la bussola e aver difficoltà nel trovare nuovi orizzonti. Gli attacchi di panico e l'ansia potrebbero essere dovuti a questo, ma anche a tante altre variabili che costellano una vita tanto piena! A tuo sostegno hai certamente delle qualità notevoli: dalla spiccata emotività, alla passione per il canto o la recitazione.
Un supporto psicologico (anche online) potrebbe certamente aiutarti a comprendere meglio le tue difficoltà ed affrontarle. Inoltre, riusciresti in parallelo anche ad interessarti dell'argomento psicologia in maniera più approfondita e questo potrebbe aiutarti sul lavoro.

In caso vedessi nel supporto psicologico un'opportunità, non esitare a contattarmi.
Un caro saluto,
Giuseppe Marino

Dott. Giuseppe Marino Psicologo a Stradella

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