Consiglio: come superare degli abusi infantili?

Inviata da Lorena · 2 ott 2015 Violenza sessuale

Buonasera, sono una ragazza di 34 anni.
All'età di circa dieci anni ho subito abusi dal mio professore di pianoforte, cieco, che non mi ha stuprata ma mi ha toccato per anni dove non avrebbe dovuto. Ero una bambina molto solare e sono diventata uno schifo, ho passato gli ultimi vent'anni tra depressione ansia, vergogna, fobia sociale, disturbi alimentari e non sono felice di questa vita.
Ovviamente ho cercato in tutti i modi di curarmi, con l'aiuto di vari specialisti e alcuni ricoveri, ma senza grandi successi.
Non ho mai denunciato quel porco e non lo farò adesso (anche perché ha una certa età e mi auguro che muoia presto). Ma mi è sorto il desiderio di scrivergli una lettera, che ovviamente verrà letta da sua moglie o da suo figlio, visto che lui è cieco, così sapranno cosa mi ha fatto. Credo che possa essere una piccola rivincita per me poterlo mandare all'inferno in maniera garbata e creare un piccolo dolore ai suoi parenti che sono all'oscuro di tutto. Credo mi sia lecito scrivere una lettera, o è un'idea insensata?
Grazie

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Miglior risposta 2 OTT 2015

Gentile Lory,
purtroppo quello degli abusi sessuali su minori è uno dei crimini più odiosi proprio per le conseguenze gravi nello sviluppo della personalità del minore riguardanti principalmente le aree dell'autostima, della fiducia nel prossimo e delle normali relazioni emotivo-affettive e sessuali.
Non ritengo che la lettera ai familiari sia qualcosa che le renda giustizia e possa farla sentire soddisfatta. Molto probabilmente, per quanto possa sconvolgere, verrebbe distrutta e ignorata dai familiari di quell'individuo .
Premesso che lei dovrebbe riprendere la psicoterapia perchè evidentemente ne ha ancora bisogno, può maturare in quella sede cosa fare nel merito.
Personalmente credo che chi si macchia di atti e crimini gravi di questo o di altro tipo, anche se riconsiderati a distanza di tempo, ne debba rispondere davanti alla legge, sia pure con le possibili attenuanti, quando ci sono, della patologia mentale che non può bastare a giustificare e cancellare tutto.
L'alternativa è il perdono che è qualcosa di troppo personale per farne oggetto di discussione.
Le auguro di poter trovare maggiore serenità col sostegno psicologico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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6 OTT 2015

Ringrazio tutti per le risposte. Ho sentito parlare di EMDR e penso che potrebbe essermi d'aiuto, sarebbe comunque un'esperienza nuova per me. Ho ancora la piccola speranza di uscirne prima o poi, ci vorrà tanto tempo e tanta pazienza, ma non ho molte alternative se voglio tornare a vivere libera.
Mi prendo la briga di rispondere alla dott.ssa Carla Panno: ero una bambina felice, molto felice, mia madre mi mandava a lezione di pianoforte perchè era un suo grande desiderio e spendeva pure tanti soldi per questo, io mi limitavo a studiare con impegno per renderla felice (mia madre ha avuto una vita di merda e si merita qualche soddisfazione). Evidentemente non era mia la decisione di andare o no a lezione. Dovrebbe sapere anche lei che i bambini certe volte si bloccano davanti a situazioni pericolose o viscide come questa e non riescono a parlarne o a reagire. Come ho sopportato? Ho sopportato perchè mi vergognavo troppo, ho sopportato grazie alla mia grande forza di volontà, stringendo i pugni e soffrendo in silenzio, col terrore di andare a lezione ogni maledetta settimana come se andassi incontro alla morte. Poi dovrebbe sapere che il sesso è spesso un tabù e una bambina non andrebbe mai a dire alla mamma "quel signore mi ha messo le mani nelle mutande".
Ho già partecipato ad un processo come parte civile, quello contro Waldo Bernasconi, ho pure testimoniato davanti ai giudici contro di lui (son stata "curata" nella sua clinica Sanavita, ne avrete sentito parlare) ma come al solito la giustizia è stata dalla parte dei colpevoli, quindi non mi prendo la briga di denunciare il mio professore di pianoforte soffrendo in un altro eventuale processo per ottenere soltanto risultati negativi.
Certo che la causa dei miei mali è questa, mica per niente ho iniziato ad evitare tutti i maschi fino all'età di 30 anni, cosa che prima non facevo (avevo pure il fidanzatino). Certo che è la causa dei miei mali, perchè la vergogna che ora ha messo radici dentro di me impedendomi persino di respirare, prima non esisteva.
Ho studiato molto in questi anni, mi sono informata e ho sentito testimonianze di altre persone come me: avrei potuto scrivere un libro su quello che provano le persone abusate, perchè ho trovato corrispondenza tra quello che ho dentro e quel che ho letto e ascoltato.
Mi dispiace solo di essere arrivata ad odiare ogni persona non-vedente, perchè come lui hanno tutte quello strano modo di annusare l'aria e di muoversi, mi fanno davvero venire il voltastomaco, proprio io che di solito sono molto compassionevole e aiuto le persone in difficoltà.
Cosa ci sarebbe da indagare, e pure parecchio, su quella esperienza? Non so cosa lei voglia insinuare, ma proprio non ne ho colpa, neanche un pochino.
Si, credo anch'io che sarebbe fuori luogo scrivere una lettera ai poveri familiari, ma c'è chi farebbe di peggio al mio posto. Ognuno si vendica come può, o meglio, ognuno dà voce al proprio dolore come può, giacchè non è sempre possibile perdonare (specie quando la gente sa che hai dei problemi, ma nessuno sa quello che è davvero successo, tranne alcuni psicologi sparsi per l'Italia).
Ho già avuto una psicologa come lei, passavamo il tempo a litigare, lei diceva A e io dicevo B, una specie di battaglia per decretare la vincitrice, comunque credo che sarei molto più a mio agio con tutti gli altri che mi hanno risposto, visto che la pensano come me. Avrò pure un'autostima sotto ai piedi, ma non ho mai avuto paura di andare controcorrente pur di far valere i miei sani principi, tant'è che son spesso rimasta sola; credo che la sua risposta sia davvero controcorrente, non so chi nei miei panni verrebbe da lei a spendere i propri denari per farsi aiutare. Per nostra fortuna, ci si può ancora esprimere liberamente, nei limiti della decenza.
Ringrazio di nuovo tutti per le numerose risposte. Buonasera

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5 OTT 2015

Buonasera Lory. Posso solo immaginare cosa abbia provato in quei momenti da bambina abusata da ciò che scrive percepisco come questa ferita sia molto profonda da elaborare. Un abuso non si cancella, ma, pian piano, con fatica si può imparare a farci i conti. Borgna, un grande psichiatra, sostiene che l'anima non guarisce mai del tutto, ma che in essa rimane sempre un'ombra. E ciò che penso anche io: è solo quando quest'ombra sarà integrata con la nostra luce, potremo trovare un po' di pace. Le scrivo questo, perché nonostante la conosco solo attraverso delle parole scritte, percepisco molta e comprensibile rabbia e, forse, è proprio da questa rabbia che è scaturita la volontà di scrivere una lettera. Si chiede se è un gesto insensato. Io mi chiederei, senza giudizio ma con profonda empatia, se è servito o meno a lenire il suo dolore.
Cordiali saluti
Dott.ssa Francesca Carubbi

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4 OTT 2015

Buonasera Lory, purtroppo la vendetta (calda o fredda) non le servirebbe praticamente a niente, rispetto ai suoi vissuti emotivi che sono ancora molto vividi. Il problema, credo, sia stato, oltre all'evento traumatico in sé, anche il fatto che, in seguito, non abbia trovato modo o qualcuno che la facesse sentire protetta ed al sicuro. E, soprattutto, non "sporca". Dico questo (ma non so se sia il suo caso), perché, nella mia esperienza con pazienti che avevano subito traumi simili, uno dei vissuti era proprio questo: la sporcizia di un evento che non andava via. Credo che, dopo questo post (non so se ne abbia mandati altri, in passato o anche ora, a siti simili a questo), tuttavia, stia prendendo maggiore coscienza del fatto che debba trovare lo specialista "giusto", con il quale entrare in un contatto relazionale-terapeutico molto profondo per poter riaccedere al contesto di quell'evento e, finalmente, liberarsene. Il fatto di tornare a quei momenti, non lo intendo in modo freudiano, ovvero catartico (lo dico in modo grossolano in quanto non è il contesto per una lezione storico-psicologica), ma nel senso di scoprire emozioni nuove che non ha mai considerato in quanto, giustamente, il suo sistema ha pensato, primariamente, a difendersi, dunque evitare anche il ricordo, per quanto possibile (tranne quando ne ha parlato con altri specialisti, mi sembra di aver capito). Quindi il trovare, ripeto, un contesto psicoterapeutico accogliente, dove non si senta giudicata (vittimizzazione secondaria), dove possa gestire affettivamente la terapia con i suoi tempi, dove il terapeuta sia esperto ed abbia già affrontato tematiche simili, e, infine, dove possa trovare un'altra persona con cui sincronizzarsi affettivamente e sentirsi di poter parlare, vivere, emozionarsi, ri-costruire, etc., credo sia la cura (non trovo altro termine, visto che non mi piace molto, e me ne scuso) migliore. In ogni caso, le consiglio di "fare", ovvero riprendere affettivamente, non solo cognitivamente, la propria vita nelle sue mani. E quello di cui ho parlato prima potrebbe essere un primo passo (forse i colleghi che ha consultato in precedenza non potevano fare di più in quanto lei ancora non era pronta). Probabilmente adesso lo è.
In bocca al lupo,
dott. Massimo Bedetti,
Psicologo/Psicoterapeuta Costruttivista Postrazionalista-Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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3 OTT 2015

Gentile Signorina, l'esperienza da Le subita è una delle peggiori che possano capitare.
Purtroppo il passato, come diceva Jung, non può essere cancellato ma solo superato.
Se ora Lei attua il Suo proposito di scrivere una lettera, di fatto, alla moglie di quel signore, perpetua e mantiene vivi i sentimenti che Lei ben descrive e che sono causa della Sua infelicità. Gli abusi sessuali in età precoce sono tremendi. Ed è molto difficile riuscire a lasciarseli alle spalle senza l'aiuto di un bravo psicologo. Le suggerirei di intrapprendere un percorso di elaborazione e liberazione dalle sofferenze che ancora Le impediscono di vivere una vita felice con l'aiuto di un bravo psicoterapeuta. Con viva simpatia. Dr. Marco Tartari

Dott. Marco Tartari Psicologo a Roatto

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3 OTT 2015

Cara Lory,
nonostante il tempo trascorso e gli aiuti che dici di avere cercato, il ricordo di questo professore ti tormenta ancora, lasciandoti addosso una dolorosa ferita che non riesci a rimarginare. Sembri in cerca di vendetta e giustizia. Sei sinceramente convinta che scrivere la lettera potrà alleviare il tuo dolore e la tua sofferenza? O più realisticamente causerà ulteriore scompiglio, dolore e sofferenza? Perdonare non significa dimenticare il male che ci è stato fatto, né negare le responsabilità dell'altro persona, ma lasciar andare l'odio, il rancore e il risentimento.. È un regalo che facciamo a noi stessi, affinché le cicatrici non brucino più.
Dott.ssa Eva Bonfanti
Psicologa e mediatrice familiare
Cislago (Va)

Dott.ssa Eva Bonfanti Psicologo a Cislago

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3 OTT 2015

Buonasera Lory. Posso solo immaginare l'orrore e il dolore che ha provato e che prova tutt'ora ed, allo stesso tempo, percepisco da ciò che scrive tanta comprensibile rabbia. Borgna, un grande psichiatra sostiene che l'anima non può guarire mai del tutto, ma che in essa rimane sempre un'ombra. E se questa ombra non viene integrata nella propria esistenza, rimarrà lì a macinare continuo dolore: un abuso non si dimentica, ma si può imparare, pian piano e con pazienza, a farci i conti ad accettarne la profonda sofferenza, con compassione per se stessi. Chiede se scrivere la lettera sia stato o meno un gesto insensato. Io mi chiederei, senza giudizio ma con empatia, se è servito o meno a lenire il dolore e la comprensibile rabbia per l'ingiustizia che ha vissuto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Francesca Carubbi

Anonimo-125150 Psicologo a Fano

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3 OTT 2015

Cara Lory,
le consiglio di consultare il sito dell'associazione EMDR ITALIA, troverà psicoterapeuti specializzati nel trattare l'abuso infantile. Così potrà lasciare andare il risentimento e il desiderio di vendetta che la tengono prigioniera e non le permettono di vivere una vita serena! Durante il percorso terapeutico potrà farsi anche accompagnare nella scrittura della lettera, che può essere un atto liberatorio, la scrittura ci aiuta a fare chiarezza e viene usata da noi psicologi in consulenza, come atto terapeutico, non vendicativo!
Un sincero augurio, rimango a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Silvia Orso - Udine

Studio Silvia Orso Psicologo a Udine

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3 OTT 2015

Leggendo la sua richiesta si sente benissimo il grande dolore che si porta dentro e che l'ha accompagnata finora. Quando scrive di volersi vendicare, è assolutamente comprensibile: quando qualcuno ci fa un torto, ma non chiede scusa e non riconosce i suoi sbagli, viene a mancare il senso di giustizia, quello che lei sta chiedendo. Forse per anni ha cercato giustizia ma non ci è riuscita a causa del dolore che porta dentro. La vendetta purtroppo non l'aiuterà, se non finalmente la ricerca della sincerità. Non so se interpreto male io, ma mi sembra che lei da bambina non si sia confidata con nessuno, visto che non è stata protetta per anni. Mi chiedo come mai nessuno si sia reso conto e perché lei non si è fidata. Probabilmente si sente anche in colpa e prova tanta rabbia. Per liberarsi da tutte queste emozioni negative che ha cercato di allontanare da se per anni, può soltanto trovare uno spazio protetto in cui parlare, esprimersi, vivere tutto questo. un caro saluto,
Dott.ssa Roberta Schiazza
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3 OTT 2015

Salve Lory,
mi chiedo come tu possa aver sopportato le 'molestie' di quell'individuo per anni data la sua situazione di non vedente e la tua possibilità di scelta nel sospendere le lezioni. Ora, dopo tanti anni, attribuisci la responsabilità della causa dei tuoi mali a quella esperienza sulla quale ci sarebbe parecchio da indagare in un contesto psicoterapico seriamente impostato. La meschina rivalsa di colpire i familiari di quel tizio è completamente fuori luogo e veramente insensata. Augurare la morte a lui nel senso di farlo morire dentro di te, è l'unica soluzione, ma per questo hai bisogno di un supporto psicologico di persona. Se ti interessa approfondire e chiarire meglio quello che io intendo dire, puoi contattarmi. Un caro saluto
Dott.ssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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2 OTT 2015

Gentilissima Lory comprendo bene quando dolore le abbia causato questo uomo. Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta esperto in terapia E.M.D.R. della sua zona per affrontare definitivamente questo abuso che ha così pesantemente influito sulla sua vita. Tale tecnica è molto efficace in situazioni come queste.
Per quanto riguarda la lettera è una scelta personale, ma come le ha già suggerito la collega valuti bene le conseguenze di un atto che inevitabilmente colpirebbe altre persone che almeno sulla carta non hanno "colpe". Credo che la sua migliore rivincita sia quella di riprendere in mano la sua vita.

Un caro saluto
Paola Bonazzi

Bonazzi Dott.ssa Paola Laura Psicologo a Landriano

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2 OTT 2015

Cara Lory,
gli abusi infantili possono lasciare delle tracce profonde nella psiche di chi li ha subiti e lei ne è l'esempio. Dopo tanti anni ancora le causano emozioni forti e voglia di "vendetta", tant'è che ha deciso di scrivere al suo maestro di pianoforte una lettera i cui toni, credo, saranno di odio e di accuse. Non posso dirle se sia una buona idea o solo un modo, per lei, di reagire a quegli abusi ora, invece che vent'anni fa, con la differenza che adesso a soffrirne sarà anche la famiglia del suo abusante. Valuti bene le conseguenze della sua lettera e mi auguro che lei intraprenda un percorso psicoterapico che le permetta di trovare la serenità che merita. In bocca al lupo
Dott.ssa Carla Francesca Carcione

Dott.ssa Carla Francesca Carcione Psicologo a Capo d'Orlando

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