Salve a tutti,
da mesi mi trovo in una situazione di difficoltà in ambito universitario (studente di medicina V anno con un annetto di esami arretrati). Accuso molto la pressione sociale e soprattutto familiare nei confronti di una situazione che avverto come mia, nonostante loro continuino a ripetere che è un percorso anche loro e che eventuali successi e/o fallimenti sarebbero conseguentemente anche loro. Mia madre e mio padre pensano io abbia bisogno semplicemente di un doposcuola universitario e mi trovo a doverli convincere su che tipo di aiuto io senta il bisogno anche quando dopo mesi ho deciso di aprirmi a loro e riconoscere ufficialmente questo bisogno. In Inoltre, tutto ciò si accompagna con una costante, e lentamente in aumento, demotivazione sul piano personale, nonché didattico. Ho tante difficoltà con gli esami che meno mi piacciono, trascorro le giornate distraendomi con qualunque cosa invece di concentrarmi e evitare di rallentarmi ulteriormente. Ho difficoltà a impormi scadenze, ho spesso ansia nel momento in cui penso all'esame e nel momento in cui mi siedo dinanzi ai prof. Accuso anche l'ansia di fallire. Spesso questo peggiora notevolmente la mia performance anche quando la preparazione è buona. Sento diversi aspetti universitari e personali scapparmi di mano. Ho pensato diverse volte di soffrire di sindrome di burnout (leggendo un pò su internet) ma non mi permetto di fare alcuna autodiagnosi, non essendo del campo. Socialmente, ho paura di concedermi del tempo libero perché sento che non posso permettermelo e so che questo non fa altro che peggiorare le cose. A volte mi sono sentito un po' alienato. Spesso mi dedico troppo intensamente a qualche interesse/frequentazione/amicizia e ho rischiato di trascurare seriamente alcune persone importanti della mia vita, nonché il mio partner (con il quale ci sono diverse diatribe aperte circa dubbi su orientamenti sessuali e relazioni aperte). Cerco qualche specialista che mi sappia consigliare che tipo di percorso io debba intraprendere. Ho provato a leggere sul web e a chiedere ad amici che studiano psicologia ma non me la sento di intraprendere questa ricerca da solo senza il consiglio di un professionista.
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
22 MAR 2023
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Caro Nickname, grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza.
Dal tuo racconto sembra emergere una grande difficoltà legata ad un vissuto ansioso, che non ti permette di affrontare lo studio e le relazioni come desideri e che, in qualche modo, ti sta bloccando.
Sento la pressione che ci racconti, probabilmente il risultato di un iper coinvolgimento dei tuoi genitori, che sentono forse il tuo percorso di vita come un’appendice della propria. È infatti molto diverso essere genitori supportivi e sostenere il proprio figlio nei successi e negli insuccessi, rispetto al creare la fantasia che un proprio fallimento non è circoscritto a quell’esame andato male ma si allarga e si generalizza andando a colpire quello che è l’orgoglio e le aspettative che la tua famiglia ripone in te. Posso immaginare quanto, con questa consapevolezza, possa essere pesante affrontare un esame, ma anche il semplice studio: tutto ciò che fai si carica non solo della fisiologica ansia da prestazione, ma anche di un vissuto amplificato legato al timore di non essere abbastanza, di deludere le aspettative degli altri e di non essere all’altezza di standard imposti dall’esterno.
Probabilmente sarebbe utile per te lavorare sul legame che hai con la tua famiglia, per cercare di sganciarti da queste aspettative e concentrarti esclusivamente su ciò che fai per te.
Anche ciò che ci racconti su come vivi il tempo libero, quasi come se fosse tempo perso, mi fa pensare al timore di deludere le persone che ti circondano e al bisogno che senti di essere sempre prestante, senza mai riposare.
Per quanto riguarda infine i dubbi che ci racconti circa la relazione con il tuo partner, credo ci siano troppe poche informazioni per aiutarti, sarebbe bello approfondire meglio la tematica.
Infine, mi sento di restituirti che ad oggi le psicoterapie in termini di risultati sono assolutamente paragonabili, non esiste un approccio migliore di un altro, quanto piuttosto esiste un professionista più adatto alla tua persona.
Ti consiglio nella tua scelta di ascoltare poco la testa e molto la pancia, scegli un professionista che ti ispira sicurezza, fiducia, dolcezza (qualsiasi cosa tu possa pensare di aver bisogno in questo momento - potrebbe anche essere un importante spunto da cui partire in terapia) e, magari, se non vuoi buttarti subito in una psicoterapia, potresti anche pensare di cominciare un percorso di sostegno psicologico che sappia indirizzarti meglio. Potresti scoprire di non aver affatto bisogno di una psicoterapia, ma solamente di uno spazio tuo personale all’interno del quale dare voce ai tuoi pensieri, affidando i tuoi timori nelle mani di qualcuno che li vede e che ti ascolta davvero.
Spero di esserti stata di aiuto e rimango a disposizione per qualsiasi cosa,
Un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa
6 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve, immagino come si senta in questa situazione di pressioni che ben descrive come alienante.
Sentire che i propri successi o fallimenti rappresentano di fatto anche il successo o il fallimento dei propri genitori non dev'essere facile ma piuttosto opprimente e temo rischi di diventare un qualcosa che le toglie il piacere dell'esperienza e la possibilità di scegliere sentendo che le appartiene.
Premesso che ogni terapia é valida se alla base c'è una buona alleanza terapeutica, in questo caso specifico mi permetto di consigliare una terapia ad orientamento sistemico relazionale, o in generale un orientamento focalizzato sulla relazione poiché al di là del tema centrale dell'università mi sembra che il perno costante sia la relazione tra lei e gli altri.
In bocca al lupo
22 MAR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Ciao,
La psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale si basa sull'assunto che ciò che diciamo a noi stessi, ciò che pensiamo influenzi il nostro comportamento ed il nostro stato emotivo. Questo approccio potrebbe aiutarti nel ridefinire i tuoi obiettivi e i tuoi bisogni e a comprendere meglio come si generino processi che portano a lungo andare alla procrastinazione e all'evitamento. Leggendo le tue parole mi sembra di capire che la frustrazione sperimentata si ripercuota su molte aree della tua vita. Prima di indirizzarti verso un intervento piuttosto che un altro sarebbe anche utile l'utilizzo dei test e un colloquio clinico.
Spero di esserti stata d'aiuto.
Ricevo su Pescara e sono disponibile anche per terapie online.
Dr.ssa Livia Costa
22 MAR 2023
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno caro,
sembra proprio che nella sua vita attuale sia tutto molto faticoso tra impegni universitari, decisioni e relazioni.
Quello che mi sento di consigliarle è di scegliere un percorso di psicoterapia adatto a lei sulle basi di i primi colloqui che si possono fare. Come nella vita anche in terapia ci si sceglie reciprocamente.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e dubbio.
Dott.ssa Cecilia Cicchetti
21 MAR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buonasera
penso che per la tua ansia ti sarebbe utile il Training autogeno che è una tecnica che serve per l'ansia e la MIndfulness per imparare
a vedere le cose al qui ed ora , a controllare lo stress .Ad avere più attenzione, concentrazione e memoria. In quanto vi è una unione tra corpo e mente.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
21 MAR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Nickname,
Spesso gli studenti avvertono questo tipo di difficoltà durante la loro carriera universitaria. La manifestazione è quella dell’ incapacità anche solo di leggere, concentrarsi, comprendere, focalizzare, l’ attenzione sul materiale di studio. A questo livello di blocco lo studente è totalmente incapace di concentrarsi, soprattutto nelle ore di studio individuale: lo studente può passare ore giorni, settimane, mesi di immobilismo. L’ attenzione, la capacità di concentrazione, le risorse cognitive e motivazionali sono completamente soggiogate: lo studente vorrebbe studiare, ma appena si mette sopra il libro si blocca. E tutto ciò si ripercuote anche sul senso di auto-efficacia. Infatti lei ha parlato di demotivazione personale, che chiaramente si ripercuote sul piano didattico, distrazione, evitamento, mancata organizzazione ed ansia di fallire.
Per questo le varie esigenze che ha espresso possono essere conciliabili in un'unica via: un percorso di orientamento personale con il supporto di uno psicologo.
Spero di esserle stata utile e resto a sua completa disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca
21 MAR 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Nickname,
Dal tuo racconto mi è passato fortissimo questo “affanno” del dover fare che inevitabilmente porta a distrarsi e di conseguenza sentirsi inadeguato alla vita.
Il percorso psicoterapeutico è un ottimo strumento ma l’importante è la relazione che si instaura con il terapeuta…prova puoi sempre cambiare se non ti trovi a tuo agio! Ti auguro il meglio dalla vita e se vuoi sono a disposizione online.
21 MAR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
mi sento di rassicurarla rispetto al fatto che si trova in una situazione di transizione e di crisi dunque di opportunità. Le situazioni e gli eventi che le stanno accadendo in questo periodo le permettono di entrare in risonanza e di poter vedere parti di lei e della sua storia personale in modo tale da poterle accettare e integrare. Sta attraversando una fase di scoperta di Sè e differenziazione tra ciò che è lei e che vuole nella sua vita e le voci intorno a lei che rappresentano fonte di giudizio e alimentano un certo senso di inadeguatezza.
Può scegliere il percorso che meglio risuona con lei. Esistono diversi orientamenti e sono tutti validi. Segua l'intuito anche in base alle risposte che riceve qui o da altri terapeuti.
21 MAR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Nickname, gli orientamenti psicoterapici sono diversi e ciascuno offre un punto di vista (o più per gli approcci integrati) sull'approccio alla persona, alle sue difficoltà e alle sue risorse. L'aspetto più importante ed efficace, comune a tutti, risulta essere l'alleanza terapeutica che si instaura tra paziente e terapeuta. Se il suo bisogno è legato ad affrontare il sintomo (ansia e motivazione) gli approcci cognitivo-comportamentali e strategici risultano essere più efficaci nel breve periodo. Nella sua domanda mi sembra di cogliere degli aspetti genitoriali 'intrusivi' rispetto al suo individuarsi (...), delle difficoltà relazionali che, a cascata, sembrano interferire con le sue scelte e comportamenti. Ne colgo la complessità e la pervasività. Queste piattaforme offrono la possibilità di orientarsi nella scelta...l'incontro (on line od in presenza) con il/la professionista permette di decidere ciò che è meglio per sé. Un caro saluto. Maria dr. Zaupa
21 MAR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile,
La scelta di un percorso terapeutico è molto soggettivo e dipende dalla modalità in cui vogliamo affrontare ciò che sentiamo e proviamo per avere un maggiore benessere, una maggiore tranquillità nella nostra vita. Vi sono degli orientamenti che si concentrano maggiormente sul qui e ora, andando ad utilizzare delle strategie che possono consentire di agire sul sintomo che ci crea disagio; altre, invece, vanno più in profondità, guidandoci nella elaborazione di ciò che è alla radice del sintomo, per portare la persona ad una maggiore consapevolezza di sé e del proprio mondo interno, al fine di stimolare il riconoscimento anche delle proprie risorse, necessarie per un buon adattamento all'ambiente. Ogni terapia è efficace, e molto dipende dal modo in cui ci sentiamo con il nostro terapeuta all'interno dello spazio psicologico.
Cerchi di capire cosa desidera lei per sé stesso e si fidi di ciò che sente.
È coraggioso da parte sua voler comprendere e superare ciò che l'attanaglia.
Buona fortuna!
Dr.ssa Amanda D'Ambra.
21 MAR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Caro.
tra le righe di queste precise e puntuali parole mi sembra di intravedere il volto stanco e agitato di un giovane uomo in balìa di turbolenze esterne che, inevitabilmente creano una tensione (non meno frustrante) interna. Il percorso professionale da te intrapreso è già oggettivamente complesso e sfidante per tutto ciò che comporta questa sfera disciplinare, certo che se si aggiungono anche le aspettative delle persone a noi significative e l'asprezza del nostro IO- Autocritico.. il peso da sostenere diviene ingestibile. Alla luce di tutto ciò, mi sento di rispondere alla tua richiesta consigliandoti di interfacciarti con uno specialista empatico e gentile che, nello spazio intimo e protetto della relazione terapeutica, ti aiuti ad esplorare queste dinamiche profonde offrendoti la connessione esistenziale di condivisione umana e professionale. Per mia inclinazione ti direi che un terapeuta umanistico esistenziale fa al tuo caso, ma credo sia giusto tu faccia esperienza diretta del percorso più adatto alla tua persona.
Io resto quì, a te disponibile anche online.
Ti abbraccio, un caro saluto.
Dott.ssa G. Clarissa