confronto con gli altri e invidia

Inviata da Azzurra · 6 mar 2018 Relazioni sociali

Soffro molto nel vedere le mie amiche di lunga data, che alla soglia dei trent' anni hanno trovato un lavoro gratificante e si sposano/convivono. Io non posso farlo perchè ancora non ho avuto l' opportunità di un lavoro retribuito e ogni mio tentativo di intraprendere attività di libera professione non è andato a buon fine. Questo mi blocca in una situazione di ansia da quando ho terminato l' università tre anni fa e al momento sono molto sfiduciata. Oltre alla frustrazione di sentirmi una fallita, provo un grande senso di colpa per non condividere davvero la loro gioia e non essere per niente una buona amica, dal momento che provo invidia e rabbia nei loro confronti.

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Miglior risposta 7 MAR 2018

Buongiorno Azzurra,

nel tuo commento leggo emozioni ben definite: sfiducia, frustrazione, senso di fallimento, colpa, invidia, rabbia.

Tutto queste emozioni come sono visibili, se lo sono, a te e agli altri? Che cosa ti fanno pensare e fare?

Oltre a questo, attira la mia attenzione il blocco che hai a livello professionale. Che cause li attribuisci?

Spero di averti offerto degli spunti di riflessione, che ti possano accompagnare nel trovare strategie per uscire da questa condizione.

Un caro saluto
Dott.ssa Daniela Zacchi
Garlasco (PV), Pavia e online

Dottoressa Daniela Zacchi Psicologo a Garlasco

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8 MAR 2018

Gentile Azzurra,
quello che prova nella sua situazione è comprensibile e anche molto comune.
E' piuttosto naturale confrontarsi con gli altri, ma è vero che in un momento di difficoltà, questo confronto può suscitare emozioni contrastanti.
Da una parte la frustrazione, il senso di sfiducia verso il futuro e dall'altra l'invidia e il senso di ingiustizia.
Per fortuna qualcosa può fare: focalizzarsi su di sé.
Sembra banale, ma in un momento come questo è fondamentale rivolgere la sua attenzione su di sé per utilizzare tutta la sua energia in modo costruttivo.
Ci sono sicuramente ancora alcune cose (non perché non abbia fatto abbastanza, ma perché tutti noi tendiamo a guardare le cose sempre dallo stesso angolo) che può fare per provare a realizzarsi professionalmente e a prendersi cura di sé stessa.
Vedrà che nel momento in cui sentirà di fare qualcosa di concreto, di investire, di impegnarsi in questo senso diminuirà anche il senso di irritazione e invidia che prova nei confronti delle sue amiche.
Sentirsi bloccate, braccate, prive di scelta aumenta il senso di impotenza e frustrazione e modifica la percezione di quello che è intorno a noi.
Agire, ci fa sentire invece meglio, perché ci dà una possibilità.
Valuti la possibilità di un percorso di accompagnamento alla professione (consulenza di carriera) oltre che personale.
Se desidera maggiori informazioni mi contatti. Sarà un piacere poterla aiutare.

Dr. Elena De Franeceschi

Dr. Elena De Franceschi Psicologo a Aosta

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8 MAR 2018

Cara Azzurra, la fine del percorso di studi può rendere insicuri e inconsapevoli su cosa aspettarsi dal futuro.Dovrebbe chiedersi innanzitutto cosa vuole raggiungere, quale lavoro intraprendere, come mai si trova ad essere ferma anche dal punto di vista sentimentale.

Dott.ssa Rossana Curatolo Psicologo a Pogliano Milanese

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7 MAR 2018

Gentile Azzurra,
Lei prova sentimenti negativi verso le amiche che si sono realizzate in qualche modo. L’invidia è un sentimento comune quando desideriamo ciò che non riusciamo ad ottenere. Provi di assumere tuttavia un ruolo attivo perseverando alla ricerca di una occupazione o di altre opportunità cambiando prospettiva. Qualche corso di perfezionamento o di aggiornamento potrebbe esserle utile.
Resto a disposizione
Dott.ssa Donatella Costa

Studio Psicologia e Benessere Psicologo a Rezzato

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7 MAR 2018

Gentile Azzurra,
il problema della difficoltà a trovare lavoro probabilmente la deprime e le rende doloroso il confronto con le sue amiche.
Tuttavia, anzichè scegliere di coltivare sterilmente invidia e rabbia, lei potrebbe avvicinarsi di più a loro per apprendere ed imitare eventuali comportamenti e qualità positive e magari chiedere anche delle dritte per raggiungere obbiettivi analoghi.
Inoltre, dal momento che nulla si ottiene senza sacrificio e spirito di iniziativa e finchè le cose non cambieranno, se l'esigenza di realizzazione lavorativa è forte ed inderogabile, si può prendere in considerazione l'idea di andare a cercare lavoro dove vi è più possibilità come anche moltissimi giovani oggi fanno.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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7 MAR 2018

Cara Azzurra, il dato di realtà purtroppo è che viviamo in una società basata sul confronto. Un recruiter prima di scegliere il candidato più idoneo per una posizione di lavoro, confronta più cv, un utente quando ha bisogno di un servizio sceglie il più conveniente a fronte delle sue priorità (economiche, qualitative etc..). Il confrontarsi dunque con altre persone è una cosa che capita ai più e anzi non c'è nulla di male: in certi contesti è stimolante e allarga gli orizzonti. Ampliando il confronto alla questione esistenziale del percorso ideale di vita(un tema molto profondo e attuale per queste generazioni) , ci hanno instillato l'idea che esista un binario unico da seguire (scuola, università, successo lavorativo, famiglia, figli), di conseguenza, confrontandosi con questo modello chi non segue questo binario, ma devia, si sente diverso dagli altri, sbagliato, si sente di desiderare quello che gli altri hanno e lui non ha, per la sicurezza che deriva dal conformarsi a un qualcosa che i più fanno... sarà quindi senz'altro la cosa giusta, si pensa!!! e se io non riesco a seguire quel binario "giusto", mi sento diversa e mi sento fallita o da meno. Dici di soffrire vedendo le tue amiche che hanno seguito questo “giusto” binario inculcatoci (da qualcuno esterno da noi) come quello giusto. Le tue amiche senz’altro sono state molto “brave” ad adeguarsi e adattarsi a questo binario e sono felici per aver realizzato quello che la società ci fa percepire la strada giusta per essere felici. Se sono felici così, meglio per loro, sperando che lo possano sempre essere. Tu ora non ti senti altrettanto felice, per come è andato il tuo lavoro dopo la laurea. Ci sono tantissime condizioni che influiscono sulla possibilità di lavorare e purtroppo non dipende solo da noi, dipende anche da noi. Non dipendendo solo da noi e dalla nostra capacità, non c’è bisogno di sentirsi falliti, anzi. Forse e dico forse, la tua esperienza di libera professionista non è andata bene perché nel tuo caso dentro di te c’è qualcosa che spinge verso altro, non per forza fare il lavoro per cui si è studiato(che spesso nella realtà si presenta molto diverso da quello che c’eravamo immaginati e ci sta stretto), seguendo quel giusto binario. Ci hai mai pensato? Seguire il binario è la cosa più semplice e conformista da fare, deviare, sebbene all’inizio faccia soffrire perché ci si discosta dalla massa è indice di grande forza e unicità; a te la vita sta aprendo nuove frontiere per guardare al di là di questo, una vita non già scritta, qualcosa di meno piatto e prevedibile probabilmente, solo che ora ancora non le vedi e l’unica cosa che vedi è non essere riuscita a fare quello per cui hai studiato e che tutti fanno. Indaga dentro di te, meglio se con l’aiuto di qualcuno, hai un’ottima introspezione perché sei consapevole di emozioni che provi e non è da tutti. L’ansia è la paura anticipatoria di un pericolo, qual è il pericolo che temi? Essere diversa ma allo stesso tempo unica rispetto agli altri?, sbagliare se non segui un cammino precostituito?, essere in ritardo rispetto a un tempo scandito da qualcosa di esterno da noi? Tu ora sei molto concentrata sulla tua sofferenza, su te stessa e non riesci a godere della gioia delle tue amiche. Non è una colpa, né vuole dire non essere una buona amica, sei autentica rispetto alle tue emozioni, vera. Secondo te, se una persona in guerra sta sanguinando si deve sentire in colpa se in quel momento è occupata a curare la sua ferita anziché gioire per i compagni che sono salvi? Quello che è importante capire con l’ausilio di un professionista è cosa vuoi veramente e se tu profondamente vuoi quello che dici di invidiare dalle tue amiche, dato che la vita ti sta portando in un’altra direzione per ora, da te non prevista e fonte di incertezza e ansia, ma magari piena di colori che tu ora non puoi nemmeno immaginare. Dai momenti più difficili nascono grandi cose. E non è una frase fatta. Spero di esserti stata d’aiuto. Un caro saluto,
Dott.ssa Elisa Priori

Dott.ssa Elisa Priori Psicologo a Ravenna

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7 MAR 2018

Gentile Azzurra,
da quello che scrive è possibile evincere come il confronto con le sue amiche, e le differenti posizioni e gratificazioni raggiunte, siano in questo momento dei fattori che concentrano in particolar modo i suoi pensieri, causandole uno stato di disagio che la porta a mettere in discussione la sua persona dal punto di vista personale e relazionale. Ogni storia di vita presenta delle peculiarità uniche, e quindi, non è semplice confrontare il proprio percorso con quello di nostri amici e coetanei o con quello che dovrebbe essere uno “standard” a cui adattarsi o adempiere. Se in questo momento sente di aver bisogno di un aiuto ed un sostegno, si rivolga ad uno Psicoterapeuta della sua zona con cui poter iniziare un lavoro sulla sua persona che le permetta di ristrutturarsi nel modo a lei più funzionale. Anziché perseverare nel pensiero che la porta al confronto con le sue amiche causandole invidia e rabbia, investa le sue energie e risorse sulla sua persona e rimanga aperta ad un confronto che sia però utile e stimolante.

Cordialmente,
Dott. Colamonico Damiano

Dott. Damiano Colamonico Psicologo a Torino

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7 MAR 2018

“prima mi laureo, poi mi sposo, poi compro casa, faccio due figli…”. Sono necessari questi programmi di vita? sono un segno di forza di volontà? Tutt’altro. Così la vita finisce per somigliare a una lista della spesa e la propria avventura nel mondo, che è unica, si trasforma nel tragitto che fanno tutti, qualcosa di sicuro ma non tuo. E produce disistima: “mi sento inferiore perché non lavoro ancora”. Se non riusciamo a rispettare queste mete ci sentiamo in colpa, falliti, pensiamo di non andare bene. Ma bene per chi? Per il mondo? O per quella energia profonda che scorre in noi senza che possiamo controllarla, che orienta i nostri gusti, i nostri desideri, che ci manda passioni, emozioni, sogni, che ci fa rinascere ogni mattino? Ecco, non dobbiamo “andare bene per qualcuno”, dobbiamo “rinascere”. Le persone che si tormentano con scadenze e obiettivi dovrebbero chiedersi “oggi quanto sono rinata? Che spazio ho dato a ciò che mi fa stare bene?”. Non chiederti a che punto del viaggio sei arrivata, se sei abbastanza avanti o troppo indietro. Il viaggio sei tu.

Dott.ssa Chiara Pica Psicologo a Grosseto

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