7 MAR 2018
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Cara Azzurra, il dato di realtà purtroppo è che viviamo in una società basata sul confronto. Un recruiter prima di scegliere il candidato più idoneo per una posizione di lavoro, confronta più cv, un utente quando ha bisogno di un servizio sceglie il più conveniente a fronte delle sue priorità (economiche, qualitative etc..). Il confrontarsi dunque con altre persone è una cosa che capita ai più e anzi non c'è nulla di male: in certi contesti è stimolante e allarga gli orizzonti. Ampliando il confronto alla questione esistenziale del percorso ideale di vita(un tema molto profondo e attuale per queste generazioni) , ci hanno instillato l'idea che esista un binario unico da seguire (scuola, università, successo lavorativo, famiglia, figli), di conseguenza, confrontandosi con questo modello chi non segue questo binario, ma devia, si sente diverso dagli altri, sbagliato, si sente di desiderare quello che gli altri hanno e lui non ha, per la sicurezza che deriva dal conformarsi a un qualcosa che i più fanno... sarà quindi senz'altro la cosa giusta, si pensa!!! e se io non riesco a seguire quel binario "giusto", mi sento diversa e mi sento fallita o da meno. Dici di soffrire vedendo le tue amiche che hanno seguito questo “giusto” binario inculcatoci (da qualcuno esterno da noi) come quello giusto. Le tue amiche senz’altro sono state molto “brave” ad adeguarsi e adattarsi a questo binario e sono felici per aver realizzato quello che la società ci fa percepire la strada giusta per essere felici. Se sono felici così, meglio per loro, sperando che lo possano sempre essere. Tu ora non ti senti altrettanto felice, per come è andato il tuo lavoro dopo la laurea. Ci sono tantissime condizioni che influiscono sulla possibilità di lavorare e purtroppo non dipende solo da noi, dipende anche da noi. Non dipendendo solo da noi e dalla nostra capacità, non c’è bisogno di sentirsi falliti, anzi. Forse e dico forse, la tua esperienza di libera professionista non è andata bene perché nel tuo caso dentro di te c’è qualcosa che spinge verso altro, non per forza fare il lavoro per cui si è studiato(che spesso nella realtà si presenta molto diverso da quello che c’eravamo immaginati e ci sta stretto), seguendo quel giusto binario. Ci hai mai pensato? Seguire il binario è la cosa più semplice e conformista da fare, deviare, sebbene all’inizio faccia soffrire perché ci si discosta dalla massa è indice di grande forza e unicità; a te la vita sta aprendo nuove frontiere per guardare al di là di questo, una vita non già scritta, qualcosa di meno piatto e prevedibile probabilmente, solo che ora ancora non le vedi e l’unica cosa che vedi è non essere riuscita a fare quello per cui hai studiato e che tutti fanno. Indaga dentro di te, meglio se con l’aiuto di qualcuno, hai un’ottima introspezione perché sei consapevole di emozioni che provi e non è da tutti. L’ansia è la paura anticipatoria di un pericolo, qual è il pericolo che temi? Essere diversa ma allo stesso tempo unica rispetto agli altri?, sbagliare se non segui un cammino precostituito?, essere in ritardo rispetto a un tempo scandito da qualcosa di esterno da noi? Tu ora sei molto concentrata sulla tua sofferenza, su te stessa e non riesci a godere della gioia delle tue amiche. Non è una colpa, né vuole dire non essere una buona amica, sei autentica rispetto alle tue emozioni, vera. Secondo te, se una persona in guerra sta sanguinando si deve sentire in colpa se in quel momento è occupata a curare la sua ferita anziché gioire per i compagni che sono salvi? Quello che è importante capire con l’ausilio di un professionista è cosa vuoi veramente e se tu profondamente vuoi quello che dici di invidiare dalle tue amiche, dato che la vita ti sta portando in un’altra direzione per ora, da te non prevista e fonte di incertezza e ansia, ma magari piena di colori che tu ora non puoi nemmeno immaginare. Dai momenti più difficili nascono grandi cose. E non è una frase fatta. Spero di esserti stata d’aiuto. Un caro saluto,
Dott.ssa Elisa Priori