Conflitto padre-figlia

Inviata da henry_70 · 27 ott 2015 Terapia familiare

Buongiorno, mi trovo ormai da diversi mesi a vivere un conflitto con mia figlia adolescente di 14 anni.
A causa della mia poco presenza (impegni di lavoro) durante la sua infanzia, ha maturato nei confronti miei e di mia moglie una gelosia morbosa che la spinge sempre di più ad odiarmi e dirmi che devo andare via. Adesso ho molto più tempo da poter passare con lei, ma non ne vuole saper nulla. Spesso si inventa che guardo le altre donne e lo fa in presenza di mia moglie, mettendomi in cattiva luce con lei. Questo suo atteggiamento ha già messo in crisi il mio matrimonio in quanto mia moglie ha giurato a mia figlia di non aver mai più un rapporto con me ed infatti di questo si tratta. Io e mia moglie non abbiamo più una nostra intimità, ne una carezza ormai da diversi mesi. Io dormo nel letto di mia figlia e mia figlia invece dorme nel letto con mia moglie. Spesso quando mi vede avvicinare a mia moglie reagisce anche in modo violento, allontanandomi. Mia moglie per paura di perderla ha deciso di dedicare tutta la sua vita a lei occupando anche gli spazi che spetterebbero ad un padre. Io ho provato più volte ad affrontare il discorso con entrambe sia in presenza di mia moglie, che si ostina a non voler più parlare con me se non presente mia figlia. Ho provato a spiegare a mia moglie che dobbiamo seguire una linea congiunta, e che questa situazione invece affrontata singolarmente ci porta solo alla separazione della famiglia. Adesso la cosa più importante è recuperare il rapporto con mia figlia ma non ci riesco per la presenza anche ossessiva di mia moglie, ossessiva perché quando rientra da scuola abbracciandola e piangendo le dice che le è mancata. Non so proprio come posso recuperare il rapporto con mia figlia se mia moglie continua a sostituirsi in toto e non mi lascia spazi di alcun genere. Non so più cosa fare.

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Miglior risposta 29 OTT 2015

Gentile Henry,
esiste ormai una collusione forte, se non proprio una simbiosi madre-figlia, poichè entrambe si sono coalizzate contro di lei.
Penso che questa collusione non si sia realizzata soltanto per la sua assenza come padre durante l'infanzia di sua figlia (cosa di per sè pesante) quanto piuttosto per una cattiva relazione con sua moglie già in quegli anni poichè di sicuro sua moglie non ha mai valorizzato la sua figura agli occhi della figlia.
Dunque, per poter arrivare a recuperare con sua figlia, lei deve recuperare prima con sua moglie e la cosa non mi sembra affatto facile perchè ritengo che la disfunzione nella coppia coniugale sia iniziata negli anni dell'infanzia di sua figlia e sia ben radicata.
Lei ha già provato a far ragionare sua moglie proponendo anche un aiuto specialistico (meglio una psicoterapia familiare) ma senza essere ascoltato.
Penso che debba ancora e più volte riprovarci con buone argomentazioni nella speranza di essere preso in considerazione.
Per portare buone argomentazioni e per avere una guida potrebbe intanto chiedere un aiuto psicologico individuale.
Personalmente credo che se la cosa non si sblocca in tempi ragionevoli non le resta da fare altro che un atto strategico di forza o meglio di congruenza che potrebbe essere quello di chiedere a sua moglie se davvero vuole che lei si allontani anzichè recuperare la relazione coniugale.
Se la risposta dovesse essere di sì non le resta che "accontentare" la coppia simbiotica madre-figlia e trasferirsi altrove per un certo periodo di tempo nella speranza che la sua mancanza anche fisica crei qualche difficoltà che faccia riflettere e predisponga a rivedere certe posizioni.
In fondo lei ha già perso tutto quello che poteva perdere e dove non si riesce ad ottenere nulla con l'empatia si può solo provare con la congruenza.
Questo è il mio parere ma è preferibile che in tutto ciò lei si affidi ad un bravo collega e segua le sue indicazioni perchè è necessario prenderla in carico e conoscere più cose per darle i consigli migliori.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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3 NOV 2015

Salve Henry,
ho letto quanto scrive e mi sembra di comprendere che soffre molto ed è molto preoccupato per questa situazione. Immagino quanto per lei sia difficile vivere in questa situazione. Credo che si sia venuta a creare una forte alleanza tra sua moglie e sua figlia, i figli, soprattutto in fase adolescenziale, entrano in conflitto con uno dei due genitori o entrambi. I figli riproducono spesso ciò che sentono da uno dei due genitori e lo vivono come qualcosa di reale e intoccabile. Potrebbe essere utile per voi intraprendere una terapia familiare e elaborare alcune dinamiche che si sono venute a creare.
Certamente sarà importante avere la collaborazione di tutti i componenti della famiglia.
Viceversa sarà importante per lei lavorare sulla sua ansia e sulla sua adeguatezza genitoriale con un percorso individuale.
Mi può contattare per qualsiasi domanda o informazione.
Un caro saluto
Dott.ssa Eleonora Sellitto

Dott.ssa Eleonora Sellitto Psicologo a Roma

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3 NOV 2015

Caro Henry ,
La situazione, così come lei la racconta, mi sembra messa non in maniera ottimale ed è bene intervenire ,prima che le vostre dinamiche relazionali si cristallizzino in questo modo.
Con questo non voglio allarmarla , ma invitarla a prendere parte attiva in questa famiglia che sembra averla relegata in un angolino.
Si rivolga ad un terapeuta familiare nella sua zona e cercate tutti insieme di capire cosa sta accadendo , mettendo un po' d'ordine all 'interno di questa confusione, in cuo c'è una figlia che la fa da tiranna.
Cordiali saluti

Dott.ssa Valentina Lepre Psicologo a Napoli

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29 OTT 2015

Buonasera Henry_90, rispondo al suo secondo post. Credo che, come detto dal collega dott. Fiore, il recupero affettivo con sua figlia passi dal recupero con sua moglie. Tuttavia, a me sembra, che ella sia talmente sicura (in realtà, conoscendovi da 20 e più anni, è più che normale) della sua fedeltà che utilizza la scusa di un probabile o possibile tradimento per allontanarla da sua figlia. In poche parole, credo che sua moglie sia molto sicura che lei Henry, difficilmente, la abbandonerà, perchè questo significherebbe abbandonare (nei pensieri di sua moglie, è chiaro) anche sua figlia. A questo punto, cercherei dei punti di contatto, anche casuali, con sua figlia, durante la quotidianità, ed, appena possibile, affrontare l'argomento della sua di sofferenza. Vedere l'allontanamento affettivo di moglie e figlia è una delle peggiori situazioni che un uomo possa affrontare. Cercherei, anche con sua moglie, di portare il focus dell'attenzione (un po come una coperta) più al centro del sistema familiare, dove ognuno ha le sue responsabilità, colpe, sofferenze, ragioni, etc. Sembra che la coperta, invece, stia solo da una parte e questo non è giusto per nessuno. Penso, infatti, che, nonostante ciò che dicano o facciano sua moglie e sua figlia, anche loro soffrano molto della situazione, ma non riescano a trovare una soluzione migliore che quella dell'accusa esterna. Probabilmente perchè sentono che anche loro abbiano qualcosa da rimproverarsi. In ogni caso, lei tenti e tenti di nuovo, ma oltre un certo limite, deve pensare soprattutto a sè. Credo che l'intervento di un sano egoismo, a questo punto, possa essere quella scossa imprevista che smuova il sistema dal pantano in cui si è cacciato. Lei, Henry, molto comprensibilmente, si fa distogliere da recuperare l'affetto di sua figlia. Tuttavia penso che ora sia arrivato prima il momento di recuperare affetto e stima per se stesso. Se non ha una buona immagine di sè, come può recuperare l'immagine che gli altri hanno di lei? La invito a rifletterci molto attentamente.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti,
Psicologo/Psicoterapeuta,
Costruttivista Postrazionalista-Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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28 OTT 2015

Grazie a tutti voi per avermi risposto. Io ho provato in tutti questi mesi a parlare con mia moglie descrivendole i futuri scenari sul nostro rapporto familiare. Purtroppo ho avuto ragione sino adesso. Ho provato parlandole, a convincerla ad andare da uno specialista che ci potesse aiutare ad uscire da questo circolo vizioso, circolo che avrebbe sono alla fine fatto del male a nostra figlia perché non le avrebbe permesso di crescere cosi come tutti siamo cresciuti. Adesso non vuole uscire con gli amici per non lasciare sola la mamma con me. Oggi le ho sentita dire a pranzo a sua madre di cercarsi un altro uomo in modo tale da poter lasciare suo padre. non ha terminato la frase e subito si è corretta dicendo che non deve cercare nessuno perché avrà lei per tutta la vita. Mia moglie non si rende conto della gravità del problema. Forse perché ritiene di farmela pagare per aver guardato un'altra (solo guardato) perché l'altra donna guardava me. Mi dice sempre che mia figlia le ha fatto aprire gli occhi facendole notare che le altre donne mi guardavano anche quando non erano guardate da me. Tengo a precisare, e non per difendermi, che non ci sono più momenti di intimità con mia moglie ormai da mesi, ne una carezza ne un bacio, pertanto che un uomo possa essere distratto da belle presenze femminili, specie quanto è giovane, potrebbe essere una cosa normale, l'importante è quello di non mancare mai rispetto alla moglie tramite il tradimento (io sono fedele da 20 anni da quando ci siamo conosciuti). Inoltre mia moglie mi ripete che se recupero con mia figlia recupero anche con lei, ma se lei non mi lascia gli spazi non la vedo facile. Forse non lo fa perché non lo vuole fare. Io a questo punto so solo una cosa.. mi importa recuperare con mia figlia, poi valuterò dopo io se recuperare con mia moglie, considerando il fatto che stia tenendo atteggiamenti che danneggiano la futura crescita di nostra figlia e la nostra famiglia.
Ormai mi continua a ripetere di essere stanca di questa situazione cosa che è valida anche per me. l'unica cosa che sicuramente in questo momento mi interessa più di tutto è recuperare con mia figlia, ma non riesco perché mia moglie non lascia liberi i miei di spazi di padre. Il nostro rapporto matrimoniale ormai è messo in soffitta da mesi. Ho provato contestualmente al recupero con mia figlia di ricordare a mia moglie di condurre una vita matrimoniale normale, perché la normalità può allentare la tensione che in questo momento vi è in casa.

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28 OTT 2015

Caro Henry,
non mi sento dare valutazioni e consigli sul suo caso al di fuori di un contesto di approfondita conoscenza: ogni storia di "ordinaria complessità" merita di essere avvicinata con il massimo rispetto e prudenza.
Credo possa aiutarla però un invito a non vivere il problema come suo, di sua figlia o di sua moglie, ma come una difficoltà nella relazione che vi riguarda tutti in ugual misura. Bando quindi alle accuse di colpevolezza, sia nei confronti degli altri che di se stessi.
Vi consiglio di intraprendere tutti insieme un percorso di sostegno psicologico famigliare, magari con modalità psicodrammatiche: si tratta di un metodo che favorisce in modo molto efficace la reciproca comprensione e l'importante ridefinizione di ruoli di cui avreste bisogno, oltre ad essere particolarmente adatto agli adolescenti.

Dott.ssa Elisabetta Ranghino Psicologo a Candelo

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28 OTT 2015

Buongiorno Enry,
sicuramente quella che lei descrive è un asituazione molto complessa che necessiterebbe di ulteriori apprfondimenti, tuttavia posso condividere con lei alcuni spunti di rilessione.
Non è chiaro da quanto persista la situazione, ma quelle che lei descrive sono dinamiche familiari che potrebbero mettere vostra figlia in una situazione di rischio: l'adolescenza è una fase molto delicata in cui un ragazzo/a è chiamato a svolgere importanti compiti evolutivi e di sviluppo, con il sostegno del gruppo dei pari, dei genitori e di altri adulti significativi. La figura di un padre è molto importante in questo momento in quanto deve sostenere la moglie nel "lasciar andare" progressivamente i figli e renderli più autonomi (compito doloroso per lei), deve inoltre "entrare" nella relazione spesso di "simbiosi" madre-figlia/o iniziando a condividere momenti con quest'ultima. Nel momento in cui una coppia genitoriale, per diversi motivi, non è in grado di assolvere questi cambiamenti che l'adolescenza di un figlio richiede, il figlio rischia di rimanere "incastrato" nelle dinamiche familiari e di non riuscire a crescere (blocco evolutivo), con conseguenze anche gravi sul piano del benessere. Lei parla di una ragazza molto "impegnata" in casa (nel sostenere la madre, nell'occupare il letto e lo spazio lasciato vuoto da lei, nel non lasciarvi soli)... questo al momento le dà molto potere e qualche vantaggio, ma quanto le consente di sperimentarsi fuori casa, nelle relazioni amicali e di crescere? Sembrerebbe che il suo ruolo in casa richieda il 100% delle energie mentali ed emotive.
Credo quindi che una domanda prioritaria rispetto a quella che lei pone sia: come posso instaurare una relazione adeguata con mia moglie, almeno dal punto di vista genitoriale, che ci permetta di proteggere nostra figlia da questi rischi? E il suo bisogno di creare un rapporto con sua figlia troverà risposta di conseguenza.
Condivido quanto detto dai colleghi: una consulenza di coppia o familiare con un professionistra di formazione sistemico-relazionale potrebbe esservi molto utile nel comprendere come questa situazione si sia creata e si mantenga, quali sono i rischi effettivi, ed eventualmente se sia il caso di intraprendere un percorso di psicoterapia che vi aiuti a creare un nuovo equilibrio familiare più funzionale rispetto ai bisogni di tutti voi e al benessere sia individuale che familiare.
Non si scoraggi e provi a parlarne con sua moglie: forse anche lei soffre per questa situazione, per la responsabilità nel dover crescere una figlia da sola, per la rabbia e solitudine di non avere un marito accanto, forse ha già intravisto un disagio in vostra figlia che non sa come gestire. Provi approcci e modalità comunicative che non la facciano sentire sotto accusa o in difetto: forse se ha bisogno di aggrapparsi a vostra figlia è perchè si sente molto sola e fragile.
Resto a disposizione per un ulteriore confronto. Un augurio
Dott.ssa Stefania D'Agostino

Dott.ssa Stefania D'Agostino Psicologo a Carpi

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27 OTT 2015

Buonasera henry_70, una cosa importante da valutare è che sua figlia è in piena adolescenza, dunque in piena trasformazione ormonale, cognitiva ma, soprattutto, emotiva. Ciò fa in modo che la trasmissione delle sue emozioni a lei siano più vivide ed "istrioniche" di quanto potessero essere prima. Non da ultimo, dobbiamo evidenziare che, generalmente, il figlio dell'altro sesso, proprio in fase adolescenziale, tende ad avere una delusione nei confronti del genitore, che prima adorava, (tutto normale, lei non c'entra niente henry, del cambio di prospettiva) che la porta ad allontanarla ancor di più, oltre che a causa dei motivi da lei citati. Sua moglie, da persona adulta, non credo che si faccia influenzare, più di tanto, da sua figlia e, se succede, potrebbe significare che lo voglia, per un suo vantaggio personale (fargliela pagare per qualcosa? Far vedere alla figlia che la mamma è buona e si prende cura di lei al contrario del padre?, Etc.). Per dirimere tutte queste che, sono mere, ipotesi, credo che l'unico modo sia una terapia sistemica (ovvero una terapia che analizzi il sistema creato dai tre familiari), visto che ormai è da tempo che le cose vanno avanti in questo modo. Personalmente, non credo che le servirebbe una terapia individuale "al posto" di quella sistemica, nel caso madre e figlia non vogliano partecipare, ma una terapia individuale per lei, "accanto" a quella sistemica. Quest'ultima, per come sono stati presentati gli eventi, credo sia assolutamente necessaria. Quindi cerchi di parlare loro in modo diretto ma senza spaventarle o minacciarle di eventuali abbandoni. Solo che, se vogliono continuare ad essere una famiglia unita o ritrovare tale unità, vi è un bisogno necessario anche del loro coinvolgimento.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti,
Psicologo/Psicoterapeuta Costruttivista Postrazionalista-Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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27 OTT 2015

Caro Henry,
come ha ben notato vi sono delle dinamiche nella relazione tra sua moglie e sua figlia che non solo la escludono, ma rendono complesso anche il rapporto madre-figlia.

Non è possibile rispondere in modo accurato in questo contesto senza rischiare di dare valutazioni affrettate.
Sarebbe bene esplorare da quanto tempo vi siano questi meccansimi familiari, come si siano evoluti, quale ruolo abbiate assunto lei e sua moglie nel loro strutturarsi...
Le suggerisco, quindi, di consultare uno psicologo della sua zona. L'ideale sarebbe coinvolgere anche sua moglie e sua figlia, anche se allo stato attuale sarà difficile parlare loro per proporre una consulenza.

Non fosse possibile andarci in tre, lo faccia individualmente. La situazione necessita di un approfondimento e lei di un sostegno.

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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