Compagna più grande.. perché la famiglia non comprende?

Inviata da Alessandro · 24 feb 2016 Terapia familiare

Buongiorno, ho 31 anni ed ho intrapreso una relazione da un paio di anni con una donna più grande di me di 9 anni. All'inizio era solo un'amicizia ma, con il tempo è diventato ben altro. Fino a poco tempo fa, abbiamo tenuto nascosto la storia per evitare giudizi da parte dei miei genitori, visto che vivo ancora con loro, solo che adesso mi sono reso conto che stavo male perché nascondersi come adolescenti non era poi così tanto "normale". Una volta che mi sono liberato di questo peso ed ho detto in casa come stanno realmente le cose (fin'ora ho detto che era semplicemente un'amica) loro, non hanno preso bene la notizia. Purtroppo ho dovuto mentire dicendo che è nata da poco, qualcosa di più senza che ce ne rendessimo conto. Hanno iniziato a dirmi che, non mi rendo conto di quello che sto facendo e che non è normale questa storia. Hanno iniziato a buttare veleno nei suoi confronti, a dirmi che dovrei mettermi al fianco una donna più piccola o coetanea mia per creare una famiglia. Ho spiegato che, non voglio avere figli e che comunque sto bene con lei perché mi rende felice. A quel punto mi hanno detto che la mia non è felicità ma che si tratta semplicemente di finzione. Non so più come comportarmi con loro ma, sopratutto con mia madre. Sono sempre stato un figlio educato, rispettoso e diligente. Non ho mai arrecato fastidi ma, nonostante tutto vengo trattato in questo modo. Ho sempre avuto un buon rapporto con mia madre ma da un bel po' di tempo a questa parte no. Quello che dice lei è giusto e tutti gli altri hanno torto. Pretende che tutti la pensino come lei. Se durante un discorso, esprimo il mio parere che è diverso dal suo, inizia ad imporsi con aria di superiorità e molto spesso offendendo la mia persona (non capisci niente, non sei normale, fatti vedere da uno psicologo). Sto seriamente pensando di andarci ma prima volevo avere un consiglio. Da diverso tempo sto pensando anche di andare a vivere da solo perché, non riesco più a stare bene e sopratutto l'ambiente familiare comincia a starmi stretto. Ma sopratutto, come devo fare per far capire che, la persona con cui ho intrapreso questa storia non è chi pensano loro? Grazie

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Miglior risposta 26 FEB 2016

Caro Alessandro,
purtroppo su questi argomenti ci sono ancora davvero tanti rigidi tabù e quindi non meraviglia quello che lei racconta.
Sua mamma, con istinto protettivo, non accetta l'idea di questa relazione, uno dei principali motivi è proprio quello di non poter avere figli perché la sua compagna è ritenuta troppo "fuori età".
E' triste tutta questa storia, anche perché spesso relazioni con differenza d'età, sono relazioni felici.
Certo se è l'uomo ad essere più grande la cosa è accettata, ma se è la donna ...apriti cielo!
Lei comunque può dimostrare di amare veramente questa donna con la sua fedeltà alla relazione e al vostro progetto.
Alla fine i suoi genitori capitoleranno.
Auguri
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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25 FEB 2016

Caro Alessandro,
comprendo bene la sua difficoltà ma in minima parte anche quella di sua madre. Tutti i genitori hanno delle aspettative nei confronti dei figli e specie certe madri nei confronti del loro figlio maschio : spesso già devono fare fatica ad accettare l'idea che un'altra donna che a loro piace "rubi" l'affetto del figlio, si figuri quando non è così!...
Però ho detto che un pò comprendevo anche sua madre per il fatto che dubito che lei a 31 anni abbia potuto prendere già delle decisioni definitive relativamente al suo futuro, decisioni che sicuramente azzerino l'importanza della differenza di età nella coppia quando comincia ad essere consistente.
E' ovvio che ciò non pregiudica la felicità nella coppia ma so anche che molte volte nelle storie d'amore viene poi disattesa la presunzione o previsione di felicità da parte dei diretti interessati per cui diventa tutto difficile o opinabile.
Per questo motivo in certe decisioni sarebbe preferibile, se possibile, iniziare con quanti più parametri favorevoli possibili e, di certo, una discreta differenza di età non lo è, checchè possano esibire talvolta certe coppie magari famose del mondo dello spettacolo, ma lì sarebbe tutto un altro discorso che non è il caso di fare.
Orbene, tornando a lei e a come affrontare questa situazione di conflitto personale, direi che innanzitutto dovrebbe evitare scontri forti con sua madre portando quelle che ritiene le sue argomentazioni con assertività anzichè aggressività e dicendole che apprezza il suo interessamento ma non il fatto di sentirsi totalmente condizionato da lei. Può aggiungere, se vuole, che andare dallo psicologo non costituisce infamia o vergogna ma piuttosto un atto di responsabilità e di saggezza di cui essere orgogliosi che sfortunatamente non è da tutti e può cogliere l'occasione per invitare anche lei o l'intera famiglia a coinvolgersi in questi incontri.
In secondo luogo, potendolo fare, può dare progressiva consistenza al suo progetto di andare a vivere da solo indipendentemente da altre considerazioni perchè ciò rappresenta un primo fattore importante di autonomia.
In terzo luogo, benchè personalmente non mi piace la cosa, le suggerirei di iniziare la sua vita di coppia con un periodo di convivenza per sperimentare sul campo il significato del vivere insieme a tempo pieno.
Spero che lei faccia davvero un percorso di sostegno psicologico per risolvere questo ed eventuali altri problemi.
Cordiali saluti.
Dr Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
In secondo luogo

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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24 FEB 2016

Buonasera Alessandro,
è difficile quando le persone che si hanno accanto non sembrano comprendere ciò che rende felici. D'altra parte non tutti hanno le stesse scarpe e fanno la stessa strada, perciò è legittimo che ognuno intraprenda la strada che sente più sua.
Quello che i suoi genitori non comprendono probabilmente è che lei ora è un uomo adulto e non un ragazzo adolescente che non ha cognizione di quello che vive.
Sembra dalle sue parole che lei abbia una buona consapevolezza e che abbia fatto una scelta di cuore. Curi questo aspetto e continui a tenerne conto.
Ho la sensazione che una parte di paura che sente che non sia la sua ma quella dei suoi genitori per un futuro che a parer loro, sentono come instabile, come se dessero per scontato che avere una compagna della stessa età voglia dire avere una stabilità.
Capita ed è naturale che i genitori abbiano dei sogni e delle aspettative verso i propri figli ma spesso queste non corrispondono.
Preso atto di queste consapevolezze e di quelli che sono i suoi desideri le consiglio di rivolgersi ad un professionista non in qualità di una persona che sente di "essere" un problema ma come persona che ha un problema ed una difficoltà, la gestione del rapporto con la sua famiglia.
Il fatto che lei voglia andare a vivere da solo penso che sia sano e giustificato. Come le dicevo prima, oramai è un uomo ed è naturale che cominci a pensare a se.
In bocca al lupo per tutto

Dott.ssa Antinoro Anna - Psicologa Torino

Dott.ssa Antinoro Anna Psicologo a Torino

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24 FEB 2016

Gentile Alessandro,
da quel che racconta, le dinamiche relazionali che nella sua famiglia avevano avuto (fino agli anni passati) un equilibrio, ora stanno mostrando determinate rigidità e limiti.

E' probabile che i suoi genitori fatichino a vederla come un uomo adulto, che prende decisioni in autonomia.
Un problema serio che Lei dovrà fare in modo di agevolare attraverso l'acquisizione di tecniche per il comportamento assertivo.

L'assertività, infatti, è la capacità di far rispettare le proprie idee, le proprie scelte, senza tuttavia arrivare al conflitto aperto o arrivare a ferire o sopraffare gli altri.
E' necessario che Lei impari queste tecniche perché con il tempo diventerà sempre più difficile cercare di far rispettare le sue scelte, quindi il momento per cominciare ad applicarle è proprio questo.

La questione quindi non è, come forse ha già intuito, strettamente legata alla sua compagna, alla sua età, ecc.. ma al controllo delle sue scelte.

Non la interpreti però come una "cattiveria" nei suoi confronti. Si tratta di una difficoltà che hanno alcuni genitori a riconoscere l'autonomia dei figli, a cambiare il loro ruolo di gestione delle vite dei figli.
E' chiaro che Lei ne sta subendo le conseguenze, ma sta a Lei aiutarli a modificare questo comportamento, con l'assertività (che le sarà utile sempre, non solo con i suoi genitori, ma anche in altri ambiti della sua vita).

Le consiglio quindi un percorso per l'acquisizione degli strumenti per l'assertività, da effettuare con delle consulenze presso uno psicologo, possibili anche online.

Se fosse interessato ad approfondire l'argomento, mi contatti pure.

Cordialmente,
Dott.ssa Anna Patrizia Guarino. Psicologa. Roma.

Dott.ssa Anna Patrizia Guarino Psicologo a Ardea

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