Buongiorno.mi chiamo Annalisa, ho 34 anni e ho un problema "auto diagnosticato" di dipendenza affettiva. Ho letto qualcosa sulla argomento e mi sono ritrovata in pieno nei sintomi e nei comportamenti che comporta questo problema. La mia vita, da quando ho sviluppato una personalità propria, è sempre stata complicata e mi ha messo sempre alla prova sin da quando ero una ragazzina. Mio padre di cui ero innamorata, non riusciva a tenermi a bada e per tutta risposta invece di parlare con me c'erano schiaffi o punizioni, ogni volta che non facevo quello che lui voleva, veniva percepito da me che lui non mi voleva bene perché non ero come lui voleva e mi sminuiva dicendomi che nella vita non avrei mai combinato nulla!
Mi ribellai all'epoca... credevo che potevo fare a meno del suo affetto e visto che in casa era una discussione continua a 18 anni me ne andai..da allora la mia vita mi ha messo alla prova e per tanti aspetti mi ha rafforzata, ho sempre avuto un temperamento ribelle e ho affrontato tutte le mie fatiche a testa alta, ma dentro, nonostante mi sentissi forte, sentivo una mancanza molto forte cosi mi sono buttata in relazioni in cui ho sempre cercato stabilità.
A 22 anni ho avuto un bambino, voluto da entrambi, ma poi le cose non sono andate..fino a 4 anni fa anche se speravo di trovare la persona giusta non avevo problemi a troncare le relazioni se vedevo che non potevo avere quello che cercavo, ovvero stabilità e serenità. ma 4 anni fa tutto è cambiato. Ero stanca della mia vita, dei miei sforzi delle mie solitudini e ho conosciuto un uomo, 11 anni più grande per cui ho perso la testa idealizzando lo come non avevo fatto mai proprio perché lui ha saputo giocare bene sui miei bisogni e manipolarli con risultato devastante per me. Anche lui, se io facevo o dicevo qualcosa che non gli tornava, mi insultava dicendomi che non valevo nulla e urlandomi delle cose allucinanti, offese immotivate che mi facevano provare un odio tremendo ma nello stesso tempo non riuscivo a lasciarlo perché mi veniva un ansia terribile, paura di star sola, di non saper ricominciare come prima..lui mi ha amplificato enormemente un insicurezza che di fondo avevo e adesso che per l'ennesima volta è finita, io mi faccio violenza, non lo voglio chiamare ma poi lo rifaccio ed è più forte di me! Vorrei un consiglio, questa situazione mi toglie il respiro!!
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22 GEN 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Annalisa
come va adesso? Sei riuscita a prendere le distanze definitivamente da questo compagno "svalutante?".
La storia che ci hai raccontato qui è un classico, nel senso che tutto fila, il comportamento e il tuo rapporto con il babbo e poi le tue successive difficoltà in ambito relazionale.
Ti potrebbe interessare leggere, se non l'hai già fatto, l'interessante libro sull'argomento: "Donne Che Amano Troppo" di Robin Norwood, dove ci sono descritti tanti casi come il tuo.
Il punto focale è che, quando si vivono rapporti così conflittuali e distruttivi col padre, si cercherà poi un compagno silmile, per poter ricreare le stesse situazioni, al fine di poter giungere a "dominarle" emotivamente.
Ovvio che si va incontro ad incontri e relazioni distruttive.
Comunque tu hai capito bene il meccanismo già da sola.
Una psicoterapia ti servirebbe ad uscire dal tunnel e ritrovare luce e forza in te stessa come donna e come mamma.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta
12 NOV 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve Annalisa. E' stata molto coraggiosa ad aver scelto di vivere a 18 anni senza le svalutazioni paterne; non è solo ribellione ma anche una atto di propria difesa.
Il suo primo uomo-amore è stato suo padre e con lui si è creato un rapporto conflittuale; in lei, quindi, si è creata "l'impronta", uno schema di pensiero, in cui con l'uomo così potrebbe gestire una relazione.
Infatti non è un caso se si sente legata a quest'ultimo uomo pur lui svalutandola: suo padre, il primo uomo, così fece.
Le consiglio Annalisa di rivolgersi ad un professionista per poter lavorare sui suoi passati vissuti, sulla sua autostima e sullo schema mentale che ha interiorizzato nel rapporto col maschile.
Buon lavoro interiore Annalisa.
Dott.ssa Sara Haji Hossein
11 NOV 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Annalisa,
la sua autostima è a un livello basso e purtroppo questo deficit di autostima è nato, come avrà capito, in seno alla sua famiglia di origine, negli anni della sua adolescenza e forse anche prima.
Come ha potuto sperimentare, ribellarsi e andarsene di casa a 18 anni affrontando le difficoltà della vita è stato un atto di orgoglio ma, quando ci sono dei vuoti dentro e non c'è una adeguata formazione e struttura, è facile incappare in relazioni sbagliate e a volte questo errore è frequente e recidivante.
Quando lei dice che prima non aveva problemi a troncare relazioni che non le davano serenità e stabilità, non si rende conto che la serenità e la stabilità prima ancora di essere cercate all'esterno in una relazione dovrebbero albergare dentro di sé altrimenti si corre il rischio di farsi manipolare per le proprie debolezze e, come lei sta verificando, il prezzo che si paga può essere elevato.
Anche se con ritardo, se lei vuole uscire da questa situazione di dipendenza e di mortificazione acquisendo serenità e stabilità interiore (=autostima) non deve fare altro che intraprendere e portare avanti un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
10 NOV 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Annalisa,
spesso nelle relazioni attuali cerchiamo di rivivere e risolvere situazioni del passato. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a tagliare questo elastico. Forse ci sono delle dinamiche interne come ad esempio le convinzioni che lei ha su di sé che la portano a ricercare partner con certe caratteristiche.
Le consiglio di iniziare un percorso psicoterapeutico per risolvere i conflitti interni di ieri e di oggi e poter scegliere e vivere con maggiore serenità.
In bocca al lupo!
10 NOV 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Annalisa,
è forse giunto il momento davvero per Lei di iniziare una psicoterapia in cui poter dare senso alla Sua storia famigliare e personale.
Oggi è ben consapevole di alcune dinamiche che vissuto e che ha riproposto nella Sua vita: "per poter rompere gli schemi" intraprenda un lavoro su di sè, attraverso cui sarà possibile effettuare dei cambiamenti utili ed efficaci.
Il primo e più importante passo lo ha già fatto: ora trovi il coraggio per continuare su questa strada del cambiamento!
MI creda, è possibile vincere la dipendenza affettiva.
In bocca la lupo!
Dott.ssa Cristina Fumi
Psicologa-Psicoterapeuta Milano
10 NOV 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Annalisa, sicuramente ha avuto una vita già molto intensa, soprattutto negli aspetti negativi. Dobbiamo, comunque, ricordarci che, nelle relazioni, la responsabilità (colpa o altro, la chiami come vuole), non sono mai solo da una parte. Dunque, rispetto anche alla dipendenza affettiva, l'indicazione è quella di una psicoterapia che vada ad analizzare sia quali siano i tasti su cui una persona la può rendere manipolabile (scarsa stima di sè? Poca esperienza di relazioni buone e biunivoche? Ha ereditato qualche pensiero o condotta particolare dalla sua famiglia di origine? Etc.), sia quali sono i motivi per cui, nonostante abbia avuto alcune relazioni non buone, abbia continuato a rimanere dentro quei sistemi, per lei deleteri (e vantaggiosi a livello emotivo?) in termini di qualità di vita.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti,
Psicologo/Psicoterapeuta,
Costruttivista Postrazionalista-Roma