Buongiorno, siamo una coppia di 42 anni, abbiamo una figlia di 10 anni e nel 2011 abbiamo perso la nostra seconda figlia al 6° mese di gravidanza per una rarissima mutazione genetica. Sono passati 5 anni ma ciò che abbiamo passato e sempre vivo nelle nostre menti e ci logora, non riusciamo a trovare un equilibrio perché sembra che ci manchi qualcosa. Nostra figlia è molto sensibile e anche lei, nonostante ricordi poco della vicenda, sembra che senta la mancanza di un fratello/sorella con cui condividere la propria vita e allora riversa tutte le sue necessità e attenzioni su di noi. Io per distogliere la mia attenzione dalla vicenda, negli ultimi tre anni mi sono iscritto ad un corso Universitario, ma ora che ho finito mi sono reso conto di quanto questo fosse una valvola di sfogo che permettesse al mio cervello di distogliere l'attenzione dalla triste vicenda. E ora siamo punto e capo, ma non posso continuare a cercare attività che siano uno sfogo e mi distraggano dalla vicenda. Ho bisogno di superare la cosa e non so come.
Inoltre vivo un costante terrore che possa capitare qualcosa a nostra figlia, vorrei che vivesse in una campana di vetro perché il solo pensiero di poter perdere anche lei mi distrugge dentro. Sappiamo che avere un'altro figlio è ormai utopia e che nessuno ci restituirà la nostra piccola, ma allora come facciamo a superare la vicenda? Come combattiamo l'idea che sia stata una ingiustizia umana? Come possiamo smettere di vivere nel terrore che capiti qualcosa ai nostri cari?
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24 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Andrea,
la perdita della seconda bambina che sarebbe dovuta nascere ha rappresentato un trauma e un lutto non ancora elaborato a distanza di 5 anni. Nemmeno è servito, per lei, distrarsi e tenere la mente impegnata in altre occupazioni.
Da ciò che scrive mi sembrano rilevanti due cose :
la prima è il fatto che considerate utopia la possibilità di un'altra gravidanza e sarebbe da capire se è una vostra paura di un problema analogo oppure è una precisa indicazione di qualche specialista ostetrico o genetista;
la seconda è la evidenza di una eccessiva ansia che rischiate di scaricare su vostra figlia che personalmente sembra non avere ricordi di quell'evento.
Ritengo che una psicoterapia di coppia potrebbe aiutarvi ad elaborare finalmente questo trauma e ritrovare la serenità perduta.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo,psicologo clinico,psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
24 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Caro Andrea
come lei giustamente dice : "non posso continuare a cercare attività che siano uno sfogo e mi distraggano dalla vicenda".
Questo lutto non è stato elaborato e si è protratto così tanto che è come "fossilizzato" dentro di voi.
Bisogna affrontare con l'aiuto di uno psicoterapeuta questa vicenda tristissima che ha causato un dolore non sanato.
Un dolore che ora si riflette come sfiducia nella vita e nelle cose belle a venire.
A mio parere voi siete una coppia giovane ed anche la possibilità di una ulteriore gravidanza non dovrebbe esservi preclusa.
Sono tutte questioni importantissime che andrebbero discusse a fondo.
Credo che sia arrivato per lei e per sua moglie il momento di affrontare questa triste situazione e anche per il bene di vostra figlia.
Un caro saluto
Dott. Silvana Cecucci psicologa psicoterapeuta.
22 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Caro Andrea,
penso che sia giunto il momento di prendervi cura del vostro dolore, di elaborare il lutto per la perdita della vostra bambina.
Vi posso consigliare di rivolgervi ad uno psicologo che vi possa accompagnare in questo percorso.
22 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Caro Andrea,
il dolore della perdita di un figlio anche se non nato, è un lutto che lacera.
Ognuno di noi ha i propri tempi di elaborazione per "superare" l'accaduto, che comunque non si dimenticherà mai. Il timore che possa succedere qualcosa di negativo è legittimo per certi versi, vista l'esperienza passata. Ma sembrerebbe che stia prendendo largo un'ansia troppo forte che vi condiziona nella quotidianità. Non riferisce se dopo l'accaduto avete chiesto aiuto a un professionista per una terapia psicologica. In ogni caso ritengo sia utile effettuare una consulenza psicologica affinchè si possa comprendere le vostre fragilità e il percorso più idoneo, affinchè possiate raggiungere un benessere che al momento non sembra esserci.
Resto a disposizione per chiarimenti,
Un caro saluto,
D.ssa Loredana Ragozzino
Falconara (An)
22 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Andrea,
Anche io come le colleghe che mi hanno preceduta penso che lei e sua moglie abbiate vissuto un lutto, un evento traumatico che sta condizionando la vostra vita familiare. Probabilmente quindi anche sua figlia che secondo lei sente la mancanza di quel fratello o sorella che stava per arrivare é coinvolta in questo processo difficile di elaborazione di questa perdita. Posso comprendere il dolore che comporta la perdita di una creatura e con lei tutte le aspettative che avete insieme creato per accoglierla nella vostra vita. E per questo penso che abbiate da esprimere il vostro dolore e il vostro vissuto attraverso un percorso di terapia individuale o familiare. Al momento credo che sia importante riuscire a gestire al meglio la relazione con vostra figlia affinché possa sentirsi protetta certamente ma anche libera di sperimentarsi ed esplorare acquisendo sempre maggiore autonomia e sicurezza in se stessa, e una terapia potrà aiutarvi anche in questo senso. Inoltre, come lei ha già evidenziato, tentare di svagarsi rispetto al problema comporta un sollievo solo momentaneo così come ha constatato iscrivendosi all'università. É giunto quindi il momento di vivere il dolore che sentite, accettandolo in primo luogo.
Infine per rispondere alle sue domande, esiste una dimensione quella dell'esistenza e della realtà che purtroppo a volte é spiacevole e crudele e ciò che possiamo fare sta nel riconoscere le proprie risorse per affrontare e fronteggiare ciò che di doloroso accade. Ci vorrà del tempo ma riuscirete, insieme, ad affrontare ed elaborare i vostri vissuti trovando il vostro significato per questa perdita. Ma le chiedo, come vive sua moglie l'accaduto? come mai tentare un'ulteriore gravidanza é un'utopia?
Rimanendo a disposizione le porgo un caro saluto
21 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Andrea,
come hanno già scritto i miei colleghi, ancora non siete riusciti a superare il lutto della perdita della vostra bambina nonostante siano passati già 5 anni qualcosa ancora vi tiene bloccati a quell'evento. In questa vostra sofferenza è intrappolata anche vostra figlia e per questo vi consiglio un percorso di terapia famigliare che vi possa aiutare a superare questo forte vissuto traumatico legato all'aborto e che vi permetta di ristabilire un nuovo equilibrio familiare più sereno.
Dott.ssa Samantha Corzani
Cesena
21 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Andrea,
da ciò che racconta sembra emergere ancora forte un vissuto traumatico connesso all' aborto. I tentativi di "allontanare" le emozioni della perdita che avete sperimentato purtroppo, come ha già potuto sperimentare attraverso l'iscrizione all'Università, fungono da strategie di evitamento e negazione che sono funzionali in maniera temporanea e i vissuti intrusivi di angoscia verso vostra figlia ne sono prova. Io penso che sia invece importante che finalmente elaboriate il vostro lutto, sia per il benessere della coppia che per quello della vostra bambina. Come vive sua moglie questa situazione? In questo momento è lei a scrivere facendosi portavoce di questo disagio. Ad ogni modo penso sia utile richiedere un consulto psicologico, individuale o di coppia, che vi possa supportare in questa fase delicata della vostra vita familiare. Per qualsiasi informazione rimango a sua disposizione.
21 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Andrea,
da quello che scrive sembra chiaro che sia lei che sua moglie non siete riusciti ad elaborare il lutto che vi ha colpiti. Sono trascorsi ormai cinque anni dall'accaduto e nonostante i vostri sforzi ancora l'episodio è vivo nella vostra mente e vi crea sofferenza, sofferenza che potrebbe essere colta da vostra figlia le quale la esprime come può.
Il mio consiglio è quello di rivolgervi ad un collega che possa aiutarvi ad accettare l'accaduto e a superare lo stress derivante da questo evento traumatico per poter riprendere serenamente la vostra vita.
Cordiali saluti
Dott.ssa Angelica Proto