Come sostenere chi prova senso di inadeguatezza e fallimento?
Buonasera,
da un anno sto insieme a un ragazzo che vive in un contesto familiare distaccato e aggressivo. Genitori separati, il padre è assente e, a detta sua, "è una persona con cui non puoi davvero parlare". La madre vuole dipendere economicamente dal figlio; abituata ad avere un'abbondante entrata mensile, anche con il divorzio non ha mai voluto cercare un lavoro, dichiarando anche a me che ha sempre sperato di campare con la laurea dell'unico genito. Il ragazzo però è fuoricorso, ha seguito una terapia con uno psicologo che però dopo due anni ha dovuto interrompere per ragioni economiche, dovendo completamente autofinanziarsi e sostenere le spese della madre. Non c'è giorno che quest'ultima non dia del fallito al figlio, definendolo un essere inutile, incapace di amare, una persona che sarebbe meglio non fosse mai nata, un peso per lei, incapace. Ci sono stati diversi episodi traumatici, minacce pesanti della madre che a volte si sono tramutate in realtà (è stato cacciato da casa e gli è stata sequestrata la sua macchina, necessaria per svolgere il lavoretto part-time che sta seguendo). La madre sembra anche dare per scontato che lui voglia "fregarla", che non faccia mai nulla per gentilezza.
Avendo io studiato un briciolo di psicologia, sono abbastanza certa che lui sia completamente dentro a un meccanismo di "autosabotaggio": si sente svuotato, fallito, gli pesa alzarsi dal letto, non gli piace come sta conducendo la sua vita, inizia a provare vergogna nell'uscire con gli amici, in qualche occasione mi ha anche incoraggiato a lasciarlo....e per tutte queste ragioni, non si sta impegnando a "riscattarsi", a cambiare quell'opinione che la madre gli ha cucito addosso in questi anni.
Personalmente mi ha dimostrato che tiene molto in considerazione quello che gli dico, come mi comporto con lui, e quando ho avuto un senso di sfiducia dato da mia stanchezza mentale/emotiva, è come se gli fosse crollata la terra sotto i piedi, ci sono voluti giorni prima che tornasse tutto come prima. Per questo vorrei un parere esterno su come possa aiutarlo concretamente. Gli ho fatto intendere quanto sia importante e necessario per me, gli ho spiegato che i problemi sono distaccati dalla persona in sè, stiamo provando a vederci più giorni a settimana esclusivamente per studiare insieme....ma sento che non è abbastanza.
Lui percepisce di avere le ragioni giuste per chiudere l'università e cercare un lavoro più solido (motivi economici, senso di approvazione genitoriale, sicurezza e gratifica personale), però non sembrano abbastanza da farlo andare avanti nonostante tutto.
Sto cercando anche di lavorare su me stessa, di non fare miei i suoi problemi e metabolizzare il meno possibile per il suo bene oltre che per il mio, ma non è affatto semplice e temo possa di nuovo ripercuotersi negativamente...
Grazie a chi avrà capito qualcosa di questo sproloquio e saprà darmi qualche consiglio o riflessione utile.