Come sostenere chi prova senso di inadeguatezza e fallimento?

Inviata da Carla92 · 14 gen 2020 Terapia di coppia

Buonasera,
da un anno sto insieme a un ragazzo che vive in un contesto familiare distaccato e aggressivo. Genitori separati, il padre è assente e, a detta sua, "è una persona con cui non puoi davvero parlare". La madre vuole dipendere economicamente dal figlio; abituata ad avere un'abbondante entrata mensile, anche con il divorzio non ha mai voluto cercare un lavoro, dichiarando anche a me che ha sempre sperato di campare con la laurea dell'unico genito. Il ragazzo però è fuoricorso, ha seguito una terapia con uno psicologo che però dopo due anni ha dovuto interrompere per ragioni economiche, dovendo completamente autofinanziarsi e sostenere le spese della madre. Non c'è giorno che quest'ultima non dia del fallito al figlio, definendolo un essere inutile, incapace di amare, una persona che sarebbe meglio non fosse mai nata, un peso per lei, incapace. Ci sono stati diversi episodi traumatici, minacce pesanti della madre che a volte si sono tramutate in realtà (è stato cacciato da casa e gli è stata sequestrata la sua macchina, necessaria per svolgere il lavoretto part-time che sta seguendo). La madre sembra anche dare per scontato che lui voglia "fregarla", che non faccia mai nulla per gentilezza.
Avendo io studiato un briciolo di psicologia, sono abbastanza certa che lui sia completamente dentro a un meccanismo di "autosabotaggio": si sente svuotato, fallito, gli pesa alzarsi dal letto, non gli piace come sta conducendo la sua vita, inizia a provare vergogna nell'uscire con gli amici, in qualche occasione mi ha anche incoraggiato a lasciarlo....e per tutte queste ragioni, non si sta impegnando a "riscattarsi", a cambiare quell'opinione che la madre gli ha cucito addosso in questi anni.

Personalmente mi ha dimostrato che tiene molto in considerazione quello che gli dico, come mi comporto con lui, e quando ho avuto un senso di sfiducia dato da mia stanchezza mentale/emotiva, è come se gli fosse crollata la terra sotto i piedi, ci sono voluti giorni prima che tornasse tutto come prima. Per questo vorrei un parere esterno su come possa aiutarlo concretamente. Gli ho fatto intendere quanto sia importante e necessario per me, gli ho spiegato che i problemi sono distaccati dalla persona in sè, stiamo provando a vederci più giorni a settimana esclusivamente per studiare insieme....ma sento che non è abbastanza.
Lui percepisce di avere le ragioni giuste per chiudere l'università e cercare un lavoro più solido (motivi economici, senso di approvazione genitoriale, sicurezza e gratifica personale), però non sembrano abbastanza da farlo andare avanti nonostante tutto.

Sto cercando anche di lavorare su me stessa, di non fare miei i suoi problemi e metabolizzare il meno possibile per il suo bene oltre che per il mio, ma non è affatto semplice e temo possa di nuovo ripercuotersi negativamente...

Grazie a chi avrà capito qualcosa di questo sproloquio e saprà darmi qualche consiglio o riflessione utile.

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Miglior risposta 21 GEN 2020

Buongiorno Carla,
sicuramente quella che lei descrive è una situazione molto complessa, sia per il suo ragazzo che per lei che da un anno si trova a confrontarsi quotidianamente con episodi difficili.
In queste situazioni il supporto delle persone che ci sono accanto è fondamentale, tuttavia non sempre è sufficiente per affrontare situazioni così consolidate nel tempo e così pesantemente caratterizzate da uno stile relazionale e comunicativo disfunzionale. Per questo consiglierei al suo ragazzo di informarsi sui servizi psicologici gratuiti presenti sul vostro territorio (sportello universitario, servizi sanitari,.. ), in modo da riprendere al più presto un percorso terapeutico che lo aiuti a elaborare cosa accade nella relazione con sua madre e dentro di sé.
Per quanto riguarda lei, invece, il rischio di farsi coinvolgere eccessivamente dalla situazione familiare del suo fidanzato è alto e questo potrebbe avere ripercussione negative, proprio come diceva lei nella sua richiesta. Per questo motivo, l'aiuto più grande che può dare al suo compagno è quello di rappresentare per lui una figura di riferimento positiva, equilibrata e di sostenerlo nell'intraprendere un percorso terapeutico il prima possibile.
Spero di esserle stata di aiuto,
dott.ssa Ludovica Peccenini

Dott.ssa Ludovica Peccenini Psicologo a Bologna

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15 GEN 2020

Buongiorno Carla, immagino che tale situazione sia molto pesante e complessa, motivo per cui si può scivolare facilmente nell' invischiamento ... Sicuramente lei potrebbe fare un lavoro su di sé che possa aiutarla nella gestione di diversi aspetti nella vita quotidiana.
La situazione del suo ragazzo, purtroppo non è una situazione facile, ma sicuramente affrontabile in percorso terapeutico. Come primo consiglio, essendo l'ambiente familiare un ambiente attualmente nocivo, sarebbe quello per lui di prendere le distanze e iniziare a costruirsi una sua indipendenza, in parallelo iniziare un percorso su di sé che lo aiuti a prendere coscienza di quelli che sono i suoi schemi che lo limitano nel compiere delle azioni e nel prendere delle decisioni.

Dott.ssa Nadia Pagliuca Psicologo a Torino

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15 GEN 2020

Salve Carla, la situazione che tu descrivi è molto complessa: sembrerebbe che lui sia invischiato in rapporti familiari caratterizzati da ambivalenza e "minaccia" emotiva. Solo lui può occuparsene e tu senz'altro puoi rispecchiarlo rimandandogli la fatica che noti, la sofferenza che immagini. Esserci e ascoltarlo sono le attenzioni più importanti e le uniche in tuo potere, ma non è affatto poco se pensi che probabilmente lui non si sente visto e riconosciuto nemmeno dalle persone più vicine che ha. Quindi con te può fare l'esperienza diversa di un rapporto basato su rispetto e fiducia reciproci. Sostieni te stessa in questo, sarai un modello utile per mostrargli che abbiamo bisogno di occuparci di noi stessi prima che di chiunque altro. Priorità all'ascolto dei nostri bisogni e desideri per dare una direzione chiara e positiva alla nostra vita. Le difficoltà ci saranno sempre ma conta gli obiettivi che ci poniamo e la modalità con cui ci prendiamo cura del nostro mondo emotivo.

Physis Psicologo a Latina

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15 GEN 2020

Buongiorno
In questo momento il suo ragazzo ha bisogno di un aiuto esterno da uno specialista per un supporto per una "separazione emotiva" dalla madre.
Lei non può farsi carico della situazione perché oltre a stare male rischierebbe di sostituirsi alla madre.
A disposizione per eventuali chiarimenti
Cordiali saluti
Dr.ssa Condina

Anonimo-176886 Psicologo a Olginate

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