La mia è una richiesta disperata.
Un anno fa ho avuto una relazione con un ragazzo profondamente triste e problematico, che si tagliava costantemente. Nel corso della storia, mi ha rivelato di aver tentato il suicidio prima di conoscermi, senza entrare nei particolari e rifiutando categoricamente di parlarne. Gli sono stata vicina per come ho potuto e sono riuscita a "convincerlo" a entrare in terapia. Dopo poco ci siamo lasciati, ma siamo rimasti in contatto. Inizialmente aveva lasciato la terapia, poi però ha trovato una nuova persona con cui parlare.
So che si è trovato male con alcune psicologhe e ne ha cambiate un po', poi ha trovato la psicoterapeuta giusta e ha iniziato anche una cura farmacologica sotto la guida di uno psichiatra.
Sono venuta a sapere che ha interrotto ogni terapia e che un mese fa ha tentato il suicidio di nuovo.
Da poco è uscito dall'ospedale e io vorrei fare di tutto per stargli vicino e per aiutarlo a riprendere la terapia, ma non ho la più pallida idea di come comportarmi.
Ho davvero bisogno di linee guida per non causargli altro dolore.
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9 GEN 2018
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Gentile Anna,
La situazione è davvero complessa, lei rischia di rimanere invischiata in un problema di difficile soluzione.
Purtroppo aiutare una persona sofferente non è semplice e probabilmente non rappresenta un obiettivo gratificante.
Lo dimostrano i diversi tentativi di cura fallimentari da parte dei vari esperti. Mi dispiace tanto ma questa è la realtà.
Provi a riflettere: qual'e' il motivo che la spinge ad assumersi questa gravosa responsabilità? Crede di poter cambiare atteggiamento? Crede di poter salvare questa persona? Ha avuto ancora contatti con questo ragazzo?
Resto a disposizione
Dott.ssa Donatella Costa
9 GEN 2018
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Buona sera Anna,
il mio invito è a fermarsi un attimo per cogliere la rilevanza di alcuni elementi che lei stessa ha riferito, ma che probabilmente, essendo emotivamente coinvolta, le risulta difficile valutare: vi sono due tentativi di suicidio e diverse terapie interrotte. Il ragazzo di cui parla vive indubbiamente una grossa sofferenza che forse appare ingestibile tanto da dettare gesti e soluzioni estreme. Non può esser lei ad accollarsi il carico del supporto, sarebbe opportuno attivare una "rete di supporto" e far si che questo ragazzo sia seguito nella ripresa fisica e psicologica.
Cordiali saluti
Paola Falanga
Psicologa, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale (in formazione)
9 GEN 2018
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Tu non hai colpa se lui vuole suicidarsi. Non hai colpa e, in fondo, non puoi farci niente. Fare la mamma salvifica è rischioso. E' possibile che lui voglia "suicidare" la mamma che ha dentro di lui e della quale è molto arrabbiato. Alimenteresti solo questa situazione. E' come se tu gli dicessi: "La mamma ti ama e vuole aiutarti" e lui rispondesse:" No! La mamma non mi ama e voglio ucciderla!". Oppure: "Se tu sei la mamma buona, allora stammi sempre vicino e dammi tutto il tuo amore! Solo a me! (altrimenti, ti/mi uccido!)" Meglio lasciar stare. Non hai colpa. Ciao