Come scegliere tra due partner

Inviata da Paola · 13 mar 2019 Terapia di coppia

Buongiorno,
sono una ragazza di 26 anni, in una bellissima relazione da 3 anni e mezzo.
Durante questa relazione abbiamo iniziato a convivere dopo circa 1 anno (anche se già da prima abbiamo iniziato a vivere insieme in casa sua).
All'inizio ovviamente tutto bellissimo, poi con la routine tante cose in lui sono cambiate.
Finita praticamente l'attrazione fisica da parte sua verso di me, le attenzioni e a volte (sembrava) anche la voglia di stare insieme.
Mi sono resa conto di cosa stava succedendo quando ho iniziato a ricevere attenzioni particolari da un collega.
Ho fatto presente della cosa al mio partner (inclusa la presenza del collega) e qualcosina è cambiato ma di poco. Con il collega in questione sono sempre stata assolutamente sincera: lui innamorato perso, mentre io mi trovavo bene ma non volevo una storia con lui.
Con il mio ragazzo le cose non sono migliorate molto e quindi..sono finita tra le braccia dell'altro chiarendo che sarebbe stato qualcosa di solamente fisico. Nel frattempo ho cercato di sistemare le cose con il mio ragazzo e gradualmente siamo riusciti a recuperare il piacere di passare tempo assieme (soprattutto da parte sua) e ha iniziato a dare buca agli amici per stare con me.
Nel frattempo però l'altro mi è sempre stato molto vicino in tanti momenti difficili dove il mio ragazzo non c'era. E non ho mai avuto il coraggio di rinfacciare al mio ragazzo che lui non c'era perchè non glielo avevo mai richiesto, mentre l'altro faceva tutto spontaneamente.
Ora abbiamo interrotto la convivenza (per motivi di lavoro mi sono trasferita per un periodo) e dal punto di vista fisico sembra che il mio ragazzo si sia vagamente risvegliato e quindi ora vorrei chiudere definitivamente con l'altro (con il quale la cosa si è protratta molto più di quel che avrei voluto, quasi 1 anno, per comodità mia, lo ammetto, ma anche per paura a lasciarlo solo per sue fragilità).
Ma...mi chiedo se non sto per fare una gran cavolata rimanendo con la persona che ho scelto per vivere la vita insieme ma che non mi dà (spontaneamente) alcune delle attenzioni (fisiche e mentali) di cui mi sono accorta di aver bisogno. O sono io che chiedo troppo?
E mi dispiace per l'altro, non vorrei trattarlo male (anche se so che l'ho già fatto) ma...non sento per lui la stessa cosa che lui prova per me. Mi chiedo perchè è la persona che non vorrei a darmi ciò che vorrei.
Mi chiedo se sto pretendendo troppo dal mio ragazzo; io infatti gli ho fatto presente quello che vorrei ma ho anche paura di forzarlo. Lui comunque si impegna in quello che gli chiedo, davvero, lo vedo e lui sente di darmi tantissimo. Quindi non so se lo sto anche costringendo troppo.
Devo venire a patti con me stessa con quello che voglio nella relazione.
Per la vostra esperienza c'è più futuro in una relazione accontentandosi di stare con una persona presente e affettuosa che magari nel tempo potrei imparare ad apprezzare o con la persona che vorrei sperando che con il tempo potremmo trovare via di mezzo tra i rispettivi bisogni?

Spero che si sia capito qualcosa,
grazie per i consigli che vorrete darmi!

Paola

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Miglior risposta 15 MAR 2019

Buongiorno,

Leggo che sta passando un momento difficile, di gran confusione ed indecisione. Capisco che lei possa aver paura di sbagliare scelta, anche perché ha investito molto nel rapporto col suo ragazzo.
La prima cosa che mi viene da dirle, è che noto in lei una grande preoccupazione per i sentimenti dell'altro. A più riprese dice che ha paura di forzare il suo ragazzo o chiedergli troppo, e che teme di lasciare solo il.collega per la sua fragilità. È certamente una caratteristica molto bella che la contraddistingue. Mi sembra anche che lei faccia fatica, di converso, a chiedere per sé anche nel momento in cui qualcosa la ferisce (la mancata attenzione che c'è stata col suo ragazzo), finché non si trova 'con l'acqua alla gola'.
Una relazione solida e soddisfacente si costruisce col tempo, non solo grazie alla capacità di tenere in considerazione i bisogni dell'altro, ma anche di esprimere i propri. Laddove vi sia amore reciproco e volontà di stare assieme, si trova il modo di soddisfare le esigenze di entrambi.
Le chiedo anche se forse lei sia spaventata dalla prospettiva di rimanere da sola; se così fosse, questa paura potrebbe essere motivo di una scelta avventata e poco rispettosa di lei, e sarebbe utile affrontarla.
Non posso dirle quale delle due relazioni possa avere un esito migliore, per due motivi almeno. Uno, è che la risposta è molto soggettiva: alcune persone trovano il compagno giusto seguendo un innamoramento travolgente, altre invece in una storia che nasce piano piano e cresce un po' alla volta sulla base di attenzioni ed affetto. L'altro motivo, è che ogni relazione, anche quella che parte con i migliori auspici, comporta un rischio.
Le consiglio dunque, come ha saggiamente intuito, di concentrarsi su se stessa, capire di cosa ha bisogno e cosa desidera in una relazione; allora sarà in grado di prendere la decisione migliore per lei.
Cari saluti

Dottoressa Valentina Cozzutto Psicologo a Monza

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31 MAR 2019

Gentile Paola mi colpisce la sua richiesta, perché dal suo scritto traspare una certa infelicità, che nessuno dei due ragazzi, che pur le hanno dimostrato delle attenzioni, hanno saputo placare in modo sostanziale.
Il fatto che sia nata la seconda relazione, mi induce a pensare che la prima non fosse più soddisfacente e non se ne può che prendere atto! Anche la seconda relazione non appare del tutto appagante e convincente e colpisce il fatto che lei si faccia troppi scrupoli nel tentativo di non ferirlo o di non farlo star male.

Ma lei pensa a se stessa, a quello che ha bisogno di ricevere da una relazione di coppia? Mi sentirei di suggerirle di prendersi un periodo di pausa e di distacco da entrambi le persone, dopo aver parlato chiaramente con entrambi del motivo per il quale lei si allontana: per far chiarezza dentro di sé e per comprendere quale direzione vuole dare alla propria vita. Le suggerirei anche di fare un'esperienza di vita autonoma in un proprio appartamento, che non condivide con nessuno, di modo da percepire che lei è in grado di cavarsela con le proprie forze senza dipendere o senza accudire alcuno.

Con un compagno/a ci si può accompagnare solo se lo si sceglie liberamente e non per soddisfare un bisogno. Un periodo di vita autonoma le potrebbe essere utile per capire meglio se stessa e per non incorrere nel rischio di una scelta sbagliata.

La saluto cordialmente e leggerò volentieri una sua risposta , se vorrà inviarmela Annalisa Tirelli

Dott.ssa Annalisa Tirelli Psicologo a Sagrado

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15 MAR 2019

Gentile Paola,
è da rilevare innanzitutto il comportamento dissociato che lei ha avuto nei confronti del suo collega nonostante sia stata con lui sincera fin dall'inizio.
Quanto poi al rapporto col suo ragazzo, se lei non sente di aver avuto da lui ciò che desidera (cioè essere sempre al centro dei suoi pensieri), nemmeno si evince che si sia comportata allo stesso modo con lui dal momento che è finita tra le braccia di un altro.
Anche se non esistono le relazioni perfette, mi sembra già una buona idea quella di non pretendere troppo da una relazione cercando di venirsi incontro da ambo le parti.
Quindi, per rispondere alla sua domanda finale, direi che è preferibile trovare la via di mezzo tra i rispettivi bisogni purchè all'interno della coerenza e della correttezza.
Cordiali saluti.
Dr.Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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