Come reagire a un problema di salute? È una somatizzazione di qualcosa?
Salve, sono Alessia e ho 25 anni. Sono ormai nove mesi che mi trovo a dover affrontare un problema di salute per niente semplice. In un periodo in cui ero molto stressata e in cui avvertivo a volte dei problemi a un piede, una mattina mi sono alzata dal letto e improvvisamente non riuscivo più ad appoggiare entrambi i talloni per terra dal male. Per due settimane ho camminato per la casa in ginocchio perché in piedi non potevo proprio stare. Sono stati momenti che mi hanno profondamente traumatizzato. Ho fatto mesi e mesi di terapie per avere un po' alla volta dei miglioramenti, dal camminare in ginocchio sono passata a usare le stampelle, poi lentamente le ho tolte e adesso dopo un lungo periodo i dolori veri e propri se ne sono andati. Il problema ora è che comunque ho un' autonomia di soli dieci minuti nel camminare e non resisto più di 3 minuti in piedi perché devo subito sedermi: avverto tantissima fatica e sforzo ai piedi. Se anche riesco a camminare venti minuti, il giorno dopo ne pago le conseguenze e peggioro. Se devo fare delle cose in cucina stando in piedi ferma non riesco, sto in ginocchio sulla sedia, altrimenti è una sofferenza. Tutti gli accertamenti clinici sono negativi, non ci sono cose gravi se non lievissime alterazioni della colonna che però non sono la causa del problema secondo gli specialisti che ho visto. Tantissime visite ma nessuno mi ha ancora risolto il problema del tutto. Sono costante in tutti gli esercizi che mi chiedono di fare, costante nel rilassamento e nella respirazione diaframmatica, mi sono davvero impegnata seguendo i consigli degli specialisti. Ho il morale a terra psicologicamente perché non riesco ad accettare di essere presa così a soli 25 anni. Sono sempre a rimuginare su questo problema anche se pensandoci di continuo non risolvo niente. Sono sempre tesa perché se faccio degli sforzi penso sempre che poi potrei stare peggio, ho paura di camminare perché sono sempre proiettata su quali possono essere le conseguenze (es: starò peggio? se oggi faccio così, domani come starò?)
Sono andata a una festa di laurea e sono stata quasi sempre seduta a guardare gli altri che riuscivano a dialogare tra loro stando fermi in piedi tranquillamente, con una rabbia dentro inimmaginabile. Inoltre, sono stata talmente traumatizzata da quella mattina in cui non appoggiavo i piedi, che ho paura di rivivere la stessa cosa quando mi sveglio dal letto ogni giorno. E' inevitabile, ho spesso crisi di pianto perché mi sento limitata fisicamente e ho una grande paura di restare sempre così tutta la vita. Mi sono laureata da poco e il mio sogno è quello di fare l'insegnante. Finché c'era il lockdown ho insegnato da casa, a distanza. Adesso che si potrà tornare a insegnare come prima, sono preoccupata perché magari se una scuola mi chiama per delle supplenze ho paura di non riuscire a farcela fisicamente: un insegnante non può stare sempre seduto sulla cattedra per fare il suo lavoro, purtroppo.
Qualcuno mi può dare delle dritte per affrontare meglio queste paure e questo problema di salute? Sarebbe meglio ritornare dallo psicologo? (Sono stata in terapia fino a febbraio più o meno).
Un altra cosa che vorrei chiedere è: può trattarsi di una somatizzazione di qualcosa?