Salve, sono un ragazzo di 30 anni a cui non manca veramente niente.
Ho una bella casa, una compagna fedele, un figlio sano di 4 anni, un lavoro stabile e sono perfettamente in salute.
Il problema è che ogni giorno guardo alla mia vita come una occasione persa.. ogni cosa (anche bella) che ho nella vita a dirla tutta non la vorrei: non volevo figli, non vorrei stare con la mia compagna ma avere più libertà sessuale e sentimentale, non vorrei un lavoro fisso che non posso lasciare ormai..
Insomma vorrei avere fatto di più nella vita, sperimentato, e non trovarmi in questa situazione seppur agiata.
La mia domanda è: se so che sono infelice della mia vita per scelte mie (o non scelte) come può aiutarmi uno psicologo? Immagino che chi va da uno specialista sia perché non sappia il motivo del suo disagio.
Grazie.
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23 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Caro Davide, sembra che tu stia vivendo una sorta di conflitto interiore. È difficile quando si guarda alla propria vita e si sente che, nonostante la stabilità, c’è un senso di “occasiione persa”, una mancanza di libertà e di esperienze non vissute. Uno psicologo non serve solo per chi non sa da dove provenga il proprio disagio, ma anche per chi ha una consapevolezza precisa della propria infelicità, come nel tuo caso. Senti di essere infelice per delle scelte che hai fatto, o forse per quelle che non hai fatto, e questo ti porta a una sensazione di frustrazione. Il fatto che tu sia consapevole di questo è già un passo importante, perché spesso l’insoddisfazione non è tanto per quello che c’è, ma per come ci si sente rispetto a quello che si è scelto o non scelto di vivere. Un percorso psicologico può aiutarti a capire meglio il tuo malessere. Spesso, quando ci si trova in una situazione simile alla tua, si percepisce un conflitto tra il desiderio di qualcosa di nuovo, di più, e la realtà di una vita che, per quanto esternamente “perfetta”, non ci soddisfa completamente. L’infelicità può arrivare proprio da questa discrepanza tra le aspettative e la realtà. Un terapeuta potrebbe aiutarti a esplorare i tuoi sentimenti in modo profondo. Per esempio, è possibile che tu stia vivendo il desiderio di libertà e di cambiamento come una reazione a un’idea di vita che ti è stata imposta o che hai internalizzato nel corso degli anni. Magari non ti senti più in sintonia con le scelte che hai fatto, come se avessi preso un percorso che non ti appartiene più. Un lavoro psicologico ti permetterebbe di capire cosa c’è alla base di questo malessere, di esplorare le emozioni legate al tuo desiderio di cambiamento e di affrontare il conflitto tra ciò che hai e ciò che vorresti. Inoltre, uno psicologo può anche aiutarti a rivalutare le tue scelte e vedere come, forse, molte delle cose che ora ti sembrano una “trappola” possano invece essere risorse o opportunità che non avevi considerato. Per esempio, magari il fatto di avere una famiglia, un lavoro stabile, o una relazione non ti esclude dal poter vivere esperienze che ti soddisfano. Poi, c’è anche il tema della gestione del “blocco”. Quando ci si sente intrappolati in una situazione che non si riesce a cambiare, può nascere un senso di impotenza che alimenta la frustrazione. Il terapeuta ti può aiutare a lavorare proprio su questa sensazione di “blocco”, facendoti vedere che il cambiamento è possibile, ma che forse va pensato in modo più graduale e in sintonia con quello che già hai, senza la necessità di una rottura totale con il passato. Infine, il lavoro su nuovi obiettivi potrebbe essere davvero utile. Spesso il disagio nasce proprio quando non si ha una direzione chiara o non si vede come evolversi. Un terapeuta può aiutarti a capire cosa desideri veramente. Si tratta di trovare un equilibrio tra il cambiamento e l’integrazione delle tue scelte passate. In sostanza, la terapia può davvero darti strumenti utili per vivere la tua vita in modo più soddisfacente. Non è solo questione di cambiare radicalmente ciò che non ti piace, ma anche di imparare a vedere con occhi diversi ciò che hai già, riconoscendo come ogni esperienza abbia il potenziale di essere valorizzata. Spesso, questo lavoro interiore ti permette di ridurre l’insoddisfazione e di trovare la serenità nel vivere ciò che c’è, pur continuando a crescere e a cambiare. Il percorso psicologico potrebbe essere un’occasione per aiutarti a fare la pace con la tua vita e a sentirti più realizzato. Resto a disposizione, un caro saluto,
Dott.ssa Velia Morati
18 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno gentile Davide, capisco molto bene il conflitto che sta vivendo. Da un lato c'è il riconoscimento delle tante cose positive che ha nella sua vita, ma dall'altro c'è un forte senso di insoddisfazione e di rimpianto per scelte che sente di non aver fatto, o per opportunità che sente di aver perso. Questo è un tipo di esperienza che molte persone attraversano in diversi momenti della loro vita, spesso legata a una riflessione sul "se avessi fatto scelte diverse", alimentata da un senso di incompiutezza o di non aver pienamente realizzato i propri desideri.
Il fatto che lei riconosca questa infelicità, pur avendo ciò che sembra una vita ideale dal punto di vista esteriore, è un primo passo importante. La sofferenza che prova può essere legata a una dissonanza tra ciò che pensava sarebbe stata la sua vita e ciò che effettivamente è. Non si tratta solo di ciò che ha, ma di come si sente riguardo a tutto ciò, e come la sua vita si allinea o meno con le sue aspettative e desideri.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla proprio ad esplorare questo conflitto, andando a lavorare non solo sul "come" si è arrivati a questa situazione, ma anche sul "cosa" realmente le manca o cosa davvero vorrebbe dalla vita. L'obiettivo non sarebbe tanto trovare una risposta rapida, ma esplorare insieme a un professionista come affrontare questa disconnessione, permettendole di capire meglio le sue esigenze interiori e come intraprendere azioni che possano aiutarla a sentirsi più realizzato.
Inoltre, uno psicologo può aiutarla a gestire le emozioni che derivano da una vita che, pur apparentemente perfetta, non le sembra soddisfacente, cercando di comprendere meglio quali sono i suoi veri desideri e se esiste la possibilità di fare delle modifiche consapevoli e salutari nella sua vita. L'importante in questo processo è la consapevolezza, che spesso si ottiene attraverso la riflessione guidata.
Non è necessario che il suo disagio sia legato a una totale incertezza. Anche persone che hanno chiara la causa del loro malessere, come nel suo caso, possono trarre grande beneficio dal parlare e dall'elaborare insieme uno psicologo. Il supporto psicoterapeutico può quindi aiutarla a fare chiarezza sui suoi desideri e a trovare modi più soddisfacenti per vivere la propria vita.
18 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
Non direi che lei non porta una motivazione precisa ad un'eventuale consulenza psicologica, anzi: lei sta chiedendo aiuto per quella che si potrebbe definire "una generica incapacità di essere soddisfatto di quello che ha, uno stato di serenità legato a quello che ad oggi le sembrerebbe "un accontentarsi", ed un connesso stato di insofferenza.
Si tratta ovviamente solo di un'ipotesi che, tuttavia, qualora venisse confermata, potrebbe suggerire la necessità di un percorso di terapia che la supporti nella dimensione di accettazione del limite.
La invito, in primis e a prescindere dal reale motivo di sofferenza, a chiedere una prima consulenza psicologica senza aspettative o timori particolari, affinché, con l'aiuto di una figura professionale, possa fare chiarezza rispetto ad obiettivi e metodo di cura.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
17 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve Davide, grazie per aver condiviso un pensiero così profondo e sincero.
Capisco la frustrazione che può nascere dal sentirsi “bloccati” in una vita che, pur esternamente perfetta, non rispecchia le aspettative o i desideri più autentici. Lei menziona di sentirsi come se ogni giorno fosse un’occasione persa, nonostante abbia una vita apparentemente soddisfacente. Questo è un vissuto molto comune, soprattutto quando si percepisce una disconnessione tra ciò che si ha e ciò che si desidererebbe vivere.
Mi chiedo: cosa le impedisce di sentire appieno la soddisfazione che dovrebbe derivare dalla sua vita? Quali sono le emozioni che emergono quando pensa a queste scelte non fatte, o a desideri non espressi? Spesso, dietro a un'apparente infelicità per le proprie decisioni, si nascondono bisogni non riconosciuti o conflitti interni che non sono sempre facili da vedere da soli. È possibile che ci sia un conflitto tra la sua idea di libertà e la realtà che ha costruito fino ad oggi.
Rispetto alla domanda che pone verso la fine: se è consapevole della sua infelicità e delle scelte che ha fatto (o che non ha fatto), perché dovrebbe cercare aiuto da uno psicologo?
Davide, la risposta sta nel fatto che, spesso, anche quando conosciamo i motivi razionali per cui non siamo felici, ci può essere una parte di noi che non riusciamo a capire completamente.
Uno psicologo non solo aiuta a esplorare il "perché" delle sue scelte e del suo malessere, ma anche a guardare più a fondo, a scoprire motivazioni inconsce che influenzano le sue decisioni. A volte, ci blocchiamo o non seguiamo i nostri desideri autentici perché non siamo completamente consapevoli delle nostre paure, dei nostri bisogni non espressi o dei condizionamenti che influenzano le nostre scelte.
L'aiuto psicologico può aiutarla a prendere decisioni più in linea con chi è veramente, a liberarsi dai sensi di colpa legati alle scelte passate e a capire come fare spazio per la libertà che desidera senza sentirsi intrappolato. Non è solo una questione di capire, ma anche di agire in modo più consapevole, con maggiore serenità e accettazione.
Se sente che è il momento di esplorare questo disagio in modo più profondo, rimango a gentile disposizione, anche online!
Un caro saluto, Dott.ssa Chiara Quinto
15 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Davide, non avrei potuto esprimere meglio il concetto. Dare un nome al proprio disagio e capire da dove nascono i conflitti (compagna vs libertà sessuale; figli e non figli; lavoro fisso vs ?) può aiutarla a comprendere meglio il suo disagio e, soprattutto, decidere cosa fare al riguardo. Un caro saluto e a disposizione anche on line, Maria dr. Zaupa
14 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Davide,
intanto dallo psicologo non si va soltanto per conoscere le cause di un proprio disagio ma anche per imparare ad affrontarlo, gestirlo e magari superarlo.
Sembra quasi che lei stia affermando che le cose che ha non le voleva e quindi è come se le fossero capitate per caso, il che ovviamente non è credibile.
Piuttosto è probabile che nel tempo i suoi desideri e le sue esigenze siano cambiate. In tal caso si tratta di capire il come e il perchè di questo cambiamento che ora le crea un conflitto interiore e quindi un malessere.
Allora mi sento di suggerirle un approfondimento in un percorso di psicoterapia oppure di provare ad allontanarsi per un certo periodo di tempo dalle cose (anche belle) che ha nella vita e verificare se in tal modo si sente meno infelice.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
14 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Davide,
Nel suo messaggio descrive bene proprio quel tipo di situazione rispetto cui la terapia puo' essere piu' utile. Se da una parte e' facile arrivare ad avere la sensazione di essere incastrati in una vita che non si sente propria, di aver preso troppo presto decisioni che definiscono il presente e condizionano il futuro, dall'altra ci si trova spesso persi e incapaci di agire di fronte a questa realizzazione. La terapia puo' aiutare a riconsiderare le proprie scelte, assumere un punto di vista diverso, aprire prospettive e identificare una direzione verso cui muoversi. In una parola, puo' sbloccare una situazione a prima vista senza uscita. Cominciando col rivedere quel "ormai" che nel suo messaggio pesa come un macigno.
La psicoterapia e' lo strumento principe per lo sviluppo e l'autorealizzazione personale. Lei sembra pensare che essendo stato causa della sua infelicita', non ci sia nulla da fare. Sta invece a Lei compiere la scelta di utilizzare quello strumento per intraprendere un percorso di cambiamento.
Se si sente pronto a farlo, sono a disposizione.
Un caro saluto.
dott.ssa Francesca Calvano
13 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Ciao Davide,
ho letto il tuo messaggio e parto col risponderti alla tua domanda " come può aiutarti uno psicologo?"... lo psicologo ti aiuta ad acquisire consapevolezze di te stesso, ad esprimere interpretare e comprendere le tue emozioni imparandole anche a gestire, ti aiuta ad affrontare le tue paure incertezze disagi emotivi, ti aiuta a capire chi sei veramente, ti aiuta a comprendere quali fattori hanno causato mantenuto e aggravano la tua sofferenza, ti aiuta a ritrovare il tuo benessere psicofisico ed emotivo attraverso l'acquisizione di nuove consapevolezze e la messa in atto di comportamenti e scelti più funzionali alla tua salute psicofisica ed emotiva. Lo psicologo ti aiuta a rinforzare le tue risorse personali, a trasformare i tuoi limiti in punti di forza, ad aumentare la tua autostima ed imparare ad amare te stesso. Lo psicologo ti aiuta ad acquisire il coraggio di fare scelte che hai sempre temuto di fare per diverse motivazioni personali. Lo psicologo ti aiuta a focalizzarti su di te ed imparare ad ascoltare i tuoi veri bisogni. Non sempre chi va dallo psicologo conosce il reale motivo del suo disagio anzi capita anche che crede di conoscerlo ma durante il percorso psicologico si accorge che invece non è cosi.
Hai detto di essere un ragazzo di 30 anni e di aver fatto scelte che non volevi ed oggi stai "pagando" le conseguenze delle tue scelte sperimentando uno stato di forte insoddisfazione personale ma non è detto che non puoi più fare quelle scelte che tu volevi. Hai detto che non vuoi stare più con la tua compagna ma non hai detto che ad oggi non vuoi più tuo figlio nonostante non volevi in passato essere padre. Ricordati che si può smettere di essere una coppia, il sentimento può finire ma essere genitori sarà per tutta la vita. Se tu ti sei accorto di non amare più la tua compagna non sei obbligato a rimanere in questa relazione anche perché stai male tu e col tempo starebbe male lei e vostro figlio che non vi vede realmente uniti. Puoi continuare ad essere padre di tuo figlio ma decidere di terminare la relazione con la tua compagna e viverti la tua necessità di liberta sessuale e sentimentale che senti di aver bisogno. Il lavoro che hai stabile non ti soddisfa ma magari può essere dipeso anche da uno stress generale che stai vivendo nella tua vita privata per questo ti suggerisco di ritrovare in primis un tuo equilibrio psicofisico ed emotivo e successivamente se ritrovato esso ti accorgi che il tuo lavoro continua ad essere ulteriore fonte di insoddisfazione per te stesso nessuno ti vieta di provare a trovare il coraggio di ricostruire la tua vita anche sotto il profilo professionale.
In relazione a tutto ciò che ti ho detto io ti suggerisco di provare a fare una consulenza psicologica, vedere come ti senti prima durante e dopo di essa e poi semmai valutare di iniziare un percorso psicologico che ti permetta di affrontare e comprendere i reali motivi che sono alla base della tua insoddisfazione nei diversi aspetti della tua vita, acquisire nuove consapevolezze, imparare a gestire e superare il tuo disagio ma soprattutto farti acquisire il coraggio di provare ricostruire la tua vita come tu la vorresti per la tua felicità personale.
Resto a disposizione per qualsiasi cosa, io lavoro a Roma sia in modalità classica in presenza in studio sia modalità online con pazienti della mia città ma anche con pazienti di altre città. La prima consulenza indipendentemente dalla modalità è sempre gratuita.
Ti auguro davvero di riuscire cogliere nuovamente gioia e bellezza nella tua vita.
un caro saluto,
Dott.ssa Ilardi Chiara
12 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Ciao Davide,
Uno psicologo può aiutarti in molti modi e non è detto che chi va da uno psicologo non conosca il motivo del suo disagio: spesso conosciamo perché abbiamo un disagio ma c'è qualcosa che ci blocca nel superarlo. Inoltre, ci sono molti motivi alla base del disagio, e solo alcuni sono consapevoli. Uno psicologo potrebbe aiutarti a capire i motivi più nascosti del conflitto interiore e dell'insoddisfazione che senti e aiutarti a capire chi sei e perché hai una visione della vita come un'occasione persa.
Con solo queste informazioni mi è difficile aiutarti a capire le motivazioni anche inconsapevoli e darti consigli su come superare il tuo disagio, ma dei colloqui con uno psicologo potrebbero aiutarti.
Inoltre, come ha già scritto la collega, tu sei consapevole del tuo disagio e questo è già un passo avanti per il suo superamento: essere coscienti infatti di un problema è il primo requisito per superarlo.
9 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Davide, Grazie per aver condiviso il tuo stato d’animo con tanta sincerità. Quello che descrivi è un malessere molto comune, anche se spesso non viene espresso apertamente: il senso di rimpianto, la sensazione di aver perso occasioni e di essere incastrato in una vita che, per quanto oggettivamente positiva, non ti appartiene fino in fondo.
La tua domanda è molto interessante: se so già cosa mi rende infelice, come può aiutarmi uno psicologo? Sapere il problema non significa saperlo gestire. Sapere da dove proviene il disagio è un primo passo, ma non è sempre sufficiente per affrontarlo in modo costruttivo. Uno psicologo può aiutarti a comprendere più a fondo il tuo malessere, andando oltre l’analisi razionale che ti sei già fatto. Magari ci sono motivazioni più profonde dietro il tuo senso di insoddisfazione.
Gestire le emozioni collegate a questa sensazione di "occasione persa", evitando che diventino soffocanti o distruttive per te e per chi ti sta accanto. Esplorare alternative reali per migliorare la tua vita attuale, senza doverla necessariamente stravolgere.
Capire se è una crisi temporanea o un bisogno reale di cambiamento
Ci sono momenti nella vita in cui tutti ci chiediamo: è questa davvero la vita che voglio?
Uno specialista può aiutarti a distinguere tra: un disagio momentaneo (es. stress, routine, monotonia) che può essere affrontato con strategie pratiche per ridare senso e freschezza alla tua vita oppure un bisogno profondo di cambiamento, che magari hai paura di affrontare perché le conseguenze sarebbero complesse.
Se vuoi fare un primo passo senza impegno, potresti provare una singola seduta per vedere se il confronto con un professionista ti dà spunti nuovi. A volte, basta anche un piccolo cambio di prospettiva per vedere la nostra vita con occhi diversi.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
9 FEB 2025
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Buongiorno Davide, quando si va dallo psicologo generalmente si va per un bisogno (es. non sono felice delle mie scelte), è difficile che si vada per qualcosa che non si sa. Poi è vero anche che si pensa di venire per un motivo e poi si scopre che in realtà dietro quella motivazione c'è altro.
Il tuo percorso potrebbe avere a che fare col capire questa tua dualità: "non mi manca niente/mi manca tutto" entrare in questo vuoto, in questa scontentezza e comprenderne il senso. E poi lavorare sulla tua parte vitale che sembra incrinata. Farla vivere, darle energia sena per forza (a meno che tu non lo vorrai) stravolgere completamente la tua vita.
7 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Perchè i disagi emotivi non basta "saperli", ma occorre sentire il corpo e sentire che si muove qualcosa. Trasformare le emozioni, non averne una comprensione distaccata.
7 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve; quando facciamo una scelta, inevitabilmente scartiamo l'alternativa. quindi, per ogni scelta fatta c'è un senso di perdita per ciò che non è stato scelto. Dietro ogni scelta si cela l'ombra dell'esperienza "luttuosa" per l'opzione scartata.
la domanda è: perché facciamo le scelte che facciamo? sulla base di cosa? a volte si sa, a volte si crede di saperlo.
un conto è sapere come si è arrivati ad un certo punto, un conto è comprendere le motivazioni (coscienti e non) alla base delle scelte che hanno portato a ciò (in tanti sanno dire in maniera più o meno esaustiva le cause dei loro malesseri ma pochi saprebbero dire le ragioni alla base).
e cosa si può fare con uno psicologo? scoprire e creare: scoprire quale parte di noi ha trovato giovamento dalle scelte che coscientemente oggi riteniamo "sbagliate" (scoprire ciò che ci muove dalle retrovie); creare nuovi significati che ci permettono di guardare da un'angolazione diversa le scelte fatte, la nostra situazione attuale e anche le scelte future.
è il modo in cui guardiamo le cose che crea la nostra esperienza soggettiva.
4 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Ciao Davide. Il fatto che tu riconosca le tue emozioni e le tue frustrazioni è già un primo passo importante. L'infelicità che descrivi potrebbe essere legata a un senso di "disallineamento" tra i tuoi valori personali e le scelte che hai fatto, magari per convenzione o per aspettative sociali, piuttosto che per desiderio autentico. Questo può portare a una sensazione di "vita incompleta" o "opportunità perse".
Insieme ad uno psicologo, potresti lavorare per:
1. Esplorare i tuoi desideri e valori: Cosa ti manca veramente? Cosa ti fa sentire autentico e realizzato? C'è un conflitto tra la tua vita attuale e ciò che senti essere il tuo "vero io"? Potremmo aiutarti a capire se c'è un bisogno di cambiamento profondo o semplicemente una necessità di adattamento della tua visione della vita.
2. Accettare e comprendere le tue scelte passate: Il "non voler qualcosa" può essere il risultato di scelte che non sono state davvero tue o che sono state fatte per convenienza, per paura del cambiamento, o per influenze esterne. In terapia possiamo cercare di dare un senso a queste scelte, capire se sono coerenti con il tuo io più profondo e, se necessario, esplorare eventuali modalità di cambiamento.
3. Trovare un equilibrio: Potremmo lavorare anche per trovare un modo di vivere una vita che ti soddisfi, combinando la tua ricerca di libertà con gli impegni e le responsabilità che hai preso. A volte, l'insoddisfazione nasce dal sentirsi intrappolati in un ruolo che non ci corrisponde, ma è possibile esplorare modalità per ricontattare il nostro senso di libertà anche nelle scelte quotidiane.
4. Rivalutare il concetto di felicità: La felicità non è un concetto universale e statico; cambia da persona a persona. A volte, il senso di infelicità nasce anche da un'idea irrealistica di ciò che dovrebbe essere la "vita perfetta". Potremmo riflettere insieme su cosa la felicità rappresenta per te, come puoi costruirla a partire da ciò che hai, senza giudicarti troppo duramente.
In sostanza, uno psicologo può aiutarti non solo a capire il motivo del tuo disagio, ma anche a costruire strategie per affrontarlo, accettare certe realtà e, se necessario, fare scelte che ti possano portare più in linea con i tuoi desideri e il tuo benessere. La terapia può essere uno spazio sicuro per fare un bilancio della tua vita, esplorare ciò che senti e valutare come raggiungere una maggiore soddisfazione e realizzazione.
3 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buonasera Davide,
intanto grazie per aver condiviso questi pensieri e questo suo malessere, non deve essere facile. Dalle sue parole, emerge il conflitto interiore che sta vivendo. Mi sento di dirle che un percorso psicologico sicuramente potrebbe aiutarla a capire che cosa ha innescato questi sentimenti di insoddisfazione e anche magari dove li ha già sperimentati, capire un po' quale può essere la radice di tutto ciò. Non per forza una persona che chiede aiuto sa da dove derivi il suo disagio ma, sicuramente, vuol dire che è diventato intollerabile se questo (disagio) lo porta a chiedere aiuto.
Resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti e le auguro di riuscire a comprende e a risolvere questi suoi vissuti.
2 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
Il percorso con un terapeuta ti consentirà di valutare che cos'è importante per te ed il tuo sistema valoriale in modo da intraprendere delle azioni impegnate che di consentiranno una vita piena pur in presenza di eventuali disagi.
Spero che queste indicazioni in merito ad un percorso ACT (Acceptance Commitment Therapy) o di Compassione Focused Therapy possano essere di aiuto e resto a disposizione per qualsiasi integrazione e/o chiarimento.
Cordialità
Dott.ssa Federica Zunino
31 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Davide,
Ti ringrazio per la tua domanda esplicita che poni come tema di condivisione .
Mi verrebbe da trasmetterti quanto di seguito: non c'è una risposta universale su come uno psicologo o psicoterapeuta può aiutarti , per essere più chiara un percorso di aiuto supporto o sostegno o psicoeducazione lo si co-costruisce insieme sulla base anche di prime sedute , sulla base delle tue esigenze , risorse , aspettative , motivazione e sulla base di ciò che emerge come intento di un possibile percorso terapeutico .
Personalmente non lavoro per obiettivo , in questo caso saresti accompagnato nel focalizzare un intento terapeutico in un percorso che nasce da un disagio ma che può divenire anche evolutivo e di crescita personale.
Come ben dici non sempre puoi conoscere il vero motivo di un disagio , ecco è qui che il terapeuta ti accompagna ad approfondire la richiesta o motivazione iniziale ( nel mio approccio imparando a stare a contatto di ciò che ti muove profondamente , grazie alla metodologia ) .
Cosi che la richiesta iniziale diviene sempre più chiara a te e in consapevolezza potrai essere accompagnato a lavoare al meglio sulle tue risorse.
Confidando di essere stata chiara e utile per te , resto disponibile per ulteriori approfondimenti.
Cordialmente .
Dr.ssa Alessandra Petrachi
29 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno gentile Davide, quello che descrive è un senso di insoddisfazione profonda, quasi una sensazione di essere imprigionato in una vita che, per quanto oggettivamente appagante, non sente come davvero sua. È comprensibile che, guardandosi intorno, possa chiedersi come sia arrivato fin qui e se sia ancora possibile trovare un senso di autenticità in quello che ha costruito.
La sua domanda è interessante e tocca un punto importante. Non è detto che chi si rivolge a uno psicologo lo faccia solo perché ignora la causa del proprio disagio. A volte, anche quando si sa perfettamente qual è il problema, il punto critico è capire come affrontarlo, come gestire le emozioni che ne derivano e, soprattutto, come trovare una strada che porti a un maggiore benessere.
Forse il vero nodo non è semplicemente il fatto di aver fatto delle scelte che ora non la soddisfano, ma il peso che queste scelte hanno su di lei e la sensazione che non ci sia più margine di cambiamento. Il desiderio di sperimentare, la ricerca di una libertà che ora le sembra negata, il timore di aver perso delle opportunità: tutto questo potrebbe essere esplorato più a fondo per comprendere cosa, oggi, potrebbe aiutarla a sentirsi più realizzato.
L’aiuto di uno psicologo non consiste nel cambiare il passato o nel dirle cosa fare, ma nel darle strumenti per comprendere meglio se stesso, le sue emozioni e i suoi bisogni attuali. Potrebbe scoprire che esistono modi per riappropriarsi della sua vita senza necessariamente stravolgerla, o potrebbe arrivare a una maggiore accettazione delle scelte fatte, sentendosi meno soffocato da esse. A volte, ciò che rende infelici non è la realtà in sé, ma il modo in cui la viviamo e la raccontiamo a noi stessi. Lavorare su questo potrebbe aiutarla a trovare un nuovo equilibrio, più autentico e meno sofferto.
28 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Davide.
la domanda che porta è estremamente importante e dimostra una grande apertura e curiosità verso ciò che può aiutarla a stare meglio.
Non solo, è una domanda è davvero preziosa, perché racchiude il desiderio di capire come uno psicologo possa aiutarla a “vivere meglio”. A volte, ci ritroviamo a ripensare alle occasioni perse, a ciò che avremmo voluto fare diversamente o a come avremmo potuto affrontare certe situazioni. Questo può portare a una sensazione di blocco, come se le possibilità fossero ormai sfumate.
Il lavoro con uno psicologo parte proprio da qui: non per cancellare ciò che è stato, ma per darle nuovi strumenti con cui rileggere la sua storia, trasformando il rimpianto in una chiave per il cambiamento. Ogni passo nel percorso terapeutico diventa un’occasione per recuperare il senso della nostra storia per scrivere nuovi capitoli voluti e sentiti.
Ogni percorso è unico e il lavoro che potrà fare con uno specialista rappresenta un’alleanza in cui la relazione stessa è lo spazio di cura.
Le auguro il meglio
Giada
27 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Ciao Davide, grazie per aver condiviso i tuoi pensieri e le sue preoccupazioni. E' molto comune sentirsi in una situazione di insoddisfazione o di vuoto, anche quando apparentemente tutto sembra andare bene nella vita. La sua riflessione dimostra una grande consapevolezza di leistesso e il desiderio di comprendre meglio il tuo stato d'animo.
Uno psicologo può aiutarla in tanti modi. Attraverso il dialogo, potremmo esplorare insieme il significato di questo disagio, andando oltre i sintomi per scoprire le cause profonde. Potrebbe trattarsi di bisogni emotivi non del tutto soddisfatti, di aspettative personali o sociali, o di una ricerca di maggiore autenticità nel vivere la sua vita.
Il percorso psicologico non offre risposte immediate, ma uno spazio sicuro in cui sperimentare nuove prospettive, comprendere meglio lei e riscoprire ciò che le dà un senso di realizzazione e felicità. Il primo passo potrebbe essere proprio un colloquio di conoscenza così da cominciare ad esplorare il suo mondo interiore.
Spero di esserle stata di aiuto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Grazia Melchiorre.
27 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Salve Davide, mi rendo conto di quanto possa essere complesso trovarsi nella situazione che descrive, in cui per quanto apparentemente, come da lei sottolineato, si viva una vita "perfetta", resta latente un bisogno di realizzazione diverso rispetto a quello che l'ha portata dove si trova oggi. La domanda da porsi e da cui ipotizzare di poter iniziare un percorso di psicoterapia potrebbe essere: quali motivazioni l'hanno spinta a fare certe scelte? In quel momento, tali ragioni le sembravano coerenti con i propri desideri e bisogni? Sa, spesso perdiamo di vista quelle che sono le nostre reali aspirazioni, in balia di condizionamenti esterni ai quali siamo talmente abituati da non riuscire talvolta a riconoscerli. Un professionista potrebbe aiutarla a mettere meglio a fuoco tali aspetti, a comprendere quali decisioni abbia preso poiché sentite come giuste per sé e quali invece rispondessero maggiormente a motivazioni estrinseche. Questo potrebbe aiutarla a sentirsi meno combattuto, più consapevole dei suoi desideri e in grado di ponderare le sue scelte future sulla base dei suoi bisogni interni piuttosto che da aspettative sociali, culturali o familiari.
Resto a disposizione per qualsiasi domanda o richiesta di chiarimento, anche online. Un caro saluto,
Dott.ssa Agnese Giuliani
26 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Caro Davide,
innanzitutto vorrei sottolineare quanto sia significativo il passo che ha fatto nel condividere apertamente il suo disagio. Esprimere un senso di insoddisfazione, pur avendo una vita che agli occhi degli altri può apparire “completa”, è un atto di grande consapevolezza. Questo dimostra quanto lei stia osservando profondamente la sua vita e ciò che sente di aver perso o mancato lungo il cammino.
In un percorso psicologico, non si tratta solo di “scoprire” le cause del disagio, ma di comprendere a fondo il significato di queste emozioni. L’infelicità che prova, il rimpianto per ciò che non ha vissuto, e la difficoltà nel sentirsi davvero libero possono essere letti come segnali di un dialogo interiore che chiede di essere ascoltato e compreso. Uno psicologo può aiutarla a esplorare le radici di questi sentimenti, illuminando le dinamiche profonde che l’hanno portata a fare determinate scelte o a non farne altre.
A volte, ciò che ci rende inquieti non è tanto il contesto esterno, ma il modo in cui ci siamo adattati a esso, sacrificando forse parti autentiche di noi stessi. Il lavoro terapeutico non serve a cancellare ciò che è stato, ma a darle gli strumenti per riconnettersi con i suoi desideri più autentici, per ritrovare un senso di libertà e possibilità anche dentro il suo presente.
Non si tratta di cambiare tutto ciò che ha, ma di riscoprire chi è e chi può essere.
Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o domanda che desidera approfondire.
26 GEN 2025
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Salve Davide, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDLogiudice
24 GEN 2025
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Ciao Davide,
ho la sensazione che, scrivendo queste righe, tu ti senta un po’ come un “impostore”, una persona che ha ricevuto tanto nella vita e che, per questo, si senta quasi in colpa all’idea di voler uscire da una condizione di agio. È un po’ come quando, guardando le immagini di bambini in difficoltà in varie parti del mondo, qualcuno si sente non legittimato a essere triste o annoiato, pensando “c’è chi sta peggio di me”.
Ogni situazione, però, è soggettiva e specifica. La mente umana è complessa e ci insegna che anche nelle condizioni oggettivamente e socialmente percepite come “perfette”, possono emergere intoppi o disagi profondi che ci rendono incredibilmente infelici, agli occhi nostri e degli altri.
In quanto alla sua domanda, la questione è ben più complicata dell’essere semplicemente consapevoli di dove nasce il problema. Lei, in modo molto arguto e consapevole, ha già iniziato a individuarlo, avviando un processo che, però, senza una giusta rete di supporto, rischia di intrappolarla in un loop senza fine. È vero che spesso gli psicologi aiutano i pazienti a definire il loro problema, ma il lavoro non si esaurisce qui. La vera sfida consiste nel comprendere non solo come quel problema si sia sviluppato e si sia radicato, ma soprattutto come trasformarlo in qualcosa di virtuoso e produttivo. È in questo che risiede il nucleo del cambiamento.
Molte persone, pur consapevoli del proprio disagio, scelgono di rimanervi intrappolate, magari perché sentono che ormai “il tempo è passato” e che tante occasioni non torneranno più. È una scelta, rispettabile. Altre persone, invece, decidono di andare oltre: vogliono approfondire quel disagio, capirlo, affrontarlo per liberarsene o, almeno, per imparare a cogliere il buono che la vita, nonostante tutto, può ancora offrire – anche nelle situazioni che non possono essere cambiate (come un lutto o problemi di salute).
Alla fine, come sempre, è una questione di scelte. A questo proposito, vorrei darle un consiglio: non permetta che il rimorso per le scelte fatte o il rimpianto per quelle non fatte compromettano il suo presente o il suo futuro. È possibile uscire da questo loop e mi auguro sinceramente che lei possa riuscirci.
Le auguro il meglio e resto a disposizione per qualsiasi dubbio o riflessione futura.
24 GEN 2025
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Buongiorno Davide,
la ringrazio per la sincerità con cui ha espresso come si sente in questo momento e i suoi interrogativi rispetto ad un potenziale percorso psicologico.
Quello che mi sento di dirle è che il percorso con uno psicologo è, tra le altre cose, un percorso di consapevolezza e di conoscenza di sé. Lei sente di avere già, in parte, della consapevolezza, nel momento in cui dice "so che sono infelice per scelte mie" e, probabilmente, la sua capacità di riflettere criticamente su sé stesso e sulle sue scelte le sarà d'aiuto in un eventuale percorso.
Tuttavia, quasi nessuno prende volontariamente delle scelte che lo rendono infelice e immagino neanche lei. Quindi, mi verrebbe da chiedermi: come mai lei ha fatto queste scelte? Il fare delle scelte che non rispecchiano i desideri che lei sente di avere è qualcosa che le appartiene o pensava che le conseguenze delle sue scelte sarebbero state differenti, quando le ha prese? Il modo in cui si sente oggi, questo desiderio di libertà e la sensazione di sentirsi un po' "in una gabbia d'oro", è qualcosa che conosce già?
Queste sono solo alcune domande, scritte al solo scopo di offrirle uno spunto di riflessione, di quelle che lei potrebbe porsi per comprendere meglio la situazione in cui si trova e il sentiero che ha percorso e che l'ha portata in questa situazione.
Una consapevolezza completa di sé e delle proprie modalità è sicuramente un punto di partenza da cui costruire, ad esempio, delle modalità nuove e diverse, che possano aiutarla a sentirsi più felice e soddisfatto di ciò che è, che ha e che costruirà nella lunga strada che ha ancora di fronte. In questo senso, credo che un professionista possa fornirle un aiuto prezioso.
Si ricordi inoltre che, per quanto la sua le sembri una vita che all'esterno può apparire splendida, se la rende infelice merita attenzione come ogni altra situazione che è causa di sofferenza.
Le auguro di trovare il giusto percorso per vivere una vita che le piace davvero.
24 GEN 2025
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Gentile Davide,
un modo in cui potresti lavorare con uno specialista è esplorando cosa non ti piace delle scelte fatte, cosa ti motiva, vagliare una nuova progettualità e nuovi "vassoi di scelta" nella tua vita che ti soddisfino.
Ti faccio tanti auguri
Dott. Giovanni Iacoviello