Come posso indurre mio padre che soffre di bipolarismo a farsi aiutare?
Buonasera, sono una ragazza di 36 anni, purtroppo, non ho avuto un adolescenza facile, in quella fase sono cominciate una serie di situazioni che mi hanno portato ad avere tanti problemi con l'accettazione di me stessa, non capivo però, quale fosse il problema principale, anche se in casa la situazione non era per niente semplice. Mio padre non è mai stata una persona dal carattere facile, ma essendo abituata a vederlo così , credevo fosse la normalità. Ho pochissimi ricordi di momenti passati con lui, spesso la notte la passava fuori casa, con mia madre continui tradimenti. Siamo 3 figli e con noi è sempre stato anaffettivo, con i nipoti ancora di più, dell'ultima appena nata non ricorda nemmeno il nome. Un giorno un'amica di famiglia, psichiatra infantile, vedendolo passare da una situazione di calma e serenità (era un pranzo di Pasqua) a un momento di rabbia, urla e rancore, conoscendo anche altri episodi e situazioni in cui si era ritrovato, ci ha detto che potrebbe essere affetto da disturbo bipolare. La notizia mi ha spaventato, ma ho potuto dare un senso a ciò che credevo essere solo negatività e cattiveria,dato che da a noi tutti, continue colpe. Quando si trova nella fase tranquilla è piacevole starci insieme e spesso mi chiedo perché debba farsi "odiare" con i suoi comportamenti ingiustificati, tante volte si arrabbia per cose futili, si fissa per cose di poco conto, crede che noi tutti lo abbiamo abbandonato e non lo rispettiamo come dovremmo, quando in realtà ci ha fatto soffrire per una vita intera e siamo sempre andati oltre. Vorrei fargli capire che ha bisogno di aiuto, capisco che tante volte non si ricorda delle cattive parole che ci dice, lo vedo soffrire anche se non lo dice, ho capito che certe volte, beve un po' di più, mi sembra che la situazione sia sempre più grave e lui sempre più solo. Ha sviluppato anche un disturbo di accumulo compulsivo, che si è ingigantito nel tempo. Mio fratello è mia madre sono in cura per depressione. Lui rifiuta categoricamente, qualsiasi discorso di ipotetico aiuto psicologico, dice di stare bene, si arrabbia e quindi, noi tutti ci abbiamo rinunciato, ma mi sento in colpa perché mi sembra di stare a guardare e basta. C'è un modo per indurlo piano piano a convincersi? O abituarsi all'idea? Ringrazio in anticipo.