Come posso fare coming out?

Inviata da Sara · 9 lug 2015 Orientamento sessuale

Sono S. e vivo in un piccolo paesino della provincia di Messina, un luogo che definire bigotto è poco, con i suoi supercattolici e le sue processioni, ed io proprio qui dovevo nascere? Gay e anche figlio di genitori che mi hanno fatto una tragedia solo perché non ero andato in chiesa il giorno di Natale... sono il più piccolo di 3 fratelli, i due più grandi sono "normali" , uno ha famiglia e l'altro si sposa l'hanno prossimo, io invece sono segretamente fidanzato con M... I miei fratelli prendono sempre in giro quelli che loro chiamano ricchioni e finocchi e mia madre si fa il segno della croce ogni volta che vede una cosa di questo tipo in tv. Mi sono appena diplomato e vorrei scappare da qui, mi basterebbe poco per vivere la mia vita con M., andare a Catania, ma i miei non mi lasciano, dicono che per studiare posso andare anche all'università di Messina. Come faccio a dirgli chi sono senza che mi odino, come faccio se la mia famiglia mi mette alla porta?

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Miglior risposta 14 LUG 2015

Caro S.,
comprendo bene quanta pressione lei si senta addosso, sia da parte della sua famiglia sia dal contesto di "piccolo paesino" in cui è nato e ha vissuto. Dichiarare alla famiglia la sua omosessualità richiede molta forza perchè, dalla descrizione che lei ne fa, non è ancora pronta a ricevere questo tipo di informazione che, forse, non comprende e di cui si è fatta un'opinione errata. Magari i suoi familiari credono che essere omosessuali sia una malattia e che quindi è possibile anche curarsi. La comunità scientifica si è espressa molto chiaramente al riguardo e non considera più una patologia l'essere gay. Da quello che ho capito lei sta per iniziare la carriera universitaria e vede questo momento come un possibile nuovo inizio per lei e per il suo compagno. Se farà presente ai suoi genitori che la scelta migliore tra Messina e Catania è quest'ultima perchè offre più possibilità lavorative e perchè i docenti sono più preparati, non credo che i suoi genitori faranno molte resistenze. Per quanto riguarda il coming out, non cerchi di forzare troppo i tempi, provi magari a capire perchè la sua famiglia non vede di buon occhio l'omosessualità e magari a sfatare qualche pregiudizio.
Cari saluti
Dott.ssa Carla Francesca Carcione

Dott.ssa Carla Francesca Carcione Psicologo a Capo d'Orlando

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14 LUG 2015

Caro S. non so se sia davvero necessario e utile parlare apertamente con i suoi genitori. Certo sarebbe bello fare outing ed essere compreso ed accettato dalla sua famiglia, ma non è così sicuro che siano pronti e in grado di comprendere. Vivere in un piccolo paesino non aiuta, anche perchè il giudizio delle persone spesso è tenuto in grande considerazione da parte della famiglia. A volte i genitori anche se sanno, oppure intuiscono, preferiscono evitare che la verità sia evidente. Si può non condividere questa posizione, ma forse ha anche senso rispettarla.
Sarebbe molto bello e auspicabile avere l'approvazione dei genitori o essere accettati per ciò che facciamo e per come decidiamo di condurre la nostra vita. Non sempre è così e si riesce a vivere bene comunque anche senza la loro approvazione. Allontanarsi da casa per vivere più serenamente la sua relazione e la sua vita trovo che sia una buona idea. Anche se fosse una fuga da un certo tipo ambiente sarebbe comprensibile. Dipende molto da quanto conflitto le causa tutto questo. Lei ha tutto il diritto di essere felice e di vivere la sua esistenza nel modo che ritiene opportuno. La "normalità" è una questione numerica, a volte sono normali solo quelli più numerosi. Fino a qualche anno fa anche essere mancini non era considerato normale. Fortunatamente i tempi, poco alla volta, stanno cambiando.
Le auguro che tutto vada per il meglio.
Dott. Andrea Paschetto

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11 LUG 2015

Gentile S.
non è a rigore obbligatorio che lei si autodichiari ora con i suoi genitori; pertanto questa tematica tradisce a mio avviso il suo bisogno di essere accettato per ciò che è realmente.
E' preferibile e consigliabile però che lei affronti questo suo bisogno di essere accettato con uno psicologo psicoterapeuta, prima di compiere passi delicati. Assieme al professionista troverà poi i tempi e i modi giusti per rapportarsi ai suoi genitori anche riguardo altre tematiche di studio e lavoro.
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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10 LUG 2015

Buongiorno S.
di quanto lei racconta il punto che rasserena il cuore è che lei, in un ambiente così astioso e retrogado sia, comunque, riuscito a costruirsi una storia e abbia un amore! Che bello!
Questo penso sia il punto che debba darle interiormente la forza e la sicurezza.
Sicuramente raccontare tutto alla sua famiglia deve essere sentito come cosa molto penosa, però mi è venuto anche da sorridere perché m i ha ricordato la scena del film "Mine Vaganti" dove lui (in un contesto più o meno come quello che lei descrive) dichiara a tavola, davanti a tutti,di essere Gay.
E' un film molto carino... profondo e divertente. Potrebbe vederlo.
Sia chiaro che non voglio suggerire di fare come nel film, però occorre che, almeno dentro di lei,giunga a sdrammatizzare un pochino la situazione.
Se le persone le vogliono bene, dopo l'iniziale "trauma", l'accetteranno.
Intanto che lei pensa a come fare viva la sua storia e sia felice.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologa-Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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9 LUG 2015

Buongiorno S,

raccontare di sè è spesso molto difficile, soprattuto a chi ha una percezione molto diversa dalla realtà, creata su un "non voler vedere". Non abbia paura e non si vergogni di essere omosessuale, non neghi la sua identità. Probabilmente non siamo ancora culturalmente pronti, pensi che fino a pochi decenni fa l'omosessualità veniva considerata una patologia anche dai professionisti del settore.
Individui delle persone che la capiscono, provi a raccontare a loro la sua situazione, questo può darle la forza necessaria per affrontare i suoi genitori. Può inoltre rivolgersi ad uno psicoterapeuta della sua zona, sensibile a queste tematiche e provare a definire insieme a lui la miglior strategia di coming out.
Cari saluti
Dott.ssa Monica Salvadore

Dott.ssa Monica Salvadore Psicologo a Torino

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9 LUG 2015

Caro S.,
raccontare di sè e riferire chi siamo è complesso, ancor più se temiamo che gli altri non accetterano quello che diremo e quello che siamo.

Mi dispiace lei viva questo momento così faticoso e delicato e che senta il bisogno di fuggire via. E' meglio di no! Sa perchè? perchè fuggire significa evitare e evitare non permette di offrire soluzioni o eliminare un problema, ma lo mantiene.

Cerchi, tra i suoi familiari, una persona che le possa fare da supporto e comunichi a questa persona il suo oreintamento sessuale. Poi si faccia supportare per scegliere il momento per comunicarlo al resto della famiglia.

E' possibile che i suoi familiari non accettino le sue parole, dato quello che ci racconta, ed è importante che lei mantenga la calma e non si lasci prendere da rabbia, paura o senso di colpa. Ascolti eventuali proteste e ribadisca la sua posizione con sicurezza.

E' possibile, anche, che la sua famiglia reagisca in modo inaspettato e sorprendente: tenga con sè anche questa possibilità, le darà coraggio.

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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9 LUG 2015

Caro S., il suo disagio è molto profondo, ma ha anche ben chiaro che in quella realtà lei resterebbe infelice, per cui, forza e coraggio, provi ad uscirne fuori.
Sua madre si fa il segno della croce, perché la cultura cattolica e bigotta del suo paese le ha insegnato questo, ma allo stesso modo ha insegnato a lei a definire i suoi fratelli "normali".
Loro sono eterosessuali e lei e M. siete omosessuali, si tratta solo di un diverso orientamento sessuale.

Provi a confidarsi con il parente meno chiuso mentalmente, quello con cui ha già avuto in passato delle confidenze, quello che sente più vicino, a cui vuole più bene. Provi a veder la sua reazione, a capire cosa scatti dentro di lui/lei a questa notizia.
Chieda il sostegno nel confessarlo a sua madre.

Troverà rifiuto e forse disperazione da parte dei suoi genitori, questo lo immagina già, come se avesse un'orribile malattia, ma lei non si lasci abbattere.
Insegua la sua felicità e provi altre strade.

Ricordi solo che nessuno sarà in grado di accettarla se prima non si accetta lei stesso. Dica a sua mamma quanto questa scoperta non la faccia sentire minore degli altri, ma degno dello stesso amore e rispetto. Le parli del suo affetto per M. e di quanto sia felice con lui.
Probabilmente non capirà, non accetterà, negherà che sia vero, ma lei si sentirà più libero e coraggioso nel pianificare il suo futuro.

I miei migliori auguri.
Dott.ssa Annalisa Iovane

Dott.ssa Annalisa Iovane Psicologo a Roma

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9 LUG 2015

Buongiorno S.,
mi dispiace che stia vivendo una situazione che le crea dolore e timore, tuttavia non deve avere paura e soprattutto non deve vergognarsi di essere omosessuale, si ricordi che non è una malattia e non c’è nulla da vergognarsi. Non mi sento di giudicare i suoi genitori, d'altronde la società in cui viviamo ci influenza notevolmente, quindi non pensi di avere una madre e un padre cattivi, ma cerchi di parlare con loro nel modo più semplice possibile, cerchi di dargli fiducia, potrebbero sorprenderla. Non so come sia il rapporto con i suoi fratelli, se è buono potrebbe chiedere un aiuto anche a loro per vincere la paura di dirlo ai suoi genitori, vedrà che se sono persone sensibili cercheranno di evitare espressioni dispregiative nei confronti degli omosessuali come quelle descritte precedentemente da lei.
Quindi apra il suo cuore ai suoi genitori senza paura, non può rischiare di essere infelice per proteggere gli altri dalla verità, cerchi di trovare la forza di essere se stesso.
Se crede di aver bisogno di una mano per affrontare la situazione si può rivolgere a uno psicologo della zona che la potrà accompagnare nel coming out.
Spero di esserle stata d’aiuto.
Saluti
Dottoressa Valentina Falanga

Dott.ssa Valentina Milena Anna Falanga Psicologo a Firenze

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