Buongiorno,
mi chiamo Rachele, ho 36 anni e due bambini di 3 e 5 anni.
Circa sei mesi fa ho scoperto mio marito fare uso di cocaina in casa, di sera, nello studio dove si rifugi a guardare la TV. La cosa mi ha letteralmente scioccato, non tanto per la gravità della sostanza ma per la modalità. In casa? La sera prima di addormentarsi? Per quale ragione?
Ne abbiamo parlato e lui ha minimizzato l'accaduto. Pochi giorni fa ho trovato (sempre nello studio) dell'altra cocaina. Questa volta la discussione è stata molto più pesante, l'ho messo d'innanzai alla gravità della situazione, gli ho fatto presente di come si sta buttando via e di come sta rischiando stupidamente di rovinare tutto ciò che di più bello ha dalla vita: 2 figli meravigliosi, salute, benessere, lavoro. Finalmente ha ammesso di avere un problema e mi ha promesso che vuole risolverlo a tutti i costi, ma da solo. Ho tentato di spiegargli che sarebbe meglio si affidasse a qualcuno, un professionista che gli possa dare i mezzi per farlo. Non è strutturato per poter farcela da solo (e chi lo è?) e non ne ha gli strumenti.
Sono sicura che il problema sia più ampio, non si tratti di semplice dipendenza, anche perché mi ha assicurato che l'uso è sporadico e non giornaliero, però è una debolezza a cui non riesce a rinunciare.
cosa posso fare?
come posso informarmi per rivolgermi al giusto professionista, sperando che accetti di farsi aiutare da qualcuno?
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21 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 17 persone
Comprendo a pieno il problema, sono 12 anni che altaleno tra bugie e sotterfugi,andando anche al sert,credo che principalmente chi fa uso di cocaina avrà difficoltà ad abbandonarla poiche'per chi la usa, è uno stile di vita.
Ho a gennaio,5 figli ma non sopporto piu'il peso di questa situazione,tra debiti,bugie,continui sotterfugi e il volermi far sentire
In colpa e sminuirmi,affrontero'tutto maggiormente da sola ma questo mostro di mio marito deve uscire dalla mia vota e quella dei miei figli!
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6 Risposte
1 APR 2014
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gent.ma sig.ra la questione della dipendenza da cocaina non va assolutamente sottovalutata. Inoltre il soggetto dipendente tende sempre a minimizzare l'uso della sostanza. Il mio invito è di non raffrontare la questione da sola, di rivolgersi, almeno lei, ad un centro specializzato. Può pensare anche al servizio pubblico, quali il Ser.T. o i Dipartimenti per le Dipendenze Patologiche, che possono appunto sostenerla ed aiutarla per la presa in carico di suo marito.
1 APR 2014
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Rachele, comprendo la difficoltà della sua situazione e posso suggerirle, per esperienza all'interno di servizi alle dipendenze, che può incentrare il suo sostegno a suo marito facendo leva su ciò che è bene per lui. Quando assume la sostanza lui si sente molto bene, e la sostanza fa si che lui senta aumentare l'autostima e il senso di autodeterminazione, anche se nella fase discendente questa fiducia viene a mancare. Provi a parlargli del suo desiderio di volere il suo bene e che magari suggerisca un colloquio con un professionista, psicoterapeuta che può aiutarlo a
chiarire il suoi bisogni, magari cerchi anche per se stessa un sostegno per superare questo momento. Forza!
31 MAR 2014
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile signora Rachele,
solo rivolgendosi di persona ad un capace professionista (psicoterapeuta, meglio se anche perfezionato all'università in "dipendenze patologiche") potrà iniziare a capire (alla fine della valutazione clinica) come mai suo marito abusa di sostanze tossiche e quali sono le probabilità di uscirne e con quali "percorsi"
dr paolo zucconi, psicoterapeuta e sessuologo clinico comportamentale in friuli venezia giulia
26 MAR 2014
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Rachele, pur comprendendo e parzialmente condividendo il tuo stato d'animo, me ne guarderei bene dall'affrontare la faccenda 'demonizzandola'. Lui dice che vuole affrontare la cosa da solo e questo perché non la vive come un problema, io credo. Non è detto che lo sia, del resto. Quello che conta è rilevare se tuo marito presenta dei limiti significativi nel rapporto con te e relativamente alla sua responsabilità di padre. Se non ti sembra sufficiente chiarire quanto ti sta accadendo, contattando noi in questa sede, senz'altro dovrai chiedere una consulenza di un collega del luogo in cui vivi, per farti aiutare. Quello che caldamente ti suggerisco , è non drammatizzare, soprattutto agli occhi di tuo marito, perché così facendo peggioreresti la situazione. Ciao.
25 MAR 2014
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Rachele, la differenza tra problema serio di dipendenza patologica e uso sporadico dipende dal reale uso che suo marito fa della sostanza ma soprattutto dalle motivazioni che lo portano a cercare proprio questa sostanza e alle aspettative che riversa nel suo utilizzo.
la mia esperienza professionale nel sostegno di persone con dipendenze patologiche mi spinge a consigliarle di continuare a non sottovalutare il problema e nel cercare di convincere suo marito a parlarne con un professionista psicologo che saprà certamente aiutarlo a capire innanzitutto la situazione in cui si trova e poi ad indirizzarlo verso la giusta strada da intraprendere per risolvere il problema.
mi contatti pure per approfondire la questione.
25 MAR 2014
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Rachele,
credo che abbia ragione nell'affermare che il problema non riguardi soltanto l'uso della sostanza ma anche altri aspetti psicologico-relazionali, che non ci è dato sapere ma che dovrebbero essere affrontati.
Tuttavia, senza una motivazione personale, si può fare ben poco.
Per quanto riguarda il professionista al quale rivolgersi, può cercare anche su questo portale. Non esistono approcci più o meno efficaci, la differenza la fa la qualità del professionista.