Salve a tutti. Da qualche anno ho stretto un rapporto molto stretto con la sorella più giovane di mia madre. Lei è la minore di 8 figli ed ha 38 anni ora, sposata e con 2 bambini, uno di 9 e una di 2 anni. Vive da 10 anni in Germania, dove ha una vita senza problemi economici, ha una bella casa grande e i bambini godono di ottima salute. Il marito non è un granchè, nemmeno come padre, infatti soprattutto il più grande sente molto la mancanza della figura paterna. La piccola per ora non presenta problemi. Ma mia zia è da un paio di anni che ha qualcosa che non va. Dimagrisce sempre più, ha uno stile di vita iperattivo, non perde occasione per lasciare i bambini a qualcuno per andare a fare le sue cose (quali siano queste cose nessuno lo sa), aggredisce chiunque tenti di aiutarla, dice di stare in una situazione difficile che nessuno capisce, e nessuno può aiutarla. Ribadisce sempre la sua indipendenza, urla continuamente contro il figlio maggiore per ogni minimo sbaglio che fa, urla e litiga sempre anche col marito. Io, come anche tutte le sorelle, non riusciamo a capire cosa non va, e quindi non sappiamo come aiutarla. Io ho un rapporto speciale con lei. Mi confida tutto, anche cose che non direbbe mai a mia madre, quasi come se fossimo sorelle. Io le voglio bene, e non sopporto di vederla così. Non so cosa fare. Inutile dire che non se ne parla di farsi aiutare da un professionista. Come posso arginare la situazione?
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4 DIC 2013
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Gentile signora Noemi,
nel caso che qui presenta e la zia non vuole venire in osservazione la chance che rimane è quella che lei stessa, se veramente desidera aiutare la zia, si presenti di persona presso un collega esponendo le problematiche che qui illustra. Solo personalmente avrà risposte precise, competenti e cocostanziate che possano avere un senso pratico per un aiuto concreto alla zia
dr paolo zucconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a udine (friuli venezia giulia)
5 DIC 2013
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Gentile Noemi,
purtroppo in questo modo non può esserle di aiuto, perché rischia di alimentare in questa donna una dinamica di dipendenza, diventando Lei stessa (lei che scrive) la "crocerossina" di turno. Se queste problematiche sono percepite come difficili da affrontare dalla diretta interessata, la soluzione più semplice è quella di rivolgersi ad un Collega, nella consapevolezza però di essere motivata ad un cambiamento.
Cordiali saluti,
Dott. Giuseppe Del Signore - Psicologo Viterbo
5 DIC 2013
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Buongiorno gentile Noemi,
avere notizie "indirette" di sua zia non equivale ad avere notizie dalla persona interessata, nello stesso tempo ascoltarla una volta all'anno non equivale ad essere una presenza concretamente attiva nella sua vita. Mi sembra che ci sia un clima di forte agitazione intorno a questa signora... Le suggerisco di richiedere una consulenza psicologica lei stessa per vedere se è possibile apprendere strategie comunicative efficaci per aiutare sua zia ad aprirsi e a prendere la fiducia secessaria per farsi aiutare da uno specialista nella città dove vive.
Cordialmente
4 DIC 2013
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Cara Noemi,
visto che la sua zia non vuole avere a che fare con dei psicologi, sarà difficile intervenire. Potrebbe almeno provare di avvicinarla di più per poterla fare confessare quello che la tormenta. Però sappia che la sua zia è una persona adulta quindi dovrebbe sapere riguardarsi.
In bocca al luppo
4 DIC 2013
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Purtroppo non viviamo vicine, quindi effettivamente non sono una testimone diretta "continuativa" del suo stato d'animo, però ho informazioni quotidiane sulla sua vita anche per via indiretta. Almeno una volta all'anno trascorre un mese di vacanza in italia, periodo in cui richiede la mia presenza, vuole che vada a dormire da lei, e passiamo interi pomeriggi chiuse in bagno a parlare dei suoi problemi. Lei stessa mi dice che le cose che dice a me non le dice nemmeno a mia madre, sua sorella maggiore che l'ha cresciuta, e che quindi vede anche lei come una madre. Mi racconta tutto della sua vita, anche le cose più intime, e spesso piange. Parla ininterrottamente, di qualunque cosa, passa da un argomento all'altro, si ripete spesso, quando è particolarmente tesa inizia a balbettare, oppure ride mentre dice che non ce la fa più. Il mio ruolo è prevalentemente è quello di ascoltatrice, ma a volte intervengo quando magari dice delle cose che io so essere sbagliate. Mi rendo conto che è una situazione complessa, ma dato che davvero non sta bene, e dato che sono tutti preoccupati per lei, ma chi per una ragione chi per un'altra, non fanno più di tanto per aiutarla, anzi, la sgridano e sottolineano solo i suoi errori, e io, visto che in qualche modo ho la sua fiducia, mi sento in dovere di aiutarla, per quanto possibile. Per il momento il cerco di essere il suo avvocato, di difenderla con gli altri, che magari se la prendono per un suo atteggiamento troppo aggressivo, cerco di ascoltarla e di consigliarla per quanto possibile, o meglio, per quanto mi permette.
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3 DIC 2013
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Gentile Noemi,
non si può costringere nessuno ad accettare il nostro aiuto. Personalmente penso che parlare con lei in modo caldo, sinceramente, con amore possa essere forse l’unica cosa possibile. Farle capire che dall’esterno è evidente che qualcosa non va e che vorremmo fare qualcosa potrebbe essere una soluzione. Ciò che è possibile fare è proporre il proprio amore, la propria disponibilità, il proprio tempo, sta poi alla persona accettare o meno il nostro potenziale aiuto.
Restiamo in ascolto,
cordialmente,
Dottor Antonino Savasta,
Pistoia.
3 DIC 2013
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Gentile utente,
comprendo il senso di difficoltà che prova, evidentemente sua zia ha lei come punto di riferimento e non il marito, con il quale ci dice avere problemi.
Allo stesso nessuno può cambiare a meno che non lo voglia ed il fatto che sua zia non ne vuole sapere di farsi aiutare, è estremamente improbabile che lei possa fare qualcosa di utile.
Neanche gli addetti ai lavori hanno molte chance con chi non è motivato al percorso terapeutico.
Sua zia alla fine è adulta....
3 DIC 2013
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Gentile Noemi,
in realtà la soluzione più semplice è proprio quella di consultare un Collega di persona, se sua zia non ha intenzione di farlo si può fare ben poco, se non spronarla in tal senso o quanto meno a confidarsi.
Sua zia non si confida neanche con lei di questa situazione che sta vivendo?
Cordiali saluti,
Dott. Giuseppe Del Signore - Psicologo Viterbo
3 DIC 2013
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Gentilissima Noemi,
da quello che scrive è difficile capire quante volte sente o vede la zia, perchè credo che per affrontare tale argomento sia necessario farlo a voce e di persona, non per telefono o tramite social network. Partendo da questo, credo che se davvero avete un rapporto così stretto e di confidenza sia possibile parlarle chiedendole, in modo piuttosto allargato e non troppo diretto, se ci sono delle difficoltà in un ambito particolare della vita, prendendo spunto da un episodio o evento che lei stessa riporta. Dai comportamenti che descrive, potrebbe anche sembrare che la zia stia assumendo atteggiamenti per evitare qualche cosa (in casa? Con il marito?) ma sinceramente sono troppo pochi i dettagli per riuscire a dare una lettura significativa e non superficiale. Ritengo che però la buona volontà ed una dose buona, ma non eccessiva, di insistenza possano portare questa signora ad aprirsi. Quindi continuare a tentare di trovare un varco di apertura, senza demordere ma rispettando i suoi tempi!
In bocca al lupo!
Dr.ssa Mazzola Ambra