In sede di separazione mia figlia minorenne ha deciso di rimanere col padre, malgrado io abbia chiesto l'aiuto di uno psicologo per lei, il quale infine mi ha detto di rispettare la sua scelta. Il padre è totalmente inaffidabile e in separazione, l'ha completamente strumentalizzata totalizzando il suo plagio nei confronti di lei.
Ha ottenuto affidamento congiunto e l'estremo odio di lei nei miei confronti. Il grave problema è che lui oggi, depresso e incapace di mantenere anche se stesso,ha condotto mia figlia alla deriva, trascinandola in un processo distruttivo, mirato alla non realizzazione di lei e alla conseguente dipendenza da lui. Io ho sempre lasciato aperta la mia porta ma lei usa me ogni volta solo per abusarmi e portarne il trofeo al padre e non per risolvere le sue gravi problematiche.
Ho di nuovo tentato di farla seguire in terapia ma lei l'ha interrotta alla terza seduta perchè il padre ovviamente la contrasta. Non so più come aiutarla e non riesco più a gestire la sua continua violenza nella mia casa, cui alla necessità ella si appoggia. Permanenza chiaramente mirata non alla soluzione dei suoi problemi ma solo a trascinare me nell'opera distruttiva che essi perseguono. Rimango dolorosamente combattuta tra il metterla per strada e liberarmi e il continuare a sostenerla rischiando di soccombere. Sono quindi a chiedere il vostro gentile aiuto per una strategia comportamentale che mi aiuti ad aiutarla.
Oggi lei ha 26 anni. Un sincero grazie
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15 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Gentile Alessandra,
mi pare di capire che sua figlia era minorenne quasi 10 anni fa quando ha deciso di rimanere con il padre. D'altra parte l'affidamento congiunto non mi sembra una soluzione iniqua per il semplice fatto che entrambi i genitori hanno diritto alla possibilità di stare con i figli. Ci sarebbe piuttosto da chiedersi per quali motivi la ragazza ha mostrato di preferire il rapporto col padre e l'ipotesi del plagio che lei avanza, data anche l'età attuale della ragazza, francamente non regge.
Anzi, è strano che lei da una parte parla di possibile plagio perpetrato dal padre nei confronti della figlia e dall'altro si lascia, come dice lei, abusare, concedendole tutto quello che vuole.
Penso che dovrebbe ridurre la sua rabbia e provare ad avere un rapporto più tranquillo col suo ex marito per poter migliorare anche il rapporto con sua figlia e per fare tutto questo dovrebbe lei stessa farsi aiutare da un esperto.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
15 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Alessandra,
non ho ben chiaro quanto tempo sia passato dalla sentenza di affidamento, né se sua figlia sia ancora minorenne.
In ogni caso, deve recuperare il rapporto con sua figlia, e per questo le consiglio di andare magari da sola o insieme a sua figlia da uno psicologo.
E' probabile che i suoi sforzi non siano efficaci né adeguati alla situazione.
Non può rifiutare sua figlia, anche se ha comportamenti violenti. Se ne pentirebbe sicuramente e, sicuramente, questo sarebbe ancora più deleterio per la ragazza.
Deve cercare di capire perché avvengono e cosa può fare per aiutarla, anche a costo di mettere in discussione i suoi comportamenti e rivederli alla luce di nuove spiegazioni.
Si ricordi che Lei è il genitore e sua figlia ha subito per anni un allontanamento dalla figura materna. Non può pensare che questo non abbia ripercussioni, né aspettarsi che si comporti come se non fosse accaduto nulla.
Si metta in gioco e cerchi di capire dove e cosa può fare per recuperare il vostro rapporto.
Cordiali saluti.
15 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Alessandra,
leggo la sua mail su più livelli.
Il livello della sofferenza, che da anni la accompagna nella sua vita e che la fa sentire impotente.
Il livello della preoccupazione per sua figlia, che le fa tenere la porta aperta nonostante, nel tempo, si sia sentita "abusata".
Il livello temporale. Nonostante siano passati all'incirca una decina d'anni dalla separazione (dati i riferimenti che lei ci dà nel messaggio) lei ne parla come fosse appena accaduto.
Il livello emotivo nei confronti del padre della ragazza, verso il quale mi sembra provi risentimento.
Ci scrive che sua figlia, quando viene da lei, la trascina "alla deriva". In che modo? In che modo lo fa? E in che modo lei si lascia trascinare?
Sua figlia ha 26 anni e può scegliere di condurre la sua vita nel modo che le sembra più opportuno.
Lei, Alessandra, ha lo stesso diritto. Si dedichi a se stessa e scelga come desidera condurre la sua vita per essere serena.
Considerando che la sua situazione è faticosa da tanto tempo e che è arrivato il momento per concedersi un pò di sollievo, le suggerisco di farsi supportare da uno psicologo.