come gestire una famiglia tossica

Inviata da elisabetta zappaterra · 28 feb 2025 Terapia familiare

Buongiorno, sono una ragazza di 28 anni, ho due genitori che mi sostengono e mi supportano in tutto si appoggiano molto su di me sia per la parte amministrativa in casa che per eventuali appuntamenti o altro da prendere. Io non mi sono mai tirata indietro ne per quanto riguarda aiutare i miei genitori in casa che per quanto riguarda aiutare il resto della famiglia in particolare mia nonna(paterna) e mia zia (paterna) sono due figure molto predominanti nella mia famiglia. Penso che in particolare loro due si aspettino sempre che faccio tutto perfettamente, mi giudicano pesantemente quando non rispetto le loro regole e mi fanno sentire in colpa, quando capiscono che giudicarmi non produce effetti cominciano a minacciarmi di rendermi la vita difficile perché quando loro si arrabbiano con me sembra come se tutta la famiglia compresi i miei mi respingessero per uniformarsi alle loro idee e per non litigare con loro. mentre io mi ritrovo sempre a combattere da sola, e a 28 anni sto cominciando a stancarmi ormai ho un ragazzo da 5 anni (loro ovviamente non lo approvano perché non corrisponde alla loro idea di ragazzo che dovrei avere al mio fianco) e quando la situazione in casa diventa insopportabile ho smesso di affrontarli e mi nascondo da lui finchè la situazione non si cambia. io vorrei capire come riuscire a distaccarmi una volta per tutte da loro, io non ho niente contro i miei con loro vorrei mantenere il rapporto ma al contrario con mia zia e mia nonna preferirei prendere le distanze e smetterla di dover dare spiegazioni e giustificarmi a 28 anni

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Miglior risposta 3 MAR 2025

Carissima Elisabetta, mi colpisce quando dice: "Sembra come se tutta la famiglia, compresi i miei, mi respingessero per uniformarsi alle loro idee". Questo senso di isolamento e la sensazione di dover "combattere da sola" possono essere davvero dolorosi, soprattutto perché nascono all'interno del nucleo familiare, dove invece si dovrebbe trovare accoglienza e comprensione.

È importante notare come abbia già fatto un passo significativo: riconoscere che, mentre desidera mantenere un legame con i suoi genitori, sente il bisogno di stabilire dei confini chiari con sua zia e sua nonna. Questo non è un atto di egoismo, ma un segno di maturità: prendersi cura di sé non significa abbandonare gli altri, ma scegliere quali relazioni nutrire e quali invece riformulare.
Le chiederei: cosa prova esattamente quando decide di rifugiarsi dal suo ragazzo nei momenti in cui la pressione familiare diventa insostenibile? È un senso di sollievo, di fuga, o forse la speranza di trovare uno spazio in cui sentirsi davvero sé stessa?
Le suggerei di costruire una sua "voce interiore" più forte, capace di rispondere a critiche e manipolazioni senza sentirsi obbligata a giustificarsi.

Le suggerei un percorso di terapia, per rafforzare la sua autostima, costruire confini emotivi sani e definire cosa significa per lei "distaccarsi" senza sentirsi in colpa. È un percorso delicato, ma prezioso!

Dott.ssa Chiara Quinto Psicologo a Roma

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3 MAR 2025

Salve Elisabetta, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice Psicologo a Roma

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3 MAR 2025

Salve, purtroppo in dinamiche così invischiate, la cosa migliore da fare è sottrarsi gradualmente affinché tu possa ritrovare la tua autentica personalità all’infuori dei giudizi e rimproveri della tua famiglia. Potresti iniziare a prendere in considerazione l’idea di uscire di casa e averne una per te.
Incolte, avere un appoggio su cui fare chiarezza interiore è più che utile per ritrovare equilibrio sotto tante persone che ti orbitano attorno.
Rimango an disposizione per qualsiasi aiuto
Anna Elena Comune

Dott.ssa Anna Elena Comune Psicologo a Roma

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2 MAR 2025

Come mai i suoi genitori e la sua famiglia si appoggia così tanto su di lei per affrontare la parte amministrativa della casa Enel, organizzare i vari impegni che ci possono essere nella quotidianità

Per quale motivo si appoggiano totalmente a lei?
Ci sono altri membri della sua famiglia che potrebbero aiutare?

Se lei aiutasse un po’ meno a parte il fatto che si arrabbierebbero, cosa succederebbe?

Quando si entrano in circolo vizioso disfunzionale per poterne uscire, dobbiamo spezzare il circolo cioè cambiare la routine, anche se all’inizio può essere molto molto difficoltoso

Le consiglio di parlare con la sua famiglia e cercare di affrontare concretamente la situazione

Valuti anche lei, se ci sono concretamente delle alternative

Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico che la posso aiutare a comprendere meglio e ad affrontare la situazione.

Per ulteriori informazioni, mi contatti lei risponderò con piacere

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Pontedera

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1 MAR 2025

La tua situazione è complessa e comprensibilmente pesante: da una parte il desiderio di mantenere un rapporto sereno con i tuoi genitori, dall’altra il bisogno di proteggerti dall’invadenza e dal controllo di tua nonna e tua zia, che ti fanno sentire giudicata e intrappolata. È normale che, dopo anni di pressioni e responsabilità, tu senta il bisogno di **distaccarti** e di vivere la tua vita con maggiore libertà.

**Perché è così difficile prendere le distanze?**
Quando cresci in una famiglia in cui ci si aspetta che tu sia sempre disponibile e perfetta:
- **Ti senti responsabile per il benessere degli altri**, spesso a scapito del tuo.
- **Temi il conflitto** perché ogni volta che provi a difendere i tuoi confini vieni respinta o isolata.
- **Ti senti in colpa** quando pensi di allontanarti, come se stesse facendo qualcosa di sbagliato.

Questi meccanismi ti tengono “bloccata” in un ruolo che non ti appartiene più, ma rompere questo schema **non significa smettere di amare i tuoi genitori o essere una persona egoista**: significa prenderti cura di te.

---

**1. Capire il tuo diritto di esistere come persona autonoma**
A 28 anni hai il diritto di:
Fare scelte che ti rendano felice, anche se non sono approvate da tutti.
Stabilire **limiti chiari** nei rapporti che ti fanno soffrire.
Non dover sempre **giustificare** ogni tua decisione.

**Chiediti**: cosa voglio davvero per me e per la mia vita? Questa domanda può guidarti nel rafforzare il tuo desiderio di cambiamento.

---

**2. Imparare a stabilire confini chiari**
Non è facile, soprattutto in una famiglia dove le dinamiche sono così radicate, ma **puoi iniziare a dire di no senza sentirti in colpa**. Ad esempio:

- **Quando ti fanno pressioni o ti giudicano:**
_"Capisco che abbiate un’opinione diversa, ma questa è una mia scelta e non voglio discuterne ulteriormente."_

- **Quando ti senti sopraffatta dalle richieste:**
_"Non posso occuparmene io questa volta. So che troverete una soluzione."_

**Importante**: non devi convincerle o ottenere la loro approvazione. I tuoi confini sono validi **anche se loro non li accettano**.

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**3. Parlare con i tuoi genitori separatamente**
Dal momento che vuoi mantenere un buon rapporto con loro, potrebbe essere utile affrontare il discorso con calma e chiarezza, senza accusare nessuno. Puoi dire qualcosa come:

*"Vi voglio bene e voglio continuare ad aiutarvi quando posso, ma ho bisogno che capiate che certe pressioni da parte di nonna e zia mi fanno stare male. Vorrei che il nostro rapporto rimanesse sereno, ma ho bisogno di prendermi il mio spazio."*

Se riesci a coinvolgerli come alleati, sarà più facile per te sentirti supportata e meno isolata.

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**4. Affrontare le loro reazioni senza paura**
Probabilmente, quando inizierai a dire “no”, tua zia e tua nonna **non reagiranno bene**: chi è abituato ad avere potere tende a fare pressione quando sente di perderlo.

Se ti minacciano di “renderti la vita difficile” o cercano di manipolarti emotivamente:

- Non rispondere con rabbia o paura: mantieni un tono calmo e fermo.
- Non giustificarti in continuazione: non devi dimostrare di avere ragione.
- Non aspettarti che loro capiscano subito: l’obiettivo non è convincerle, ma **proteggere te stessa**.

**Ricorda**: puoi sopportare il loro disappunto. Non sei responsabile delle loro emozioni.

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**5. Creare spazi di libertà per te**
Inizia a coltivare una vita indipendente fuori dalle dinamiche familiari. Ad esempio:
- Trascorri più tempo con il tuo ragazzo senza sentirti in colpa.
- Dedica tempo ad attività che ti danno gioia, lontano dalla pressione familiare.
- Circondati di persone che **ti accettano per come sei**.

Se stai già trovando rifugio nella tua relazione quando le cose si fanno pesanti, è un segnale che hai **bisogno di uno spazio tuo**, sicuro ed emotivamente libero.

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**6. Frasi utili per difendere i tuoi confini**
Ecco alcune risposte che puoi usare nei momenti difficili:

- *"Capisco il tuo punto di vista, ma questa è una mia scelta."*
- *"Non ho bisogno che tu approvi quello che faccio per sentirmi sicura di me."*
- *"Non voglio più discutere di questo argomento."*
- *"Mi dispiace se non ti piace la mia decisione, ma non cambierò idea."*

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**7. Se vuoi distaccarti, fallo per te**
Prendere le distanze non significa rompere i rapporti definitivamente, ma smettere di lasciare che il loro giudizio influenzi la tua vita. Non devi più dimostrare niente a nessuno: **sei abbastanza, così come sei**.

Se senti che il loro peso è troppo grande e hai bisogno di sostegno in questo percorso, può essere utile anche parlare con un professionista che ti aiuti a **rafforzare la tua autonomia emotiva**.

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Ti senti pronta a fare il primo passo? C’è qualcosa che ti spaventa di più in questo processo?

Dott. Fabrizio Toti Psicologo a Todi

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1 MAR 2025

È comprensibile che tu ti senta sollevato nel condividere ciò che stai vivendo. Da quello che racconti, sembra che tu stia affrontando una combinazione di **ansia, stanchezza mentale e uno stato di malessere generale** che si è manifestato improvvisamente. Il fatto che tu abbia già delle abitudini sane, come l'esercizio fisico, la lettura e la musica, è un ottimo segnale: significa che hai delle risorse personali per affrontare il disagio.

**1. Riconoscere e dare un nome a ciò che senti**
Questa sensazione di pesantezza improvvisa potrebbe essere legata a diversi fattori, come:
- **Sovraccarico mentale o emotivo**: A volte il nostro cervello accumula stress senza che ce ne rendiamo conto, e i sintomi emergono all’improvviso.
- **Cambiamenti nei ritmi circadiani**: Andare a letto tardi per lungo tempo può alterare il tuo equilibrio psico-fisico, anche se sei abituato a quei ritmi.
- **Ansia sottostante**: Anche se riesci a distrarti, l’ansia può emergere quando il corpo e la mente rallentano, come accade di notte o nei momenti di silenzio.

**Domanda per te**: Hai notato se ci sono pensieri ricorrenti o situazioni specifiche che ti scatenano questo senso di stanchezza e malessere?

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**2. Strategie pratiche per alleviare ansia e stanchezza mentale**
1. **Micro-pause consapevoli**
Durante la giornata, concediti 5-10 minuti di pausa in cui ti concentri solo sul tuo respiro o su una sensazione positiva (può essere ascoltare una canzone rilassante o fare un breve esercizio di respirazione profonda). Questo aiuta a "scaricare" le tensioni accumulate.

2. **Routine di scarico serale**
Anche se sei abituato a dormire tardi, prova a introdurre una piccola routine di decompressione prima di andare a letto. Ad esempio:
- Ascoltare musica rilassante o un podcast leggero.
- Scrivere qualche pensiero o preoccupazione per "svuotare" la mente.
- Fare qualche esercizio di stretching o rilassamento.

3. **Gestire i pensieri intrusivi**
Se la tua mente è piena di pensieri che ti agitano, prova a osservarli senza giudicarli. Immaginali come nuvole che passano nel cielo: sono lì, ma non restano per sempre.

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**3. Valutare il tuo benessere generale**
A volte questi sintomi possono essere anche segnali che il tuo corpo ha bisogno di un reset. Ti consiglio di osservare:
- **Alimentazione**: Mangi in modo regolare e bilanciato?
- **Idratazione**: Bevi abbastanza acqua durante il giorno?
- **Socialità**: Anche se esci con amici, ti senti davvero connesso a loro o percepisci una certa distanza emotiva?

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**Se la sensazione persiste…**
Se questa stanchezza mentale continua per più di un paio di settimane o se senti che sta influenzando la tua qualità di vita, potrebbe essere utile confrontarti con un professionista (psicologo o medico) per indagare eventuali cause più profonde.

Se vuoi, possiamo approfondire insieme eventuali situazioni specifiche che potrebbero averti influenzato. Ti va di parlarne?

Dott. Fabrizio Toti Psicologo a Todi

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1 MAR 2025

Buongiorno Elisabetta,

capisco che questa situazione possa essere molto pesante per te e che tu senta il bisogno di trovare un modo per gestire il rapporto con tua nonna e tua zia senza però compromettere quello con i tuoi genitori.

Quello che descrivi sembra una dinamica in cui il giudizio e la pressione esterna hanno un impatto significativo su di te, portandoti a dover costantemente dimostrare il tuo valore e il tuo rispetto per le loro aspettative. È naturale che, dopo tanti anni, tu senta il desiderio di affermare la tua indipendenza senza dover sempre giustificare le tue scelte.

Una riflessione importante potrebbe essere chiederti: cosa ti fa sentire ancora vincolata alle loro aspettative? È il senso di colpa? La paura delle conseguenze? Il timore di perdere il supporto della tua famiglia? Identificare ciò che ti tiene legata a questa dinamica può aiutarti a capire su quali aspetti lavorare per rafforzare il tuo senso di autonomia.

Può essere utile anche esplorare quali confini vuoi stabilire. Prendere le distanze non significa necessariamente rompere i rapporti, ma ridefinire il modo in cui interagisci con loro: puoi scegliere quanto condividere, su quali argomenti rispondere e quando semplicemente chiudere una conversazione senza sentirti in dovere di giustificarti.

Un altro punto da considerare è come comunicare il cambiamento. Spesso, quando modifichiamo il nostro comportamento, chi ci sta intorno può reagire con resistenza, soprattutto se era abituato a una nostra certa disponibilità. Potresti iniziare con piccoli passi, ad esempio non rispondere immediatamente alle loro richieste o esprimere con fermezza ma senza aggressività le tue decisioni (“capisco il tuo punto di vista, ma questa è una mia scelta e la porterò avanti”).

Infine, può essere utile rafforzare il tuo sostegno emotivo: il tuo ragazzo, i tuoi amici o anche un confronto con un professionista possono darti una base sicura mentre cerchi di mettere in pratica questi cambiamenti.

Ti invito a riflettere su questi aspetti: cosa vorresti che cambiasse nel concreto? Come immagini la tua vita se riuscissi a prendere le distanze emotivamente? Cosa potrebbe aiutarti a sentirti più libera nelle tue scelte? Queste domande possono essere un buon punto di partenza per costruire un percorso che ti permetta di vivere con maggiore serenità, rispettando te stessa e i tuoi bisogni.

un caro saluto

Dott.ssa Chiara Facchetti

Chiara Facchetti Psicologo a Brescia

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1 MAR 2025

Elisabetta, capisco perfettamente quanto possa essere pesante vivere in una dinamica familiare così soffocante. Sembra che tu abbia sempre avuto un ruolo di "collante" nella famiglia, prendendoti molte responsabilità e cercando di non deludere nessuno. Ma ora, giustamente, senti il bisogno di mettere dei confini chiari, specialmente con tua nonna e tua zia, che esercitano un controllo emotivo su di te.
È difficile, ma il primo passo è renderti conto che il loro giudizio su di te NON definisce chi sei. Non devi dimostrare nulla a loro.
Se al momento vivi con i tuoi, potresti iniziare a valutare un’indipendenza abitativa, magari con il tuo ragazzo o da sola. Se non è fattibile ora, puoi comunque trovare modi per passare più tempo fuori e ridurre la tua presenza in casa.
Non sei sbagliata nel volerti allontanare da un rapporto tossico. È un atto di amore per te stessa. Se ti può aiutare, potresti anche cercare un supporto psicologico per rafforzarti in questo percorso. Meriti di vivere la tua vita senza dover rendere conto a chi ti vuole solo controllare.
Dott.ssa Antonella Bellanzon








Dott.ssa Antonella Bellanzon Psicologo a Massa

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1 MAR 2025

Buongiorno Elisabetta ,
La situazione che descrivi e che ti trovi ad affrontare nella relazione con la tua famiglia non e' affatto semplice ,Ermete una sorta di compromesso nel poter continuare a sentirti parte .
Da ciò che racconti emerge una tua e profonda esigenza di individuati e sarebbe importante poter lavorare su una forma di autonomia.
Ti suggerirei di valutare un percorso psicoterapeutico .
Resta disponibile ,un caro saluto .
Dr.ssa Alessandra Petrachi

Dott.ssa Alessandra Petrachi Psicologo a Rimini

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1 MAR 2025

Quella che descrivi è una dinamica familiare molto impegnativa, in cui il peso delle aspettative e del controllo da parte di tua nonna e tua zia sembra aver condizionato fortemente la tua vita. È comprensibile che tu senta il bisogno di prendere le distanze, soprattutto per preservare il tuo benessere psicologico e la tua indipendenza.

Come prendere le distanze senza sentirsi in colpa?

1) Riconosci il tuo diritto di vivere la tua vita
A 28 anni hai il diritto di fare le tue scelte senza dover continuamente giustificarti. Non sei obbligata a soddisfare le aspettative di tua nonna e tua zia, soprattutto se ti fanno stare male.

2) Rafforza il tuo confine emotivo
Inizia a ridurre progressivamente il coinvolgimento con loro: rispondi meno ai loro attacchi, non giustificarti e non entrare nei loro giochi di colpa. Se ti minacciano o ti fanno pressione, prova a rispondere con frasi neutre come "Capisco che la pensi così, ma questa è la mia scelta", senza entrare nel conflitto.
Esprimi i tuoi sentimenti e bisogni in modo chiaro e diretto, senza aggredire o accusare gli altri. Usa frasi con "io" (fa sentire l'altro meno giudicato o attaccato) per comunicare come ti senti, ad esempio: "Mi sento sopraffatta quando...", "Ho bisogno di...".
Non giustificarti eccessivamente. Hai il diritto di avere i tuoi spazi e le tue opinioni.

3) Coinvolgi i tuoi genitori
Parla apertamente con i tuoi genitori, spiegando loro come ti senti. Se loro ti supportano in tutto, cerca di capire fino a che punto possono essere dalla tua parte in questa situazione. Potrebbero mediare o almeno evitare di assecondare il comportamento di tua zia e tua nonna. Se non ti appoggiano cerca di far capire loro che il tuo bisogno di indipendenza non significa che li ami di meno.

4) Smetti di giustificarti
Ogni volta che ti senti spinta a dare spiegazioni, chiediti: "Devo davvero spiegare tutto a loro?". Se la risposta è no, prova a rispondere con meno dettagli e a spostare il focus su ciò che vuoi tu. Comprendi che potresti non essere in grado di cambiare il loro modo di pensare e ricorda che tu non sei responsabile della loro felicità o delle loro aspettative.

5) Lavora sulla tua indipendenza pratica ed emotiva
Se ancora vivi con loro, pensa a un piano per avere uno spazio tuo, anche solo temporaneamente, per diminuire la loro influenza.
Se sei già indipendente, prova a limitare il tempo che trascorri con loro o a ridurre la disponibilità nei loro confronti.

6) Affronta la paura della loro reazione
Il timore che tutta la famiglia si schieri con loro è una paura legittima, ma cerca di chiederti: vale la pena vivere in funzione della loro approvazione? Probabilmente, nel tempo, le loro reazioni si ridimensioneranno se vedranno che non rispondi più alle loro provocazioni.

7) Considera la terapia
Un terapeuta può aiutarti a sviluppare strategie per gestire le tue emozioni, stabilire confini sani e migliorare le tue relazioni familiari. La terapia può anche aiutarti a rafforzare la tua autostima e a sentirti più sicura di te stessa.

Ricorda, il cambiamento richiede tempo e pazienza. Sii gentile con te stessa durante questo processo e celebra ogni piccolo passo avanti.

Dott. Mirko Manzella Psicologo a Trieste

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1 MAR 2025

Buongiorno Elisabetta, vivere con il peso delle aspettative di una famiglia che sembra non rispettare i tuoi confini, soprattutto a 28 anni, può davvero essere stancante. Quello che descrivi sembra essere un costante equilibrio tra il desiderio di mantenere buoni rapporti e il bisogno di distaccarti emotivamente dalle figure familiari che ti fanno sentire sotto pressione. È un conflitto interno che può creare molta frustrazione, perché ti sembra di dover continuamente giustificare le tue scelte, anche quando sei adulta e indipendente. È del tutto comprensibile che tu voglia, in qualche modo, prenderti lo spazio per vivere la tua vita secondo le tue regole. A 28 anni, è naturale voler cercare la propria autonomia emotiva e fisica, e purtroppo, quando la famiglia è troppo invadente, si rischia di sentirsi soffocati. La sensazione di dover fare sempre tutto “perfettamente” e di essere costantemente giudicata ti porta a una condizione di stress che non solo mina il tuo benessere, ma potrebbe anche influire sul tuo rapporto con il tuo ragazzo, che, seppur ti sostiene, si trova coinvolto in una situazione che non è la sua. Il punto cruciale, come penso tu sappia, è proprio il bisogno di stabilire dei confini. Potresti sentirti in colpa per voler prendere le distanze da persone a cui sei legata, come tua nonna e tua zia, ma è importante che tu ricordi che hai il diritto di vivere una vita che ti appartiene. Non sei obbligata a giustificarti ogni volta o a sopportare situazioni che ti fanno sentire inadeguata. La tua felicità, la tua serenità, sono importanti tanto quanto i legami familiari. Non c’è niente di sbagliato nel voler essere rispettata per le tue scelte, e il fatto che tu stia cercando un modo per distaccarti è un passo importante. Per quanto riguarda i tuoi genitori, capisco che il legame che hai con loro sia solido, e probabilmente non vuoi che il tuo allontanamento emotivo da tua nonna e tua zia crei conflitti in casa. Ma, se riesci a trovare un momento di sincerità con i tuoi genitori, potresti spiegare loro quanto questa situazione ti stia pesando. Probabilmente non sono consapevoli di quanto ti stiano mettendo sotto pressione. Mostrare loro che hai bisogno di spazio per crescere e fare scelte autonome potrebbe aiutarli a capire che il tuo desiderio di indipendenza non è un segno di disprezzo, ma un passo naturale nel tuo percorso di vita. La tua voglia di “nasconderti” dal conflitto, rifugiandoti nel tuo ragazzo, è comprensibile. Lui è la tua zona di comfort in un periodo in cui ti senti sopraffatta. Ma, a lungo andare, potrebbe essere utile anche fare dei passi piccoli ma concreti per affrontare direttamente la situazione. Non è facile cambiare dinamiche familiari che durano da anni, ma cercare di affermare la tua autonomia in modo sano è un obiettivo che merita di essere perseguito. Tutto questo, naturalmente, non accadrà da un giorno all’altro. È un processo che richiede tempo, soprattutto perché cambiare le abitudini, soprattutto in famiglia, può essere doloroso e può causare attriti. Ma, a lungo termine, proteggere la tua serenità emotiva e il tuo diritto di vivere la tua vita secondo le tue scelte è un passo fondamentale per il tuo benessere. Spero che tu riesca a trovare un equilibrio che ti permetta di essere più serena, di mantenere il legame con i tuoi genitori senza sentirti oppressa dalle aspettative degli altri, e soprattutto di vivere una vita che sia finalmente più tua. Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Velia Morati

Dott.ssa Velia Morati Psicologo a Nocera Inferiore

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1 MAR 2025

Buongiorno Elisabetta, è comprensibile la sofferenza che prova in relazione alla sua situazione. Non è mai semplice capire come mantenere dei buoni rapporti con i propri familiari pur mantenendo una giusta distanza. Questo è tanto più vero quanto più la persona coinvolta è molto presente nella nostra vita.

Ogni famiglia ha specifiche modalità con cui costruisce e mantiene le relazioni interne che vengono poi tramandate tra le generazioni. Questo processo continua indisturbato finché uno dei membri inizia a sentirsi stretto in quella "tradizione". I motivi per cui si può maturare la consapevolezza che quella strategia relazionale non va più bene possono essere molteplici, molto spesso si tratta di esperienze che il soggetto vive al di fuori della famiglia e che gli permettono di scoprire un nuovo modo di stare con l'altro. Quando ciò accade è probabile che si inneschi una dinamica familiare conflittuale e, come nel suo caso, un vissuto di scontento e sofferenza che spinge l'individuo a maturare il desiderio di interrompere ogni contatto con il proprio nucleo d'origine. L'individuazione di questa soluzione, tuttavia, è solo la scintilla che innesca un processo in realtà più complesso. La semplice separazione fisica, in apparenza efficace, non porta reali benefici (per il soggetto stesso). La sofferenza provata, infatti, non potendo essere elaborata, rimarrebbe inalterata e continuerebbe a vivere e crescere nel profondo.

La vera separazione richiede un lavoro di comprensione e di attribuzione di senso ben più complesso e, per certi versi, doloroso. Sembra che lei abbia il sentore di questo meccanismo nel momento in cui dichiara di non voler recidere i contatti con i suoi genitori e questo è un ottimo segno per il suo percorso di svincolo. Il suo obiettivo potrebbe essere quello di comprendere a fondo le dinamiche interne che riguardano la sua famiglia così da capire cosa le impedisce di "separarsi" da loro. Per poterlo fare potrebbe essere necessario rinforzare la sua identità, individuando ad esempio quegli elementi che la portano ad essere simile alla sua famiglia e quelli che la rendono unica e diversa da loro. Non sempre siamo consapevoli del bagaglio familiare che portiamo sulle spalle e quindi di alcuni aspetti che razionalmente ripudiamo ma con cui inconsciamente ci identifichiamo.

Provi ad inseguire questo suo bisogno di indipendenza. Se il desiderio è emerso è probabile che abbia le energie necessarie per affrontarlo. Qualora avesse bisogno di aiuto nel farlo può contattarmi.

Un saluto,
Michela Catelli

Dott.ssa Michela Catelli Psicologo a Roma

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