Dopo diversi episodi di mal di pancia notturni e un ricovero in ospedale, mio figlio la sera non vuole più mangiare perchè ha paura del mal di pancia. Già dal pomeriggio inoltrato comincia ad essere ansioso, io e mio marito cerchiamo di distrarlo, gli cucino i cibi che gli piacciono ma arrivati a tavola comincia a piangere e ci chiede aiuto perchè capisce che ha un problema. Lo abbiamo portato da una psicologa che ci ha detto che è un ragazzo sano, sveglio insomma tutto ok tranne il fatto che dovrebbe stare di più con ragazzi della sua età (è figlio unico e in famiglia e nella zona in cui viviamo non ci sono bambini). Il problema si presenta ogni sera, non mangia , ha perso peso e in 6 mesi non è cresciuto di un centimetro. Ma il punto è che non sappiamo come aiutarlo, lui piangendo ci chiede aiuto e noi non sappiamo cosa dirgli, oltre che rassicurarlo. Ho il terrore che possa diventare qualcosa di grave, la prego mi aiuti.
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3 MAR 2014
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Gentile Paola, se avete escluso sintomatologie organiche, ogni "sintomo" che il bambino ci porta va inteso come il "miglior modo da lui trovato per tenere vicine a sé, nella relazione, le sue figure di riferimento". In questo senso sarebbe prezioso non combattere subito il sintomo, ma guardarlo per capire cosa dice della relazione. Quando è emerso per la prima volta? Cos'era accaduto? Ogni persona è infatti un sistema in grado di organizzare l'esperienza in modo tale da mantenere in equilibrio il proprio mondo emotivo interno; quando emerge un sintomo, significa che c'è stato un irrigidimento rispetto a questa modalità organizzativa, che va guardata e flessibilizzata.
28 FEB 2014
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Gentile Paola,
forse il problema non riguarda direttamente suo figlio ma il sistema familiare nel suo insieme.
È possibile che il timore di crescere crei un bisogno di attenzione e di accudimento esagerato che produce rifiuto del cibo.
In questo modo il bambino può avere tutti i riflettori puntati addosso (quello della mamma in particolare....) mettendovi sotto scacco.
Non sto dicendo che suo figlio simula.
Molto spesso i sintomi hanno una funzione realmente importante che anche se la persona soffre gli sono utili.
Credo sarebbe importante una valutazione delle dinamiche familiari da un terapeuta.
28 FEB 2014
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Gentile Paola,
premettendo che mi sembra molto attenta ai vissuti emotivi di suo figlio e disponibile ad accettare pareri professionali ed aiuti di ordine psicologico, credo che le informazioni a mia disposizione non siano sufficienti per una corretta anamnesi e quindi per una consulenza. Bisognerebbe conoscere l'età del bambino, se vi sono state precedenti situazioni in cui ha mostrato difficoltà simili, cosa gli è stato detto in ospedale, ed altre notizie fondamentali per poterla aiutare. Le consiglio quindi di richiedere un colloquio ad uno psicoterapeuta infantile, esperto in età evolutiva. Cordiali saluti.