Come definireste una ragazza con più storie nel suo passato

Inviata da Bianca · 19 mar 2017 Psicologia risorse umane e lavoro

Salve ho 23 anni e i fatti che narro sono accaduti dai miei 17 anni ad oggi.
Ho letto il significato del termine puttana nel vocabolario e il riassunto e che è una donna di facili costumi. Non c era bisogno di andare sul vocabolario per trovare sta definizione però quando le cose si leggono si vedono in modo più chiaro e forse trovandomi io stessa a essere definita così sono più propensa alla giustificazione del mio comportamento. Il mio ragazzo dici che io sono stata una ragazza facile in passato, quindi una puttana. Io a oggi dico che osservando da fuori, da terza persona il mio comportamento può essere definito così. E parlando francamente proprio io qualche anno fa se avessi saputo che una ragazza avesse avuto così tanti uomini (ne ho avuti sei col mio attuale fidanzato) l avrei definita facile. Sempre però senza sapere l emozioni che l hanno spinta a concedersi. Quindi Esponendo un giudizio frettoloso e errato anche perché nessuno può giudicare secondo me un altro senza aver avuto la possibilità di indossare metaforicamente le sue scarpe. Io più che facile, sono stata una persona precipitosa. Ho agito senza pensare a tutte le cose che si devono pensare prima di fare un passo del genere e mi sono resa conto che quella persona non era giusta per me troppo tardi, ahimè solo dopo essermi concessa. Non mi sono concessa per divertimento, all inizio delle relazioni pensavo che quella persona potesse stare al mio fianco dopo mi sono accorta che per motivi o per altri non era così. La storia col mio primo ragazzo è stata altalenante per i primi 6 7 mesi poi io mi sentivo innamorata e ho deciso di concedermi pensando anche che le cose potessero essere più stabili facendo questo passo e invece poco dopo ho preso la decisione di chiudere perché lui non era intenzionato a stabilizzare la relazione. La storia col mio secondo ragazzo è stata più travagliata è durata un anno e sono andata contro tutti pur di stare con lui, ma lui mi mentiva in continuazione e ho deciso di chiudere, non valeva la pena continuare ad andare contro la mia famiglia per qualcuno che non mi rispettava. A questo punto della mia vita avrei dovuto capire che prima di fare un passo così importante come quello di concedersi bisogna pensarci bene e invece dopo pochi mesi conosco un ragazzo che mi da tante attenzioni che mi piace e con cui inizio una storia, lui mi porta a conoscere quasi subito la madre quindi penso che i presupposti ci siano tutti per iniziare una storia seria, dopo un mese e mezzo mi concedo a lui e dopo poco scopro cose che mi aveva nascosto come il fatto di fare uso di sostanze e piano piano lui si allontana da me fino a quando decido di troncare. Ennesima lezione. Ma quasi un anno dopo conosco un altro ragazzo molto carino e affettuoso. Con il quale da subito istauro un bel rapporto di complicità. Dopo un mese di frequentazione decidiamo di stare insieme e poco dopo mi concedo anche a lui. Dopo un po' però il sentimento che mi aveva legato All inizio a lui, rivedendo per caso il mio secondo ragazzo(che fino ad allora era stata la storia che ritenevo più importante) svanisce facendo posto a un senso di colpa dovuto al fatto che non provavo per questo ragazzo quello che avevo provato per il mio secondo ragazzo. Decido di lasciarlo perché non posso stare con una persona che ho capito di non amare. Altra lezione. Ma nemmeno questa mi è bastata. Perché sei sette mesi dopo conosco un altro ragazzo che All inizio non mi interessava e dopo tutte le esperienze avute non volevo averci a che fare ma poco dopo, dopo insistenze decisi di conoscerlo e di frequentarlo. Ci baciammo e poco dopo confessô di essere fidanzato e io li per li lasciai perdere tutto perché non era una cosa giusta da fare. Poi lui insistette e visto che a me piaceva e iniziavo a provare qualcosa non riuscii a dire di no. Per un mese non potemmo vederci per problemi di distanza durante questo mese si fece sentire tutti i giorni dicendomi cose belle e che gli mancavo, dopo un mese andai a trovarlo e in quella circostanza facemmo l amore(o sesso come volete definirlo) e lui poco dopo se ne andò perché doveva lavorare. Iniziò a essere Freddo e scostante e il giorno dopo chiesi spiegazioni e lui mi disse che il problema era lui e non io, io anche per vedere Se lui mi inseguisse decisi di troncare e lui disse solo ok. N altra lezione. Ora sto con un ragazzo da circa un anno che mi ama e che io amo ma che non riesce a sopportare tutte queste esperienze passate perché pensa che io sia stata facile e a volte mi ha definito puttana. Questo è il nostro unico problema. Dice che io non ho avuto rispetto di me stessa. Ora vi chiedo, io non mi reputo una puttana, premetto che non ho avuto genitori che mi seguissero, ho avuto sempre molta libertà d azione e sopratutto mio padre non è stato quasi mai presente nella mia vita. Io non lo so se anche questo abbia influito nel comportarmi così ma io cmq mi reputo non facile, ma immatura e frettolosa nelle decisioni, più che seguire la ragione sono stata istintiva, sbagliando. Ammetto I miei errori perché con un po' più di ragionamento si sarebbero potuti evitare e se fossi stata più sveglia non mi sarei invaghita così facilmente. Ma definirmi puttana a me sembra un po' eccessivo. Premetto che io so di non esserlo, ma volevo raccontare la mia storia per capire il parere di altri visto che il mio attuale ragazzo dice che a chiunque racconterebbe la mia storia mi definirebbe così. Come posso fargli capire che non sono stata una puttana? Che io amo lui, e sono consapevole che ho fatto erorri in passato ma questo non dovrebbe intaccare la nostra storia perché sono cresciuta e ho capito? La pensate come lui? A volte inizio a pensare che sono stata una stupida. Tornando indietro non farei tutti questi errori ragionerei prima di concedermi a un uomo ma ora mi hanno segnato per sempre queste mie relazioni passate?
Grazie per l attenzione
Cordiali saluti

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Miglior risposta 21 MAR 2017

Gentile Bianca,
mi dispiace per le tante delusioni amorose che ha vissuto e mi dispiace che il suo ragazzo, la persona che lei ama e dal quale si aspetta amore, la chiami puttana.
Nessuno ha il diritto di chiamarla così e meno che mai il suo ragazzo. Non avrebbe avuto il diritto neanche se lei si fosse concessa per motivi diversi da quelli che ci ha detto. Le relazioni amorose si basano su diversi aspetti: l’attrazione fisica, la tenerezza, la confidenza, la fiducia e la stima. Mi pare che nella sua attuale relazione qualcosa manchi in maniera evidente.
Chiamandola puttana il suo compagno uccide quell’immagine positiva di sé che lei sta faticosamente cercando di salvare. Questo non è positivo per quanto riguarda la sua autostima e il rispetto verso se stessa.
A che serve offenderla, oltraggiarla, umiliarla, farla sentire sbagliata?
A chiunque raccontasse questa storia forse coglierebbe che il suo attuale ragazzo ha delle difficoltà ad amare e rispettare chi gli sta affianco.
Mi dia ancora notizie di sé e di questa relazione se vuole.
Un caro saluto

Dott.ssa Lucia Rinaldi

Lucia Rinaldi Psicologo a Roma

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