Come definireste mio padre

Inviata da Michael · 11 apr 2025 Terapia familiare

Buongiorno sono una ragazza di 40 anni mio padre ha 68 anni , parla solo di se si lamenta di tutto , sempre negativo se ti telefona ti butta giù con tutto negativo. Se gli dico che ho un problema o che sto male lui manco mi ascolta parla solo di quello che ha lui e di se … non si è mai fermato ad ascoltarmi e dirmi pariamo ecc , posso dirti la mia .. come stai ? Non ascolta solo lui esiste e i suoi problemi . Non lo sento molto perché e’ pesante e si lamenta che non lo sento mai . Cosa ne pensate ?

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Miglior risposta 14 APR 2025

Ciao,
quello che stai raccontando riguarda una dinamica che, purtroppo, è più comune di quanto si pensi, ma non per questo è facile da affrontare — soprattutto quando il “luogo” in cui si manifesta è il rapporto con un genitore, un padre.

Da ciò che descrivi, tuo padre sembra avere una modalità comunicativa molto centrata su di sé, in cui probabilmente il bisogno di essere visto, compreso e ascoltato da parte sua ha preso il sopravvento, al punto da non lasciarti spazio. Questo può lasciare dentro di te un senso profondo di frustrazione, di tristezza, e anche di solitudine emotiva.

È importante dirlo con chiarezza: ciò che senti è valido. Il tuo bisogno di essere ascoltata, accolta, riconosciuta come figlia — e come persona — è assolutamente legittimo. Non è egoismo volere un dialogo reciproco, in cui anche tu possa portare la tua fatica, raccontarti, sentirti importante. E il fatto che tu abbia messo una certa distanza, che non lo senta spesso, è un segnale di un tentativo sano di autoprotezione: stai cercando di non farti trascinare giù da una relazione che, almeno in certi momenti, ti prosciuga.

Tuo padre, da come lo descrivi, probabilmente vive da anni dentro uno schema di pensiero negativo, forse con tratti di vittimismo, o anche con una scarsa capacità empatica. Questo non lo rende una cattiva persona, ma sicuramente rende difficile avere con lui uno scambio affettivo paritario.

La domanda che potresti porti ora è: quanto spazio voglio concedere a questo tipo di relazione nella mia vita? E soprattutto: posso accettare mio padre per com’è, pur proteggendo me stessa?

A volte, imparare a mettere limiti affettivi — cioè non rinunciare al legame, ma modularlo in modo da non soffocarci — è l’unica via per conservare una forma di relazione, senza tradire sé stessi.

Se un giorno vorrai parlargli apertamente, potresti dire qualcosa come:
"Papà, mi accorgo che spesso parliamo solo di come ti senti tu. Anche io a volte ho bisogno di essere ascoltata. Quando non succede, mi sento un po’ invisibile."
Ma solo se senti che potresti essere accolta, o che per te ne vale la pena.

Infine, voglio sottolinearti questo: non sei tu a dover portare il peso del suo benessere emotivo. Sei sua figlia, non il suo sostegno terapeutico. E hai tutto il diritto di scegliere relazioni che ti facciano bene.

Se vuoi approfondire insieme queste dinamiche o trovare strategie per gestire meglio il rapporto con lui senza rimetterci tu, io sono qui.

Un caro saluto,
e grazie per esserti aperta.

Dott. Andrea Castellani

Dott. Andrea Castellani Psicologo a Prato

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6 MAG 2025

Buongiorno Michael,
I rapporti tra genitori e figli sono tra i piu' complessi e purtroppo spesso fonte di maggior dolore e confusione di qualsiasi altro. Questo e' vero ad ogni eta'. Tuttavia, colpisce che il suo messaggio sia completamente incentrato su suo padre, come pure che Lei si definisca una "ragazza di 40 anni". Lei e' ormai una donna, che mostra un evidente bisogno di conquistare una propria autonomia rispetto alla figura paterna. Consideri che non e' nel nostro potere cambiare gli altri, ma possiamo lavorare sul nostro modo di rapportarci e reagire agli altri, inclusi i genitori. Le raccomando di intraprendere un percorso di terapia individuale che La aiuti ad elaborare quanto di irrisolto in questa relazione.
Un caro saluto,
Francesca Calvano

Dott.ssa Francesca Calvano Psicologo a Roma

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6 MAG 2025

Buongiorno Michael,
quello che descrivi è un tipo di relazione fortemente sbilanciata, in cui non sembra esserci spazio per i tuoi bisogni emotivi, per il tuo vissuto, né per una comunicazione autentica e reciproca. Questo tipo di dinamica può generare sentimenti di frustrazione, senso di colpa e difficoltà emotive, come probabilmente stai sperimentando.
La tua scelta di mantenere una certa distanza non è mancanza di affetto, ma una forma di protezione.. Ricorda che hai diritto a relazioni che ti facciano sentire vista, non solo utilizzata come valvola di sfogo. Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a elaborare questa dinamica e a trovare un equilibrio tra la tua legittima esigenza di tutela e il senso di responsabilità filiale. Hai mai pensato di intraprendere un lavoro su di te per rimettere al centro i tuoi bisogni relazionali e affettivi? pensaci seriamente e decidi per il tuo benessere. Un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani

Dott.ssa Marzia Mazzavillani Psicologo a Forlì

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6 MAG 2025

Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un tipo di relazione che può diventare molto faticosa e logorante nel tempo, soprattutto se porta a sentirsi invisibili o trascurati emotivamente. È naturale che, come figlia, desideri avere con suo padre un dialogo più equilibrato, fatto anche di ascolto reciproco e di uno spazio in cui anche lei possa sentirsi accolta, capita, riconosciuta.

Quando ci si confronta con persone (e in particolare con un genitore) che tendono a monopolizzare la comunicazione parlando solo di sé e delle proprie difficoltà, può nascere un senso di frustrazione, ma anche un senso di colpa per il distacco che si crea. Tuttavia, è importante riconoscere che il bisogno di proteggersi da relazioni che prosciugano energia non è egoismo, ma un atto di cura verso se stessi.

Molto spesso, persone come suo padre possono adottare modalità relazionali improntate al lamento cronico o all’autoreferenzialità come forma (inconsapevole) per gestire le proprie insicurezze, paure o vissuti non elaborati. Questo però non giustifica né cancella il disagio che tali comportamenti possono generare in chi li subisce.

Ha tutto il diritto di cercare un modo di relazionarsi con lui che le consenta di preservare il suo benessere. Può essere utile, se lo ritiene possibile, provare a stabilire dei confini chiari nella comunicazione con suo padre, spiegandogli che ha bisogno anche lei di essere ascoltata, oppure scegliendo tempi e modalità più funzionali al suo equilibrio emotivo. Ma, se ciò non fosse possibile, sappia che il suo desiderio di prendere le distanze per non farsi coinvolgere da un clima troppo negativo è comprensibile e legittimo.

Non è facile accettare che un genitore non riesca ad essere presente emotivamente nel modo in cui si vorrebbe o si avrebbe bisogno. Tuttavia, può essere un passaggio importante riconoscere questo limite e decidere di non subirlo passivamente.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino

Dott. Luca Vocino Psicologo a Bergamo

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6 MAG 2025

Buongiorno,
in questa sua richiesta mi colpisce come, anche in questo caso, si stia parlando di suo padre e non di lei: lei come si sente rispetto al non essere ascoltata, come vive questa situazione comprensibilmente pesante, in cui non può parlare di sé o dei suoi problemi?
Credo che il primo passo per lei sia darsi la possibilità di ricavarsi uno spazio dove poter parlare di sé: non possiamo sapere, senza conoscere la sua storia, come mai suo padre si comporta in un certo modo, ma ritengo sia importante che lei, che ne soffre, trovi un modo per non farsi sovraccaricare emotivamente quando lo sente.
Resto a disposizione,
dr.ssa Alessia Foronchi

Dott.ssa Alessia Foronchi Psicologo a Pesaro

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2 MAG 2025

Buongiorno,
Potrei trovare tante definizioni per suo padre, ma perché non si concentra su di sè?perché da adulta cerca ancora l’approvazione?

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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16 APR 2025

Buon pomeriggio Michael, dalla sua descrizione sembra che nell'orizzonte psichico di suo padre non rientrino le esigenze, i bisogni, le aspettative dell'altro, neppure di suo figlio....ed è proprio questo fattore che rende doloroso, distante, alienante i suoi tentativi di comunicazione con lui. Non è affatto semplice vivere queste dinamiche dal punto di vista di figlio ed è quindi comprensibile il suo allontanamento quando scrive 'non lo sento mai, non lo sento molto'. Del resto si deve proteggere da tale indifferenza che ferisce profondamente. La invito a riflettere sul fatto che probabilmente suo padre dispone unicamente di questi strumenti, è un lavoro che dura una vita intera, ma non è una sua responsabilità, lei come tutti i figli, non ha chiesto di venire al mondo

Dott.ssa Ilaria Bagnoli Psicologo a Modena

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15 APR 2025

Ciao Michael,
dalle tue parole mi incuriosisce capire non tanto il contenuto delle lamentele di tuo padre ma anche in che modo queste ti fanno sentire male e in che cosa vorresti essere ascoltata da lui. Sembra che i suoi problemi occupino tutto lo spazio della vostra relazione, quasi come se influenzasse negativamente il tuo vissuto attraverso il suo.

Ci sono altre persone che possono supportare o contenere la sofferenza del papà? Quali problemi senti che stai sperimentando e che lui non riesce a cogliere? In un'ottica sistemico-relazionale andrebbe allargato il contesto di esplorazione sia agli altri familiari e alla rete sociale che vi circonda sia ad alcuni elementi della storia familiare.

Resto a disposizione,
Dott. Lorenzo Atti

Dott. Lorenzo Atti Psicologo a Modena

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15 APR 2025

Buongiorno Michael,
nel suo racconto emerge con chiarezza una fatica profonda, che sembra accompagnare da tempo il rapporto con suo padre. Una relazione in cui, come descrive, non c’è mai stato davvero spazio per il suo sentire, per le sue parole, per un ascolto reciproco.

Il dolore che traspare non riguarda solo ciò che viene detto, ma soprattutto ciò che è mancato: una domanda semplice, umana, come “come stai?”, detta con sincerità.

Il fatto che oggi lei riesca a dar voce a tutto questo è già un gesto importante di cura verso di sé. Prendere distanza, a volte, non è mancanza d’amore, ma un modo per proteggersi da un legame che fa male. E da questa consapevolezza può nascere un percorso nuovo, più libero, in cui possa sentirsi finalmente ascoltata, anche da sé stessa.

Dott.ssa Angelica Dalmasso

Dott.ssa Angelica Dalmasso Psicologo a Alba

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14 APR 2025

La situazione che descrivi è difficile e può essere estenuante. È comune sentirsi trascurati quando un genitore si concentra esclusivamente sulle proprie difficoltà. Potrebbe essere utile stabilire dei confini, riservando soprattutto a te stessa il diritto di esprimergli le tue emozioni. Considera di comunicargli in modo chiaro e gentile come ti senti quando non ricevi supporto da lui e proponi un dialogo più equilibrato. Se il comportamento di tuo padre è radicato in difficoltà più profonde, potrebbe essere utile, sebbene complicato, coinvolgerlo in un percorso psicologico.

Dr. Francesco Santini Psicologo a Castiglion Fiorentino

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14 APR 2025

Gentile Michael,
Come mai le interessa così tanto inquadrare suo padre, e non invece fermarsi su come i suoi atteggiamenti la fanno sentire? Cosa desidera dal rapporto con lui? Dal suo breve racconto mi sembra emerga la fatica a stare nella discrepanza tra un “papà ideale” e il “papà reale” che non la ascolta e la “butta giù”. Forse bisogna trovare il modo per imparare a stare nella relazione con lui con le risorse presenti, lasciando andare i desideri e le aspettative (percorso complicato: per questo le suggerisco di farsi aiutare da unə professionista).

Un caro saluto,

Dott.ssa Nicoletta Vurro

Dott.ssa Nicoletta Vurro Psicologo a Milano

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14 APR 2025

Ha mai provato a dirglielo?

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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14 APR 2025

Buongiorno Michael, particolare che voglia un parere su suo padre e non su di lei.
Perché ha tutto questo potere?perché si fa influenzare così tanto a 40 anni?

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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14 APR 2025

Buonasera
Può darsi che il suo papà soffra di depressione, le consigli dei colloqui con uno psicoterapeuta.
Non ascolta i suoi problemi, perché e troppo preso dai suoi pensieri.
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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14 APR 2025

Quello che mi racconti descrive una dinamica molto comune, ma al tempo stesso molto dolorosa: sei figlia di una persona che probabilmente ha sempre avuto un atteggiamento centrato su di sé, su quello che vive e su ciò che sente, lasciando pochissimo spazio a te, ai tuoi bisogni, ai tuoi stati d’animo.
Questa cosa nel tempo non pesa solo durante le telefonate, ma incide sul legame affettivo, perché ogni volta che tu cerchi di “esserci” o di condividere qualcosa di tuo, lui ti riporta su di sé, come se tu non esistessi abbastanza. Questo può generare in chi lo vive un misto di frustrazione, tristezza, a volte senso di colpa, altre volte rabbia o distanza emotiva.
Quindi no, non è strano che tu senta pesantezza, stanchezza e perfino il bisogno di allontanarti, perché un rapporto affettivo sano non può essere a senso unico.
Quello che succede qui, da come lo descrivi, è che tuo padre probabilmente non ha mai sviluppato davvero la capacità di ascoltare emotivamente l’altro. A volte da persone che hanno talmente tanto dolore o paura dentro da non riuscire a vedere oltre il proprio mondo.
Però il punto, ora, non è "giustificarlo" ma comprendere quanto questo ti ha segnato e condiziona la vostra relazione oggi.
E qui ti propongo una ristrutturazione: forse non puoi cambiare lui, ma puoi cominciare a proteggerti emotivamente da questo tipo di rapporto, dando a te stessa il diritto di non sentirti sbagliata se ti allontani, di non cadere nel senso di colpa, e soprattutto di smettere di cercare, nel dialogo con lui, quello spazio di ascolto che forse non è mai stato capace di darti.
Ti consiglio di valutare un percorso di psicoterapia proprio perché relazioni così, se non elaborate, lasciano dei vuoti emotivi che rischiano di influenzare anche altri rapporti nella vita: amicizie, amori, lavoro. Il lavoro terapeutico può aiutarti a dare un nome alle tue emozioni, a imparare a riconoscere i limiti delle persone e a costruire dei confini sani, che ti permettano di vivere senza farti travolgere ogni volta dal suo modo di essere.
A volte il vero cambiamento non avviene nell'altro, ma in come noi scegliamo di stare nella relazione.
E questo percorso può davvero restituirti più serenità e libertà emotiva.

Dott. Tommaso Giovannetti

Dott. Tommaso Giovannetti Psicologo a Roma

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14 APR 2025

Buongiorno,
La situazione con suo padre è delicata. È molto difficile aiutare le persone adulte con questo tipo di personalità. Quello che le consiglio è di trovare supporto psicologico per riuscire a gestire questa situazione e proteggersi dagli effetti che questo tipo di relazione con la figura paterna può causare, influenzando il suo benessere e indirettamente anche altre aree della sua vita.
Per qualsiasi informazione resto a disposizione, può contattarmi in privato.

Dott.ssa Sagripanti Nives Psicologo a Udine

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13 APR 2025

Buongiorno Michael,

la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto e i suoi pensieri, immagino che ciò che descrive non sia semplice da affrontare. Ciò che porta meriterebbe di essere approfondito più nel dettaglio, per cogliere aspetti che la riguardano personalmente e nella relazione con suo padre. Potrebbe valutare la possibilità di un percorso di sostegno personale o sistemico familiare, che potrebbe vedere partecipe anche suo padre per approfondire contestualmente aspetti emotivi e comunicativi.

Un saluto!

Dott.ssa Paola Cocozza Psicologo a Brescia

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13 APR 2025

Ciao, grazie per aver condiviso qualcosa di così personale e delicato. Quello che racconti è purtroppo una situazione abbastanza comune, e capisco quanto possa essere frustrante e doloroso sentirsi sempre messi da parte, soprattutto da un genitore.

Quello che descrivi sembra il comportamento di una persona molto centrata su sé stessa, forse anche molto bisognosa di attenzione e contenimento emotivo. Ma questo non giustifica il fatto che tu non venga ascoltata, che i tuoi bisogni vengano sistematicamente ignorati, e che la relazione si basi solo su ciò che lui vuole e sente.

Ecco alcuni pensieri su quello che stai vivendo:

1. Non sei egoista nel prenderti spazio
Evitare una persona che ti svuota emotivamente non è cattiveria, ma autotutela. Se ogni volta che lo senti ti senti peggio, è giusto che tu faccia dei confini. Anzi, è sano.

2. I genitori non sempre sono in grado di ascoltare
A volte, i nostri genitori non hanno sviluppato le capacità emotive per essere davvero presenti per noi. Possono essere ancorati a vecchie ferite, ad ansie, a un modo rigido di vedere il mondo. Ma il fatto che non sappiano farlo non significa che tu non meriti ascolto e attenzione.

3. Puoi provare a cambiare il modo di comunicare… ma non aspettarti troppo
Potresti provare, se te la senti, a dirglielo con calma:
"Papà, quando ti chiamo mi piacerebbe anche parlare un po’ di me, raccontarti come sto. A volte ho la sensazione che non ci sia spazio per me, e questo mi fa stare male."
Forse non cambierà nulla, ma tu starai mettendo un confine, e dicendo la tua verità. E questo è già tantissimo.

4. La relazione non deve per forza essere frequente
Sentirsi in colpa perché non lo chiami spesso è naturale, ma non doveroso. Se lui non è capace di accoglierti, non sei tenuta a sovraccaricarti solo per “fare la figlia buona”. Puoi scegliere tu quanto spazio dargli nella tua vita, in base a quanto ti fa bene o male.

5. Parlane con qualcuno
Se questa dinamica ti pesa, ti condiziona o ti riporta a sentimenti più profondi di abbandono o delusione, parlarne con uno psicologo potrebbe aiutarti tantissimo a rimettere in ordine i tuoi pensieri e ritrovare il tuo centro.

Dott. Mirko Manzella Psicologo a Trieste

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13 APR 2025

È necessario comprendere se il comportamento solare è sempre stato così oppure è diventato così da un momento in poi.

Caspita di cadere in circoli viziosi dove vediamo tutto negativo e ci concentriamo solo su noi stessi.

È importante che suo padre impari a vedere concretamente gli aspetti positivi della vita anche più piccoli per poter modificare la visione negativa disfunzionale in una visione più positiva e funzionale.

Sostituire lo stile di pensiero disfunzionale, negativo in uno stile di pensiero di pensiero funzionale positivo

Per suo padre, un percorso psicologico può essere utile per comprendere meglio la sua situazione ed affrontarla

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Pontedera

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12 APR 2025

Michael, da quello che descrivi, sembra che l' atteggiamento egocentrico e la tendenza al negativismo di tuo padre stiano creando una barriera nella vostra relazione. È naturale sentirsi frustrati o emotivamente stanchi quando si ha a che fare con una persona così, specialmente quando si tratta di un genitore. Stabilisci limiti emotivi: Se senti che le conversazioni con tuo padre sono troppo pesanti, è assolutamente lecito limitare la loro durata o frequenza. Non è egoismo; si tratta di proteggere la tua serenità. Accetta quello che non puoi cambiare: A volte, alcune persone non sono in grado di cambiare il proprio modo di essere, per motivi personali o caratteriali. In questo caso, potrebbe aiutarti accettare che lui è fatto così e adattare le tue aspettative nei suoi confronti. Trova supporto altrove: Parla con amici, familiari o uno psicologo che possono offrirti supporto emotivo e ascolto. Non devi affrontare tutto da sola.
Se vuoi possiamo farlo insieme
Dott.ssa Antonella Bellanzon


Dott.ssa Antonella Bellanzon Psicologo a Massa

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12 APR 2025

Gentile Michael,
in questa relazione sembra esserci una forte asimmetria emotiva: tu cerchi uno scambio, un ascolto, una presenza, e invece ricevi solo sovraccarico, lamentele e invisibilità emotiva.
Un genitore che non riesce ad ascoltare o vedere i bisogni dei propri figli può lasciare in loro un senso profondo di frustrazione, solitudine e svalutazione.
Questo tipo di comunicazione centrata solo su di sé può indicare una fragilità emotiva, un bisogno cronico di attenzione, o semplicemente un modo disfunzionale che ha imparato per sentirsi “vivo” o importante.
Ti sei mai chiesto che effetto ha su di te ogni volta che parli con lui? Imparare ad ascoltarsi mentre si è in relazione con una persona “pesante” è un primo passo per mettere confini sani.
Hai mai provato a dirgli chiaramente cosa provi? A volte, anche solo dire con calma i tuoi stati d'animo e relativi bisogni, può smuovere qualcosa — non per cambiarlo (non sempre accade), ma per ridare voce a te.
Ricorda: non sei sbagliata per sentire che la relazione con lui ti pesa. A volte i genitori non riescono ad essere ciò che avremmo desiderato. Ma puoi scegliere tu, ora, quali spazi concedere, quali confini mettere e quanto lasciarlo entrare nel tuo mondo emotivo.
Rimango a disposizione su Roma ed online!

Dott.ssa Chiara Quinto Psicologo a Roma

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12 APR 2025

Gentile Michael,
capisco, dev’essere molto frustrante e anche doloroso avere la sensazione che suo padre non l'ascolti mai davvero, che non ci sia spazio per lei nella relazione, ma solo per i suoi problemi.
Il fatto che ogni volta che parlate lei si senta svuotata o "buttata giù" è un segnale importante. Le relazioni, anche quelle familiari, dovrebbero avere un minimo di equilibrio, di scambio. Se da una parte c'è solo lamento, critica, negatività, e dall’altra non c’è spazio per essere ascoltati il rapporto diventa doloroso.
Quindi se sente che questa cosa le pesa tanto, le toglie energia e magari le fa anche mettere in dubbio se stessa… parlarne con uno professionista può davvero essere d'aiuto.
Spero di esserle stata utile e resto a sua completa disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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12 APR 2025

Buongiorno Michael, come mai vuole sapere cosa pensiamo di suo papà? Perché è importante per lei? Che risposta vorrebbe sentirsi dire o sta cercando?

Dott.ssa Francesca Gastaldo Psicologo a Milano

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12 APR 2025

Gentilissima Michael, grazie per la condivisione. Capisco la situazione paterna che descrive, e comprendo soprattutto la sua frustrazione che deriva dall'atteggiamento poco empatico e di non ascolto da parte del papà, cosa che invece mi sembra per lei importante e da ricercare. Spesso le persone sono poco propense all'ascolto o a mettere da parte le proprie questioni a favore degli altri, avendo poco senso empatico. Credo che quello che potrebbe esserle utile è intraprendere dei colloqui di terapia, in modo da avere uno spazio suo personale protetto con uno specialista di fiducia al quale affidarsi e soprattutto sentirsi ascoltata.
Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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12 APR 2025

Buongiorno Michael,

non è mai facile esprimersi e soprattutto inquadrare una situazione leggendo poche righe.
Attenendosi a quanto ci scrive e senza pretese di esaustività posso solo dire che suo padre sia una persona egoriferita, che mette solo se stesso al centro della scena, senza manifestare interesse per lei.
Immagino che per lei non sia facile il rapporto con lui e sia fonte di dispiacere e mortificazione ogni volta che ci si relaziona, motivo che la porta a sentirlo poco.
Bisognerebbe approfondire ....E' sempre stato così? Qual è la sua storia? Com' erano i vostri rapporti familiari? Sua madre?

Rimango a disposizione per un ulteriore approfondimento.

Un cordiale saluto

Dott.ssa Sara Bargiacchi Psicologo a Pistoia

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