Come curare la ludopatia

Inviata da Miriam Bellisario · 11 ott 2012 Ludopatia

vorrei aiutare mio figlio di 24 anni ad uscire dal tunnel del gioco di scommesse sportive, ho tolto parecchi debiti, ma non riesce a smettere, quale deve essere il mio comportamento verso di lui, quando ne parlo diventa violento e nervoso.

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Miglior risposta 15 OTT 2012

Buongiorno Miriam,
la dipendenza da gioco va trattata come una qualsiasi dipendenza e pertanto dovete chiedere aiuto. Il giocatore dipendente (gambler) è un appassionato al gioco che ha perso il controllo del suo impulso al gioco, per cui la sua passione volontaria si è trasformata in una necessità irrefrenabile.
La dipendenza dal gioco è l’unica dipendenza legale senza uso di droghe riconosciuta ufficialmente dalla psichiatria americana come un’alterazione psichica originata dal disturbo del controllo degli impulsi. La dipendenza dagli impulsi consiste, pertanto, in un impulso incontrollato che è accompagnato da una forte tensione emotiva e non si lascia influenzare dal pensiero riflessivo. Quando il dipendente si abbandona al gioco, attraversa un momento di sommo piacere che può raggiungere il livello della sbornia o dell’estasi, causata dalla sensazione che il tempo si sia fermato e dal fatto che il soggetto esce da se stesso per entrare in uno stato di coscienza particolarmente alterato. Cerca quale associazione si occupa nella tua città di gambling o gioco d'azzardo ed iniziate a frequentare i gruppi da loro proposti, loro ti sapranno dire com'è meglio che ti comporti e troverete il sostegno adeguato.
Dr.ssa Federica Parri

Dott.ssa Federica Parri Psicologo a Trieste

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15 OTT 2012

Gentilissima signora, si rivolga al più presto al S.E.R.T., che si occupa appunto di dipendenze, lo trova presso la sua A.S.P.
In bocca al lupo.

Dott.ssa Angela Virone Psicologo a Agrigento

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15 OTT 2012

Cara Miriam,
la dipendenza al gioco va curata attraverso un percorso di psicoterapia e vi sono dei centri specializzati che potrebbero sicuramente aiutarvi. Provi a cercare vicino alla vostra zona se ve ne sono.
Altrimenti, ma non da meno, un/a collega potrà sostenervi e prendere in carico la vostra situazione in privato. Da quello che scrive, mi par di capire che il problema sta nel parlarne con suo figlio e proporre questo tipo di soluzione, come spesso succede nelle situazioni di dipendenza. Comprendo la difficoltà, che la mette in una situazione di blocco e di intensa sofferenza. Abbia pazienza: cerchi i momenti più "facili" per proporre un percorso, nel senso che nei momenti di "crisi" e di opposizione è difficltoso trovare una breccia nella comunicazione. A meno che non sia proprio il momento di crisi massima da parte di suo figlio a creare una richiesta di aiuto. Provi , se possibile, a comunicare che lei stessa si sente in difficoltà e in sofferenza, a spostare su di sè il bisogno di supporto psicologico, per aprire una strada. E mi rivolgo a lei, direttamente, per dirle che le sarebbe utile un aiuto individuale, per affrontare la difficile situazione e trovare insieme al terapeuta strategie per affrontarla.
Un grosso augurio

Dott.ssa Elisa Fagotto Psicologo a Portogruaro

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15 OTT 2012

Salve Miriam, il gioco d'azzardo come le scommesse o altri tipi di gioco rientrano nel capitolo delle dipendenze patologiche e come tali oltre che rappresentare una piaga sociale, sono a tutti gli effetti una malattia che deve essere curata. La nuova normativa legislativa in essere prevede la cura e la riabilitazione di tali soggetti all'interno dei servizi di salute alla persona. Non esiste un comportamento corretto da adottare, ma una consapevolezza e una presa d'atto di quanto sta succedendo. Non serve tanto che lei possa chiudere i suoi buchi economici, ma una presa di coscienza di suo figlio che tale comportamento sia un disturbo che vada comunque curato, e che chieda aiuto a qualcuno. Suo figlio dovrà cercare di capire che il gioco non è un vizio, pensando che può smettere quando vuole, ma una malattia che deve essere debellata con le cure necessarie. Credo comunque che potrà lei chiedere aiuto al Servizio pubblico, oppure al privato per sapere cosa fare lei nello specifico e magari cercare di coinvolgere suo figlio. Potrà contattarmi se lo ritiene utile per avere notizie in merito, visto che nel mio lavoro mi occupo anche di tale disturbo. Potrà leggere l'articolo su salute 10 + di ottobre 2012, che trova reperibile in internet dove nel mio articolo parlo proprio di gioco d'azzardo.
In bocca al lupo
Dott. Angelo Lofino
Psicologo psicoterapeuta sessuologo Ravenna

Dott. Angelo Lofino Psicologo a Ravenna

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15 OTT 2012

Gentile sig.ra Bellisario,
con ludopatia o anche gioco d'azzardo patologico si intende un comportamento compulsivo, che non si riesce a controllare facilmente. La questione della ludopatia non va considerata solamente, dal mio punto di vista, nel rapporto tra la persona che gioca o scommette ed il denaro che perde, bensì anche nel rapporto tra la persona che gioca o scommette ed i suoi vincoli con le persona che ha intorno. Non è un caso che, in questo caso come nella maggior parte delle occasioni nelle quali si ha a che fare con la ludopatia, sia un familiare del giocatore a richiedere aiuto: anche la famiglia è coinvolta in questo comportamento compulsivo. Da questo punto di vista è comprensibile il nervosismo di suo figlio quando lei cerca di aiutarlo a correggere il suo comportamento; non è quello che lui, in verità, le sta chiedendo. Ho scritto un articolo in proposito dal titolo "Una possibile lettura della dipendenza dal gioco d'azzardo (o ludopatia)" e, se le interessa, lo può leggere andando sul mio sito: www.lorenzosartini.com.
Cordiali saluti.

Dott. Lorenzo Sartini Psicologo a Bologna

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15 OTT 2012

Gentile Miriam,
quello di cui suo figlio soffre è un disturbo a tutti gli effetti, una vera malattia, e come tale è necessario che sia lui stesso a rendersi conto di vivere una condizione problematica e chiedere aiuto; comprendo tuttavia la sua preoccupazione e angoscia di madre davanti ad una situazione tanto complessa e dolorosa e mi sento perciò di consigliarle di rivolgersi ad un professionista a cui chiedere una consulenza. La ludopatia si fonda su dinamiche spesso diverse a seconda delle situazioni e ritengo che solo una conoscenza diretta possa fornire ad un professionista gli elementi necessari e utili per aiutarvi. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano

Dott.ssa Lucia Mantovani Psicologo a Milano

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15 OTT 2012

Gentile signora Miriam Bellisario,
"I giocatori patologici raramente smettono definitivamente da soli, come la maggior parte ingenuamente crede. Necessitano, una volta diagnosticata la patologia, ed eventualmente altre psicopatologie associate, di seri interventi psicoterapici integrati, preferenzialmente ad orientamento cognitivo-neocomportamentale, di assistenza e supporto sociale e legale. Gli interventi sono erogati di norma ambulatoriamente, secondo l’esperienza personale, con frequenza settimanale, anche se in certi casi complessi i trattamenti terapeutici vengono forniti in regime di ricovero, come hospital day. Il protocollo di intervento di maggior successo prevede: 1. Couseling familiare per la concertazione assieme alle famiglie, di sofisticate strategie di pressing psicologico, attraverso simulazioni comportamentali, atte a far venire presso la clinica il giocatore patologico che solitamente risulta riottoso (fase preparatoria); 2. la valutazione clinica del paziente stesso, con visite specialistiche, esami psicometrici, psicopatologici e neuropsicologici, interviste ai familiari, sistematiche osservazioni comportamentali, dirette ed indirette. Ciò sia a fini diagnostici sia per verificare il grado di gravità del problema ed accertare o escludere la presenza di altri disturbi comportamentali o compromissioni neuropsicologiche che impediscono al giocatore di controllarsi o smettere da solo; 3. La predisposizione di un progetto di intervento terapeutico individuale o di gruppo che coinvolga pure i familiari per far smettere di giocare e mantenere nel tempo l'astinenza dal gioco; 4. Terapia di mantenimento e di prevenzione delle ricadute, solitamente frequenti in presenza di comorbilità."
(riportato dal recente "Il manuale pratico del benessere", edizioni Ipertesto)
dr Paolo Zucconi, psicoterapeuta e sessuologo comportamentale a Udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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15 OTT 2012

Buonasera Miriam,
sarebbe opportuno che suo figlio decidesse di farsi aiutare. La dipendenza da gioco viene curata in vari modi: terapia individuale, Gruppi di sostegno e gruppi di auto mutuo aiuto..
Anche lei necessiterebbe di un sostegno che le indichi le strade da seguire in merito al relazionarsi con suo figlio. Anzi è piu' opportuno che lo faccia lei in questo momento, dato che per quanto riguarda il figlio, deve essere lui a scegliere di farsi aiutare.

Dott.ssa Roberta De Bellis Psicologo a Gallarate

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