Come convinvere il mio marito che ha bisogno di aiuto

Inviata da Laura · 19 nov 2012 Terapia di coppia

Purtroppo nella nostra vita insieme di 20 anni, il mio marito ed io abbiamo passato troppi momenti brutti. Malattie gravi, la morte dei diversi parenti ed infertilità.

Ultimamente il mio marito è stato (di nuovo) preso dalla spirale negativa che gli sta tirando sempre più giù. Ha perso ogni gioia nella sua vita e non riesce a pensare ad altro che la prossima brutta cosa che ci starà per succedere e ha grande difficoltà di confrontare una vita senza figli.

Nonostante che il mio stato d'animo non è tutto rose e fiori, riesco a trovare un po' di gioia e non ho nessuna intenzione di farmi mettere sotto.

Vorrei che il mio marito andasse a trovare un aiuto psicologico, ma è molto scettico e dice che la psicologia non lo potrà aiutare. Come potrei fare per convincerlo che ci deve almeno provare? Perché in questo modo non potremo andare avanti, né lui, né io.

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Miglior risposta 3 DIC 2012

Sono uno psicologo, ma non è solo uno psicologo che può aiutarlo.. il desiderio di paternità può essere soddisfatto anche in altri modi. padre non è chi concepisce un figlio ma è colui che sa essere, per il bambino in questo caso, un punto di riferimento, uno stile educativo, una base sicura.. ecc. non lo faccia sentire in colpa; se ci riesce provi ad essere lei il motore del cambiamento; agendo le sue passioni, i suoi hobby, proponendo, vivendo; arricchendo la sua vita arricchirà quella di suo marito, ma non lo escluda.. non è facile ma possibile si.. lo psicologo è l'obiettivo finale.. non l'ultimo rimedio

Dott. Dario Calossi - Psicologo - Studio Di Psicologia Grosseto Psicologo a Grosseto

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22 NOV 2012

Cara Laura,

lo scetticismo di suo marito relativo ad un eventuale aiuto esterno probabilmente è decretato dalla situazione in cui si trova, una situazione di angoscia e passività.
Lei da moglie premurosa fa bene a preoccuparsi della vostra vita coniugale, oltre che della salute di suo marito.
Provi a fissare un colloquio per entrambi, in coppia in maniera tale che suo marito avverta la possibilità di condividere questa situazione con lei e non si senta troppa "sovraccaricato" di responsabilità.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Ornella Convertino

Studio Convertino Psicologo a Monza

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21 NOV 2012

Cara Laura, a prescindere dal connaturato scetticismo che spesso gli uomini possiedono nei confronti delle terapie fondate sulla parola (con tutti gli annessi e connessi) è possibile che la depressione dell'umore di suo marito sia effettivamente notevole, dunque potrebbe consigliarlo per un iniziale e piccolo aiuto farmacologico suggerito dal semplice medico di base.
E' chiaro che ciò non può bastare, specialmente in una prospettiva a lungo raggio, ma può favorire l'iniziativa e generare la piccola spinta di cui suo marito necessita per lavorare sui suoi fantasmi e le sue paure. E a rendere anche lei un pò più serena.
Cordiali saluti. Dott.ssa Sabina Orlandini, Torino

Dott.ssa Sabina Orlandini Psicologo a Torino

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21 NOV 2012

Gentile Laura, provi a chiedere di farsi accompagnare lei dallo psicologo, spiegando a suo marito che per il fatto di vedere stare male lui, anche lei soffre, magari suo marito si avvicinerà anche lui alla terapia!
In bocca al lupo!

Dott.ssa Angela Virone Psicologo a Agrigento

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20 NOV 2012

Buongiorno gentile Signora,
oltre i preziosi suggerimenti dati dai miei colleghi, vorrei suggerirle di richiedere lei stessa una consulenza psicologica con uno psicologo psicoterapeuta che dopo averla ascoltata attentamente potrà aiutarla strategicamente a trovare la modalità con cui parlare e proporre a suo marito di chiedere aiuto. Spesso accade che se l'atteggiamento dei familiari si modifica nei comportamenti di accettazione/rifiuto verso il disagio della persona che ha vera necessità di cura, la persona in questione inizia a rendersi conto che c'è qualcosa che non và e si lascia convincere a curarsi. Con calma e tanta pazienza.
Cordialmente
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta

Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Roma

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20 NOV 2012

Gent.le Laura,
come mi sembra Lei abbia già compreso, è arduo "convincere" chi non è motivato ad intraprendere un percorso terapeutico o accettare un aiuto esterno. In questo modo ovviamente le situazioni e le sofferenze rimangono statiche per chi le vive e aumentano di peso per chi è accanto, che si sente gravare di impotenza nel "risolvere" il malessere.
Provi Lei ad intraprendere per prima un percorso terapeutico, attraverso una prima consulenza intanto o a proporre al marito di andarci insieme. In qualche modo, vi sarà comunque d'aiuto come primo passo.
un caro augurio

Dott.ssa Elisa Fagotto Psicologo a Portogruaro

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20 NOV 2012

Salve,
da quanto scrive la vostra vita è stata messa alla prova più volte e ciò ha causato delle conseguenze su entrambi. Suo marito ha cercato di affrontarla con le proprie risorse e vuole continuare a contare su se stesso per andare avanti. Questa situazione è più comune di quanto pensi, decidere di chiedere aiuto non è facile!
Tuttavia nessuna terapia è efficace se la persona che la intraprende non è convinta di avere bisogno di aiuto.
Una cosa che sicuramente può fare è chiedere a suo marito di andare a parlare col medico curante. E' difficile affidarsi a un estraneo per condividere cose particolarmente dolorose, ci vuole tempo. Ma parlare del proprio malessere con il medico che conosciamo da anni è un approccio più soft. Dopo aver discusso col medico sarà più facile decidere di rivolgersi a uno psicoterapeuta.
A mio parere lei stessa dovrebbe pensare a un percorso di tipo psicoterapeutico. La vita non è stata clemente con nessuno dei due. Vedere i benefici che la terapia avrà su di lei potrebbe aiutare suo marito a rivolgersi a uno psicoterapeuta. Una parte di ciò che induce le persone a non voler andare in terapia è la paura di non sapere cosa si va ad affrontare. tramite lei potrebbe iniziare a capire come si svolge la terapia e vederla come una cosa meno imponente. Inoltre lei stessa modificherà il modo di agire nella vita quotidiana e questo avrà effetti positivi nel clima familiare.
A presto

Dott.ssa Serena Carnì Psicologo a Catanzaro

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20 NOV 2012

Cara Laura,
in generale non è facile "convincere" una persona a intraprendere una psicoterapia, dal momento che la base da cui partire per un trattamento è la motivazione individuale. Questo non esclude l'ipotesi che suo marito si possa avvicinare all'idea, magari dietro suggerimento di un professionista da lui stimato, ad esempio il medico di famiglia o, pensando al problema dell'infertilità cui accenna lei, allo specialista che vi ha presumibilmente seguito in questo. Che ne pensa?
In bocca al lupo, mi raccomando non demorda anche lei.
Un caro saluto
Dr.ssa Scipioni, roma

Anonimo-126894 Psicologo a Roma

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20 NOV 2012

Cara Laura, da quello che dici ho la netta sensazione che tuo marito necessiti di un intervento farmacologicamente inteso ed il suo rifiuto di farsi curare, secondo me, non deve andare per le lunghe. Potresti trovare un'escamottage con la collaborazione del tuo medico di base. Sono a disposizione, se vuoi,per ulteriori informazioni.
Dott.ssa Carla Panno psicologa-psicoterapeuta di Milano

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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20 NOV 2012

Gentile signora Laura,
convincere suo marito a farsi per lo meno valutare da un bravo e curare da uno psicoterapeuta non è facile se lui non lo vuole. Tuttavia è possibile.
Una consulenza personale presso il professionista della zona (non necessariamente chi ha lo studio in un capoluogo di regione) è necessaria per iniziare un percorso ad obiettivo: convincere e portare il marito a valutazione e cura.
. Infatti compito dello psicoterapeuta è anche quello di studiare le possibili strategie comportamentali e anche cognitive per riuscire a portare alla sua attenzione clinica persone che potrebbero avere una seria psicopatologia, prima che sia troppo tardi. Le strategie di intervento vanno studiate e provate assieme a lei in questo caso in quanto conosce carateristice e abitudini del marito.
Lo psicoterapeuta invece conosce le strategie migliori e più efficaci per convincere attraverso lei il marito dopo aver conosciuto deterninate caratteristiche.
Ciò infatti rientra tra le capacità di uno psicoterapeuta che opera non con il paziente, ma con i congiunti del paziente prima di operare con il paziente stesso. Non si tratta dunque di consigli, ma di un vero e proprio percorso di consulenza ad obiettivo, ovviamente verificabile in breve tempo.
dr Paolo Zucconi, psicoterapeuta e sessuologo comportamentale a Udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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20 NOV 2012

Buonasera, provi a far scrivere a lui il prossimo messaggio...
Che ne dice?

Dott.ssa Talenti Erica Psicologo a Torino

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20 NOV 2012

Gentile Laura, il suo sfogo accorato parla di una forte pesantezza, di difficoltà trascinate forze senza riuscire sempre ad affrontarle fino in fondo, ma anche di sincera preoccupazione per l'uomo che è da 20 anni il suo compagno di vita. Un uomo provato da tante circostanze avverse e tendente, anche oggi, a scivolare verso una depressione. Non è certo semplice stare accanto a chi ha questo problema, almeno in parte il rischio di "contagio emotivo" esiste, inutile negarlo, ma è anche per questo che ritengo che la sua lotta personale ed il buon esempio dato nel saper giore delle piccole cose siano fondamentali. Consideri che capita spesso che le persone, pur sofferenti, fatichino a chiedere aiuto, a maggior ragione ad un professionista. Quasi tutti "arrivano" con un po' di ritardo rispetto all'insorgere del problema, ma questo consente loro di farlo quando effettivamente sono pronti a mettersi indiscussione. Da una parte quindi le suggerisco pazienza, dall'altra l'ideale sarebbe il buon esempio. Nessuno vicino a voi ha avuto una bella esperienza di psicoterapia? Sentir parlare qualcuno che "ci è passato" e ne ha tratto giovamento potrebbe se non altro portarlo a farsi qualche domanda in più. I miei pazienti spesso hanno fornito questo aiuto a quanti ne avevano necessità, con reciproca soddisfazione. Aiuti inoltre suo marito, con molto tatto, a diventare consapevole del fatto che il suo disagio e pessimismo potrebbero alla lunga crearvi problemi come coppia: non è una minaccia, ma un voler insieme prevenire i problemi e sfruttare quello che invece per voi protrebbe essere una possibilità di crescita. Perché affrontare le difficoltà e superarle rende persone migliori. Vi faccio i miei migliori auguri.
Dr. Nadia Bergamin - Torino

Dott.ssa Nadia Bergamin Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Torino

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20 NOV 2012

buonasera,
puo' provare a spiegargli le sue difficolta' e stati d'animo che le provoca nel vederlo in tale stato, forse farlo partecipe del suo disagio puo' spingere suo marito a cambiare o a trovare la motivazione per chiedere aiuto. in bocca al lupo per il futuro!!

Anonimo-122284 Psicologo a Roma

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20 NOV 2012

Cara Laura,
Non è molto facile convincere qualcuno ad andare dallo psicologo se proprio non pensa di averne bisogno o se prova "vergogna" . La motivazione tra l'altro è una componente molto importante anche per la riuscita della terapia. E' comunque vero che può provare a convincerlo. Se il rapporto che avete è buono, provi a ragionare con suo marito della situazione, con onestà e con il cuore in mano, dicendogli che potrebbe trattarsi di un tentativo e che non è obbligato in nessun modo a continuare il percorso se non si sente a proprio agio. Provi in alternativa a richiedere un intervento di coppia o familiare, telefonando ad uno psicologo-psicoterapeuta della sua zona, specializzato in terapia familiare. Potrebbe cosi intraprendere il percorso insieme a lui e questo potrebbe rivelarsi vantaggioso per vari motivi. mi contatti per qualunque necessità se lo ritiene opportuno.
cari saluti
Dott.ssa Valentina Barbagli

Dott.ssa Valentina Barbagli Psicologo a Arezzo

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