I miei figli sono vittime di alienazione parentale da parte della mia ex moglie, rifiutano categoricamente di vedermi, riesco ad avere conversazioni telefoniche, ma manifestano continuamente un rifiuto categorico e sottolineano in continuazione il mio disinteresse e abbandono nei loro confronti, tutto ciò è immotivato, in quanto cerco di vederli fuori da scuola anche per un solo minuto, più volte al giorno li contatto telefonicamente, ma le risposte sono rare e solo in presenza della madre che ascolta la conversazione. Purtroppo la madre continua una campagna denigratoria nei miei confronti.
Vorrei un consiglio su come devo comportarmi e come cercare di tranquillizzarli e fargli capire che io ci sono sempre.
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21 SET 2016
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Gentile Carlo,
sicuramente, purtroppo, la separazione dalla tua ex-moglie è stata gestita male e con elevata conflittualità.
Infatti sarebbe stato preferibile in fase iniziale l'aiuto della psicoterapia mediante la quale se non si poteva ottenere una riconciliazione si poteva sempre ottenere una separazione più tranquilla con una buona mediazione familiare essendoci di mezzo dei figli.
Attivarsi adesso è molto più complicato anche perchè suppongo che tu pensi di agire esclusivamente sui figli che sono già stati negativamente condizionati e che sono l'anello terminale più debole.
La tua ex-moglie (come tanti altri ex-coniugi "alienatori" col partner) non si rende conto che per colpire te crea pesanti danni psicologici indiretti ai figli.
D'altra parte, ora come ora, tu hai bisogno della consulenza di due figure professionali :
a) l'avvocato per cercare di ottenere l'affido condiviso mediante la revisione di eventuali sentenze giudiziarie precedenti;
b) lo psicoterapeuta che, come ho detto, sarebbe stato più utile fin dall'inizio della crisi matrimoniale e che comunque ti può guidare adesso per provare a migliorare, per quanto possibile, l'attuale scarso rapporto che hai con i tuoi figli.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
3 OTT 2016
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GentileCarlo,
è ovvviamente frustrante essere oggetto di una campagna denigratoria. Non ci dice l'età dei suoi figli, in ogni caso lei dovrebbe avere il diritto di vederli per molto più di un minuto o almeno di solito il giudice dà al padre questa facoltà, in caso di separazione o divorzio.
Quindi potrebbe approfittare dei momenti o periodi con cui li ha con sè per parlarci più chiaramente.
Uno psicologo potrebbe molto aiutarla nel trovare le frasi e gli argomenti giusti da trattare.
Se vuole approfondire è necessario un rapporto professionale attraverso una consulenza, anche on line.
Cordiali saluti
28 SET 2016
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Buongiorno, da ciò che ha scritto non si coglie da chi sia stata fatta la diagnosi e in quale contesto. Poiché si tratta di una condizione molto grave tanto per i suoi figli che per lei, le consiglio di parlare con il suo avvocato per valutare se vi siano le condizioni per richiedere una consulenza tecnica d'ufficio ( ctu) allo scopo di fare emergere il problema e ridiscutere le condizioni di affido. Chiaramente poi l'aiuto di uno psicoterapeuta sarebbe importante sia per lei che per i bambini.
Cristiana Martini