Come comportarci con nostro figlio?

Gentilissimi,
è un problema comune a molti sia di questi tempi che in altri periodi.
Se da una parte è vero che i genitori devono fare da sponda per i figli senza intervenire più di tanto, dall'altra è anche indispensabile fare discorsi chiari che aiutino i figli a crescere, a prendere decisioni, ad assumersi responsabilità facendo aumentare il loro spirito critico e facendo loro capire che la crescita implica anche uno stacco. Se i vostri suggerimenti, in passato, hanno dato buoni esiti e quindi sono stati accolti con piacere, senz'altro continuare a parlare delle varie possibilità che ci sono e a confrontarsi può essere una buona cosa. Possiamo parlarne anche noi, se volete chiamarmi.
Cordialmente,
dott. Giancarlo Gramaglia

Caro Arturo,
mi sembra che suo figlio abbia già iniziato un percorso di crescita e di autonomia nel scegliere di frequentare l'università di psicologia, facoltà molto diversa da ingegneria. Nel momento in cui suo figlio incontrasse delle difficoltà potrebbe rivolgersi ad uno psicologo esperto in orientamento scolastico-professionale che possa aiutarlo nel renderlo consapevole dei suoi punti di forza e di debolezza e gettare le base delproprio futuro, partendo dalla ridefinizione di una buona autostima e senso di auto-efficacia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Greta Carlotti-Psicologa/Psicoterapeuta Infanzia e Adolescenza

Salve, trovo molto saggio e anche coraggioso da parte vostra chiedervi se oggi vostro figlio debba forse trovare da solo la propria strada. Forse oggi ha bisogno di misurarsi da solo con le proprie scelte, i propri obiettivi, le proprie delusioni a seguito di obiettivi magari mancati. Certamente è possibile che sia incapace di auto-progettarsi, di auto-dirigersi. Potrebbe avere bisogno di un aiuto esterno da parte di un professionista della relazione d'aiuto per ristabilire risorse personali mai esplose, competenze progettuali che non si è mai dimostrato di possedere. Chissà forse anche l'autostima e la fiducia in sè traballano. Ciò che trovo davvero consapevole da parte vostra è la necessità di fare un passo indietro e lasciare che questo ragazzo si dimostri di avere valore, auto-efficacia.

Cari genitori,
Seguire un figlio non è certo la cosa più facile del mondo. Lo si vorrebbe aiutare e proteggere per il suo bene, ma spesso si usano delle modalità che tolgono autonomia, responsabilità e l'importante possibilità di fare errori.
Sarebbe opportuno instaurare un dialogo empatico e di comprensione.
Il figlio può essere libero di fare delle scelte e di sbagliare solo se i genitori sono con lui.
Un dialogo dove si condivide insieme. un dialogo non giudicante, dove il genitore non ha una verità in tasca è la soluzione migliore.
Cordialmente,
Dott. Piacentini

Vostro figlio ha iniziato a fare qualcosa di diverso, che rappresenta ciò che preferisce come la psicologia, dopo aver seguito le scelte da voi indirizzate. Questo cambiamento può aver indotto un senso di colpa, anche solo inconscio, in vostro figlio per il fatto di fare in modo diverso da come gli è stato insegnato e senza rendersene conto si auto-boicotta. Lui potrebbe fare una terapia come già consigliato nelle risposte degli altri colleghi, voi potresti chiedervi quanto vi sentite liberi di uscire dagli schemi? Di fare cose diverse? Se anche voi iniziate a “permettervi” di stravolgere la vostra vita in positivo e come vi piace allora anche lui si darà questo permesso. Dr. Saverio Caffarelli.

Gentile signor Arturo. Lei descrive suo figlio come apatico ed indeciso. Tuttavia non esita ad elencare le varie strada intraprese e ben portate a termine (dallo sport alla musica alle lingue). Sembra che vostro figlio abbia avuto grazie a voi tutta la possibilità di sperimentare vari ambiti. In questo momento è utile che scelga da solo il suo. Crescere significa anche scegliere e rischiare di sbagliare. Quello di cui c'è necessita è che voi ci siate nel supportare le sue scelte. Troverà da solo la sua strada, ma saprà di non esser solo.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Valentina Tomaselli

Buongiorno Arturo, essere genitori non è cosa semplice: indirizzare o lasciare stare? Pensando alle scelte passate di suo figlio, dice che spesso è stato indirizzato da voi genitori. Mi pare poi di capire che il passaggio alla facoltà di Psicologia invece sia una scelta di suo figlio. Allora io le proporrei una terza possibilità: non lo lasci stare, ma accompagni suo figlio in questa decisione e lo sostenga anche se non dovesse portare a casa buoni esiti. La preoccupazione a volte porta a non vedere alternative, ma spesso i figli poi sorprendono, bisogna solo fermarsi ad osservarli con fiduciosa tenerezza.
Cordialmente
Claudia Vian

Caro Arturo,
mi corregga se non ho compreso correttamente la sua domanda. Ci scrive che vostro figlio, ventenne, nel tempo è riuscito in tutte le attività che ha svolto avendo esiti positivi e successi. Scrive che le attività non erano scelte da lui, ma indirizzate da voi genitori. La scelta di ingegneria non è andata a buon fine (mi sembra il primo vero insuccesso!) e vostro figlio ha scelto, ora, psicologia perché interessato alla materia. In questo caso mi sembra di capire che abbia saputo scegliere da sé.

Forse il processo di autonomia e di scelta consapevole che desiderate vedere in lui si è già attivato.

Nel caso vostro figlio lo ritenesse opportuno potrà chiedere una consulenza psicologica per mettere a fuoco i suoi prossimi obiettivi.

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella