Non capisco, essendo la prima volta, in che modo possa aiutarmi andare da una dottoressa e parlare parlare parlare e basta.
Ormai sono 6/7 volte che ci siamo viste ma la mia impressione è quella di parlare per un ora per poi pagare, mi sembra una cosa che potrei fare tranquillamente e gratuitamente con una mia amica ...
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10 FEB 2021
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Gentile Catia,
la percezione della terapia è sempre molto soggettiva. Se questa è la sua impressione le consiglio comunque di sollevare il problema con la sua terapeuta, in modo da affrontare la situazione e avere un confronto in tal senso. Poi lei sarà libera di scegliere di cambiare, però almeno lo farà in modo consapevole.
Come diceva il collega, quando ci affidiamo a dei professionisti, non sempre instauriamo un rapporto di fiducia e collaborazione.
E' lecito cambiare, ma nel rispetto della propria persona e del professionista che mette in campo le proprie competenze.
Un caro saluti,
Dott.ssa Chiara De Battisti
11 FEB 2021
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Gentile Catia, quando si intraprende un percorso, sin dalle prime sedute si individuano gli obiettivi che il paziente vorrebbe raggiungere; tra terapeuta e paziente deve instaurarsi una relazione di fiducia, da cui scaturisce il buon esito della terapia. E' da sottolineare che è il terapeuta a condurre il colloquio clinico, grazie alla sua competenza ed agli strumenti in suo possesso e non il paziente in base a ciò che pensa le possa servire. Altro aspetto fondamentale è la motivazione del paziente e le sue aspettative, che devono essere realistiche per poter essere realizzabili. Non è il terapeuta che " da solo" compie il miracolo. Detto questo, date le sue perplessità, le consiglio di chiarire la situazione con la professionista. Cordiali saluti.
11 FEB 2021
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Gentile Catia,
la sua lagnanza è molto comune e motivata, ma consideri alcune cose.
Anzitutto un'amica, scusi la franchezza, si scoccerebbe dopo qualche volta! A parte gli scherzi, l'amica non può avere l'imparzialità e la serenità di analisi e di approfondimento che può fare una buona professionista. Ma forse lei vorrrebbe trovare maggior sostegno, essere incoraggiata e magari essere guidata ad affrontare alcuni cambiamenti che da sola teme o non sa come affrontare: in questo caso potrebbe essere molto utile una terapia di tipo cognitivo-comportamentale, ovvero un approccio più interventista, per così dire. Resto a disposizione, auguri!
11 FEB 2021
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Buongiorno Catia,
sono Barbara Andolina e sono psicologa clinica.
La ringrazio per la sua domanda, mi sembra molto interessante e potrebbe essere utile leggere le varie risposte anche ad altre persone con gli stessi dubbi.
I percorsi terapeutici hanno tempi variabili e dipendono da molti fattori, fra cui la motivazione della persona, il livello di disagio causato dai sintomi, l'alleanza con il terapeuta, per cui è davvero complesso definire a priori "quanto ci vuole".
Possiamo comunque tenere presente che la psicoterapia è un lavoro di squadra: non è sola in questo percorso, ma accompagnata da un* professionista formato e competente con cui condividere e discutere anche le eventuali perplessità: potrebbe emergere una difficoltà ad aprirsi, ad affidarsi, a condividere alcuni aspetti del proprio vissuto, una scarsa motivazione verso un percorso a pagamento ( che è tale perchè non siamo amici ma professionisti), uno scarso feeling con la sua terapeuta e tutto questo può essere di stimolo al suo percorso, sia che si evolva in un fecondo lavoro con la sua attuale terapeuta, sia che riconosca che non è il professionista adatto a lei e decida di cambiare (siamo persone dopotutto, non tutti andiamo bene per tutti!).
10 FEB 2021
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Buonasera Catia, ha provato a chiedere le stesse cose alla collega? Per poter funzionare, tra le altre cose, una terapia deve poter contare sulla fiducia del paziente nel terapeuta e nel lavoro che sta svolgendo (insieme al paziente). Quando si hanno dubbi, è sempre meglio chiarirli, in quanto sono informazioni "calde" che potrebbero essere molto utili per il prosieguo della terapia e della relazione clinica. In ogni caso, lei sarà sempre libera di decidere, nel caso la risposta della terapeuta non la soddisfacesse, di rivolgersi ad altri. Però, se non ci sono altri ostacoli, la inviterei prima a condividere con la collega e, poi, con maggiori informazioni, poter decidere con maggiori elementi.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista/Postrazionalista Roma
10 FEB 2021
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Gentile Catia
Per un professionista dare giudizi su altri colleghi oltre a non essere deontologicamente corretto, sarebbe inopportuno in quanto ogni terapeuta dovrebbe seguire la sua metodologia e il proprio approccio in base anche al percorso di preparazione e di studi che ha fatto.
Detto questo quando si va da uno psicologo, specie se è la prima volta, non è detto che si crei sempre la giusta sintonia. Determinati approcci possono andar bene per alcune persone e non per altre. Del resto è lo stesso discorso che vale per un medico, con alcuni ci troviamo bene e abbiamo risultati e con altri magari no. Quello che posso consigliarle, se dopo diversi incontri non percepisce di star facendo un lavoro per lei utile, magari di provare con un altro professionista e vedere se si trova meglio.