Come avere ancora fiducia in un nuovo psicologo dopo abbandono

Inviata da Alice · 17 apr 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Gentili dottori, vi scrivo perché ho bisogno di chiarire dei dubbi e capire come affrontare ciò che mi è successo, soprattutto a livello emotivo.
Ho iniziato a fare terapia 5 anni fa presso un centro in cui ho svolto prima due colloqui di orientamento psicologico e poi mi è stata assegnata la terapeuta più adatta alla mia situazione in base alla valutazione fatta. Per i primi due anni il setting terapeutico in presenza è stato rispettato, poi la terapia è stata spostata on line per il lockdown. On line ci sono sempre stati grossi problemi di connessione che mi hanno causato molto stress perché le sedute erano interrotte dopo mezz'ora e si faceva fatica a riavere subito la connessione. Anche se la terapeuta mi ha sempre detto che non era molto convinta della terapia on line, ad un certo punto, per sue esigenze personali, ha spostato tutta la terapia con me on line, trascinandosi sempre gli stessi problemi di connessione. Siamo andati avanti per due anni in presenza e due anni on line. L'anno scorso al quinto anno di terapia mi è stato spostato l'orario della seduta dal pomeriggio al mattino, sempre per esigenze della terapeuta che stava potenziando la sua attività economica nel privato. A settembre del 2022 il mio orario del mattino come insegnante non era più disponibile come detto alla terapeuta e al centro al quale avevo già dato 5 anni fa unica disponibilità nel pomeriggio. Alla fine mi sono state tagliate le sedute da 4 a settimana ad una o due al mese facendomi passare nel suo studio privato e dicendomi che questa era l'unica opportunità. Ne ho ricavato uno stress enorme. Alla fine di tutto ha chiuso la terapia via mail con 4 righe e scaricando la colpa su di me.
Quando ho iniziato la terapia dopo due anni sono stata guidata nello scoprire di aver subito degli abusi in famiglia che avevo rimosso. Ho scoperto che ero in dipendenza affettiva e che avevo avuto delle conseguenze a livello di personalità oltre ad un disturbo da stress post traumatico. La scoperta, fatta in lockdown mi ha scioccata e mandata in panico oltre ad essere impaurita se non terrorizzata. Traumi che non ricordavo sono arrivati tutti in un colpo. In base ai trigger ho fatto scelte che non rifarei. Avevo paura di me stessa. Non so se sia stato un deficit della mia terapeuta o dell'indirizzo dell'analisi transazionale, ma non sono riuscita a gestire la parte emotiva dei traumi. Quando è stato scoperchiato il vaso di Pandora il contraccolpo è stato così potente da sentire che la mia realtà era spezzata in due. La consapevolezza mi ha portata a tagliare le poche relazioni che avevo perché disfunzionali ma non a crearne di nuove perché la mia incapacità nel digerire i traumi mi ha fatta richiudere nella mia gabbia. Vivo in una modalità di sopravvivenza da sempre e non sapevo come mollarla. Non riesco a lasciar andare il passato, ho iniziato ad avere attacchi di panico di cui non ho mai sofferto. Mi ammalo in continuazione da vari anni ma la situazione è peggiorata e sono in lista per dei controlli. La mia vita è un continuo susseguirsi di visite mediche. In terapia ho sempre fatto presente che non riuscivo a stare nel qui e ora perché quella parte traumatica per me era ingestibile, non sapevo quali strumenti usare. Anzi chiedevo sempre aiuto in terapia esprimendo le mia paure. Dalla terapia mi arrivava sempre una richiesta di stare nel qui e ora ma siccome la mia gestione emotiva è nulla la parte traumatica l'ha fatta da padrona. Sono sempre stata invitata a mantenere un rapporto con la famiglia ma ciò ha causato in me il dover subire altri abusi perché i miei non rispettano i confini che gli metto e si sono accumulati altro odio e rabbia. La mia è una famiglia invischiante anche se a distanza richiede e pretende favori o soldi perché avendomi fatta nascere io devo restituire quanto ricevuto. Non sentendomi capita in terapia su questi passagi per cui mi sentivo spinta verso cose per le quali non ero emotivamente pronta come nuove conoscenze o lasciar andare il passato, mi sono trovata ad essere più chiusa rispetto alla terapia che non seguiva il mio ritmo emotivo ma andava col suo. Io vorrei avere la maturità di un adulto ma so bene di essere ancora un'adoscente arrabbiata. Quando ho mostrato queste emozioni la mia psicologa mi ha tagliata fuori dalla terapia. Io ero dipendente dalla mia terapeuta perché ad un certo purno facevo le cose per farle piacere e non perché ci credessi. Quindi da un lato ero ostile perché emotivamente non pronta e dall'altro dipendente. Questa situazione mi ha lasciato un enorme trauma e non so se ho ancora la volontà di seguire un percorso psicologico. Forse è meglio chiuderla qua e accettare che è andata così e che non tutte le cose si possono fare. Forse a me le relazioni o la serenità sono precluse. Se anche la mia psicologa mi ha mollata come i miei genitori appena non ho mostrato le emozioni che voleva, come si fa a rischiare ancora? Da ragazza sono stata da uno psicoterapeuta che mi ha mollata dopo avermi imbottita di psicofarmaci. Lo ha fatto quando ha visto che non riusciva a gestire la mia parte emotiva. Questa situazione mi ha traumatizzata tantissimo e mi sento di aver buttato 5 anni della mia vita. Al di là delle divergenze di opinioni o di incapacità da parte mia nell'aderire del tutto ai passi della terapia non ho mai mollato il colpo o la fiducia. Adesso mi sembra di aver solo sprecato i miei sforzi. Avrei solo voluto esser guidata verso un altro terapeuta eventualmente in maniera delicata e non come mi veniva sbattuto in faccia a bruciapelo, attivando la mia ferita di abbandono. Ho sempre seguito con regolarità le sedute. L'ultima sono stata costretta a farla con un blocco alla schiena e poca lucidità, in altre occasioni con febbre o mal di gola perché ero "invitata" ad esserci sempre e comunque come simbolo del mio interesse e impegno. Questo trattamento mi ha segnata nel profondo e non so come superarlo e affidarmi ancora ad un nuovo terapeuta.

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Miglior risposta 18 APR 2023

Cara Alice, grazie per esserti confidata con noi.
Posso immaginare come tu abbia potuto vivere le richieste della tua ex terapeuta come non finalizzate al tuo benessere. Dal poco che hai scelto di raccontare, sembra quasi come se questi comportamenti della collega possano in qualche modo averti riportato nuovamente a fare esperienza di quell'annullamento di confini del passato e quel senso di abbandono, che sentivi in passato e che continuano a ripresentarsi anche oggi, più forti che mai.
E' sempre davvero molto doloroso sentire tradita la propria fiducia, soprattutto quando a farlo è qualcuno al quale abbiamo scelto di abbandonarci.
Non mi sento di commentare l'operato della collega, penso sia importante piuttosto utilizzare l'esperienza per osservare gli effetti che ha avuto in te e, soprattutto, quali vissuti ha risvegliato. Credo che in questo lavoro, sarebbe davvero molto importante affiancarsi a qualcuno che sia in grado di contenere e tollerare le emozioni che sceglierai di portare.
Comprendo come possa essere difficile per te dare un'altra occasione al mondo, ma credo sia importante che tu ti ascolti e che ti prendi i tuoi tempi: è assolutamente normale ritirarsi una volta scottati, ma la ferita lentamente si riparerà.
Credo che l'aver raccontato qui la tua storia sia un indizio importante, ci fa vedere il tuo desiderio. la tua determinazione e, soprattutto, il tuo bisogno di essere vista e ascoltata, forse per la prima volta. E' vero che le esperienze passate in qualche modo orientano le nostre aspettative future, per cui ad oggi è comprensibile che tu non te la senta di affidare nuovamente te stessa a qualcun altro, ma è importante che tu sappia che la relazione terapeutica è, in realtà, una relazione come le altre: per entrare in connessione con l'altro è necessario che ci sia intesa, sintonizzazione ed è possibile che questo non si sia verificato con le terapie precedenti, ma ciò non esclude che tu non possa invece trovare dopo tanti anni la persona giusta per te, che possa anche cercare di riparare le ferite che ti porti non solo dalla tua storia di vita, ma anche quelle procurate nella terapia dalla riattivazione di vissuti non elaborati, che hai sentito come non contenuti.
Spero di esserti stata di aiuto e rimango a disposizione per qualsiasi cosa,
un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi

Dott.ssa Annalisa Magnaneschi Psicologo a Roma

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19 APR 2023

Gentile Alice,
già solo scrivendo tanto della sua storia qui, mi sembra di intuire che non si stia precludendo un nuovo inizio terapeutico ma che sia intenzionata a intraprenderlo non appena avrà "digerito" tutte le varie manovre decisamente poco professionali, da come sono state spiegate da lei, fatte nel tempo dai colleghi. E' inevitabile perdere la fiducia, aver paura, essere preoccupata e pensare di essere destinata all'infelicità dopo quello che ha scritto perchè sembra che sia stata esposta ad una ritraumatizzazione in una fase troppo precoce della terapia senza che sia stata stabilizzata e senza avere avuto le risorse necessarie per affrontare il trauma (come lei stessa ha detto). Al di là delle varie cornici terapeutiche, è sempre l'incontro con una persona quello che avviene in una stanza di terapia e può succedere di non trovarsi; al tempo stesso può non essere semplice capire che quel professionista non fa per noi anche perchè tendenzialmente si arriva in quella stanza spinti da un bisogno di essere accuditi. Forse è stata un po' sfortunata ma le consiglio di non pensare di aver sprecato 5 anni perchè, da quello che scrive, ha potuto dar voce al suo malessere, riorganizzare la sua storia e riconoscere e raccontare i suoi limiti ad un'altra persona, nonostante, purtroppo, sembra che non siano stati presi in considerazione adeguatamente. Quindi vorrei rassicurarla perchè fossi nella sua situazione mi sentirei nello stesso modo e vorrei anche consigliarle di darsi del tempo e di ascoltare quella parte ancora speranzosa che l'ha portata a scrivere su questo sito.
Le auguro di trovare un giorno un terapeuta che possa essere un punto di riferimento ma anche un compagno/a con cui condurre INSIEME un nuovo percorso.
Cordialmente,
dott.ssa E. Carucci.

Dott.ssa Elena Carucci Psicologo a Torino

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18 APR 2023

Gentile Alice,
Devo ammettere che leggere la tua storia mi ha fatto molta rabbia. Il comportamento della tua terapeuta è stato scorretto sotto molti punti di vista, non solo non ha considerato le tue esigenze per quanto riguarda l'orario delle sedute e la modalità, ma non ha considerato neanche il tuo benessere psicologico nella conduzione della terapia e nella sua interruzione, lasciandoti dei traumi che tu stessa riconosci e che hanno peggiorato la tua qualità di vita oltre che ridurre la possibilità che tu richieda un nuovo sostegno psicologico per poter uscire da questa situazione. Capisco che tu sia delusa e che il pensiero di dover aprirti nuovamente con qualcuno dopo l'ultima esperienza ti spaventa a morte. Il fatto però che tu abbia posto questa domanda lo vedo in maniera positiva, in quanto denota che una parte di te ha invece un forte desiderio di tornare a stare bene e di intraprendere un nuovo percorso di terapia. Quello che posso fare è di rassicurarti caldamente che lo psicologo deve anteporre il benessere del proprio paziente, a volte raggiungendo un compromesso anche con i propri bisogni, se questo è necessario. E' il nostro lavoro e la nostra vocazione, anche se a volte significa mettere da parte alcune piccole esigenze, lo facciamo perchè l'unico interesse che abbiamo è quello dei nostri pazienti, altrimenti non avrebbe senso che essi si rivolgano a noi. L'interesse e l'attenzione posta ai bisogni degli utenti costituiscono la nostra professione, ne definiscono le fondamenta. Qualsiasi tipo di terapia non può prescindere da questo, altrimenti non c'è terapia e non c'è cura. E' vero, a volte è difficile trovare il terapeuta adatto alle nostre esigenze, ma nel momento in cui lo si trova le possibilità di cambiamento e di tornare a stare bene sono reali e concrete. La tua motivazione si percepisce ed è forte e sono contenta di questo. E sei fortunata perchè al giorno d'oggi esistono piattaforme come queste in cui puoi contattare più professionisti e capire di quale senti di poterti fidare maggiormente, e nel caso decidessi di intraprendere un nuovo percorso ci tengo ad informarti che se senti che qualcosa non va in terapia, hai sempre il diritto di esplicitarlo apertamente con il terapeuta, a partire anche dal semplice fattore orari e modalità delle sedute. Il fatto che tu sia il paziente non implica che tu debba adeguarti e fare tutto ciò che ti dice lo psicologo, ma anzi è anche questa una forma di terapia quella di imparare ad esprimere i propri bisogni liberamente.
Per qualsiasi chiarimento non esitare a contattarmi.
Un abbraccio,
Dott.ssa Valeria Passavanti

Dott.ssa Valeria Passavanti Psicologo a Meda

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18 APR 2023

Buongiorno signora
Mi spiace molto di quello che lei ha passato nella sua infanzia, e nella sua famiglia.
Bisogna avere fiducia, solo cos' possiamo affidarci all'altro. Nessun psicoterapeuta è uguale all'altro
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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18 APR 2023

Cara Alice, è stata molto generosa nel descrivere nel dettaglio e con non poca fatica la sua situazione. Penso che lei abbia avuto una vita molto travagliata e che sia stata coraggiosa nel richiedere aiuto e supporto per ciò che sentiva le stava accadendo dentro. Al di là delle sue esperienze di terapia pregresse, che le sono state d'aiuto e dalle cui al contempo avrebbe desiderato un finale diverso, credo che debba ascoltare se stessa, i suoi bisogni emotivi. Non è semplice decidere di ri-affidarsi ad un esperto dopo che si è stati delusi, la sua titubanza e incertezza sono comprensibili. D'altro canto, c'è una moltitudine di terapeuti con orientamenti e modalità che ci rendono differenti gli uni dagli altri. Bisogna comprendere qual è il terapeuta che, per formazione e modalità relazionale, fa al caso nostro. Per cui la domanda che la invito a rivolgersi è: "cosa vorrei per me? qualcuno che mi accompagni verso la risoluzione e lo scioglimento delle criticità o che nessuno mi deluda? ". Entrambe le scelte richiedono coraggio, per cui si ascolti Alice, scelga ciò che sente essere il meglio per lei.
Resto a disposizione.
Un caro saluto, dott.ssa Alessia Di Pancrazio

Dott.ssa Alessia Di Pancrazio Psicologo a Milano

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18 APR 2023

Gentile Alice,
Riacquistare fiducia è sempre difficile, soprattutto quando certi eventi riaprono il vaso di Pandora dei nostri traumi passati, questo lo capisco perfettamente, ma sono certa che lei sia degna e meritevole di un'altra possibilità. Non esiste uno psicologo giusto per tutti, gli psicologi oltre ad essere professionisti sono persone e quindi ognuna ha il suo modo di essere, che non necessariamente è sbagliato, ma forse non è semplicemente lo "stile relazionale" che desideriamo. Pertanto lei deve trovare uno psicologo giusto per lei, che con estrema delicatezza saprà prendersi cura della sua situazione e saprà seguirla, adeguando i suoi strumenti ai suoi bisogni, in maniera tale da permetterle di raggiungere i suoi obiettivi in una cornice relazionale serena per lei.
Spero di esserle stata utile e resto a sua completa disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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