Come allentare l'inibizione?
Buongiorno,
scrivo qui perché non riesco a parlare, mi sento a disagio quando provo a farlo con i miei amici e ogni volta che faccio questo tentativo mi sembrano falsità le cose che mi escono di bocca, oppure, altre volte, non riesco a comunicarle, semplicemente, nella forma in cui sono ben chiare nella mia mente. Oltretutto, ogni volta che inizio a parlare di me sento la pressione del tempo che sto monopolizzando, per questo preferisco evitare di parlare. Legato a questo ultimo aspetto, però, ho capito che non aprirsi con gli altri porta a non farsi conoscere e a non poter instaurare un rapporto sincero, quindi, per sentire di stare bene con qualcuno metto in atto dei tentativi forzati in cui cerco di condividere qualche difficoltà, ma non ne viene niente, sono innaturali, e continuo a sentirmi inibita nel rapporto. Vorrei entrare in sintonia con delle persone, ma mi è molto difficile, quindi, quando sono fuori cerco sempre di allentare la tensione bevendo. Quando sono ubriaca la gente mi trova simpatica (mi vengono dati dei feedback positivi) e sul momento mi sento meglio, perché vivo di più sul momento anziché avere mille pensieri. Quando torno sobria, però, sto malissimo, perché so che la persona che ero la sera prima è illusoria e so di essere davvero patetica a dover ricorrere all'alcol.
L'inibizione si protrae anche nei contesti di confronto parlato. Faccio l'educatrice e opero con un team di persone. Quando cerco, a fatica, di esprimere la mia idea, la voce mi diventa bassissima e non mi sento ascoltata. Mi sento come se il problema fosse dovuto al mio carattere poco forte, con il quale non riesco a catturare l'attenzione. Mi sento male per questo, perché per me è davvero importante questo ruolo, e non riesco a far valere le mie idee.
Poi c'è il fatto che non capisco perché sembra che non mi importi nulla dei miei amici: fosse per me non li sentirei mai per messaggio, se capita di incontrarsi o si ha voglia di vedersi, volentieri, ma non mi viene da scrivere loro un messaggio come "come stai?" perché, per quanto cinico, non mi interessa la risposta. Mi sembra che i rapporti siano fatti di aspettative e di dover cercare sempre di corrisponderle, e, anche le risposte ai messaggi (che mando dopo settimane), io le vivo con una forte angoscia. Cerco sempre di andare bene a tutti, ho paura di infastidire qualcuno e al contempo odio questa situazione, odio il mio debole carattere, odio non riuscire troppo spesso a partire da me e, a causa di questo, odio trovarmi ad avere troppe configurazioni diverse anche antitetiche.
Scusate per questo lungo sfogo, mi piacerebbe parlare con qualcuno e vorrei capire cosa sarebbe più adatto a me