Come aiutare un ragazzo con manie di persecuzione e non solo?

Inviata da Grazia Calamusa · 21 gen 2014 Disturbo ossessivo compulsivo

Salve, ho frequentato per alcuni mesi un ragazzo che ha dimostrato da subito di avere dei problemi psicologici, sicuramente in conseguenza a quello che ha vissuto da bambino. Si è confidato con me, come io con lui. Siamo entrambi molto sensibili e ci siamo legati in poco tempo. La sua estrema diffidenza nei miei confronti lo ha indotto a mettermi alla prova diverse volte, ma col tempo ha imparato a fidarsi. Tuttavia si è verificato un episodio che mi ha messo molta paura, in occasione del quale mi ha definito una strega, ha pensato che fossi il tramite di qualche suo familiare e che volessi il suo male, e mi ha pure minacciato di farmi del male qualora gli succedesse qualcosa. E' stato un singolo episodio, perchè a distanza di alcuni giorni era tornato come prima. Ovviamente ho preso le distanze da lui, anche se lui di tanto in tanto mi cerca ancora, perchè non ha amici, non ha una famiglia, non ha figure di riferimento. Sin dall'inizio ha lamentato dei dolori muscolari alla schiena e al collo, mi ha detto di avere la sindrome di tourette e di avere sempre sofferto di tic, successivamente si è convinto di avere problemi di pressione, poi carenza di potassio e magnesio, l'ultima volta mi ha detto di avere l'ADHD, escludendo la sindrome di tourette perchè i suoi non li definisce tic ma rabbia repressa. Andava da uno psicologo ma adesso non più. So che i familiari lo hanno portato da un neurologo che ha indicato una cura da lui non eseguita, e da uno psichiatra che ha confermato la sindrome di tourette, sempre indicando una cura farmacologica, che lui si rifiuta di fare. Sinceramente sono molto preoccupata, sia per lui che per me. Gli ho consigliato di rivolgersi ad uno psicologo, ma non ci vuole tornare perchè non ne vede l'utilità. Questo ragazzo conosce i miei punti deboli. Vorrei sapere qual'è il comportamento migliore da adottare, al fine di aiutarlo e allo stesso tempo allontanarlo da me per non correre rischi futuri, anche qualora dovessi avere un ragazzo.

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Miglior risposta 23 GEN 2014

Salve,
ci troviamo sicuramente di fronte ad una situazione di forte disagio della persona che ci descrive: il ragazzo ha tutti gli strumenti per poter essere aiutato, manca però l'ingrediente fondamentale, pare, ovvero la consapevolezza della portata del problema. infatti lui, pur avendo un neurologo, uno psichiatra, una terapia farmacologica, decide di non curarsi.
sembra fare molto affidamento su di lei, Grace, cosa che sembra sovraccaricarla: intanto, se mi permette, vorrei consigliarle di sfruttare questa esperienza come motivo di riflessione e crescita personale, come un insieme di dati, cioè, che le permettono di comprendere meglio se stessa, cosa investe di sè nelle relazioni interpersonali, che tipo di feedback le arrivano dagli altri. Cercare di usare il buono delle situazioni stressanti è di per sè un modo per ridurne il carico.
Di pari passo con questa riflessione dovrà cercare di trovare il modo di fargli percepire sempre una maggiore distanza relazionale e un minor livello di coinvolgimento nella sua vicenda: non si prenda in carico una situazione di questo tipo e tenga presente che l'aiuto si da a chi lo chiede o a chi si rende conto di averne bisogno, se una persona non vuole essere aiutata non può essere costretta (salvo i casi davvero eccezionali).
Se le è di aiuto ci tenga aggiornati sui risvolti della vicenda.
Saluti.
Dott.ssa Sabina Marianelli

Dott.ssa Sabina Marianelli Psicologo a Roma

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27 GEN 2014

Può essere utile entrare in contatto con un familiare per evidenziare l'estremo bisogno d'aiuto che tanto richiede a me, persona che l'ha saputo ascoltare?

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27 GEN 2014

Questo ragazzo è consapevole del fatto che ha bisogno d'aiuto e cerca in tutti i modi di attirare l'attenzione su di sè, dicendo diverse volte che non sta bene. Da me si è sentito capito, ma forse non abbastanza dai suoi familiari, perchè ha accumulato tante delusioni da parte loro. E' opportuno che mi metta in contatto con uno di loro? o è meglio che ne resti fuori?

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24 GEN 2014

Gentile Grace,
lei è in grado di aiutare il ragazzo fino ad un certo punto. Poi interviene un aiuto professionale (psicologo o psicoterapeuta)chiesto dal ragazzo o anche da lei stessa che si presenta in studio per apprendere "come fare"
paolo zucconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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23 GEN 2014

Vi ringrazio per le risposte datemi. Sono pienamente consapevole della complessità del caso e ritengo di non essere la persona che più lo può aiutare, date le mie fragilità, oltre che la mia incompetenza. Mi sono rivolta in prima persona ad una psicoterapeuta, poichè riconosco che c'è qualcosa che non va in me e che mi porta a legarmi alle persone "sbagliate". Lo voglio allontanare ma al tempo stesso temo che rimanga da solo, e la sua condizione peggiori, mettendo in pericolo se stesso e chi gli sta vicino. Non lo cerco, ma alle sue telefonate rispondo, perchè temo che possa interpretare male un mio allontanamento radicale. Ho chiesto consiglio a voi perchè non so se la via che sto seguendo è quella più giusta. Temo che questa persona rimanga legata a me, mettendomi in serie difficoltà in futuro. Mi ritengo una persona troppo buona e che in amore dà "troppo".

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23 GEN 2014

Buongiorno gentile Grace,
la cosa più importante è che Lei si prenda cura di sè ed allenti piano piano la frequentazione di questo ragazzo che lei stessa percepisce come una minaccia alla sua tranquillità. Il giovane soffre di una patologia che necessita una cura farmacologica costante ma se lui non vuole curarsi il compito di stargli vicino spetta solo ai familiari.
Cordialmente

Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Roma

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22 GEN 2014

Salve Grace, mi sembra una situazione complessa di cui le consiglio di non farsi carico. Sicuramente comprendo che sia preoccupata perchè comunque legate da alcuni aspetti affettivi ma è necessario che sia la famiglia ad interessarsi della salute del ragazzo. Mi sembra di capire che il ragazzo non accetti alcun aiuto e in tal caso diventa poco efficace qualsiasi intervento psicologico. Bisogna aspettare che il ragazzo maturi il desiderio di farsi aiutare da qualche professionista del settore in modo serio. La sindrome di Tourette ha delle caratteristiche precise che comprendono anche aspetti legati alla difficoltà nel gestire la rabbia ,l' aggressività e le relazioni. Penso sia necessario che lei mantenga dei limiti ben definiti e che non si sotituisca ad uno psicoterapeuta anche per il bene del ragazzo stesso.

Dott. Stefano Cerrato Psicologo a Torino

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22 GEN 2014

Buon giorno Grace, comprendo il tuo desiderio di aiutare questo ragazzo, ma credo, al contempo, che l'aiuto di cui avrebbe bisogno e' di tipo professionale. Da quanto descrivi, sembra una persona con importanti problemi redazionali ed emozionati, che andrebbe affrontati in psicoterapia e probabilmente con un adeguato sostegno farmacologico. Scrivi di essere una ragazza sensibile, per cui probabilmente la sofferenza di questo ragazzo di tocca particolarmente. Ti consiglio di non coinvolgenti troppo, il miglior aiuto che puoi dare a lui è' quello di indirizzario ad un professionista, nient'altro, anche perché è' fondamentale che protegga te stessa dalla sofferenze che questa persona può trasmettere, specialmente se ti ritieni estremamente "sensibile".

Dott.ssa Castiglia Francesca Psicologo a Roma

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22 GEN 2014

Gentile Grace,
non ci sono suggerimenti o comportamenti da consigliare, credo sia importante comprendere che lei non può "salvare" questa persona, soprattutto se non prende i farmaci e rifiuta una psicoterapia. Cercare di "aiutare" potrebbe significare invischiarsi ancora di più in questo legame.
Cosa la trattiene in questa relazione?

Cordiali saluti,
Dott. Giuseppe Del Signore - Psicologo, Psicoterapeuta Viterbo

Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo a Viterbo

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