Buongiorno, mia sorella ha 20 anni e da natale ha cominciato a perdere peso (28 kg). Ora sembra l'ombra di se stessa e nella sua mente continua a calcolare quante calorie assume nella giornata, si pesa ogni giorno e il suo umore varia a seconda del numero che vede sulla bilancia. E' andata da una psichiatra che le ha prescritto degli psicofarmaci. Lei li ha presi e la facevano stare meglio, aveva ricominciato a mangiare...ma quando la bilancia ha iniziato a far salire i numeri ha smesso le pastiglie e non ha più voluto mangiare. Ha scritto una lettera a mia madre qualche mese fa dicendo che vuole dimagrire sempre di più perchè le piace sentire le ossa sporgenti. Ieri invece mi ha confidato di voler tornare a fregarsene di ciò che dice la gente e di quello che mangia, vuole solo sentirsi bene senza preoccuparsi di niente. Io vorrei aiutarla...a volte la vedi felice e il momento dopo piange per ore perchè si fa schifo, si vede grassa e brutta. Ha la connettivite da tre anni, ma sembra che si sia stabilizzata. Inoltre sembra che abbia anche la fibromialgia, cosa che le provoca forti dolori, anche se non tutti i giorni. Non ha amici, a scuola la prendevano tutti in giro per il peso e dopo che ha finito la maturità non ha trovato un lavoro né si è iscritta all'università. Da qualche settimana la vedo cambiata, migliorata forse, perchè ammette di aver qualcosa che non va e vuole risolverla. Vorrei aiutarla ma non so come!
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23 LUG 2014
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Cara Ilenia,
l'aiuto che può dare a sua sorella è aiutarla a comprendere che ha bisogno di un aiuto specialistico e che la sua situazione non può cambiare se non con la determinazione di seguire le terapie ( psicologiche e cliniche) che le verranno suggerite. Non dice nella sua lettera quale è l'atteggiamento dei genitori rispetto alla fase critica di sua sorella, quale il loro rapporto: tutti elementi molto importanti nella valutazione complessiva .
Se vuole, scriva ancora.
Dott.ssa Di Rosa
22 AGO 2014
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Cara Ilenia,
il disturbo di cui soffre sua sorella è molto grave e preoccupante, ed ha tutte le ragioni di essere così apprensiva. Purtroppo lo psicofarmaco di per sé, e sopratutto preso singolarmente senza associazione a una psicoterapia, è pressoché inutile, sopratutto quando la ragazza si accorge che potrebbe anche provocarle un aumento ponderale. L'anoressia è una problematica seria, che coinvolge tutto il sistema famigliare e che deve essere affrontata in tempi brevi e con fermezza. Le consiglio di rivolgersi alla ASL più vicina, e farsi guidare nel percorso più adeguato, ci sono numerosi centri specializzati in Italia e sicuramente sapranno consigliarla sul migliore.
Lei sta già aiutando sua sorella, ha scritto per lei, si sta informando e, mi creda, è già a buon punto. Il suo sostegno è fondamentale,
le auguro tutto il meglio
Un caro saluto
Dott.ssa Martina Panerai
28 LUG 2014
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Cara Ilenia,
purtroppo la sofferenza di cui parli e il senso di impotenza che provi è qualcosa di molto frequente e diffuso.I disturbi alimentari sono una patologia molto complessa che va affrontata da più prospettive, bene lo psichiatra, ma si necessita di una psicoterapia (individuale e in futuro anche famigliare), di un percorso nutrizionale e di accertamenti endocrinologici. Informati sul centro specializzato più vicino e cerca di portarla,questo momento di maggiore consapevolezza potrebbe essere basilare.
24 LUG 2014
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Cara Ilenia la prima cosa da fare è stare vicina a sua sorella emotivamente e affettivamente, poi Potreste andare insieme da uno psicoterapeuta per iniziare una psicoterapia familiare che in futuro prevederà l'inserimento delle figure genitoriali. A disposizione per chiarimenti. Dott.carmela Pulvirenti
23 LUG 2014
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Le consiglio di rivolgersi al servizio pubblico della sua città in quanto sua sorella ha bisogno dell'aiuto di diverse figure professionali ( psichiatra, psicologo, dietista) che insieme la possono aiutare ad uscire dal problema.
23 LUG 2014
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Cara Ilenia,
Le consiglio di accompagnare sua sorella, con molta delicatezza, presso l'ospedale più vicino. Sua sorella ha bisogno di un intervento integrato (con visite regolari in dietologia, psicologia e psichiatria) e il servizio pubblico è il miglior candidato per poter assolvere a questa funzione.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti,
Dott.ssa Martina Gerbi
23 LUG 2014
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Gentile Ilenia,
si può aiutare: afferendo prima possibile o al servizio pubblico oppure presso l'ambulatorio privato di un capace psicoterapeuta e successivamente seguire le sue prescrizioni come familiare.
dr paolo zucconi sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a udine
23 LUG 2014
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Cara Ilenia,
credo sia importante rivolgersi ad un servizio ambulatoriale per i Disturbi del Comportamento Alimentare al più presto. Esistono diversi centri pubblici e può contattarmi in privato se vuole avere qualche indicazione per la zona in cui risiedete. Le ricordo infatti che con un severo calo ponderale è necessario un intervento d'equipe, in quanto solo attraverso la sinergia di differenti professionisti ( psichiatra, dietista, psicologo e psicoterapeuta, ecc.) è possibile affrontare il disagio legato al cibo ed all'immagine corporea.
un caro saluto
23 LUG 2014
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Buongiorno Ilenia, la situazione nella quale si trova tua sorella è, non solo allarmante ma ancor più prossimo alla disperazione se non approfitti di questo momento di consapevolezza da parte sua. Urge ricontattare uno medico o un centro specializzato in disturbi dell'alimentazione per il recupero fisico ma contemporaneamente e con pari urgenza uno psicoterapeuta che la sostenga nell'affrontare un percorso per recuperare l'equilibrio psichico. L'intervento farmacologico, dal quale aveva già ottenuto un beneficio, va assolutamente combinato con la psicoterapia.Ti suggerisco di cercare subito gli specialisti disponibili nella tua zona per un intervento immediato. d'urto. Auguri!
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta
23 LUG 2014
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Cara Ilenia,
la cosa che viene più spontanea suggerire è quella di consigliare a sua sorella di intraprendere una psicoterapia. Soltanto attraverso la scoperta di sé, delle sue risorse e dei suoi punti deboli è possibile comprendere come si sia insidiato questo problema e come può essere superato definitivamente. I farmaci possono aiutare ad alleviare dei sintomi ansiosi o depressivi, ma sono per lo più dei tamponi momentanei, che hanno bisogno di un sostegno più forte su cui basarsi.
Da parte vostra, come nucleo familiare, quello che potete fare è restarle vicino dandole supporto emotivo e comprensione, ma senza arrivare al punto di farla sentire eccessivamente protetta e “viziata”, in quanto il fatto di ottenere dei rinforzi positivi come ad esempio l’esenzione da faccende domestiche o da altri impegni potrebbe mantenere il problema.
La prima cosa da fare sarebbe comunque parlare assieme a lei della possibilità di incontrare uno psicoterapeuta.
A disposizione per ulteriori informazioni,
un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Francesconi