Ci stiamo riprovano ma lui non mi ama.
È difficile raccontare in breve la mia storia, ma ci proverò: 15 agosto 2015, lavoravo in un bar da circa 5 mesi, unica sistemazione trovata dopo l’università. Stavo smontando dal turno di notte e mentre chiacchieravo con la mia collega venuta a darmi il cambio la mattina, arriva un nuovo ragazzo pronto ad affrontare il suo primo giorno di lavoro presso questo stesso bar. Un tipo strano, un po’ tra le nuvole, ma che col passare dei giorni suscita il mio interesse. Per farla breve, a distanza di sole 3 settimane, l’8 settembre ci fidanziamo. Lui esce pazzo per me, si innamora perdutamente, sembra realmente disposto a tutto. Sensazioni mai provate, il mio primo vero fidanzato nonostante i miei 25 anni suonati all’epoca. Io 25, lui 23. Iniziamo questa nostra relazione fatta di alti e bassi a causa dei suoi problemi con il gioco. A fine novembre, quindi dopo soli tre mesi dall’inizio della nostra relazione, nonostante le precauzioni prese durante il rapporto e anche dopo (ho preso la pillola del giorno dopo a distanza di sole 3 ore dal rapporto), rimango incinta. È iniziato così un calvario di indecisioni, pensieri, paure, ansie, difficoltà, un lavoro a nero sia per me che per lui, pochi soldi, nessuna possibilità di permetterci una casa, la giovane età che faceva da contorno, mi hanno portata a fare le pratiche per l’aborto. Confesso che sono stati i due mesi più brutti della mia vita, in cui piangevo continuamente e non sapevo cosa fare. Lui mi è stato molto vicino, voleva tenere il bambino non sapendo sicuramente che responsabilità enorme fosse. Arriva il 25 gennaio 2016, data in cui avrei dovuto subire l’intervento se così si può chiamare. Tra i pianti, ho salutato i dottori e me ne sono andata: non ho avuto il coraggio e ad oggi benedico la mia scelta che mi ha portato il più grande amore della mia vita, mia figlia. Passano i mesi, cresce la pancia e crescono le difficoltà: io vengo licenziata da lavoro, mia madre ogni giorno che passa non accetta sempre di più il padre della bambina ma cerca di fare buon viso per il quieto vivere. Io sempre più innamorata, lui anche. Una notte scopro sul suo telefono una chat all’interno della quale scriveva a svariate donne cose oscene, piango, sto male, lui sta peggio di me per avermi fatta soffrire, piange per giorni nel vivere con questo rimorso. Decido di perdonargliela, ma la cosa mi tormenta. Partorisco il 4 settembre del 2016, passano giorni felici, finché lui il 20 settembre mi confessa un tradimento. Era stato con una prostituta mentre io ero in degenza in ospedale, me lo confessa tra le lacrime perché innamoratissimo di me, ansioso di avermi fatta del male, si giustifica dicendomi che non sapeva cosa gli fosse preso, che le responsabilità piovutegli addosso in così poco tempo l’avevano portato a fare questa cavolata e che erano giorni che stava male e non mangiava per i sensi di colpa. Decido di perdonargli anche questa. Passano ancora i giorni e i mesi, lui per un periodo ha dormito a casa mia per permettergli di stare con la bambina. La notte con la scusa di andare a bere l’acqua, si alzava, andava in cucina e prendeva i soldi dal portafogli di mia madre a causa del suo problema con il gioco che non riusciva a controllare. Scoperto, ha smesso di dormire a casa mia, io con la vergogna negli occhi l’ho perdonato ancora una volta e l’ho convinto ad andare in terapia per cercare di risolvere questo suo problema. Passano i mesi, le sedute, ma ancora nessun miglioramento. I suoi genitori decidono di iscriverlo a scuola guida per prendere la patente del pullman al fine di fornirgli un’alternativa migliore di lavoro. Passano ancora mesi tra alti e bassi, i miei sentimenti vacillano più di una volta a causa di tutte queste cose accadute, ma decido di concentrarmi sulla famiglia, mi impongo di recuperare i sentimenti nei suoi confronti e proseguire nella relazione, nell’attesa magari di una stabilità economica che avesse portato un po’ di stabilità anche nei nostri animi. Iniziano le prime bugie, inizia ad uscire la sera e a non dirmi nulla, a scrivere ad altre ragazze su Facebook, le quali mi inviavano le conversazioni pur non conoscendomi, iniziano i primi malesseri, stavolta sono i suoi sentimenti a vacillare perché io inizio ad essere irascibile, a non perdonargli proprio tutto, ad essere nervosa, ad arrabbiarmi per ogni cosa (giustamente, questo è ovvio). Lui inizia a non avere più sensi di colpa nel fare azioni che potessero farmi del male. Il 23 marzo 2018 mi esprime un suo malessere personale nel vivere nella nostra città, asserendo di volersi trasferire e pregandomi di andare con lui perché senza di me e senza la bambina non poteva vivere. Io esprimo il mio disappunto perché nella città in cui voleva trasferirsi vive il fratello, con problemi di gioco più seri che avrebbero potuto minare i suoi ancora non risolti. La notte di due giorni dopo, scopro da mia cugina che l’aveva incontrato, che lui era uscito con un suo amico e due ragazze (tutto questo sempre mentre io mi occupavo da sola sia economicamente, dato che nel frattempo mi sono lavorativamente sistemata in relazione agli studi da me effettuati, che fisicamente della bambina). Lui al mio ennesimo rimprovero, prende la palla al balzo e mi lascia dicendo di non amarmi più. Mi crolla il mondo addosso, dopo tutto quello che gli avevo perdonato, dopo tutta l’attenzione con cui ho cercato di far andare le cose, e dopo tutto quello che ho subito, dovevo essere io a non amarlo più. Ma traumatizzata forse dal divorzio dei miei in un periodo in cui ero vittima di bullismo, avendo vissuto da figlia l’assenza di un padre sotto allo stesso tetto, non volevo viverla anche da madre a soli 27 anni e con una figlia di nemmeno 2 anni. Non mi rassegno a questa cosa anche perché la frase “non ti amo più”, mi risuona così strana nella mente dal momento in cui due giorni prima mi diceva di non poter vivere senza di me e di seguirlo nel suo trasferimento. Passano i giorni, io in uno stato depressivo totale, lui mi cercava solo per chiedermi soldi in prestito per affrontare la sua bella vita tra discoteche e locali, io innamorata persa pensavo di riconquistarlo esaudendo ogni sua richiesta, a volte spariva anche per una settimana da me e dalla bambina.
In questo periodo ha vissuto momenti di difficoltà, in cui la prima persona a cui ha chiesto aiuto sono stata io. In uno di questi momenti di difficoltà ci siamo riuniti, è durata una settimana, ma passato il santo, passata la festa, quando è stato meglio si è dimenticato di nuovo della mia esistenza. Questa cosa mi ha portato ad una crisi depressiva profonda, in cui sono arrivata anche a tagliarmi i polsi (sì, sono già in cura da un professionista). Lui, forse, preso da un raptus di pietà nei miei confronti, mi ha detto che ci avremmo riprovato. Arriviamo al presente dunque: ci stiamo riprovando da due settimane, ma lui è freddo, distaccato, non vuole fare l’amore, ha sempre gli amici come priorità, e ha sempre il divertimento nella mente. Non so come attirarlo a me, ma è tutto ciò che più desidero al mondo, avere finalmente una famiglia normale, con il vero padre di mia figlia. Il destino mi ha fatto conoscere alcuni dei suoi amici con cui esce ora, che hanno preso a cuore la mia situazione e mi stanno aiutando tanto, cercando di far ragionare lui, e cercando di far entrare me nel suo mondo da cui lui mi estromette sempre vietandomi di uscire con loro. Sono gelosa a livelli osceni delle sue nuove amiche, non sono più me stessa in tutti i momenti della giornata, e mi ritrovo solo quando sto con lui. Non consigliatemi per favore di passare oltre dicendo che questa persona non fa per me e che non è affidabile e di pensare solo a me stessa e alla bambina (quest’ultima cosa già la faccio). Lui quando dormiva con me e quando stava sempre con la bambina, a parte quei momenti di sbandamento che data la situazione difficile potevano essere comprensibili, era tutta un’altra persona, sempre dolce e sempre premuroso nei miei confronti e nei confronti della figlia, finché mia madre non gli ha vietato di avere contatti con la bambina e con me per il malessere che, secondo lei, lui mi portava. Quando sembra che le cose iniziano ad andare bene, mia mamma si mette sempre in mezzo, decide lei per mia figlia e decide lei che il padre non debba vedere la bambina (cosa non giusta, perché è sempre il padre, anche se fosse un assassino rimarrebbe il padre). Ho provato a parlare con mia mamma, ma non vuole mai sentire ragioni, io e lui siamo costretti a vederci di nascosto, lui va a prendere la bambina dall’asilo tutti i giorni e sono costretta a tenere nascosta questa cosa a mia mamma, e questo non ci unisce di certo, ma se solo le raccontassi che io e lui ci rivediamo, succederebbe il terremoto. Ho solo bisogno di capire come non far intromettere più mia mamma nella mia felicità e come far sciogliere lui nei miei confronti, per far tornare tutto come prima. La bambina è in un’età in cui chiede del padre, chiede di dormire con il padre, ci è molto affezionata, ma mia mamma non vede queste cose, vede in lui solo il “mostro” che mi ha abbandonata con una figlia.
Ringrazio anticipatamente per il supporto che mi darete.